sabato 17 novembre 2018

Fatturazione elettronica, il Garante dice no: "viola la privacy"

Quando manca poco più di un mese all’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica, il Garante della Privacy ha emesso un provvedimento nei confronti dell’Agenzia delle Entrate: non è pienamente in linea con la normativa in materia di protezione dei dati personali. Per questo motivo va ripensata, e si aspetta che l'Agenzia risponda con urgenza sugli accorgimenti che intende adottare per risolvere il problema. Questo intervento del Garante è il primo che sfrutta il nuovo "potere di avvertimento", attribuito dal Regolamento europeo.

Le criticità della fatturazione elettronica

fatturazione elettronicaRicordiamo che l'obbligo di fatturazione elettronica verrà esteso dal 1 gennaio 2019 anche ai rapporti tra fornitori, nonché tra fornitori e consumatori. Secondo il Garante questo obbligo implica un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala. Questo trattamento inoltre è potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell'intera popolazione, e questo lo rende del tutto sproporzionato rispetto all'obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito.

Per fare un esempio, quando l'Agenzia recapitato una fatture come "postino" attraverso il sistema di interscambio (SDI), oltre ai dati necessari per fini fiscali finisce per archiviare anche i dati sui beni e servizi acquistati. Questo significa venire a sapere le abitudini e le tipologie di consumo, legate alla fornitura di servizi energetici e di telecomunicazioni o addirittura la descrizione delle prestazioni sanitarie o legali. Ne consegue che esiste un fortissimo rischio di mancata tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, con conseguente potenziale rischio che un'enorme quantità di dati sensibili possa essere gestito con finalità non sempre appropriate.

Molti rilievi sollevati dal Garante sono peraltro già stati condivisi dagli operatori del settore. L'Ordine dei Commercialisti ha sempre chiesto una maggior gradualità. Finora dall’Agenzia delle Entrate si limitano a dire che risponderanno al Garante nel più breve tempo possibile, e che comunque è ancora presto per parlare di rinvio dell’obbligo. Anche perché spetterebbe comunque a una nuova norma farlo.

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