giovedì 23 marzo 2017

Uber-Taxi, continua la guerra. Licenze deprezzate del 50% in tre anni

Economicamente parlando, l'effetto Uber si fa sentire in modo evidente sul mondo dei taxi. La licenza pagata anche a carissimo prezzo rappresentava una sorta di garanzia per il futuro e anche una specie di liquidazione anticipata: dà un reddito più o meno stabile adesso, e un domani potrà essere monetizzata attraverso la cessione. Il guaio è che da quando è sbarcato Uber nel mondo dei trasporti, il valore di questa garanzia è crollato di circa il 50%. Non in Italia, dove l'efetto bisognerebbe ancora misurarlo, bensì negli USA.

Secondo uno studio della New York City Taxi and Limousine Commission, negli ultimi tre anni il valore delle licenze newyorkesi è crollato di oltre il 50%. Si è passati dal valore di 1 milione di dollari nel 2014, a meno di 500 mila che si registrava ad inizio 2017. Per quanto riguarda l'Italia un'indagine simile ancora non c'è, tuttavia qualche esperto analista di mercato sostiene che a Milano le licenze costano in media 150 mila euro, ma nel giro di pochi anni si deprezzeranno notevolmente.

Il guaio è che molti si sono indebitati per comprarle, hanno acceso mutui come fossero case. Immaginate se la vostra casa da un giorno all'altro perdesse il 50% del suo valore, o ci fosse una specie di esproprio della metà. Questo è lo spirito con cui i tassisti guardano a Uber. Giusto o sbagliato che si, non siamo noi a dirlo, ma è chiaro che bisogna mettersi nei panni di tutti per capire la frustrazione del momento.

La guerra Uber-taxi

Alt. Per coerenza guardiamo anche dall'altra parte della barricata. In Italia è indubbio che i taxi costano troppo. A Milano una corsa di 5 km si paga 17 euro, contro gli 11 dollari di New York e i 10 di Londra. Questo senza considerare sovrapprezzo notturno (2-3,5 euro), festivo (1,5-2,5 euro), bagaglio (0,3-1 euro) e la chiamata al radiotaxi (0,6-3,5 euro).

La beffa che Roma, che ha tariffe solo leggermente più basse, come qualità del servizio è penultima tra le capitali europee (poca conoscenza della lingua inglese da parte dei conducenti, l’impossibilità di pagare il servizio con le carte di credito per una malcelata volontà dei tassisti di sfuggire al fisco). Con Uber invece si ha trasparenza, efficienza e risparmio. Allora sarà anche giusta la protesta dei tassisti, ma bisognerebbe anche fare un po' di autocritica e lavorare sul servizio offerto.

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