martedì 31 ottobre 2017

Occupazione: livello stabile a settembre, ma resta critica la situazione dei giovani

La disoccupazione rimane stabile, ma sale quella giovanile. Questo è il dato più eclatante dall'ultimo rapporto Istat. Il livello di disoccupazione è rimasto all'11,1% a settembre, quindi senza variazione rispetto ad agosto, quando c'era stato un calo (-1,5%). Sono due i fattori che incidono maggiormente su questo dato. Da una parte c'è il calo della disoccupazione maschile e over 35, ma dall'altro c'è un forte aumento tra le donne e i giovani (15-34 anni). Inoltre sale anche la quota degli inattivi, specie nella fascia maschile e 15-34enni.

I dati sull'occupazione

Riguardo a quest'ultimo aspetto: nell'ultimo è cresciuta la quota di inattivi tra i 15-24enni (+0,3 punti), mentre è scesa tra i 25-34enni (-0,3 punti) e gli over 50 (-1,4 punti). Resta stabile tra i 35-49enni. Tuttavia il fatto che sia calata la popolazione complessiva tra 15 e 49 anni finisce per incidere sulla variazione annua dell'inattività, che risulta così amplificata. Al contrario, dal momento che la popolazione degli ultracinquantenni è cresciuta finisce per attenuare la variazione negativa dell'inattività in questo range.

Cambia anche la composizione del mercato del lavoro. Dall'inizio dell'anno sono infatti diminuiti i dipendenti di 17 mila unità. Nel corso del trimestre invece l'occupazione sale, ma la variazione positiva riguarda quasi esclusivamente i contratti a termine (+103 mila), mentre i lavoratori a tempo indeterminato sono saliti solo di 6mila. Anche su base annua questo trend è confermato: lavoratori dipendenti +387 mila, ma 361 mila sono quelli a termine e solo 26mila quelli permanenti. Infine c'è il dato critico sulla disoccupazione giovanile. A settembre nella fascia 15-24 anni la quota di giovani disoccupati è pari al 35,7%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente.

venerdì 27 ottobre 2017

Effetti finanziari delle politiche espansive: in Giappone un milione di milairdi di Yen in fuga

Sono sempre più i dati macro a guidare le scelte dei mercati. Inflazione su tutti. Se Europa e USA non riescono in alcun modo a centrare il loro target di inflazione (fissato al 2%), sta messo molto peggio il Giappone, che questa mattina ha accolto tiepidamente l'ennesimo dato flop sui prezzi al consumo. L'istituto statistico nazionale infatti ha evidenziato che l'inflazione è allo 0,7%, anni luce lontano dal 2% come obiettivo. Questo potrebbe pesare sulle prossime scelte della Bank of Japan, che da tempo sta portando avanti una politica ultra espansiva (chi sa che cos'è il fx trading ormai sa di cosa si parla).

Gli effetti di questa politica si fanno sentire sullo Yen, che nel frattempo ha perso il 3% contro il dollaro da inizio anno, mentre secondo i dati eToro contro l'euro addirittura ha perso il 10% (qui trovi una guida su come funziona eToro).

L'ultra-espansivismo e gli effetti finanziari

Ma pochi però comprendo quanto possa essere grande l'effetto distorsivo che queste manovre monetarie possono avere sull'economia. Già perché questo fiume di liquidi che inonda i mercati da quale parte andrà pure investito. E allora tutti si arrovellano a cercare dei rendimenti recenti.


Proprio dal Giappone arriva un esempio evidente. Qui sono cresciuti a dismisura gli attivi stranieri detenuti dagli investitori privati e istituzionali. Al punto tale che per la prima volta è stata superata la cifra record di un milione di miliardi di yen. Solo nell'ultimo quinquennio questo importo è salito di circa il 50%. Quindi una quota sempre maggiore di giapponesi sposta i suoi capitali dai mercati nazionali a quelli oltre oceano. Il dato diventa ancora più eclatante se pensiamo che questa cifra è più del doppio dell'intero Pil giapponese. E non è che stiamo parlando di un'economia poco evoluta. Parliamo della terza economia al mondo dopo Stati Uniti e Cina.

