giovedì 30 marzo 2017

Cambio euro-sterlina, secondo SocGen ci si avvia verso la parità

Il futuro del cambio euro-sterlina potrebbe tendere verso la parità, e questa ipotesi potrebbe addirittura concretizzarsi nel giro di pochi anni. Non c'è neppure bisogno di sottolineare quanta importanza rivesta in tal senso la Brexit. Le conseguenze dell'uscita dalla UE potrebbero infatti essere molto pesanti per il Regno Unito. Lo sostengono alcuni analisti di Societe Generale, che hanno illustrato il quadro complessivo del rapporto di cambio tra le due valute, fornendo anche delle previsioni di lungo periodo (Qui invece trovate le previsioni eur usd 2017).

Le previsioni sul cambio euro-sterlina

Appena ieri pomeriggio c'è stato il primo passo storico per dare concretezza alla Brexit. La premier britannica May ha formalmente attivato l'articolo 50 per uscire dalla UE, e questo ha immediatamente fatto sentire i propri effetti sul cross Eur-Gbp, caratterizzato da forte volatilità (abbiamo visto i migliori segnali trading affidabili puntare tutti sui cross che coinvolgevano la sterlina).

Immediatamente dopo gli eventi di ieri, il cross euro-sterlina è scivolato da 0.8684 a 0.8628, per poi recuperare terreno. L’euro-sterlina continua infatti a trovare un valido livello di supporto sulla media mobile di 55 giorni a 0.8603. Va detto che nell'ultimo periodo questa coppia si è mossa in netto rialzo, e secondo molti a breve potrebbe raggiungere quota 0.90 (a fine settembre 2016 era giunto al massimo di 0.9229). Se vediamo il cross da un punto di vista tecnico, sul fronte rialzista nel breve periodo non viene vista una possibile rottura della resistenza a quota 0.8728, ma se così dovesse accadere allora il percorso verso quota 0.88 potrebbe accelerare.

Cosa succederà secondo SocGen? L'elemento cruciale dovrebbero essere i dati economici in uscita da Europa e Gran Bretagna, ma anche eventuali ulteriori shock politici. In special modo si dovrebbe guardare alle elezioni francesi e alla resilienza economica del Regno Unito. Le conseguenze che la Brexit potrebbe avere sull'economia della Gran Bretagna (specie nel settore finanziario) potrebbero incidere moltissimo sul comportamento degli investitori.

martedì 28 marzo 2017

Montezemolo-Telecom, sarà presidente? Lui però smentisce le voci: "Nulla di vero"

Secondo rumors dall'ambiente finanziario, il prossimo presidente di Telecom potrebbe essere Luca Cordero di Montezemolo. Alcune fonti infatti lo indicano come prossimo candidato alla poltrona più importante del gruppo, per sostituire in quel ruolo Giuseppe Recchi. Il cambio della guardia al vertice della società telefonica è previsto a maggio, quando verrà rinnovato il board dell'azienda italiana delle tlc, in occasione della prossima assemblea di bilancio.

Voci e smentite su Montezemolo

A proporre il nome di Montezemolo, presidente uscente di Alitalia, sarebbe il principale socio del gruppo ovvero la francese Vivendi (che detiene il 23,9%). Recchi avrebbe tuttavia diverse chance di mantenere la carica.
Del resto va ricordato che il manager ha ottimi rapporti con l'ad del gruppo telefonico, Flavio Cattaneo, che alla fine del 2014 fu cooptato nel cda di Ntv. Lo stesso Cattaneo fu fortemente voluto dagli azionisti di maggioranza di Vivendi, che quindi con Montezemolo completerebbero "il cerchio".

