martedì 29 novembre 2016

Fisco: in arrivo 11mila lettere per i contribuenti della Campania

Per i contribuenti della Campania stanno per arrivare delle lettere poco gradite, ovvero quelle del Fisco italiano. Si tratta di circa 11 lettere destinate ai contribuenti, nelle quali l'Agenzia delle Entrate fa presente che non hanno presentato nell'anno in corso la dichiarazione dei redditi, e che secondo il sistema invece erano tenuti a farlo. Da qui il riscontro di una anomalia, e l'invito agli interessati a verificare la propria situazione, e quindi anche eventualmente correggerla per tempo senza incorrere in controlli successivi.

Cosa fare se vi chiama il Fisco

Rispetto al passato, questo tipo di comunicazione arriva con notevole anticipo, proprio per consentire agli interessati di correggere eventuali anomalie ed evitare controlli e anche sanzioni future. In questo giro di lettere ci entreranno solo coloro i quali non hanno presentato alcuna dichiarazione dei redditi, pur avendo percepito nel 2015 più redditi da lavoro dipendente o da pensione da diversi sostituti di imposta, che non hanno effettuato il conguaglio delle imposte.

Coloro i quali ricevono questo avviso possono verificare la propria posizione e ricorrere al ravvedimento operoso, ovvero quella dichiarazione che va a correggere una situazione di difetto da parte del contribuente. Per farlo basta in sostanza presentare il modello Unico Persone fisiche entro il 29 dicembre 2016, ovvero entro 90 giorni dalla scadenza ordinaria del 30 settembre. In questo modo si otterranno significative riduzioni delle sanzioni dovute per la tardiva dichiarazione e per gli eventuali versamenti.
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Chi ha necessità di maggiori informazioni può ottenerle negli uffici territoriali dell'Agenzia (sul sito internet www.agenziaentrate.gov.it - nella sezione Contatta l'Agenzia > Assistenza fiscale > Uffici Entrate) o chiamando il numero 848.800.444.

sabato 26 novembre 2016

Commercio online, Amazon fa il record di vendite col Black friday: 1,1 milioni di prodotti

Il Black Fraday è stata una manna per il commercio online, e in special modo ha fatto registrare il botto di Amazon.it. Lo testimoniano dei numeri record raggiunti ieri in occasione del giorno più atteso per gli acquisti online. Il portale italiano di Amazon ha infatti macinato vendite su vendite, e alla fine gli ordini immessi nel sistema sono stati complessivamente 1,1 milioni. Vale a dire che ogni secondo venivano venduti circa 12.

I numeri del Black Friday di Amazon, boom del commercio online

A rendere noti i numeri è stata la stessa compagnia attraverso una nota ufficiale. Il momento in cui c'è stato il picco di transazioni è arrivato intorno alle 14.

Poche ore dopo invece, circa alle 19, il Black Friday 2016 aveva già preso il titolo di giornata con il maggior numero di vendite di sempre di Amazon.it. E' stato infatti stabilito un nuovo primato che ritocca quello precedente, fatto registrare lo scorso 12 luglio, quando furono ordinati circa 750 mila prodotti (il 30% in meno di ieri).
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"I clienti ci hanno dimostrato ancora una volta quanto ci siano legati - afferma il Country Manager di Amazon Italia e Spagna, François Nuyts - e quando apprezzino le offerte del giorno del Black Friday e la possibilità di usufruire di grandi risparmi per i loro acquisti di Natale. Centinaia di aziende del Marketplace hanno partecipato a questa giornata di offerte raggiungendo vendite record, con ordini più che raddoppiati rispetto al Black Friday dello scorso anno".

Riguardo invece ai prodotti più venduti nel corso del Black Friday di ieri, a stabilire il primato è stata una memoria Usb per il computer, il videogioco del calcio Fifa 17 per PS4, la stessa PlayStation4, la collezione completa di Harry Potter e uno spazzolino elettrico.

giovedì 24 novembre 2016

Tariffe assicurazioni RCA: cresce il premio medio, +7,2% rispetto al semestre precedente


Assicurare la propria auto diventa di nuovo più costoso. E' quello che emerge dai dati medi resi noti dal portale Segugio.it. Anche se il prezzo migliore (cioè quello più basso) rimane sostanzialmente stabile, i prezzi medi nella prima metà del 2016 invece sono saliti del 7,2% rispetto al secondo semestre del 2015. 

