venerdì 18 gennaio 2019

Mercati finanziari ottimisti dopo i rumors su distensione USA-Cina

Le voci su progressi nei negoziati tra USA e Cina fanno felici i mercati (benché siano state smentite), e riportano un po' di appetito al rischio tra gli investitori. Il primo a beneficiarne è il dollaro, in lieve ripresa, mentre a pagare è soprattutto lo yen giapponese (tipica valuta rifugio).

I mercati e le voci sui progressi USA-Cina

Secondo alcune indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal nella serata di ieri, il segretario al Tesoro Steven Mnuchin avrebbe proposto la rimozione dei dazi contro la Cina. O quanto meno la parziale eliminazione di alcuni di essi. La notizia non ha ricevuto conferme, ed anzi è stata successivamente smentita da un portavoce del Tesoro. Tuttavia è bastata la sola indiscrezione su questo tema, perché i mercati reagissero positivamente con un forte rialzo dell’azionario e vendite sui Treasury.

Le valute

Sul fronte delle valute a beneficiarne è stato il dollaro, che supportato da un più ampio appetito di rischio è salito contro lo yen. Inoltre tutti i forex segnali operativi trading puntano sul rialzo della coppia. La valuta Usa si avvia a chiudere in territorio positivo la prima settimana da cinque a questa parte. Sui mercati valutari la coppia USD-JPY viaggia a 109.434 (quarta seduta consecutiva di rialzi). Va però aggiunto che lo yen giapponese è in calo contro la maggioranza delle altre monete anche a causa del debole rapporto sull'inflazione. L'indice centrale dei prezzi al consumo in Giappone, che esclude il cibo fresco, è aumentato dello 0,7% a dicembre rispetto a un anno fa. A novembre era salito dello 0,9%. Escludendo sia il cibo fresco che l'energia, l'indice è salito solo dello 0,3%.

L'euro invece è poco mosso sul dollaro sui mercati internazionali. La moneta unica europea passa di mano a 1,1405, con un guadagno di pochi pips (se non lo sapete, qui è spiegato il valore pip forex che cos'è). Ricordiamo che appena ieri la moneta unica era scesa ai minimi delle due settimane contro il biglietto verde, a 1,1370 dollari, con la debole lettura di dati macro della zona euro.

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