Va detto che queste indiscrezioni non trovano conferme né da parte del diretto interessato né da parte di Vivendi, primo azionista della compagnia telefonica. "La notizia non esiste - ha infatti ribattuto ufficialmente Montezemolo - di questa ipotesi non me ne ha mai parlato nessuno". La cosa ad ogni modo non deve sorprendere più di tanto, visto che in una fase del genere è chiaro mantenere il riserbo. Dal gruppo francese Vivendi arriva la smentita tramite la solita formula di rito: "non commentiamo indiscrezioni di stampa", aggiungendo che "le liste non sono state ancora messe a punto". Telecom sta guadagnando circa mezzo punto percentuale a Piazza Affari.

sabato 25 marzo 2017

Trading online, secondo Goldman Sachs il peso messicano continuerà ad apprezzarsi

Ci sono diversi buoni motivi per avere fiducia nel peso messicano, secondo l'analisi di Kamakshya Trivedi (Goldman Sachs). Secondo il suo punto di vista infatti la valuta sudamericana presenta alcune caratteristiche molto incoraggianti come un alto tasso reale, il miglioramento dei conti con l'estero e un quadro politico credibile, che dovrebbe contribuire a contenere l'ondata di inflazione. Questo quadro positivo comincia a riflettersi anche nel deficit, che dovrebbe essere di supporto per il MXN.

La situazione del Messico e i riflessi sul trading

Attualmente ricordiamo che il cross Usd-Mx quota a 18,7500, e nella giornata di venerdì il peso si è apprezzato quasi di un punto percentuale nei confronti del biglietto verde, come abbiamo visto sulla nostra piattaforma di trading autorizzata CySec (qui puoi vedere cos'è la Cysec Cipro). Essendoci una solida base macro, è chiaro che il potenziale del MXN sia significativo. Dalla metà del 2016, il peso ha sottoperformato a causa di alcuni fattori esterni come la preoccupazione connessa alla elezione di Trump e le sue conseguenze dal punto di vista commerciale.

Dal momento però che gli scenari peggiori sul protezionismo sembrano essersi attenuati, la valuta messicana è tornata a salire nei confronti del dollaro (suggeriamo di osservare il cross con l'indicatore Kama indicatore Kaufman Adaptive Moving Average).

Dal punto di vista della politica monetaria, il desiderio di Banxico di mantenere l'inflazione ancorata a livelli bassi sta dietro l'annuncio di un programma di copertura fino a 20 miliardi di dollari attraverso NDF, e l'intenzione di avere una moneta stabile o moderatamente più forte dovrebbe aiutare in questo sforzo. Non solo, va detto che l'interesse degli USA a non avere un peso eccessivamente sottovalutato, avrebbe spinto il governo USa a moderare un po' i toni riguardo retorica protezionista. . Per questi motivi, secondo Goldman Sachs si prevede un ulteriore rafforzamento del peso che dovrebbe giungere fino a quota 18 dollari nell'arco della fine di quest'anno.

giovedì 23 marzo 2017

Uber-Taxi, continua la guerra. Licenze deprezzate del 50% in tre anni

Economicamente parlando, l'effetto Uber si fa sentire in modo evidente sul mondo dei taxi. La licenza pagata anche a carissimo prezzo rappresentava una sorta di garanzia per il futuro e anche una specie di liquidazione anticipata: dà un reddito più o meno stabile adesso, e un domani potrà essere monetizzata attraverso la cessione. Il guaio è che da quando è sbarcato Uber nel mondo dei trasporti, il valore di questa garanzia è crollato di circa il 50%. Non in Italia, dove l'efetto bisognerebbe ancora misurarlo, bensì negli USA.

Secondo uno studio della New York City Taxi and Limousine Commission, negli ultimi tre anni il valore delle licenze newyorkesi è crollato di oltre il 50%. Si è passati dal valore di 1 milione di dollari nel 2014, a meno di 500 mila che si registrava ad inizio 2017. Per quanto riguarda l'Italia un'indagine simile ancora non c'è, tuttavia qualche esperto analista di mercato sostiene che a Milano le licenze costano in media 150 mila euro, ma nel giro di pochi anni si deprezzeranno notevolmente.

