mercoledì 31 maggio 2017

Lavoro, per l'Ilva previsti 6000 esuberi. I sindacati: "Inaccettabile"

Si fa tesissima la situazione intorno all'Ilva, dopo la notizia che il piano di salvataggio dell'azienda potrebbe comportare fino a 6000 esuberi. Questo era l'unico dato sul quale nessuna delle due cordate interessate ad Ilva si erano finora espresse. E adesso qualcuno comincia a spiegarsi anche il perché. L'incontro tra i sindacati e il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha fatto emergere i numeri choc: degli attuali 14.200 dipendenti del gruppo, più di un terzo potrebbe essere tagliato

Il piano delle due cordate sul lavoro

Il piano della cordata Am Investco prevede infatti un massimo di 5.800 unità da tagliare entro il 2023 (la maggior parte a Taranto), anno entro cui dovrà essere completato il piano ambientale. AcciaItalia - l'altra cordata - prevede invece di ridurre l'organico da 14.200 dipendenti a 7.800 nel 2018 con un numero massimo di esuberi pari a 6.400 unità (l'organico dovrebbe poi risalire a 10.800 nel 2014).

Queste proposte sono state definite "inaccettabili" dai sindacati, tanto che i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm si sono detti contrari a queste proposte così come sono state formulate.

Nessun rilancio

Una cosa da sottolineare è che non sarà possibile fare rilanci di offerta. La procedura di vendita infatti coinvolge così tanti aspetti, ivi compreso il piano ambientale e il piano industriale, che diventa incompatibile l'ipotesi di rilancio con i tempi avrebbe stretti entro i quali completare la procedura. Per quanto riguarda il piano di ripresa produttiva, entrambi le cordate puntano forte sui settori automotive, costruzioni, mezzi pesanti e packaging. La questione Ilva continuerà ad essere delicatissima.

La cosa positiva è che - bene o male - una soluzione è stata trovata. Il che era tutt'altro che scontato. Il fatto che comporti grossissimi tagli non deve neppure stupire, dal momento che negli ultimi 4 anni l’Ilva ha fatto ricorso per tre esercizi ai contratti di solidarietà e per un esercizio alla cassintegrazione. tutto ciò ha coinvolto quasi 4000 dipendenti. Significa che un terzo degli operai e dei tecnici è stato considerato non funzionale al perimetro occupazionale e produttivo già da anni a questa parte.

lunedì 29 maggio 2017

Borse Europee fiacche. Anche Piazza Affari parte con il segno rosso

Comincia all'insegna della debolezza la settimana sulle principali Borse europee. L'indice Stoxx Europe 600 è piatto, mentre dei cali lievi si registrano a Francoforte (il Dax30 cede lo 0,1%) e a Parigi (il Cac40 perde lo 0,2%). La Borsa di Londra invece è chiusa per festività (e lo sarà anche Wall Street e pure quella in Cina).

Avvio fiacco per le Borse Europee


Anche Milano parte maluccio, con l'indice Ftse Mib che segna un -0,92% a 21.014 punti, mentre l'All Share segna un -0,86% a 23.268 punti. Tra i titoli, avvio di giornata negativo per Salvatore Ferragamo (flessione dell’1,15% a 24,94 euro) mentre partono forte Saipem (+0,54% a 3,75 euro) e Ferrari (+0,98% a 77,205 euro) dopo il successo delle vetture del Cavallino Rampante al Gran Premio di Montecarlo di Formula1.

Sul fronte valutario, l'Euro non registra sensibili variazioni alle prime battute sui mercati internazionali. La moneta unica europea passa di mano a 1,1174 dollari e a 124,3 yen (dati BDSwiss, suggeriamo di vedere qui perché BDswiss è affidabile e sicuro). Sotto il profilo macro, oggi è in programma l'audizione trimestrale alla Commissione economica del Parlamento europeo da parte del presidente della Bce Draghi.