Segugio illustra i dati sulle tariffe 

Il portale, che si occupa delle comparazioni multimarca e dell'intermediazione di prodotti anche assicurativi, ha quindi evidenziato un percorso al rialzo delle tariffa media Rc Auto. Quello che si può risparmiare tramite la comparazione, può arrivare fino al 46,6% della tariffa media.

Altri dati interessanti sono stati evidenziati dal portale. Ad esempio il 5,6% delle polizze è richiesto per l'acquisto di auto nuove mentre il 17,0% è richiesto per l'acquisto di auto usate. La massa maggiore, il 77,4%, è stata invece richiesta per auto già possedute.
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Aumenta il numero di coloro che fanno parte della prima classe di merito "Bonus Malus", addirittura il 58,4% degli utenti. Si tratta di un valore record, che Segugio.it fino ad ora non aveva mia registrato. Va sottolineato anche che rispetto al secondo semestre 2015 c'è stato un incremento della percentuale di utenti che inserisce nella propria polizza la garanzia Incendio e Furto e altre garanzie accessorie (ora è al 21,5% rispetto al precedente 17,8%).


Circa il settore delle moto, le polizze per l'acquisto di veicoli nuovi sono il 10%, e anche in questo caso c'è un record relativo alla percentuale di utenti nelle prime quattro classi di merito: 31,8%.

mercoledì 23 novembre 2016

Tasse aeroportuali, niente aumento. Il trasporto aereo rilancia: "Vanno abolite"

Forti dell'ottimo risultato raggiunto con il loro pressing sul Governo, adesso le associazioni che rappresentano il trasporto aereo rilanciano, e chiedono l'eliminazione totale delle tasse aeroportuali. Quelle per intenderci che fanno lievitare il costo dei biglietti per gli utenti.

Andiamo per ordine. Il Governo ha definitivamente rinunciato ad aumentare le tasse d'imbarco, misura che venne introdotta a gennaio scorso e che - dopo la sospensione decisa in estate - era previsto che sarebbe stata reintrodotta nella legge di bilancio 2017. Invece non sarà così.

Le associazioni chiedono: via quelle tasse

Le associazioni A4E, Iata e Ibar, ovvero la quasi la totalità dell’industria del trasporto aereo in Italia, hanno applaudito questa scelta e adesso sperano che si riesca ad andare anche oltre, eliminando in modo definitivo queste tasse.

In un comunicato delle associazioni Airlines for Europe, International Air Transport Association e Italian Board Airline Representatives si legge che viene accolta «favorevolmente la definitiva soppressione dell’incremento delle tasse di imbarco aeroportuali», ma anche che questo è solo «un primo passo nella giusta direzione».

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«Quando ad agosto era stata sospesa questa tassa, avevamo espresso il nostro apprezzamento per una decisione che a nostro avviso andava nella giusta direzione. Infatti favorisce piuttosto che scoraggiare, la mobilità. Al tempo stesso produce effetti benefici sul Pil nazionale e sul numero degli occupati nel settore».

martedì 22 novembre 2016

Costo carburante, sale il prezzo della benzina sulla scia del possibile accordo OPEC


Tornano ad essere ritoccati i prezzi alle pompe di benzina. La prospettiva di un accordo tra i paesi OPEC, durante il prossimo vertice di Vienna del 30 novembre, ha spinto verso l'alto la quotazione del petrolio e come conseguenza anche il costo del carburante alle pompe.

Eni e TotalErg alzano il costo carburante

Secondo la consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, Eni ha aumentato di un centesimo il prezzo di benzina e gasolio, imitata anche da TotalErg che ha proceduto allo stesso incremento.