Il guaio è che molti si sono indebitati per comprarle, hanno acceso mutui come fossero case. Immaginate se la vostra casa da un giorno all'altro perdesse il 50% del suo valore, o ci fosse una specie di esproprio della metà. Questo è lo spirito con cui i tassisti guardano a Uber. Giusto o sbagliato che si, non siamo noi a dirlo, ma è chiaro che bisogna mettersi nei panni di tutti per capire la frustrazione del momento.

La guerra Uber-taxi

Alt. Per coerenza guardiamo anche dall'altra parte della barricata. In Italia è indubbio che i taxi costano troppo. A Milano una corsa di 5 km si paga 17 euro, contro gli 11 dollari di New York e i 10 di Londra. Questo senza considerare sovrapprezzo notturno (2-3,5 euro), festivo (1,5-2,5 euro), bagaglio (0,3-1 euro) e la chiamata al radiotaxi (0,6-3,5 euro).

La beffa che Roma, che ha tariffe solo leggermente più basse, come qualità del servizio è penultima tra le capitali europee (poca conoscenza della lingua inglese da parte dei conducenti, l’impossibilità di pagare il servizio con le carte di credito per una malcelata volontà dei tassisti di sfuggire al fisco). Con Uber invece si ha trasparenza, efficienza e risparmio. Allora sarà anche giusta la protesta dei tassisti, ma bisognerebbe anche fare un po' di autocritica e lavorare sul servizio offerto.

martedì 21 marzo 2017

Euro forte secondo SocGen: "Bisogna andare long". E punta sul cross Eur-Gbp

La situazione dell'euro nel mercato valutario è stato oggetto di una analisi da parte degli analisti di Societe Generale, che vedono nella moneta unica una buona occasione per posizionarsi long (in special modo contro la sterlina inglese). Uno spunto per tale considerazione è giunto dalle recenti dichiarazioni di Mario Draghi, che si è mostrato meno cauto delle attese rispetto ad una futura stretta monetaria, o quanto meno di un allentamento della fase ultra-espansiva.

La posizione dell'euro

Proprio questa sensazione ha dato il via ad una fase di speculazione sull'euro, con conseguente apprezzamento che è stato reso possibile anche dal contemporaneo indebolimento su tutta la linea del biglietto verde (si veda l'andamento del Dollar Index, suggeriamo di osservare anche l'indicatore Osma (oscillatore moving average)).

La valuta europea ha inoltre beneficiato moltissimo dell'esito delle Elezioni in Olanda, che hanno registrato una sconfitta del populismo di Wilders. Questo ha ridotto notevolmente i timori di una possibile disgregazione dell'EuroZona. Così la moneta unica ha potuto tirare un sospiro di sollievo, tanto che è diventata una costante nelle previsioni di quelli che forniscono i migliori segnali di trading gratis.

Tornando a Societe Generale, possiamo osservare come essa indichi di posizionarsi long sull'euro forte. Non solo, il comparto Strategia FX presso la banca di investimento francese individua nel cross EUR/GBP uno dei suoi preferiti per puntare al rialzo della moneta unica. Motivo? I prossimi dati macro del Regno Unito potrebbero innescare una correzione del recente rialzo della sterlina. Se dovessero intravedersi segnali di una compressione sui ricavi reali nei volumi della vendita al dettaglio, allora sarebbe un fattore negativo per la sterlina.

sabato 18 marzo 2017

Trump-Merkel, prove di distensione. Ma la Germania avverte: "Niente dazi o denuncia al WTO"

L'incontro Trump-Merkel è stato sereno e proficuo, anche se l'appendice seguente è un po' avvelenata. Stamane infatti la ministra dell'Economia tedesca, Brigitte Zypries, ha dichiarato che se Trump dovesse confermare una tassa sulle importazioni ritenuta illegittima, potrebbe scattare la denuncia degli Stati Uniti all'organizzazione mondiale per il commercio, il Wto.

