lunedì 8 luglio 2019

Prezzo del grano troppo basso, un campo su 5 viene abbandonato o destinato ad altro

E' scattato l'allarme riguardo alla coltivazione del grano, che non è più conveniente come attività. Il prezzo del grano si è ridotto in maniera costante negli ultimi anni, giungendo verso i 22-23 euro al quintale. E così molti produttori hanno deciso di abbandonare.

Il declino del prezzo del grano

Il sistema sta piano piano collassando. Un agricoltore deve vendere 5 chili di grano per potersi pagare un caffé o una bottiglietta di acqua al bar. Non c'è quindi convenienza nell'intraprendere o continuare questa attività. L'unico settore a resistere è quello dei grani antichi, la cui coltivazione continua a rendere un po' di più. Per il resto invece il panorama è deprimente. Visto l'attuale livello del prezzo del grano, non c'è da sorprendersi se negli ultimi dieci anni un campo di grano su cinque non c'è più.

Secondo Coldiretti, il raccolto di quest'anno sarà di circa 7 miliardi di chili di grano coltivati su oltre 1,8 milioni di ettari. Un decennio fa questo livello giungeva a 2,3 milioni. Come abbiamo detto poc'anzi, l'unica coltivazione ancora conveniente è quella dei grani antichi (Timilia, Saragoilla, gentil Rosso, Farro dicocco e monococco, ecc), e infatti i terreni coltivati a questo fine sono cresciuti da 1000 ettari del 2017 ai 6 mila ettari di oggi. A trainare la crescita è stato il sempre maggiore appeal per la pasta 100% italiana e di qualità. Tuttavia, anche in questo caso c'è un grosso pericolo all'orizzonte. Si tratta delle importazioni a basso costo di prodotti che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale vigenti in Italia.

Conseguenze economiche ed ambientali

Il problema ha una conseguenza duplice. Anzitutto potrebbero estinguersi oltre 300 mila aziende che coltivano grano in aree interne, dove non ci sono alternative produttive. Oltre a questo danno di natura economica e occupazionale, c'è poi quello ambientale. Da noi oltre un quarto della terra coltivata è andata persa colpa dell’abbandono, della cementificazione e degli attacchi degli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli. Non possiamo permetterci di aggravare il problema.

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