martedì 6 agosto 2019

Export italiano in allarme: i nuovi dazi di Trump possono costarci circa 5 miliardi

Le ultime minacce di Trump hanno riacceso le tensioni sul fronte commerciale, coinvolgendo direttamente anche l'export italiano. Se la guerra dei dazi con la Cina avrà un impatto forte ma indiretto sulla nostra economia, molto più diretto sarà invece l'impatto delle tariffe sui prodotti che dall’Unione europea vanno negli USA.

La minaccia al nostro export

Trump ha aperto questo nuovo terreno di scontro come ritorsione per gli aiuti all’europea Airbus a svantaggio dell’americana Boeing. Pasta, formaggi, caffè sono alcuni dei prodotti finiti nella lista di merci europee che rischiano dazi all'export. Si tratta principalmente di prodotti alimentari, e questo ci coinvolge in particolar modo. Gli Stati Uniti sono infatti un mercato molto importante per l’economia italiana. Verso gli USA infatti il nostro export ammonta a 42,4 miliardi di euro di beni. In base alla black list di Trump, più di un decimo verrebbe colpito dalle tariffe.

Anche se occorrerà un lungo iter prima di arrivare ad una eventuale applicazione finale, l'Italia ha già fatto sentire la propria voce, informando gli Usa che ritiene la ripartizione dei dazi in discussione estremamente squilibrata. Il nostro export infatti sarebbe il più danneggiato dopo la Francia e prima di Germania, Spagna e Regno Unito.

Per i vini il conto è salatissimo

Sui prodotti della lista diramata dal Dipartimento del commercio statunitense, potrebbero essere applicati dazi fino al 100% del valore attuale. E' chiaro che tasse di accesso così elevate, finirebbero in buona parte per rendere insostenibile l'export italiano negli USA.

Il conto più salato ricadrebbe sul nostro settore agroalimentare. Complessivamente, il settore del vino (il cui export nel 2018 ha raggiunto il top in 5 anni) e liquori sarebbe colpito per 2,3 miliardi di dollari, gli alimentari e bevande (vino e liquori esclusi) per quasi 1,3 miliardi, la moda per poco più di 1 miliardo, i materiali da costruzione per 180 milioni, i metalli per 110 milioni, le moto per 74 milioni, la cosmetica per 42.

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