Ma facciamo un passo indietro. Donald Trump e Angela Merkel hanno provato a rompere il ghiaccio e rimettere in equilibrio il rapporto tra Germania e USA. Il vertice alla Casa Bianca è stato intenso. Ben 2 ore di discussione tra i due leader.

Si è parlato di politica, commercio, ambiente, Russia e immigrati. Certo, sono argomenti che non possono essere trattati in modo esauriente in appena due ore, ma è già qualcosa. E soprattutto, entrambi i leader hanno detto che tutto è stato molto costruttivo.

I punti di discussione Trump-Merkel

Da buon padrone di casa, Trump ha accolto Merkel rendendole omaggio e poi ha precisato di non voler essere un isolazionista. Esistono aree di possibile comune impegno tra USA e Germania, a cominciare dall'economia. Trump ha ribadito che è favorevole al libero commercio, ma che sia un commercio equo. "Condividiamo molto, il desiderio per la sicurezza, prosperità e pace", ha detto il tycoon.

Riguardo il delicato tasto del commercio internazionale, il presidente USA ha sottolineato che "si parlerà ancora della nostra partnership economica, per procedere verso rapporti commerciali giusti e reciproci. Milioni di cittadini sono stati lasciati indietro dalla globalizzazione".

Altro tema spinoso è stato la difesa contro il terrorismo. Trump ha ringraziato tedesco per l'impegno ad aumentare la spesa militare al 2% del Pil, ed ha ribadito che i due Paesi devono continuare a lavorare congiuntamente per proteggere il mondo dal terrorismo radicale islamico. Poi c'è il tema immigrazione. Secondo Trump è "un privilegio, non un diritto".

E la Merkel? La cancelliera ha avuto un atteggiamento aperto, riconoscendo che "Si deve molto agli Stati Uniti, dal piano Marshall Plan all'unificazione dopo la Guerra Fredda. Sul commercio ?possiamo discutere per creare una situazione dove tutti vincano, una win win. Abbiamo avuto un primo scambio molto positivo".

giovedì 16 marzo 2017

Borsa, Safilo cola a picco dopo i dati negativi sui conti 2016

Crolla pesantemente in Borsa la quotazione di Safilo, che a Piazza Affari fa segnare una flessione circa del 6%. Un ribasso dovuto soprattutto alla grande delusione del mercato per i conti che sono stati presentati ieri, e che sono relativi al 2016. Safilo ha infatti chiuso l'ultimo esercizio al di sotto delle aspettative, e inoltre le previsioni per il futuro sono poco confortanti.

La situazione di Safilo in Borsa

Riguardo i conti del 2016, va sottolineato che l'ebotda adjusted di 88,8 mln di euro (-13,3%) ha fatto segnare una performance molto peggiore delle attese (94,8 mln), mentre il rosso di 142,1 mln a causa di oneri non ricorrenti risulta minore rispetto alle stime (utile di 24,6 mln). Per quanto riguarda la posizione finanziaria netta, essa risulta migliore delle attese grazie al circolante. Tuttavia parliamo di elementi di bassa qualità.

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Riguardo invece le prospettive future, oltre all'uscita di Gucci, c'è un problema rilevante nel passaggio a Sap di logistica e magazzino, processo che è stato avviato in questo primo scorcio del 2017. E' ipotizzabile un calo del 15-20% delle vendite dei brand continuativi (ex-Gucci) con impatti su margini e cashflow. Difficilmente, malgrado gli sforzi, il management potrà recuperare tutti i 35-45 mln che sono stati stimati persi nel primo trimestre. E questo finirà per incidere sulla redditività 2017.