Per quanto riguarda il petrolio, la settimana comincia con l'oro nero ancora sotto i 50 dollari. Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di parlare ampiamente di quel che sta succedendo sul mercato del greggio (analizzandolo con la Trading Cog Belkhayate strategia). I contratti sul greggio Wti con scadenza a luglio perdono 16 centesimi e passano di mano a 49,64 dollari al barile. Il brent scende di 12 centesimi a 51,99 dollari. Al momento quindi l'estensione degli accordi sul contenimento della produzione non sembrano sortire grandi effetti. Il problema dell'eccesso cronico di produzione rimane quindi insoluto. Infine le quotazioni dell'oro robuste sui mercati asiatici dove il lingotto con consegna immediata mantiene le posizioni guadagnate alla fine della scorsa settimana e passa di mano a 1.266 dollari l'oncia.

sabato 27 maggio 2017

Economia dei trasporti, UBER riabilitato dai giudici: "Può lavorare in Italia"

Arriva una nuova svolta per l'economia dei trasporti italiana: Uber può lavorare nel nostro paese, secondo i giudici. Nel giro di due mesi gli sono prima state messe le ganasce, poi gliele hanno tolte. Ad inizio aprile proprio un Tribunale (Roma) aveva dichiarato fuorilegge il servizio di noleggio con conducente, ma ieri la stessa Sezione imprese del Tribunale di Roma, lo ha riabilitato esprimendosi in modo diametralmente opposto sul tema.

Uber cambia ancora il quadro dell'economia dei trasporti

Per capire il motivo di questa giravolta giudiziaria va ricordato che 9 anni fa vennero posti dei vincoli antiabusivismo a protezione dei taxi: obbligo di rientro in rimessa tra una corsa e l'altra e divieto di stazionamento su strada, in attesa di nuovi clienti.

La prima sentenza puniva UBER perché tramite l'utilizzo della App per svolgere il servizio, aggirava questi vincoli e quindi di fatto dava luogo ad una concorrenza sleale a danno dei taxi, che invece devono rispettarli. Quello che è cambiato in questi due mesi è che le modifiche dall'ultimo decreto milleproroghe hanno sospeso quei vincoli, che quindi al momento non ci sono più. Ragion per cui è venuto a mancare il presupposto per dire che UBER fa ancora concorrenza sleale.

Al di là di tutto, quello che appare chiaro è che il quadro normativo è così frastagliato da rendere la situazione molto caotica. Servirebbe una riforma totale, della quale però al momento non si vede neppure l'ombra. Se n'era tornato a parlare dopo le violenze dei tassisti contro l'emendamento Lanzillotta (proprio quello che ha sospeso i vincoli di cui dicevamo sopra), ma la bozza di riforma non ha mai fatto passi avanti.
Quel che è certo è che Uber al momento si è limitata a dichiarare la propria “felicità di poter annunciare alle persone e ai mille autisti partner” la felice conclusione di questa causa.

giovedì 25 maggio 2017

Tassi di interesse USA verso il rialzo. Cosa accadrà al cross EurUsd?

Si avvicina sempre di più il momento del rialzo dei tassi di interesse negli USA. Nel corso della scorsa notte sono infatti stati resi noti i verbali del Fomc, ovvero il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, da cui emerge con forza l'idea di procedere a un innalzamento del costo del denaro, probabilmente già durante il prossimo meeting di giugno. Del resto non è un caso se i future Fed Funds oggi danno all'80% questa possibilità.

Ricordiamo che sul finire del 2016 era stato stabilito un crono-programma che prevedeva tre (o quattro) ritocchi ai tassi di interesse USA. Quello di giugno sarebbe il secondo. Una notizia molto interessante per chi spera di capire come guadagnare subito con il Forex.

L'azione del Fomc sui tassi di interesse


Tornando ai verbali del Fomc, l'organo di politica monetaria ha utilizzato una espressione abbastanza eloquente: "Presto sarà appropriato alzare il costo del denaro". Siccome la frase è stata pronunciata durante il meeting dello scorso mese, quando il tasso venne lasciato fermo, diventa chiaro che il riferimento era alla successiva riunione. Quella di giugno appunto.

Attualmente i tassi sono nell'intervallo tra lo 0,75 e l'1%. Un eventuale rialzo potrebbe dare una spinta al dollaro, che attualmente è in indebolimento contro l'euro (basta guardare una migliore piattaforma di trading per Forex per notarlo).