Ma dove finiscono tutti questi soldi in fuga dal Giappone? La metà finisce in titoli azionari. A inizio estate gli investitori del Giappone avevano in portafoglio circa 453 mila miliardi di yen in titoli stranieri. Per lo più si tratta di azioni di aziende americane, mentre il 30% circa è ubicata in Europa.

mercoledì 25 ottobre 2017

Trasporti, speranza per Alitalia: il fondo Cerberus la vuole prendere tutta

Alitalia potrebbe esser salvata dagli americani. Le ultime novità riguardo la nostra compagnia di trasporti arrivano dal Financial Times, secondo il quale il fondo Cerberus sarebbe pronto a rilevare l'intera compagnia. Il fondo USA (con asset per oltre 40 miliardi di dollari) avrebbe presentato già una proposta ai commissari, che inizialmente l'avevano lasciata fuori dall'asta a causa dei termini giudicati troppo restrittivi della loro proposta.

La situazione di Altitalia


Le cose però sono cambiate. Dopo aver aperto le buste s'è visto infatti che le proposte messe sul piatto riguardavano soltanto parti dell'azienda e non Alitalia nella sua interezza (proposte presentate da Lufthansa ed EasyJet). Il fondo Cerberus a quanto pare è disponibile a investire tra i 100 e 400 milioni di euro per prendere il controllo dell'intero business Alitalia. Questo comprenderebbe sia le attività di volo che quelle di terra. L'unico paletto messo da Cerberus è la possibilità di avviare un programma di profonda ristrutturazione dell'intera società. Sotto il profilo tecnico, il fondo non potrà avere più del 49%. Sarà necessario quindi allearsi con uno o più partner.

Secondo il Financial Times, Cerberus avrebbe studiato a lungo il dossier Alitalia e avrebbe avuto già dei colloqui con i commissari straordinari scelti dal governo. Pare che possa aver proposto il mantenimento di una quota pubblica nell’azionariato di Alitalia, mentre ai sindacati sarebbe sottoposta una forma di partecipazione ai profitti.
Anche se l'operazione rimane molto complessa da portare avanti, c'è un precedente significativo. Cerberus ha salvato Air Canada a inizio millennio, rilevandola quando era in amministrazione straordinaria e schiacciata da 13 miliardi di debiti. Un anno e mezzo dopo Air Canada è uscita dalla procedura di amministrazione straordinaria con soli 5 miliardi di esposizione e con i conti in ordine.

lunedì 23 ottobre 2017

Mercati finanziari, fari accessi sul meeting BCE di giovedì

Sarà una settimana estremamente interessante per i mercati finanziari. A dominare la scena sarà senza dubbio la Banca Centrale Europea, dal momento che giovedì dal meeting dei Banchieri europei potrebbero uscire delle novità riguardo al tapering. Secondo molti analisti infatti la Eurotower dovrebbe annunciare la prossima riduzione del piano di acquisto titoli.

Due eventi clou per i mercati finanziari

Giovedì rischia quindi di diventare una giornata spartiacque per i mercati finanziari e per il cambio euro-dollaro (prima di fare trading su questa coppia studiate bene cos'è la leva finanziaria forex trading). La fine del quantitative easing infatti porrebbe l'istituto centrale europeo lungo la scia già tracciata dalla FED, ovvero la normalizzazione della politica monetaria.

Riguardo alle aspettative degli analisti, secondo un sondaggio condotto da Bloomberg la maggior parte si attende una discesa del quantitative easing fino ai 30-35 miliardi a partire da settembre 2018. A sostegno di questa ipotesi c'è il fatto che nessuna voce contraria si è sollevata dalla BCE nei giorni scorsi, quando è stata ventilata questa ipotesi. E il rialzo dei tassi? Secondo gli analisti il primo ritocco al costo del denaro potrebbe essere attuato all'inizio del 2019.