Difficile immaginare come si potrà evolvere la situazione di Safilo in Borsa. I segnali di trading gratis non sembrano andare tutti nella stessa direzione, per cui a ragion veduta si può consigliare di astenersi da questo tipo di trade a meno che non sia molto coerente con la propria strategia e profilo di rischio.

lunedì 13 marzo 2017

Veneto Banca, proproga al 22 marzo per l'offerta transattiva. Rischio bail-in sempre concreto

Veneto Banca ha prorogato l'offerta di transazione ai propri azionisti, in modo da poter agevolare lo smaltimento delle tante richieste che sono giunte in questi giorni. In questo modo l'istituto potrà anche allinearsi alla scadenza della medesima Offerta di Banca Popolare di Vicenza, che a sua volta ha deliberato di prorogare la conclusione dell'OPT dal 15 al 22 marzo 2017.

La situazione complicata delle due banche venete

Al momento sono stati contattati circa il 95% del totale azioni in perimetro, con un'adesione da parte dei soci che è arrivato al 52%; per un totale del 42% di azioni rappresentate. Sabato sono addirittura state aperte 142 filiali al fine di consentire agli azionisti di aderire all'Offerta di Transazione.

Intanto dalla UE sono giunte nei giorni scorsi delle precisazioni riguardo alla questione delle obbligazioni rischiose di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, dopo che Margrethe Vastager (commissaria alla concorrenza) aveva ventilato l'ipotesi di una possibile compensazione dei creditori frodati. Secondo le accuse, entrambi gli istituti avrebbero collocato obbligazioni rischiose presso risparmiatori non consapevoli.

Per le due banche si profila sempre più concretamente il rischio Bail-in. Serve quindi che le due banche venete trovino presto un compromesso, che andrà trovato anche forse dopo il 22 marzo, ovvero la nuova scadenza per fare un'offerta transattiva ai vecchi azionisti. Per scongiurare il salvataggio, servirà che a questa offerta risponda almeno l'80%.

sabato 11 marzo 2017

Banca centrale del Messico sotto pressione: pronto un nuovo rialzo dei tassi?

In Messico torna forte la paura dell'inflazione. Secondo gli ultimi dati, sotto la spinta della crescita dei prezzi dei carburanti, la variazione annuale dei prezzi è salita al 4,86%. Si tratta cioè di un valore che non si vedeva dal 2010. Inoltre è una misura che doppia le cifre che si registravano un anno fa in questo periodo. Questo aumenta le pressioni sul peso messicano, come si può vedere osservando i grafici del cross Usd-Mxn su ironfx demo binary.

A rivelare gli ultimi dati è stato l'INEGI, ovvero l'Insituto Nacional de Estadistica Y Geografia. L'indice dei prezzi al consumo a febbraio è cresciuto dello 0,58%. Più delle attese degli analisti. Questo dati fa il paio con un altro dati messo in evidenza di recente, ovvero il deficit pari al 2,9% del PIL.  
I fondamentali dell'economia messicana mostrano quindi una certa debolezza, il che preoccupa in vista del prossimo futuro.

Il peso sostenuto dalla Banca centrale

Dal punto di vista valutario, il peso finora ha cercato di reggere a questa pressione (ricordatevelo se provate a fare trading automatico opzioni binarie). Anzi la valuta messicana è tra quelle che hanno fatto meglio contro il dollaro da inizio 2017. Solo a febbraio ha guadagnato il 5%. Ma qui entra in ballo soprattutto la questioni politica alimentate da Trump, e l'effetto di alcune mosse della Banxico.

Quest'ultima ha aumentato di 50 punti base il tasso per provare a contrastare l'inflazione. Adesso il costo del denaro è a 6,25%, ed è stato il terzo rialzo da novembre. Ovvero da quando Trump è presidente USA. A fine marzo ci sarà un nuovo meeting, e qualcuno ipotizza che possa esserci un altro rialzo del tasso da parte della Banxico. Del resto, proprio dopo le mosse dell'istituto centrale, il peso era riuscito a risalire la china nei riguardi del dollaro ( recupero che si era innescato 2in ritardo" verso la fine di gennaio).

mercoledì 8 marzo 2017

Fisco, ecco i nuovi indicatori di settore che misurano la fedeltà fiscale

C'è una novità in arrivo riguardo i contribuenti e gli studi di settore. I nuovi indicatori (ISA) che sono destinati a mandare in soffitta Gerico, sembrano infatti premiare di più, dando la possibilità di verificare gratuitamente i livelli di efficacia e di efficienza del proprio business.