Attenti però che esiste una condizione da rispettare prima di procedere al rialzo del costo del denaro, ovvero che dai report economici emerga un quadro di crescita stabile, anche dopo aver alleggerito l'economia di stimoli monetari nei mesi scorsi.
C'è poi un altro aspetto che interessa gli investitori, ovvero come la banca centrale Usa intende ridurre il proprio bilancio, che ha raggiunto 4.500 miliardi di dollari.

martedì 23 maggio 2017

Conti pubblici Italia, la manovrina "passa" ma restiamo sotto esame

L'Italia ha schivato il rischio procedura di infrazione, perché alla fine la UE ha promosso la manovrina varata dal Governo. Secondo la Commissione sono infatti state adottate le ulteriori misure di bilancio richieste per il 2017. Tuttavia rimaniamo sempre sotto monitoraggio, perché le ambiziose riforme annunciate da Gentiloni dovranno essere portate a termine (giustizia, concorrenza, anti-povertà).
Inoltre il prossimo anno si renderà necessario uno sforzo di bilancio notevole. L'esecutivo comunitario ha avvertito che intende riesaminare il rispetto italiano del criterio del debito nell'autunno del 2017, sulla base dei dati del 2016 e delle prossime previsioni comunitarie.

L'Italia resta nel mirino della UE sui conti pubblici 

Secondo i commissari Moscovici e il suo vice Dombrovskis, l'economia dell’UE e della zona euro continua ad essere resiliente, e si sentono ancora gli effetti della crescita lenta della produttività.
Proprio per questo uno degli interventi chiesti dalla UE all'Italia riguarda le tasse, alleggerendo il carico fiscale esistente sui fattori produttivi, ovvero quelli che possono alimentare la crescita. Per questo motivo ad esempio vorrebbe la riforma del catasto e la reintroduzione della tassa sulla prima casa, anche se solo per i contribuenti più ricchi.

Proprio riguardo alla prima casa (IMU), al momento ci sono delle vedute divergenti tra chi la ritiene fattibile, e chi invece la reputa una cattiva idea visto che è stata abolita solo poco tempo fa.
Lo dice ad esempio il ministro Padoan: "Le riforme fiscali - ha detto il ministro delle Finanze - vanno viste nel loro insieme ed io direi che cambiare idea su una tassa che è stata appena cambiata da pochi mesi non è una buona idea". Padoan si è detto d'accordo sul fatto che serva accelerare il processo di riforme, e che oltre a quelle di cui si discute bisogna farne di altre. Non solo, secondo il ministro la crescita non è ancora soddisfacente, sia pure in miglioramento.

domenica 21 maggio 2017

Mercato petrolifero in ascesa. Trader concentrati sulla riunione OPEC

Per il petrolio è stata un'altra settimana molto intensa. Il nodo cruciale è come sempre l'accordo OPEC per l'allungamento del piano di tagli alla produzione nel mercato petrolifero almeno fino alla fine del 2017. Settimana scorsa i mercati avevano reagito bene all'indiscrezione secondo la quale l’Opec starebbe prendendo in considerazione anche l’ipotesi di un possibile rafforzamento del piano per ridurre la produzione di greggio. Non a caso i future sul petrolio WTI avevano chiuso la settimana a 50,67 dollari, mentre quelli sul Brent avevano chiuso a 53,76 dollari. Entrambi in rialzo di oltre 2 punti percentuali.

Le due spinte al mercato petrolifero

A inizio settimana c'è stato un accordo fra Arabia Saudita e la Russia (paese esterno all’Opec) per estendere il piano di tagli della produzione del mercato petrolifero fino al marzo 2018. La notizia ha colto di sorpresa i trader, che si aspettavano un prolungamento, ma non immaginavano che sarebbe stato proposto per 9 mesi, fino a marzo 2018. E soprattutto sono stati colti di sorpresa dalle dimensioni dello stesso, che probabilmente verrà aumentato.