Ecco le nuove medie dei prezzi dei gestori, come rilevate dall'Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico.
Benzina self service a 1,466 euro/litro (invariato, pompe bianche 1,446).
Diesel a 1,314 euro/litro (+0,1 cent, pompe bianche 1,294).
Benzina servito a 1,571 euro/litro (invariato, pompe bianche 1,488).
Diesel a 1,422 euro/litro (invariato, pompe bianche 1,337).
Gpl a 0,563 euro/litro (invariato, pompe bianche 0,549).
Metano a 0,975 euro/kg (invariato, pompe bianche 0,965).

Il mercato del petrolio in fermento

Il mercato dei prodotti petroliferi ha ricevuto una scossa dalla prospettiva di un possibile accordo tra Paesi Opec e Russia per un taglio della produzione di greggio
Il petrolio ha accelerato al rialzo sui mercati, toccando i massimi da fine ottobre. Il delegato nigeriano Ibrahim Waya ha dichiarato ai giornalisti a Vienna che un comitato tecnico OPEC sta discutendo di un limite alla produzione della durata di 6 mesi.

giovedì 17 novembre 2016

Lussemburgo choc: sì agli extracomunitari, ma solo se sono ricchissimi


Una proposta di legge da schiaffi. Arriva dal Lussemburgo l'ultimo pugno nello stomaco riguardo la questione degli extracomunitari. Il piccolo paese-fortezza finanziaria  ha infatti deciso di votare una nuova proposta di legge, secondo quanto riferisce il quotidiano Wort.

La proposta choc dal Lussemburgo

Questa proposta autorizza la concessione di permessi di soggiorno rapidi a quei cittadini extracomunitari che sono ricchissimi. Sì, proprio ricchissimi e non soltanto ricchi.

Questa discriminazione legalizzata è contenuta nel testo del progetto di legge n. 6992, che consente la concessione di un lasciapassare ai cittadini che vengono da Russia o Medio Oriente, purché depositino una somma di almeno 20 milioni di euro in una banca lussemburghese, minimo 3 milioni in una società di investimento o che investano almeno 500 mila euro in una società commerciale o industriale attiva nel Granducato.
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E gli altri che non sono ricchi? Chissenefrega.

Finora il progetto di legge è stato tenuto lontano dai riflettori, e non è difficile capire il perché. Tuttavia non sono mancate le prive voci di protesta, come quella del partito della Sinistra (Déi Lénk), ma non perché questa legge sia palesemente discriminatoria, bensì perché “questa legge a favore degli ultra-ricchi, che beneficeranno del segreto bancario come i residenti, non farà altro che rafforzare l'immagine del Lussemburgo come paradiso fiscale”. 

martedì 15 novembre 2016

Business, WhatsApp si rinnova: tra pochi giorni videochiamate tramite la app

Il colosso di messaggistica WhatsApp amplia il suo business entrando in un altro segmento, ovvero quello delle videochiamate.

Ad annunciarlo è proprio il portale della nota applicazione, che ha scritto un post sul proprio blog ufficiale: «Nel corso degli anni abbiamo ricevuto molte richieste da parte dei nostri utenti per le videochiamate, e siamo entusiasti di poter finalmente offrire al mondo questa funzione. Oggi siamo lieti di annunciare un altro passo che abbiamo fatto per collegare le persone, le videochiamate. Nel corso dei prossimi giorni, più di un miliardo di utenti WhatsApp potranno effettuare videochiamate usando Android, iPhone o Windows Phone».
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Finora la videochiamata era rimasta fuori dalle possibilità concesse agli utenti, che invece da qualche mese avevano la possibilità di "telefonarsi" tra loro. PEr la app di messaggistica istantanea utilizzata da oltre un miliardo di utenti, si schiudono così le porte di una nuova era.