Ma questa settimana sarà interessante anche per la Banca Centrale Usa. La corsa alla poltrona più importante della FED si è aperta, e i candidati sono Taylor e Powell. Proprio questa settimana potrebbe arrivare la decisione definitiva sulla successione di Janet Yellen alla guida dell'istituto americano, il che rende probabile un avvio di settimana a ritmo blando per l'euro-dollaro, e osservando l'indicatore macd segnali operativi non ne dovrebbero giungere molti. . Ufficialmente anche la chairwoman potrebbe aspirare alla conferma, ma in una recente intervista a Fox il presidente Trump ha fatto chiaramente capire che i candidati rimasti con maggiore chance sono ben altri, ovvero il membro della Fed Jerome Powell e l'economista di Stanford John Taylor.

sabato 21 ottobre 2017

Fatturazione a 28 giorni: AgCom e Sky vanno allo scontro

Il tema della fatturazione a 28 giorni ha aperto uno scontro tra l'autorità garante delel comunicazioni (AgCom) e SKY. Il colosso televisivo è stato il primo a "imitare" la pratica già in uso dalle compagnie telefoniche, ovvero quella di fatturare ogni 4 settimane anziché ogni mese. Un giochetto che a conti fatti si traduce in una spesa maggiore per cliente pari all'8% annuo, perché di fatto comporta 13 fatture l'anno anziché 12.

Mentre il Governo ha annunciato di voler intervenire con una norma che vieta questa pratica, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) va avanti nella sua battaglia e ha diffidato Sky dal proseguire, minacciando anche sanzioni. Il punto secondo AgCom non è tanto la pratica in sé, quanto le informazioni fornite da SKY ai suoi clienti.

La modifica unilaterale delle condizioni contrattuali infatti è stata resa nota agli utenti in modo poco completo e chiaro, quindi non gli è stato dato modo in maniera efficace di esercitare il diritto di recesso secondo le modalità previste dalla Legge Bersani. E inoltre tale diritto di recesso dovrebbe poter essere attuato con modalità semplici e di immediata attivazione, cosa che SKY non fa.

Il duello sulla fatturazione


Secondo l'Authority i canali informativi utilizzati dal colosso TV non hanno soddisfatto pienamente i requisiti di chiarezza, trasparenza e completezza delle informazioni. Anche se SKY ha già fatto alcuni interventi correttivi, ancora non è sufficiente. Specie in riferimento alle comunicazioni via posta.

Sky però non ci sta, ed ha già risposto con una nota in merito alla diffida di Agcom: «L'azienda ha già avuto modo di perfezionare il processo di comunicazione agli abbonati. Come riconosciuto dalla stessa Agcom, ha infatti deciso di potenziare in modo conforme alla normativa le modalità di comunicazione della modifica contrattuale». Proprio quest'ultima precisazione non è piaciuta ad AgCom, che ha sottolineato in una ulteriore nota: «L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni precisa di non aver ricevuto dalla Società alcuna comunicazione ufficiale circa le modalità di ottemperanza alla predetta diffida e di non avere pertanto operato alcun riconoscimento in proposito».

martedì 17 ottobre 2017

Mercato del rame da record: quotazione ai massimi da 3 anni

I mercati finanziari hanno avuto un protagonista insolito nella giornata di ieri: il rame. Il metallo infatti ha raggiunto una quotazione massima da 3 anni a questa parte, salendo quasi a 7200 dollari per tonnellata a Londra, con un rialzo giornaliero del 4% circa. A Shanghai invece le quotazioni avevano raggiunto il massimo addirittura dal 2012. In generale tutti i metalli del listino del London Metal Exchange si sono apprezzati, ma è chiaro che l'exploit del rame è quello che fa notizia. E c'è da commetterci che adesso catturerà l'attenzione di molti trader alle prese con i migliori siti per fare trading.

I dati super del mercato del rame


Durante l'ultima settimana gli speculatori sui mercati finanziari hanno rafforzato la loro esposizione rialzista sul rame. Secondo il report della Cftc, al Comex di New York le posizioni nette in acquisto dei fondi sono risalite di 4.234 lotti (da 25 mila libbre), portandosi a 94.246 lotti. La crescita complessiva delle posizioni aperte è stata di 16 mila lotti (+6%). Ma un rialzo sostenuto c'è stato anche al Lme, dove la crescita dei volumi trattati ha portato che il totale dello scorso mese al valore massimo dal 2015.