Questo ha spedito il petrolio dritto tra gli asset persenti nelle opzioni binarie strategie vincenti elaborate dagli investitori. A spingere verso l'alto i prezzi c'è poi il fatto che la diffusione di dati sulle scorte statunitensi segnalano una flessione per la sesta settimana consecutiva (calo di 1,8 milioni di barili, al di sotto dei 2,4 milioni previsti). Il dato sarebbe ribassista, ma contemporaneamente c'è stato anche un forte incremento nell’attività di raffinazione, che ha finito per alimentare l’entusiasmo dei rialzisti.
La società di servizi petroliferi di Houston Backer Hughes ha infatti annunciato un incremento del numero di piattaforme salite di 15 unità, per un totale di 901 pozzi. Appena un anno fa erano 404. Il conto è salito per la 18esima settimana consecutiva.

Cosa accadrà adesso? Quali segnali trading gratis sicuri riceveremo? Molto dipenderà da come procederà la marcia di avvicinamento alla riunione Opec del 25 maggio. Se la prospettiva di un nuovo accordo si farà sempre più concreta, è probabile che il mercato continuerà a vivere una fase rialzista. Dimensione e durata del rally saranno determinati da quanto lunga si profilerà l'estensione del piano, e ovviamente dal suo ammontare.

venerdì 19 maggio 2017

Eurozona, Draghi si sbilancia: "La crisi è alle spalle"

Arriva una ventata di ottimismo sull'Eurozona, e la cosa curiosa e importante è che a spingerla è l'uomo più cauto del Vecchio Continente, ovvero Mario Draghi. Il governatore della BCE - da sempre molto prudente quando si tratta di esprimere giudizio positivi - stavolta s'è lasciato andare ad un ottimistico: "Finalmente l'Europa è riuscita a mettersi la crisi alle spalle". Lo ha detto nel discorso tenuto in occasione del dottorato honoris causa dell'Università di Tel Aviv.

Il discorso di Draghi sull'euroZona

Il Presidente della BCE conferma quindi quello che sta emergendo dagli ultimi dati macro, ovvero che c'è una ripresa ed un lento ritorno alla normalità e alla crescita. Certo per cantare vittoria è presto, e tutto sommato nessuno ha ancora detto che la EuroTower - l'ha scritto anche nero su bianco - abbandonerà per ora una politica accomodante. Tuttavia quel che è assodato è che i rischi al ribasso per l'economia si sono attenutati.

E mettiamoci dentro anche quelli politici, visto che le vittorie degli "europeisti" sia in Olanda che in Francia hanno scongiurato turbolenze interne alla UE molto pesanti. Lo fa capire lo stesso Draghi quando dice che "la "crescente onda di energia che vuole una azione comune, la maggioranza silenziosa torna a farsi sentire". Il riferimento è alle rumorose proteste populistiche che sono state messe a tacere dagli europeisti più silenziosi.

E' chiaro che dopo le parole di Draghi i mercati hanno cominciato a valutare più seriamente l'ipotesi di una revisione delle stime a giugno. E anche la possibilità che una stretta monetaria possa avvenire già nel corso del 2017. Intanto Draghi si prende qualche merito, sottolineando che il clima di distensione è stato sostenuto dalla domanda interna "grazie alla politica monetaria della BCE", che è stato il principale motore della ripresa. Tuttavia Draghi ammonisce: "Guai ad abbassare la guardia poiché le sfide sono tante e vanno ben oltre il completamento dell'Unione monetaria. Bisogna gestire sicurezza, migrazioni, difesa. Sfide che possono essere affrontate solo condividendo sovranità".

mercoledì 17 maggio 2017

Petrolio, scorte nei paesi Osce a livelli da record. Il piano OPEC è fallito

I dubbi sulla reale efficacia dell'accordo OPEC stanno turbando il mercato. Nella giornata di martedì, il rapporto pubblicato dell'Agenzia degli Stati Uniti per l'Informazione sull’Energia (Eia) ha provocato un ribasso della quotazione dell'oro nero, proprio a causa delle perplessità espresse dall'ente americano. Anche se l'intesa raggiunta a novembre scorso tra i produttori dovesse essere prorogata, non è detto che servirà davvero a spingere verso l'alto la domanda.

Andamento del mercato del petrolio

La reazione sui mercati è stata chiara. Il Wti con scadenza a luglio ha chiuso a quota 49,00 dollari, perdendo lo 0,33% (suggeriamo di osservare il grafico con l'ausilio dell'oscillatore Gator, cos'è e come si usa è spiegato qui). Il Brent con scadenza ad agosto invece ha chiuso la sessione poco sotto quota 52 dollari, anche in questo caso in calo rispetto al giorno precedente (-0,19%). E va pure sottolineato che nel tardo pomeriggio c'è stata una ripresa che ha quasi dimezzato le perdite.

