domenica 19 novembre 2017

Euro, migliorano le condizioni per la stretta monetaria


Ci sono diversi fattori che stanno ponendo le basi per la futura stretta monetaria nell'Eurozona. La crescita economica avanza a buon ritmo, l'inflazione dovrebbe crescere in modo più deciso nei prossimi mesi e avvicinarsi al target 2% fissato dalla BCE, e poi c'è la diminuzione della disoccupazione. Nell'ultimo meeting l'istituto centrale europeo ha deciso di ridurre il quantitative easing da 60 miliardi di euro al mese fino a 30 miliardi. Si comincerà a gennaio e si andrà avanti almeno fino a settembre 2018. Poi si vedrà.

Nel frattempo continuano a giungere segnali positivi sul fronte economico del Vecchio Continente. Gli indici PMI hanno accelerato mentre il Rapporto Autunnale di Previsione Economica dice che l'economia crescerà del 2,2% nel 2017 e del 2,1% nel 2018. Potrebbe essere un 2017 al ritmo di crescita maggiore avuto negli ultimi dieci anni. Inoltre la diminuzione della disoccupazione ha spinto la ripresa e i consumi privati.

L'economia UE e l'euro


Chi sta beneficiando di questi dati è l'euro, come abbiamo visto su Markets (qui puoi vedere un approfondimento sul tema markets.com recensione). Venerdì la coppia EUR/USD ha rotto sopra il livello degli 1,18$, anche se in seguito ha ritracciato. Dal punto di vista tecnico c'è un segnale importante: a quota 1,17 è stata rotta la neckline della figura di testa e spalle sul grafico giornaliero, e subito dopo si è verificata una inversione di rotta con la rottura al di sopra di tale livello. Questo è un segnale di decisa forza da parte della valuta unica.

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Se dovesse confermarsi questa tendenza, allora il mercato potrebbe muoversi verso quote più elevate come 1,20$ e magari anche oltre verso 1,21$. Tuttavia molto dipenderà dalla riforma fiscale americana e dalla prossima mossa della FED attesa per dicembre.

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