martedì 18 dicembre 2018

Wall Street si avvia a chiudere l'anno peggiore dal 2008

Addio ai guadagni. Il pesante crollo che è stato registrato a Wall Street, ha finito per cancellare tutti quello che di buono era stato fatto nel corso del 2018. Ma ancora peggio, getta pesantissime ombre sul prossimo futuro.

L'aria che tira a Wall Street

Alla fine di una giornata nerissima, il Nasdaq ha perso il 2,27%. Malissimo sia lo S&P 500 che perde il 2,08% che il Dow Jones in retromarcia del 2,11 per cento. Ma lo scivolone di questi giorni a Wall Street non è stato certo un fatto isolato e improvviso. Anzi, il crollo di Wall Street era nell'aria già da diverso tempo. Infatti è dal mese di settembre che la borsa americana ha vissuto una impennata di volatilità, dopo aver bucato tutti i record. E il bilancio complessivo di quest'anno è tale che il ribasso accumulato dagli indici di borsa potrebbe configurare il peggiore anno dai tempi della grande crisi finanziaria del 2007-09.

Ma cosa ha determinato questa corsa alle vendite? Hanno coagito diversi fattori.

I motivi del calo

Anzitutto l'evidenza che la marcia spedita dell'economia a stelle e strisce s'è fermata. Lo dimostrano diversi indici (l'ultimo è stato l'Empire State manufacturing index), anche se le stime proiettano una crescita del 2,5% anche per l’anno a venire. Per questo molti investitori sono adesso in attesa della guidance di politica monetaria della Fed, che verrà resa nota mercoledì al termine della due giorni di meeting della Banca centrale Usa (che intanto dovrebbe aumentare i tassi). A tutto questi si sommino le negative notizie per quello che riguarda l'Obamacare (decretato incostituzionale, con conseguente crollo di tutti gli undici settori del comparto sanitario) e le solite dichiarazioni del presidente americano Trump, che hanno creato tensione con la FED.

E poi c'è la curva dei rendimenti. Le ultime sei recessioni (dal 1978 al 2008) sono state anticipate da un’inversione della curva dei rendimenti tra la scadenza a 10 e quella 2 anni. In sostanza quando i tassi dei titoli a 2 anni hanno superato quelli a 10. Oggi come oggi la differenza è di appena 15 punti base, per cui siamo vicini.

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