Dal punto di vista tecnico, il prezzo del Wti ha manifestato l'incapacità di superare la resistenza strategica compresa tra i 49,29 dollari e i 50,51 dollari, per cui potrebbe anche esserci un pullback verso il basso. Anche il Brent rimane sotto pressione, e se le cose non dovessero migliorare potrebbe presto scendere sotto quota 50 dollari, diciamo tra 49,64/48,93 dollari al barile (in questo caso suggeriamo di sfruttare il Forcone (pitchfork) di Andrews).

I dati dell'EIA sul petrolio


L'EIA ha messo in evidenza l'andamento del mercato degli ultimi mesi. Quando a novembre scorso l'Opec e altri paesi produttori raggiunsero un accordo per ridurre la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno (valido da gennaio a giugno 2017), si ebbe un primo impatto positivo sulla quotazione dell'oro nero. Col passare del tempo però s'è visto che si trattava solo di un effetto transitorio.

Se l'obiettivo era la diminuzione delle scorte di greggio per portarle alla media degli ultimi cinque anni, l'accordo di Vienna ha fallito. Secondo i dati dell'Eia infatti, durante il mese di marzo nei trentacinque paesi dell’Ocse le scorte di greggio hanno raggiunto un nuovo massimo storico. Altro che riduzione! Non solo. L'EIA sottolinea come domanda e offerta sono fondamentalmente in equilibrio, ragion per cui se si vuole abbattere il valore delle scorte, occorre indurre una situazione di eccesso di domanda. E l'unico modo è continuare a ridurre la produzione.

lunedì 15 maggio 2017

Inflazione, l'Istat fa felice l'Italia: +1,9% ad aprile

Buone notizie per l'Italia. L'inflazione sale e raggiunge livelli che non si vedevano da 4 anni. Il nuovo livello registrato da Istat infatti è 1,9% (mese di aprile), che segna una accelerazione rispetto all'1,4% di marzo. Un aumento tendenziale dei prezzi analogo era stato toccato a febbraio 2013, mentre per trovarne uno maggiore bisogna tornare indietro ancora di un mese fino a gennaio 2013 (quando l'incremento era stato del 2,2%). L'Istat ha rivisto al rialzo le stime preliminari, visto che originariamente i dati provvisori indicavano +1,8% su anno.

I dati sull'inflazione

L'accelerazione dell'inflazione è dovuta principalmente all'incremento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati. In questo ambito infatti c'è stato un incremento del 5,7% (da -1,2% del mese precedente). Riguardo al contributo di singoli componenti, possiamo dire che l'Energia elettrica ha avuto una crescita del 5,4%, il Gas naturale invece del 5,9%. In entrambi i casi si tratta di una inversione di tendenza rispetto al dato che era stato registrato a marzo, quando rispettivamente erano -1,0% e -1,4%. Un contributo l'ha data anche la dinamica dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+5,5%, da +2,5% del mese precedente).

Se guardiamo al dato "core" dei prezzi al consumo, ovvero l'inflazione depurata delle componenti più volatili come beni energetici e alimentari freschi, allora la crescita dell'inflazione giunge a +1,1%, rispetto al +0,7% di marzo. Quella al netto dei soli Beni energetici si attesta a +1,3% (a marzo era +1,2%).

Dal punto di vista geografico, ad aprile 2017 si registra un aumento diffuso dei prezzi. Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome, Bolzano ancora una volta è la città nella quale si registrano gli incrementi più elevati dei prezzi (+2,6%), seguita da Venezia (+2,5%), Milano (+2,4%), Trento (+2,3%), Firenze (+2,2%), Genova (+2,1%), Napoli e Bari (entrambe +2%). I dati peggiori invece si sono registrati a Bologna e Ancona i cui prezzi crescono entrambi dell'1,2%, e poi a Potenza (+1,4%).

venerdì 12 maggio 2017

Trump, finora zero risultati e la fiducia degli investitori è quasi esaurita

Subito dopo l'elezione a novembre, Trump fece schizzare le Borse e il dollaro sulla scia di molte promesse elettorali, su tutte quelle relative alle riforme negli USA (in primo luogo circa le tasse). Siamo giunti a metà del 2017 e di quelle riforme abbiamo solo un quadro dipinto con contorni molto sfumati. E' per questo motivo che secondo molti il tycoon ha ormai quasi del tutto bruciato la fiducia concessagli dai mercati.

