sabato 1 dicembre 2018

Lavoro, il ciclo vita di un 15enne italiano è il più basso in Europa

L'indagine Eurostat sul mercato del lavoro mette in evidenza un dato negativo per l'Italia, che è fanalino di coda della UE come aspettativa del ciclo lavorativo.

La fotografia del mondo del lavoro

Da noi infatti un ragazzo di 15 anni può sperare di lavorare in media 31,6 anni nella sua vita, contro i 36 che in media vantano i suoi "amici" europei. Gli va malissimo se si mette a paragonare la sua aspettativa con un ragazzo islandese, che invece può ragionevolmente sperare di lavorare ben 47 anni. Nel ranking ci piazziamo ultimi, ma al di là della eclatante differenza rispetto all'Islanda, emerge comunque una velocità maggiore di tutti i paesi nordici rispetto a quelli mediterranei ed alcuni dell'Est. Tra le prime dieci posizioni ci sono infatti anche altri paesi nordici: Svezia, Olanda, Danimarca, Norvegia, Gran Bretagna, Germania e Finlandia.Compare anche la Svizzera (seconda con 42 anni e mezzo).

Anche se in generale questo dato sul lavoro evidenzia ancora un problema per l'Italia, le cose rispetto al passato vanno meglio. Nel 2000 infatti la durata della vita lavorativa era di 28,5 anni, quindi in questi 18 anni è salita in media di tre anni. Il miglioramento maggiore riguarda soprattutto le donne, la cui vita lavorativa sale da 21,9 anni del 2000 a 26,8 del 2017. Tra gli uomini invece si è passati dai 34,8 anni del 2000 ai 36,2 anni dello scorso anno.

L'enorme incidenza degli inattivi

Come detto però, nonostante il livello sia migliorato, rimane comunque il fatto che siamo ultimi in Europa. L’aspettativa lavorativa italiana è così bassa anche perché c'è una grossa porzione di soggetti che rimane inattiva. La quota infatti è del 24,7%. In sostanza un soggetto su 4 non prende parte al mondo del lavoro. Secondo le ultime rilevazioni siamo a oltre 13 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni, un'enormità se paragonata ai 23,3 milioni di occupati (e al conto vanno aggiuinti i 2,7 milioni di disoccupati).

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