Ancora più eclatante è quanto accaduto il 15 settembre, quando l'attività giornaliera è giunta a 1,8 milioni di contratti, massimo di sempre nei 140 anni di storia della borsa di Londra. Va detto che negli ultimi due anni i metalli avevano perso un po' di appeal presso il popolo degli investitori, tanto che si era registrato un calo del 12%. Poi invece l'attenzione è tornata ad essere alta sulle commodities. Anche molti piccoli trader neofiti, quelli che ad esempio sfruttano le piattaforme bonus trading senza deposito, un "giro" su questi mercati lo fanno.


A sostenere la crescita del rame sono state le aspettative positive dal 19° Congresso del Partito comunista cinese, che detterà il piano economico quinquennale e dovrebbe fornire indicazioni sui progetti di crescita dell’economia del paese asiatico.

domenica 15 ottobre 2017

Banche, Draghi avverte che il problema dei NPL va risolto

Sono ancora i crediti in sofferenza presenti nei bilanci delle banche a far discutere il mondo economico. Quest'oggi il presidente della BCE Mario Draghi e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, hanno provato ad alleggerire un po' i toni di una aspra polemica scatenata dopo la proposta presentata la settimana scorsa dalla vigilanza europea.

I problemi delle banche

E' stato sottolineato anzitutto che si tratta di un documento a scopo consultivo, e non di un obbligo imposto dalla BCE. Un eventuale intervento della Eurotower arriverà solo a dicembre, dopo che tutte le parti interessate avranno formulato i propri commenti. Inoltre a novembre ci sarà un incontro pubblico a Francoforte sul tema. Ad ogni modo, il problema c'è e va affrontato, ha sottolineato Mario Draghi. Così come vanno affrontati altri temi critici del sistema bancario europeo, come i crediti all’immobiliare delle banche spagnole o i derivati nei bilanci delle banche francesi. Tutti temi che sono stati messo sotto la lente di ingrandimento della vigilanza BCE.

Quello dei crediti in sofferenza è un tema assai delicato per le banche italiane, che sono quelle che in ambito Europeo ne soffrono di più. L'alta percentuale di NPL ha quindi chiaramente fatto scattare l'allerta nelle nostre istituzioni creditizie. Tuttavia, il governatore della Banca d'Italia ha sottolineato che i flussi di Npl sono tornati ai livelli del 2006 e 2007, ante-crisi. Quest'anno potrebbero arrivare sotto l’8%.

Altro tema toccato da Draghi è quello relativo ai tassi di interesse bassi. Secondo Draghi questa politica condotta dalla BCE ha finora prodotto vantaggi superiori agli svantaggi, dal momento che la redditività delle banche è cresciuta.

venerdì 13 ottobre 2017

Bitcoin oltre il muro dei 5000 dollari. Marcia da record

Dopo che nella prima metà di settembre c'era stata una bella frenata, il Bitcoin è ripartito di slancio. La criptovaluta più famosa al mondo sta viaggiando a suon di record, ed ha superato quota 5300 dollari, in base ai dati diffusi da CoinDesk. A sorprendere è la forte ascesa della moneta virtuale, che non si ferma più. Chiaramente questo non suscita l'interesse soltanto dei fornitori di migliori segnali opzioni binarie affidabili gratis, ma anche degli specialisti.

Dalla primavera scorsa il Bitcoin ha messo assieme un guadagno choc. Basti pensare che le quotazioni della valuta digitale più nota al mondo sono pressoché quintuplicate nel 2017. Per la precisione ha messo a segno un progresso del 427% da inizio anno.

Perché piace così tanto Bitcoin


Il motivo per cui il Bitcoin è stato protagonista di questa impetuosa ascesa è duplice. Da una parte c'è un aspetto tecnico, che ha a che vedere con la maggior sicurezza e affidabilità del software che ne gestisce la trattazione. Al tempo stesso però c'è anche un chiaro intento speculativo da parte dei trader. E' evidente che essendo questa criptovaluta sganciata da qualsiasi problematica di carattere economico o geopolitico, tende ad assumere le caratteristiche di un "bene rifugio".