Le promesse disattese di Trump

Senza grosse mosse concrete, è difficile incantare i trader che i piani di de-regulation e di investimenti nelle infrastrutture appariranno da un momento all'altro. I mercati sono stanchi di aspettare e concedere fiducia a scatola chiusa. Vogliono risultati.
L'unico raggiunto finora è stato ottenere il via libera allo smantellamento dell'Obamacare. Riguardo alle tasse invece, siamo fermi all'annuncio di una riduzione della imposta societaria del 20% al 15%. Mancano invece all'appello deregulation, rimpatrio di migliaia di miliardi di dollari di profitti societari e un maxi programma di investimenti nelle infrastrutture.

Si spiega così l'andamento degli ultimi 6 mesi del Dollar Index, che misura la variazione della moneta statunitense contro altre 6 valute principali. Nel periodo post-Trump ha guadagnato quasi l'1,7% e le previsioni euro dollaro (Eur-Usd) 2017 vedevano grandi aspettative per il dollaro. C'era addirittura chi pronosticava il raggiungimento della parità nei primi mesi del nuovo anno.

Nel trimestre febbraio-aprile invece le cose sono andate in senso opposto. Il Dollar Index ha perso l'1% scivolando di nuovo sotto quota 100. E sono diventate un ricordo tutte quelle volte che - nel primo periodo - s'è visto un oscillatore stocastico trading in costante territorio di ipercomprato.

C'è un altro aspetto che fa capire quanto Trump abbia perso appeal. Da punto di vista dei trader, il presidente USA è sempre meno il fulcro dell’attenzione dei mercati. Il suo posto l'ha infatti preso la Fed. Sono le decisioni sui tassi che la Federal Reserve ha preso e prenderà ad orientare i movimenti, specie sul mercato valutario.

mercoledì 10 maggio 2017

Redditi autonomi: pesca e cure termali i più bassi, i notai guadagnano 244mila euro

Il Ministero dell'economia pubblica ha reso note le statistiche sulle dichiarazioni Iva, Irpef e degli studi di settore, che ci forniscono così uno spaccato su quella che è la situazione delle professioni autonome in Italia. Sebbene non sia complicato immaginare che il fenomeno dell'evasione si annidi spesso proprio nelle categorie che fanno ricorso agli studi di settore, sulla base dei dati possiamo comunque dire qualcosa di interessante.

I numeri sui redditi autonomi


Si scopre che pescatori, titolari di discoteche, mercerie e di centri estetici o spa, produttori di ceramica e terracotta sono le categorie che guadagnano di meno. Stando almeno ai redditi dichiarati per gli studi di settore. In questo ambito i peggiori (pesca e cure termali) non arriverebbero neppure a 5.000 euro l'anno. A cavallo dei 10.000 euro invece molte attività commerciali: estetisti, corniciai e calzolai.

Dall'altro lato ci sono invece gli studi notarili, con un reddito medio che si aggira attorno ai 244.000 mila euro. Benissimo anche le farmacie, che arrivano a 116 mila euro, ma superano la media anche odontoiatri, studi medici, commercialisti, ragionieri, consulenti finanziari ed assicurativi.

Va detto che questo sarà l'ultimo anno degli studi di settore, che è infatti destinato ad andare in soffitta perché verrà sostituito dai nuovi indici di affidabilità fiscale. In base ai dati emerge che il reddito totale di queste attività è stato pari a 107 miliardi di euro, registrando un incremento del 5,3% rispetto al 2014 sebbene l'ambito di applicazione degli studi di settore si sia ridotto del 5,8% rispetto all'anno precedente (per via dell'introduzione del nuovo regime forfettario ai soggetti che hanno aderito a tale regime semplificato).

lunedì 8 maggio 2017

Mercati finanziari piatti dopo la vittoria di Macron. Cala l'euro sul dollaro

La settimana di Piazza Affari e delle altre borse europee comincia con il segno meno, malgrado sui mercati finanziari ci sia un certo sollievo dopo il confortante esito delle elezioni francesi. Va detto che la vittoria di Macron era data per certa già da giorni, visto che i sondaggi davano il candidato centrista in netto vantaggio.