Per vedere i risultati di questa innovazione occorrerà attendere un po', perché se è vero che la videochiamata esiste da anni, alcuni tentativi di farla diffondere in modo forte non sono riusciti visto che l'sms e la classica chiamata vocale sono ancora dominanti nelle abitudini della gente.

lunedì 14 novembre 2016

Inflazione di nuovo negativa in Italia. L'Istat deve rivedere le sue stime


L'incubo deflazione torna a farsi prepotentemente vivo in Italia. Secondo gli ultimi dati resi noti dal Istat, infatti, c'è stato un nuovo calo dei prezzi dello 0,2% su base annua, contro le stime previsionali che invece erano dello 0,1%. Il calo dei prezzi è anche su base mensile, visto che c'è stata una riduzione dell'indice nazionale dei prezzi al consumo dello 0,1%.

Le nuove tendenze deflazionistiche fanno seguito alla breve ripresa che c'era stata a settembre, quando si era registrato un incremento dello 0,1%.

I dati che incidono sul calo dall'inflazione

Il dato che più ha inciso su questa nuova riduzione riguarda i prezzi dei beni energetici, che hanno accentuato il loro calo fino a portarlo al -3,6% contro il -3,4% di settembre. La riduzione è determinata soprattutto dalla flessione dei prezzi di quelli regolamentati (-6,0%, era -3,8% a settembre) contro invece un lieve rientro di quelli energetici non regolamentati (-0,9%, da -2,7% del mese precedente).

A pesare sul dato deflazionistico sono stati anche gli alimentari non lavorati (scesi di 0,4%, mentre invece della stessa percentuale erano saliti a settembre) e i servizi ricreativi, culturali e della cura della persona (0% contro il +0,6% di settembre).

Al netto dei beni energetici, il dato sull'inflazione rallenta in misura significativa, attestandosi a +0,2% (era +0,5% il mese precedente). Se depuriamo il report del dato riguardante gli alimentari non lavorati e i beni energetici, l'inflazione scende a +0,2% (da +0,5% di settembre).

sabato 12 novembre 2016

Banche prese d'assalto in India: il Governo ha messo fuori corso alcune banconote senza preavviso

E' una situazione esplosiva quella che si è venuta a creare in India, dove il Governo ha improvvisamente deciso di mettere fuori corso le banconote da 500 e 1000 rupie, legate ai fenomeni di corruzione (molto diffusa). Il problema è che la gran parte della popolazione è rimasta nell'impossibilità di ottenere denaro contante, non solo da un momento all'altro non ha potuto più usare i biglietti di questo tipo (equivalenti a 6,7 e 13.5 euro), ma non sono stati immessi in circolazione neppure le nuove denominazioni sostitutive da 500 e 2.000 rupie.

Popolazione disperata in coda davanti alle Banche


Una situazione del genere non poteva che degenerare nel caos. Infatti davanti ai bancomat si sono formate lunghe code di cittadini decisi che avevano bisogno di contanti.
Va peraltro evidenziato che l'India è un paese dove il popolo non ha alcuna confidenza con le carte di credito per fare acquisti, che vengono utilizzate soltanto da una piccolissima percentuale di individui.

La situazione s'è fatta più grave quando si sono esaurite in breve tempo le scorte di banconote. Questo fatto ha provocato la violenta reazione di molte persone. Si sono registrati episodi di vandalismo, che hanno richiesto l'intervento delle forze dell'ordine.

Intanto il ministro delle Finanze, Arun Jaitley, ha esortato la gente ad avere un poco di pazienza, giustificando il mancato avvertimento riguardo la messa al bando delle banconote da 500 e 1000 rupie col fatto che altrimenti sarebbe diminuito l'effetto sorpresa. Ha inoltre assicurato che nel giro di due settimane la situazione tornerà alla normalità.

giovedì 10 novembre 2016

Stipendi: la RAI approva il tetto di 240mila euro. Ma non per tutti....

Il tanto atteso tetto agli stipendi del servizio di informazione pubblica è arrivato. Anche se con intensità diverse per i "tizi qualunque" e le "star". Il Consiglio di amministrazione della Rai ha votato in modo unanime per approvare la delibera - con decorrenza immediata - che fissa lo stipendio massimo per le retribuzioni dei dipendenti a 240mila euro annui per chi ha un ruolo da top manager, come da articolo 9 della legge 198 approvata il 26 ottobre 2016.