Non stupisce allora che i migliori broker forex italiani uno dopo l'altro abbiano cominciato a includere Bitcoin nelle loro piattaforme di trading. Anche se va sempre rimarcato che è estremamente difficile fare previsioni sull’andamento di questi asset, che dovrebbero essere negoziati soltanto da chi ha già maturato una certa esperienza di trading online.

mercoledì 11 ottobre 2017

Economia italiana in crescita, il FMI rivede le stime al rialzo

L'Italia migliora, secondo il Fondo monetario Internazionale. L'organismo internazionale ha pubblicato il suo World Economic Outlook in occasione dei lavori autunnali di Fmi e Banca mondiale. In esso è contenuto il quadro complessivo della crescita economica globale, dove si evidenziano dei progressi (sia negli USA che nell'Eurozona) rispetto all'ultimo report che era stato ad aprile scorso.

I dati del FMI sull'economia italiana


A livello globale la crescita è stato rivista al rialzo da +3,6% per il 2018 a +3,7%. Nonostante il quadro generale più ottimistico, secondo il FMI continuano a rimanere alcune zone d'ombra perché la ripresa è ancora vulnerabile e continua a manifestare fattori di rischio serio. Come detto, vanno complessivamente bene sia Europa che USA, mentre la Cina continua a crescere a ritmi sostenuti. Tuttavia è l’India il paese dove si registra la crescita maggiore: oltre il 7%.

Se guardiamo all'Eurozona, il FMI evidenzia una crescita del PIL di 0,2% in più rispetto alle precedenti previsioni. Nel 2017 la crescita è al 2,1%, mentre nel 2018 sarà di 1,9%. Si assottiglia inoltre la distanza con gli Stati Uniti, che crescono quest’anno del 2,2% (+0,1 punti) e il prossimo del 2,3% (+0,2 punti). Tra i dati spicca quello relativo alla Gran Bretagna, unico paese del Vecchio contenente per il quale le stime vengono riviste al ribasso dello 0,3% per quest’anno. Chiaramente colpa delle incertezze legate alle Brexit.

E l'Italia? Migliora. Dopo il +0,9% del 2016, secondo il Fmi la crescita per l’anno in corso arriverà all’1,5% (+0,2%), mentre per l'anno prossimo toccherà l’1,1% (+0,1%), in quest'ultimo caso più bassa di quella prevista del nostro governo, secondo il quale anche nel 2018 la crescita sarà per un +1,5%. Restando da noi, il debito pubblico dovrebbe salire al 133% del Pil nel 2017, ma calerà al 131,4% nel 2018 e al 120,1% nel 2022. Scenderà anche il nostro deficit, che nel 2018 si porterà all’1,3%.

lunedì 9 ottobre 2017

Inflazione e minute Fomc, ecco gli appuntamenti clou della settimana

La settimana sui mercati finanziari comincia in tono soft, anche per via della chiusura della Borsa di Tokyo per festività. Il clou si concentra da metà settimana in poi, specialmente per gli USA. Verranno rese note le minute della FED riguardo al meeting di settembre, e poi venerdì ci sarà l'appuntamento con i dati sull'inflazione americana e quelli europei. Occhio anche al mercato azionario, perché prende il via la stagione delle trimestrali a Wall Street. Tenetevi quindi pronti con la vostra piattaforma di trading (a tal proposito, qui vediamo come funziona plus500 web trader).

Il top sarà con i dati sull'inflazione

Come detto, dopo un avvio di settimana soft ci saranno degli spunti più interessanti. Martedì nel Regno Unito verranno pubblicati i report su produzione industriale e manifatturiera, nonché la bilancia commerciale. Occhio anche alla riunione dell'Econfin per quanto riguarda la UE e all'intervento del capo della BoJ Kuroda. Mercoledì occhi puntati sulla FED. Le minute riguardo l'ultima riunione del Fomc faranno capire ancora di più quel sia l'atteggiamento dell'istituto americano riguardo l'ipotesi di ritocco dei tassi di interesse a dicembre. Giovedì invece tocca al dato sulla produzione industriale Eurozona, ed è previsto anche l'intervento di Mario Draghi (BCE).