A Piazza Affari regna la prudenza, con il FTSE MIB che registra una variazione negativa dello 0,33%. In controtendenza ci sono alcuni titoli del risparmio gestito come Azimut (+1,02%) e Banca Generali (+0,59%). Malissimo invece Moncler (-2,06%) che viene penalizzata da alcuni giudizi positivi degli analisti (non ci faremmo mai la tecnica martingala trading al contrario).
Spulciando tra gli indici di Eurolandia, vediamo che resta fermo Francoforte che passa di mano sulla parità. Poche variazioni anche per Londra, mentre perde terreno proprio Parigi (-0,40%).

Valute, spread e petrolio sui mercati finanziari

Per quanto riguarda il mercato valutario, l'euro comincia in calo la settimana contro il dollaro dopo aver superato quota 1,10 nel corso della notte. Adesso è risceso sotto questa importante soglia psicologica. Nei giorni scorsi chi aveva sfruttato le migliori tecniche opzioni binarie per puntare sul rialzo della valuta unica aveva accumulato grossi profitti, ed è probabile che i dati sul lavoro usciti venerdì dagli USA stiano facendo effetto.

In forte calo lo spread, che raggiunge 179 punti base (-22 punti base), con il rendimento del BTP a 10 anni che si posiziona al 2,19%.
Infine rimbalza la quotazione del petrolio, dopo i forti cali messi a segno la settimana scorsa.  Driver principale di questo piccolo sprint sono le forti aspettative che di qui a qualche settimana ci saranno ulteriori tagli alla produzione di greggio da parte dell'OPEC per contrastare l'eccesso di offerta.

sabato 6 maggio 2017

Lavoro, l'Inps segnala: quasi 30mila domande per avere il "bonus mamma"

In appena 36 ore, sono quasi giunte 30mila richiesta all'Inps per avere accesso al bonus mamma, previsto dalla legge di bilancio. E' quanto comunica l'Inps attraverso una nota. Secondo l'Istituto del Lavoro il numero preciso è 27.692 domande, la cui scadenza era fissata per la giornata di ieri. Il bonus in questione può essere erogato al momento in cui si compirà il settimo mese di gravidanza o alla nascita, adozione o affido, sempre che si sia verificato nel periodo che comincia dal 1 gennaio di quest'anno.

Boom di richieste tramite il sito Inps


Di tutte le domande che sono pervenute, più della metà sono state presentate attraverso il sito dell'Istituto di previdenza del Lavoro, mentre l'altra metà attraverso i Patronati, meno una piccolissima quota che è stata presentata attraverso l'utilizzo del Contact Center (complessivamente meno di un migliaio).

Il fatto che la maggior parte delle domande sia stata presentata senza intermediari, secondo l'Inps deriva proprio dal fatto che l'istituto ha predisposto una procedura semplice e immediata, nonché della maggior predisposizione degli italiani ad utilizzare le procedure informatiche per dialogare con l'Istituto.

Tra tutte le richieste che sono state fatte, quelle che riguardano bambini già nati sono 20.402. Ora si attende l’operatività del bonus nido da mille euro l’anno per ogni figlio nato o adottato a partire dal primo gennaio 2016. Entro il 18 maggio l’Inps dovrà pubblicare sul sito le istruzioni operative per fare domanda.

giovedì 4 maggio 2017

Fed senza sorprese: tassi confermati. Sui dati economici flop: "Sono transitori"

Come era nelle previsioni, alla fine la Federal Reserve ha deciso di confermare il livello dei tassi di interesse. Restano quindi fermi allo 0,75 e l'1%. Lo ha annunciato il Fomc - ovvero il comitato di politica monetaria della banca centrale americana - al termine di un meeting di due giorni che si è concluso ieri. Nessuno si aspettava qualcosa di differente, dal momento che la Fed aveva già provveduto ad alzare il costo del denaro sia a dicembre che a marzo.

