venerdì 12 maggio 2017

Trump, finora zero risultati e la fiducia degli investitori è quasi esaurita

Subito dopo l'elezione a novembre, Trump fece schizzare le Borse e il dollaro sulla scia di molte promesse elettorali, su tutte quelle relative alle riforme negli USA (in primo luogo circa le tasse). Siamo giunti a metà del 2017 e di quelle riforme abbiamo solo un quadro dipinto con contorni molto sfumati. E' per questo motivo che secondo molti il tycoon ha ormai quasi del tutto bruciato la fiducia concessagli dai mercati.

Le promesse disattese di Trump

Senza grosse mosse concrete, è difficile incantare i trader che i piani di de-regulation e di investimenti nelle infrastrutture appariranno da un momento all'altro. I mercati sono stanchi di aspettare e concedere fiducia a scatola chiusa. Vogliono risultati.
L'unico raggiunto finora è stato ottenere il via libera allo smantellamento dell'Obamacare. Riguardo alle tasse invece, siamo fermi all'annuncio di una riduzione della imposta societaria del 20% al 15%. Mancano invece all'appello deregulation, rimpatrio di migliaia di miliardi di dollari di profitti societari e un maxi programma di investimenti nelle infrastrutture.

Si spiega così l'andamento degli ultimi 6 mesi del Dollar Index, che misura la variazione della moneta statunitense contro altre 6 valute principali. Nel periodo post-Trump ha guadagnato quasi l'1,7% e le previsioni euro dollaro (Eur-Usd) 2017 vedevano grandi aspettative per il dollaro. C'era addirittura chi pronosticava il raggiungimento della parità nei primi mesi del nuovo anno.

Nel trimestre febbraio-aprile invece le cose sono andate in senso opposto. Il Dollar Index ha perso l'1% scivolando di nuovo sotto quota 100. E sono diventate un ricordo tutte quelle volte che - nel primo periodo - s'è visto un oscillatore stocastico trading in costante territorio di ipercomprato.

C'è un altro aspetto che fa capire quanto Trump abbia perso appeal. Da punto di vista dei trader, il presidente USA è sempre meno il fulcro dell’attenzione dei mercati. Il suo posto l'ha infatti preso la Fed. Sono le decisioni sui tassi che la Federal Reserve ha preso e prenderà ad orientare i movimenti, specie sul mercato valutario.

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