Come abbiamo detto in avvio, la grande protagonista della settimana dal 9 al 13 settembre sarà però l’inflazione. Per cui se dovete scegliere la miglior piattaforma di trading online fatelo prima di allora. Giovedì c'è l'antipasto francese, mentre venerdì arriveranno i dati su Italia, Eurozona, ma anche quella negli Stati Uniti. I prezzi al consumo rappresentano ad oggi uno dei principali ostacoli da superare per le banche centrali, per cui questi report potrebbero essere dei driver molto importanti per le piazze finanziarie. Dati che saranno sicuramente in grado di influenzare il cambio euro dollaro.

sabato 7 ottobre 2017

Moody's conferma il rating dell'Italia, ma pesa l'incertezza politica

C'era molta attesa di conoscere il giudizio dell'agenzia Moody's, arrivato in chiusura dei mercati. Alla fine il rating dell'Italia è stato confermato a Baa2 con outlook negativo. Ma è una conferma che comunque può far tirare un sospiro di sollievo, anche perché il commento è tutto sommato ottimistico. Secondo l'agenzia newyorkese infatti abbiamo "una crisi del sistema bancario più profonda" ma tuttavia rimane il peso "dell'incertezza politica". E' un'Italia che cresce, ma restano i rischi.

Il giudizio di Moody's

Secondo Moody's c'è stato un miglioramento nel complesso per il nostro sistema-paese, ma tuttavia è probabile che le prospettive di crescita rimarranno moderate nel medio termine.

Un grosso peso in tal senso ce l'hanno le prospettive politiche. Infatti regna l'incertezza su quelle che saranno le politiche portate avanti dal prossimo governo. Ci sono le elezioni da mettere in conto, e nessuno sa come finiranno. E probabilmente il risultato finale genererà un Parlamento con delle maggioranze molto flebili. Questo significa che non si possono prevedere la capacità e la volontà di chi governerà un domani, di continuare ad affrontare problemi come il risanamento dei conti pubblici e le riforme strutturali ancora necessarie, nonché il problema del debito pubblico che in Italia resta ancora troppo elevato.

Riguardo alla questione delle banche, Moody's sottolinea che la gestione da parte del governo sia stata efficace. Le mosse dell'Esecutivo italiano hanno evitando scenari che avrebbero appesantito in maniera significativa anche i conti pubblici. Tanto che ora le possibilità di crescere sono maggiori rispetto a quanto l'agenzia di rating stimava in precedenza.

giovedì 5 ottobre 2017

Mercati ancora tiepidi riguardo alla questione della Catalogna

Il popolo dei trader sembra minimizzare la questione relativa alla indipendenza Catalana, anche se a ben guardare il rischio che possa avere una forte ripercussioni sui mercati c'è. Al momento gli investitori sono propensi a prevedere un esito meno invasivo della questione, che viene per lo più vista come una faccenda interna alla Spagna. Tuttavia, mentre si è impegnati a imparare la propria interfaccia di trading, a cercare i broker spread più bassi forex o valutare le proprie strategie, un occhio bisogna comunque darlo alla Catalogna.

Le ripercussioni sui mercati


La Commissione Europea ha preso già posizione contro la mossa Catalana, annunciando che se davvero si arrivasse alla indipendenza, la regione iberica verrebbe subito esclusa dall’UE. Chiaramente questo significa vivere una situazione di incertezza interna, che però ripercuote i suoi effetti anche all'esterno. La lealtà della Catalogna verso l’UE si sta esaurendo, mentre già da tempo questo è successo con Madrid. In sostanza, la Ue ha peccato in diplomazia.

Nel frattempo il governo regionale catalano ha annunciato altre manifestazioni, e la frange più radicale ha chiesto un’immediata dichiarazione unilaterale d’indipendenza, che potrebbe esserci nei prossimi giorni (con una possibile attivazione dell’Articolo 155).