Gli effetti dei dati della FED


Adesso si guarda a quello che accadrà sul fronte valutario nella giornata di oggi, cosa che interessa molto per verificare le nostre strategie vincenti opzioni binarie 60 secondi. I primi dati segnalano che la valuta del vecchio continente è in salita, sia pure di poco, nei confronti del biglietto verde. A pesare è proprio la cautela con cui la Fed si sta comportando, e il fatto di aver rinviato a data da destinarsi il rialzo del costo del denaro.

Teoricamente rimangono ancora due ritocchi da fare nei prossimi 7 mesi, visto che la Yellen annunciò che ci sarebbero stati 3 cambi nel corso di quest'anno. Molti si erano infatti preparati all'evento, ipotizzando un forte rally del dollaro. Avevano scelto già il loro broker con miglior spread forex, cos'è è spiegato qui, ed erano pronti. E invece no. C'è da attendere.

Il commento della FED

La cosa importante infatti è che la Fed ieri ha manifestato una certa preoccupazione per il rallentamento mostrato dalla crescita economica degli Stati Uniti. I due passaggi chiave in questo senso riguardano il "rallentamento delle attività economiche" e "le spese delle famiglie che sono aumentate solo modestamente".

Malgrado questo comunque, non c'è da fare allarmismi in quanto questa franta viene ritenuta un fenomeno "transitorio". Il FOMC infatti ritiene che con graduali aggiustamenti nella politica monetaria, sia le attività economiche che il mercato del lavoro miglioreranno ulteriormente nei prossimi mesi. L'inflazione si stabilizzerà intorno al target del 2% nel medio termine. Riguardo ai prossimi rialzi dei tassi, la Fed ha chiarito che questi avverranno in relazione ai prossimi outlook economici e ai dati macroeconomici in arrivo.

La prima reazione dei mercati si è avuta ne corso della notte, con le borse asiatiche che hanno chiuso in ordine sparso. Shanghai cede lo 0,14%, Shenzhen sale dello 0,09%, bene invece Seul: +0,97%. Sale Taiwan che guadagna lo 0,12%.

martedì 2 maggio 2017

Lavoro, il Rapporto giovani 2017 dipinge un quadro deprimente

Continuano a disegnare un quadro preoccupante, i dati relativi al mondo del lavoro nell'ottica dei giovani. Per oltre il 70% di loro infatti, la situazione economica generale è un elemento che pesa in misura determinante sulla scelta di andare via di casa. E non parliamo solo dei disoccupati, ma anche di quelli che un lavoro comunque l'hanno trovato. Questo testimonia che il mondo giovanile ha difficoltà a mettere a frutto il proprio potenziale, troppo spesso misconosciuto e sottoutilizzato.

Il quadro del rapporto giovani

Secondo il Rapporto Giovani 2017 che stato realizzato da Istituto Toniolo con Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo, la categoria più penalizzata è quella dei Neet (Not in Education Employment or Training), ovvero che non ha né cerca un impiego e non frequenta una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale.
Per loro il problema lavoro e la congiuntura economica sono ostacolo decisivi nella scelta di restare a casa con i genitori. Stesso discorso vale però per i giovani che hanno un contratto a tempo determinato: il 79,4% ritiene che la propria condizione occupazionale sia scoraggiante all'uscita dalla casa dei genitori.

Il risultato è che il 92,2% dei giovani italiani dichiara di non essere riuscito a realizzare i propri desideri formulati l'anno passato di uscire dalla famiglia di origine. Rispetto al resto d'Europa, è molto più ampio il divario tra ciò che i giovani italiani vorrebbero fare e ciò che invece riescono effettivamente a fare. Il che chiaramente pesa sull'autostima e genera maggiori frustrazioni a livello di ambizioni personali.

Nel complesso, il rapporto conclude che le inefficienze del mercato del lavoro stanno frenano il pieno e qualificato contributo delle nuove generazioni ai processi di crescita del paese, ma tengono pure in stallo da troppo tempo persone oramai trentenni che per motivi anagrafici non possono più essere considerate giovani, ma nemmeno adulte perché ancora lontani dalla conquista di una piena autonomia dai propri genitori e di formazione di una propria famiglia.