sabato 21 ottobre 2017

Fatturazione a 28 giorni: AgCom e Sky vanno allo scontro

Il tema della fatturazione a 28 giorni ha aperto uno scontro tra l'autorità garante delel comunicazioni (AgCom) e SKY. Il colosso televisivo è stato il primo a "imitare" la pratica già in uso dalle compagnie telefoniche, ovvero quella di fatturare ogni 4 settimane anziché ogni mese. Un giochetto che a conti fatti si traduce in una spesa maggiore per cliente pari all'8% annuo, perché di fatto comporta 13 fatture l'anno anziché 12.

Mentre il Governo ha annunciato di voler intervenire con una norma che vieta questa pratica, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) va avanti nella sua battaglia e ha diffidato Sky dal proseguire, minacciando anche sanzioni. Il punto secondo AgCom non è tanto la pratica in sé, quanto le informazioni fornite da SKY ai suoi clienti.

La modifica unilaterale delle condizioni contrattuali infatti è stata resa nota agli utenti in modo poco completo e chiaro, quindi non gli è stato dato modo in maniera efficace di esercitare il diritto di recesso secondo le modalità previste dalla Legge Bersani. E inoltre tale diritto di recesso dovrebbe poter essere attuato con modalità semplici e di immediata attivazione, cosa che SKY non fa.

Il duello sulla fatturazione


Secondo l'Authority i canali informativi utilizzati dal colosso TV non hanno soddisfatto pienamente i requisiti di chiarezza, trasparenza e completezza delle informazioni. Anche se SKY ha già fatto alcuni interventi correttivi, ancora non è sufficiente. Specie in riferimento alle comunicazioni via posta.

Sky però non ci sta, ed ha già risposto con una nota in merito alla diffida di Agcom: «L'azienda ha già avuto modo di perfezionare il processo di comunicazione agli abbonati. Come riconosciuto dalla stessa Agcom, ha infatti deciso di potenziare in modo conforme alla normativa le modalità di comunicazione della modifica contrattuale». Proprio quest'ultima precisazione non è piaciuta ad AgCom, che ha sottolineato in una ulteriore nota: «L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni precisa di non aver ricevuto dalla Società alcuna comunicazione ufficiale circa le modalità di ottemperanza alla predetta diffida e di non avere pertanto operato alcun riconoscimento in proposito».

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