Gli artisti e la regola del tetto agli stipendi

Questa misura viene quindi estesa a tutti i dirigenti, anche quelli di prima fascia come i direttori di reti e testate. E sarà operativa a partire dal 15 novembre, quando la legge entrerà ufficialmente in vigore.





Occhio però, perché c'è chi potrà sfuggire a questa regola. Si tratta di coloro che hanno un contratto di natura artistica, ovvero i super-ospiti o anche i presentatori. Per l'estensione anche a loro infatti verrà chiesta un'interpretazione puntuale del testo di legge all'azionista Ministero dell'Economia e finanze e al Ministero dello Sviluppo economico. In sostanza spetta ai ministeri confermare o meno se questo tetto vada applicato anche a loro oppure no. In fondo anche loro sono dipendenti di un'azienda che rimanda comunque al settore pubblico o partecipato.

Per quanto riguarda il canone, il Cda ha affrontato il tema dei possibili effetti che avrà la prevista riduzione da 100 euro a 90 euro, misura inclusa nella versione della legge di stabilità 2017.

giovedì 3 novembre 2016

Mercato valutario, decisione choc: lira egiziana svalutata del 48%

La situazione estremamente difficile che sta vivendo l'Egitto, ha spinto l'istituto centrale a prendere una decisione drastica: lasciare libera la lira di fluttuare liberamente sul mercato valutario, fissando contemporaneamente il tasso di cambio ufficiale a 13 dollari contro le 8,8 in vigore da marzo. La moneta del paese dei faraoni si è svalutata così del 48% rispetto a ieri, anche se va sottolineato che erano ormai giorni che il cambio non ufficiale girava attorno quota 16 dollari. (per vedere l'andamento della lira potete usare la piattaforma Plus 500)
La scelta della banca centrale è quindi una conseguenza degli eventi, e risponde alla volontà di stabilizzare il cambio e cominciare a contrastare in modo forte l'inflazione.

La scelta difficile sul mercato valutario

L'Egitto inoltre ha tenuto un'asta ad un cambio di 13 lire per dollaro (+/-10%). La svalutazione della moneta è un evento che si è già verificato una volta nel corso del 2016, a dimostrazione di quanto sia complessa la situazione nel paese africano. La scelta di indebolire pesantemente la lira sul mercato valutario risponde all'esigenza di arginare il rischio di una crisi economica.

Il premier Sherif Ismail aveva già preannunciato una scelta simile, spiegandola con l'esigenza di unificare i due tassi di cambio (quello del mercato valutario ufficiale e quello "del mercato nero") che ormai si stavano distanziano pesantemente.
Consiglio: per definire una vostra strategia vincente per opzioni binarie dovete tenere conto non solo dell'analisi tecnica ma anche di quella fondamentale degli asset che negoziate.

Il Governo ha anche deciso di spostare di un triennio l’entrata in vigore di un’imposta sui capital gain del 10%. Questo per favorire l'afflusso di investimenti stranieri e quindi di valuta forte dall'estero. La Banca centrale egiziana ha anche deciso che le banche egiziane potranno rimanere aperte fino alle 21 di sera e nei giorni di riposo per l’acquisto e la vendita di valuta straniera. Inoltre ha comunicato che garantirà i depositi dei clienti in tutte le valute.
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La situazione egiziana comunque rimane estremamente delicata, perché il rischio di tensioni sociali è aumentato parallelamente alla carenza di beni. Il Fondo Monetario Internazionale ha già avviato le procedure per prestare all’Egitto 12 miliardi di dollari, così da dare ossigeno all’economia del paese (deficit al 12% del PIL) e scongiurare il rischio che vi siano rivolte sociali nel più popoloso tra i Paesi arabi. Tuttavia, in cambio ha voluto che il Governo ponesse mano a misure importanti per contenere il disavanzo di bilancio.