Questi nuovi indicatori serviranno a incentivare la compliance di poco più di 1,4 milioni di contribuenti. Nella prima fase verranno coinvolti solo alcuni settori. In special modo si tratta di 70, distribuiti tra manifatture (29), servizi (17), commercio (15) e professionisti (9). Entro il 2018 il Fisco conta di licenziare gli indicatori per altri 80 settori.

Effetti e vantaggi illustrati dal Fisco

Secondo le simulazioni effettuate ieri nel corso della presentazione, ISA premia in modo più sostanzioso i contribuenti che si dimostrano più fedeli. Un caso che è stato esaminato riguarda ristoranti e trattorie, dove si è verificato che a parità di condizioni la premialità può passare dal 12,44 per cento fino al 21 per cento. E in questo caso potrebbe rientrarci fino a un ristorante su cinque. Certo, ci sono casi in cui il premio è minore, va detto (specie per i panettieri).

Ma come funzioneranno gli Isa? Secondo quanto spiega Agenzia delle Entrate, si basano su un insieme di indicatori elementari di affidabilità e di anomalia di natura contabile e strutturale. In base ad essi, i contribuenti verranno posizionati su un livello di affidabilità fiscale che va da 1 a 10. Se ci sono incongruenze, scatta l'esame più analitico.

La cosa più interessante però è che ogni contribuente avrà nel proprio "cassetto fiscale" sul sito dell'agenzia delle entrate, un'analisi dei modelli di business relativi alle imprese o alle categorie professionali dello stesso settore di appartenenza. Questo gli permetterà di avere un quadro della efficienza ed efficacia della propria gestione aziendale.

lunedì 6 marzo 2017

Market mover, comincia una settimana cruciale per dollaro e BCE

Comincia una settimana molto delicata per gli amanti del trading online, visto che sono in agenda importanti market mover che potrebbero influenzare l'andamento del cross più scambiato nel Forex market, ovvero l'euro-dollaro. L'antipasto arriverà però dall'Australia, visto che nella notte tra lunedì e martedì la RBA annuncerà la propria decisione sul tasso di interesse (non ci si attendono novità).

Il grosso però riguarda come detto Europa e USA. Il cross euro-dollaro sembra rimbalzare al rialzo dopo aver vissuto un febbraio negativo (seguito a sua volta da un gennaio molto positivo). Lo dicono i dati del nostro conto opzioni binarie bdswiss, consob authorized. Ma è chiaro che molto dipenderà dai movimenti di Fed e BCE.

Appuntamenti con i market mover

Giovedì prossimo è infatti in calendario la riunione della BCE, primo market mover molto delicato. La riunione assume valore enorme visto l'attuale contesto politico molto incerto dovuto alle prossime elezioni in Olanda e Francia (dove avanzano le destre estreme).

A Draghi si chiederanno risposte sull'orientamento della politica monetaria, e in special modo se la BCE ha intenzione di dare luogo al tapering, cioè l'allenamento del piano acquisto titoli. Non sono previste variazioni, ma saranno comunque importanti le parole di Draghi per capire fino a che punto si stanno avvertendo le pressioni (specie tedesche) per svoltare in senso restrittivo. Questo darebbe una spinta alla quotazione dell'euro.

Da monitorare altri market mover minori, come l'indice Sentix e la revisione del PIL del quarto trimestre. Ma anche la produzione industriale tedesca. Tutti dati che possiamo vedere con la piattaforma webtrader etoro openbook.

