giovedì 13 dicembre 2018

Investitori italiani pronti a cambiare strategie con la fine del QE

La fine del Quantitative Easing spingerà gli investitori italiani a cambiare strategia, diversificando il proprio portafoglio. E' questa la conclusione che emerge leggendo il Global Investment Survey 2018 di Legg Mason, il colosso mondiale di gestione patrimoniale di Baltimora.

Gli investitori italiani e la fine del QE

Il QE è una misura con cui la BCE ha effettuato acquisti programmati di titoli (in particolare di bond) sul mercato. In questo modo, a intervalli regolari, ha immesso nel sistema finanziario una massiccia dose di liquidità che serve. Se gli anni della grande crisi e dello stimolo monetario hanno spinto gli investitori italiani ad aumentare la loro "passione" verso i bond (domestici o europei), che oggi sono il 25% della loro allocazione, una bella fetta (67%) cambierà orientamento in vista della fine del quantitative easing della BCE previsto per fine anno. Tutto questo ci renderà un poco più simili al resto del mondo, dove la quota destinata dagli investitori ai bond è al 17%, (quindi molto meno che nel Belpaese).

La consapevolezza forte è che la fine del QE cambierà gli scenari del mercato. Il reddito fisso diventerà meno attraente di quanto sia adesso. Lo evidenzia il fatto che sul campione di 17.000 investitori internazionali ascoltato da Legg Mason, il 29% crede che il 2019 sarà l'anno su cui puntare all’azionario internazionale, anche alla luce della volatilità tornata ai livelli standard.

Gli spostamenti nel portafoglio

Un investitore su cinque prevede inoltre di aumentare il peso nel suo portafoglio delle azioni internazionali, e la stessa frazione si orienterà invece sulle obbligazioni dei mercati emergenti. Sempre bond quindi, ma fuori dai confini euro-domestici. Il resto degli investitori italiani ha annunciato che si orienterà ancora sui bond del Vecchio Continente (22%), mentre il 16% rimarrà ancorato all’azionario italiano. La quota più piccola (13%) investirà nelle commodities.

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