Tariffe, AgCom bacchetta Tim: «No agli aumenti per la telefonia fissa»

Altolà del garante per le comunicazioni alla Tim. Gli aumenti delle tariffe a carico dei clienti non possono esserci se non sono ragionevoli e contenuti. L'ultimo atto del braccio di ferro tra l'autorità Garante e la Tim si consuma così, con un comunicato fermo e deciso.
In sostanza l'AgCom assimila il servizio di telefonia a quelli più "fisiologici" come l'acqua, per cui gli aumenti devono avere una spiegazione vera e non essere frutto della sola logica di profitto. Ecco perché va offerto a tariffe contenute e ragionevoli. E gli aumenti sono possibili soltanto dentro binari prefissati (come rientro di costi imprevisti o per adeguarsi all'inflazione).

Tim e il Garante in guerra per le tariffe

Sono ormai 2 anni che Tim cerca di massimizzare i profitti della telefonia fissa, proponendo un aumento delle tariffe. L'ultimo è molto più contenuto di quelli proposti l'anno scorso e la scorsa primavera. Ma comunque è stato bocciato dal Garante con una lettera di pochi giorni fa.

Va ricordato che a marzo scorso, la compagnia telefonica si beccò una multa da 2 milioni di euro perché senza adeguato preavviso e in modo non trasparente, ha imposto a migliaia di clienti una tariffa nuova e più pesante.

Ecco i fatti di questo braccio di ferro. A marzo Tim trasferì gli utenti da una tariffa a consumo ad una tariffa a pacchetto, che imponeva cioè 29 euro fissi al mese anche se non facevano telefonate. Di qui la multa. Poi la società ci ha riprovato: i contratti restano a consumo ma viene applicato un aumento, con raddoppio di prezzo (da 10 a 20 euro centesimi al minuto e resuscita il vecchio scatto alla risposta, che viene posto a 20 centesimi). Anche qui arriva lo stop, visto che facendo due conti il Garante evidenzia che ad un anziano le telefonate potevano venire a costare il 300% in più di prima.
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A quel punto Tim ritira gli aumenti e prova a negoziare con il Garante, che però respinge uno dopo l'altro i tentativi di aumenti tariffari meno dolorosi per gli utenti. E qui l'AgCom fa un ulteriore passo: la compagnia telefonica potrà chiedere di più soltanto se dimostrerà che quei prezzi maggiorati servono a coprire costi per infrastrutture d'avanguardia per assicurare il servizio; che le condizioni socio economiche del Paese sono cambiate e che l'inflazione sta erodendo i margini dell'azienda.

mercoledì 2 novembre 2016

Lavoro, la produttività in Italia ha la peggiore crescita in Europa (Istat)

Negli ultimi 20 anni, la produttività del lavoro in Italia è cresciuta molto meno che nel resto d'Europa. Lo evidenzia un rapporto del Istat, che sottolinea come sia aumentata ad un tasso medio annuo dello 0,3% (frutto di due componenti: +0,5% del valore aggiunto, +0,2% delle ore lavorate). Tuttavia, questo valore risulta decisamente inferiore alla media Ue, che addirittura è più di 5 volte quello italiano: 1,6%. Nell'area Euro il discorso è simile: +1,3%, anche qui nettamente meglio che in Italia.

L'analisi dei dati Istat sulla produttività del lavoro


Se facciamo un confronto con altri paesi, allora scopriamo che la Germania cresce in linea con l'Europa (+1,5%), così come Francia (+1,6%) e Regno Unito (+1,5%).
Uno dei peggiori paesi è la Spagna, che comunque ha un tasso di crescita doppio rispetto (+0,6%) a quello dell’Italia.

Inoltre l'Italia è l'unico Paese a registrare una diminuzione (-0,3%) nel 2015, mentre Germania, Francia e Spagna, pur segnando un rallentamento rispetto al 2014, comunque sono in variazione positiva (rispettivamente +0,9%, +0,6% e +0,5%).
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Scoprendo altri elementi di questa analisi continuiamo a ricevere brutti colpi. Tra il 1995 e il 2015 la produttività totale dei fattori è diminuita ad un tasso medio annuo dello 0,1%.
Il divario dell'Italia rispetto alle altre economie europee riguarda soprattutto l'evoluzione del valore aggiunto, perché da noi è cresciuto a ritmi meno sostenuti che negli altri euro-paesi. Siamo invece in linea riguardo alla componente delle ore lavorate, per la quale c'è stata una crescita contenuta sia in Italia che in altre economie europee (tranne la Spagna, dove è aumentata).