Dagli USA invece i dati importanti arriveranno venerdì. Gli ultimi Non Farm payrolls sono il banco di prova finale per capire se la FED potrà o meno aumentare il tasso di interesse già nella prossima riunione in programma a metà marzo. Secondo gli analisti sarà proprio così. Secondo gli analisti l'occupazione dovrebbe salire di 186.000 posti. Molto di più quindi dei 100.000 che la Fed considera un buon numero.

sabato 4 marzo 2017

Redditi ed evasione, il Fisco mette nel mirino gli italiani residenti all'estero

Il fari dell'Agenzia delle entrate si sono accesi sui redditi dei residenti all'estero, o meglio di quelli che hanno formalmente deciso di elevare a propria residenza un paese straniero per ragioni puramente fiscali, ma che di fatto vivono in Italia.

Adesso che entra nel vivo la voluntary disclosure bis, sono questi che finiranno nel mirino di controlli più serrati, come ha detto la direttrice delle Entrate Rossella Orlandi. L'esame avverrà sulla base di liste selettive, in cima alle quali finiranno situazioni più anomale o che consentono di effettuare controlli incrociati sui dati con Spesometro e con lo scambio di informazioni attivato da direttive europee e accordi internazionali.

Controlli sui redditi

In che modo verranno effettuati i controlli sui redditi di questi soggetti? Anzitutto si guarderà a certi elementi come l'intestazione di contratti di utenze attive, oppure il possesso di automobili o moto, la titolarità di partita Iva e la residenza degli altri membri del nucleo familiare. Verrà anche valutato come criterio l'eventuale eventuale mancata adesione alla voluntary disclosure, a maggior ragione se questi soggetti hanno movimentato dei capitali da e per l’estero.

Per effettuare i controlli occorrerà del tempo, visto che entro 6 mesi dalla richiesta di iscrizione all’Aire, l’Agenzia riceverà i dati anagrafici dei richiedenti sulla base delle convenzioni stipulate con il ministero dell’Interno. Al momento le giurisdizioni che si sono impegnate a dare luogo ad uno scambio di informazioni sono 53, inclusi gli stati Ue.

giovedì 2 marzo 2017

Forex, dollaro spinto al rialzo dal discorso di Trump. Ma durerà?


Il discorso di Donald Trump al congresso ha dato una bella spinta al dollaro, e anche riportato maggiore fiducia negli operatori di mercato. Il biglietto verde si è rafforzato in modo diffuso a seguito dell'intervento del tycoon, soprattutto per via di un tono molto più distensivo e.... presidenziale.

L'effetto Trump nel Forex

Nel corso della seduta asiatica, il Dollar Index è salito di circa lo 0,60%, testando quota 101,73 e facendo la gioia di chi sa fare fare scalping opzioni binarie. Va detto che malgrado questa impennata, comunque non è riuscito a violare la resistenza costituita dal massimo del 15 febbraio.
Anche i future sui listini statunitensi sono saliti, sull’S&P dello 0,33% e sul Nasdaq dello 0,31%. 

Il discorso di Trump ha galvanizzato anche i mercati azionari, che sono andati al rialzo. Le borse regionali asiatiche si sono mosse in territorio positivo, e l'indice Nikkei ha fatto un dell’1,44%. L’Hang Seng (Hong Kong) è avanzato dello 0,21%, mentre nella Cina continentale l’indice composito di Shanghai è salito dello 0,16% secondo i dati del broker Avatrade consob.

Complessivamente quindi Trump ha ottenuto una bella vittoria. Malgrado il mercato abbia avuto una forte reazione, rimane comunque l'impressione che ci sia ancora un po' di scetticismo da parte degli operatori riguardo l’attuazione delle promesse del governo Trump.

Finora infatti tutto è chiacchiere. Il presidente ha parlato di tagli alle tasse, ma non ha specificato nulla di concreto. Ha ribadito il suo impegno a spendere in infrastrutture, ma dove prenderà i soldi non si sa. Gli investitori che oggi sembrano soddisfatti, domani potrebbero già cambiare idea.