Sul Forex negli ultimi giorni la moneta unica è rimasta stabile poco sotto quota 1,18 nei confronti del dollaro. Secondo i dati Markets (vedi qui markets.com recensione) c'è stato un calo lieve, anche perché l'euro trova benefici dalle ultime indicazioni giunte dagli indici PMI. Tuttavia saranno importanti i prossimi dati macro (come i NFP americani) e l'eventuale acuirsi delle tensioni spagnole per capire dove si sta avviano questo cross nel Forex.

martedì 3 ottobre 2017

Economia, Istat fiduciosa: "prosepttive di crescita buone"

Il presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, questa mattina si è presentato in audizione in Commissione Bilancio di Camera e Senato sulla Nota di aggiornamento al Def. Il numero uno dell'istituto di statistica italiano ha mostrato un volto fiducioso, parlando di segnali di miglioramento dell’economia italiana, grazie soprattutto a domanda di investimenti in macchine e attrezzature. Di più, ci si aspetta un incremento della crescita rispetto al secondo trimestre dell'anno.

Non sono tutte rose e fiori comunque, visto che il presidente Istat ha pure evidenziato come rimanga un forte gap dell’occupazione femminile rispetto alla media europea, e che anche la partecipazione dei giovani al mondo del lavoro - nonostante la riduzione della disoccupazione - resta deludente (su 375mila occupati in più negli ultimi 12 mesi, neppure la metà è under35).
Inoltre Alleva ha puntato il dito contro l'elevata propensione all'evasione fiscale e contributiva, che domina in molti settori dell’economia. Mediamente nel 2012-2014 si osserva un gap di 107,7 miliardi, di cui 97 di mancate entrate tributarie e 10,7 di contributi.

PIL in salita, sorride l'economia

Intanto ci sono dati confortanti riguardo al PIL italiano, che l'Istat ha rivisto al rialzo nel primo trimestre. Il dato congiunturale sale da +0,4% a +0,5%, mentre il secondo trimestre vede una revisione al ribasso (da +0,4% a +0,3%). Per effetto di questi aggiustamenti, il dato atteso complessivo per il 2017 resta +1,2%.

Altro dato interessante riguarda la propensione al risparmio delle famiglie, che è calata. In pratica le famiglie tendono a mettere da parte di meno di quel che facevano in precedenza, spendendo invece una frazione maggiore del loro reddito. Nel secondo trimestre infatti, la propensione al risparmio è stata pari al 7,5% (-0,2 punti sul trimestre precedente). Siamo al livello più basso dalla fine del 2012. Resta invece fermo il potere d'acquisto delle famiglie, che però su base annuale scende dello 0,3% (per lo più a causa degli effetti dell'inflazione).

domenica 1 ottobre 2017

Criptovalute di nuovo al centro del mirino delle critiche

Ci sono sempre le criptovalute al centro dell'interesse degli investitori. Dopo un paio di settimane di grosse difficoltà, il Bitcoin infatti è andato in rapida salita tornando oltre quota 4000 euro. I duri colpi incassati dalla Cina (che ha vietato le ICO, raccolte fondi) e da Jp Morgan (il cui Ceo ha definito le criptovalute come "frode") sono stati superati. Aveva ragione quindi chi pronosticava una ripresa del rally delle valute digitali.

Elogi e critiche alle criptovalute


Lo disse in special modo il 29enne Jay Smith, uno che di Bitcoin se ne intende visto che ha ottenuto quasi il 300% di profitto nell'ultimo anno, negoziando la criptocurrency più importante di tutte su eToro (dove vanta oltre 9mila follower). Rimandiamo ad altro sito per conoscere cos'è e come funziona eToro, qui basta dire che consente di clonare le mosse altrui, ed è inutile dire che Smith è seguitissimo. Il giovanotto londinese è convinto che il Bitcoin sia destinato a salire ulteriormente, e tornare oltre quota5mila dollari.



Occhio però, che proprio questo tipo di trading è stato molto criticato. Sappiamo che cos'è il fx trading, mentre il CFD (contratti per differenza) è uno strumento sintetico, che consente di fare trading sulle differenze di prezzo, senza cioè possedere materialmente il sottostante. Ma se il sottostante è un asset con alta volatilità come il Bitcoin, questo aggiunge difficoltà a difficoltà, e con la leva finanziaria può diventare molto insidioso, esponendo a gravi perdite il sottoscrittore.

Ecco perché bisogna fare molta attenzione quando si fa trading in CFD su degli asset molto rischiosi come i vari Bitcoin, Ethereum, ecc