mercoledì 8 gennaio 2020

Borse giù dopo l'attacco iraniano alle basi USA. Volano oro e petrolio

L'attacco notturno dell'Iran alle base americane in Iraq scombussola nuovamente i mercati, e induce ai ribassi le principali borse mondiali. I listini asiatici hanno accusato un calo pesante, e il tonfo dei future sul principale indice di Wall Street ieri sera condiziona l'apertura delle Borse europee, che sono scivolate immediatamente in territorio negativo.

Borse in rosso

Prima che si fosse l’attacco iraniano, Wall Street aveva chiuso in moderato ribasso. L'indice Dow Jones ha perso lo 0,42%, mentre più contenute erano state le perdite del Nasdaq (0,03%). Poi lo scenario è peggiorato dopo le notizie giunte dall’Iran.

Diversi attacchi missilistici sono stati lanciati contro le forze a guida statunitense, come ritorsione al raid Usa nel quale è stato ucciso il comandante iraniano Qassem Soleimani la scorsa settimana. Ci sarebbero 80 morti. A seguito di questo episodio, i futures sul Dow Jones sono crollati di oltre 400 punti, per cui si preannuncia una seduta negativa nella giornata di oggi. I futures sullo S&P 500 e sul Nasdaq 100 sono scivolati di almeno l’1,3%.

Tokyo malissimo, anche l'Europa stenta

La Borsa di Tokyo ha chiuso con un forte ribasso (Nikkei -1,57%), mentre lo yen - valuta rifugio - si è rafforzato sulle principali valute. Shanghai ha perso l’1,43%, Hong Kong -1,14%, Seoul -1,10%.
Anche le Borse europee hanno cominciato male la giornata. A Milano l’indice Ftse Mib perde più di mezzo punto percentuale, con appena 3 titoli su 40 positivi. Si tratta di quelli sul petrolio (Eni, Saipem, Tenaris), che beneficiano del timore di una interruzione nella fornitura di oro nero. Si vendono invece gli altri comparti, come le banche e gli industriali (Stm e Fca perdono l’1,8%). Parigi scivola dello 0,42%, Francoforte perde lo 0,65% mentre Londra cala dello 0,4%.

Chi è tornato a spingere - oltre al petrolio che è salito a 71,7 dollari, con un rialzo di oltre il 5%, per poi stabilizzarsi in mattinata sui 69 dollari - sono i classici safe haven come l'oro, che ha varcato la soglia dei 1600 dollari l'oncia. Le quotazioni sono scese a 1.593,86 dollari.

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