martedì 1 novembre 2016

Mercati valutari: il dollaro australiano spicca il volo contro l'USD

Che sia una reale fiducia verso il dollaro australiano, oppure soltanto un momento altamente speculativo lo capiremo soltanto nei prossimi giorni. Quel che al momento è sicuro, è che la valuta australiana sta facendo la parte del leone sui mercati valutari (Forex). Sta infatti registrando una impennata notevole nei confronti dell'USD, che ha toccato quasi il punto percentuale. Alle 14 il cross Aud-Usd è a quota 0,76827, con un guadagno dello 0,98% secondo 24option (opinioni, recensione e bonus qui).

Le scelte della RBA che influenzano i mercati valutari 

Per questo exploit sui mercati valutari, la moneta australiana deve dire grazie alle scelte della Reserve Bank of Australia, che questa notte ha lasciato invariato il tasso ufficiale, che rimane così al minimo storico dell'1,5%.
In realtà, questa mossa era largamente attesa dagli analisti, anche perché i dati riguardo l’inflazione che sono stati pubblicati di recente (e che sono stati migliori delle attese), facevano chiaramente intendere che le probabilità di assistere ad un ulteriore taglio dei tassi fossero molto ridotte se non nulle.
Consiglio: nei mercati valutari, qualsiasi tipo di investimento deve fare leva su un piano preciso. Anche le strategie opzioni binarie 60 secondi, benché a scadenza così ridotta, devono far parte di un progetto di investimento ben pianificato.
Tuttavia, a dare un grosso impulso al mercato ci ha pensato la posizione dichiarata della RBA, visto che il governatore Philip Lowe si è detto pronto a contenere l'inflazione anche sotto la quota target (2%-3%), per il semplice fatto di voler evitare di mettere sotto pressione il mercato immobiliare.
Dal punto di vista della RBA quindi, non c'è urgenza di procedere a nuovi stimoli monetari. Anche perché “il comitato ha valuto che il livello dei tassi sia in linea con l’attuale situazione dell’economia".

Deflazione incubo dell'Italia. Se la BCE dovesse allenatare il QE sarebbero guai

La deflazione torna a spaventare l'Italia. Non per gli effetti che può avere adesso, ma per quelli che avrà più in là quando la BCE cambierà la propria politica monetaria, e inizierà a ritirarsi dal Quantitative Easing (la fine è programmata a marzo).

La UE si riprende, l'Italia resta in deflazione

Deflazione è la parola che incute preoccupazione. L'hanno generata soprattutto i prezzi dell'energia e il calo dei consumi (che restano fiacchi). Il tutto mentre a livello generale, i dati dell'Eurozona cominciano a mandare segnali di altro genere: +0,5% dell'inflazione questo mese.

Anche se siamo distanti dal target del 2% fissato dall'Eurotower, è già qualcosa. Specie se paragonata con i nostri risultati, che a ottobre dicono sottozero su base annua (-0,1%), mentre rispetto a settembre la variazione è stata nulla.

Confcommercio è preoccupata: «Anche il 2016 finirà con un'inflazione praticamente nulla». Gli fa da eco anche Coldiretti: «La deflazione è devastante perché le quotazioni del grano duro sono crollate del 38%, mentre il latte viene pagato quasi come l'acqua minerale».
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Su tutto, come accennato in precedente, incombe poi il rischio che la BCE decida di stringere i cordoni della borsa e salutare il Quantitative Easing a marzo. Alcuni paesi non aspettano altro che Draghi non abbia più giustificazioni per prolungare la sua politica espansiva, per accusarlo ancora di voler aiutare i Pesi più indebitati (come l'Italia).
C'è pure il pericolo che anche solo un progressivo rallentamento del QE, possa esporre l'Italia al rischio di un surriscaldamento degli spread, che fino a questo momento sono rimasti ben protetti dallo scudo del Qe.