venerdì 13 maggio 2022

Economia russa non è stata scalfita granché dalle sanzioni occidentali

Chi pensava che l'economia russa sarebbe finita presto in ginocchio dopo le sanzioni dell'Occidente, si sbagliava di grosso. Un'analisi approfondita condotta dal Economist dimostra infatti che non c'è stato alcun collasso dell'attività economica di Mosca. Per vedere effetti realmente tangibili delle sanzioni accidentali, occorrerà aspettare ancora a lungo.

Le sanzioni e la reazione dell'economia russa

I dati macroeconomici per il momento danno ragione a Mosca. L'economia russa reale si è rivelata molto resiliente. Dopo aver subito un primo shock nel mese di marzo, si è rapidamente ripresa. Molti economisti che stimavano un crollo del PIL fino al 15%, stanno cominciando a rivedere le proprie previsioni.

Non basta guardare soltanto al rapido aumento dell'inflazione, balzata di oltre il 10% dall'inizio della guerra, anche perché in buona parte ciò che è accaduto sulla scia del deprezzamento del rublo Russo. A proposito, la valuta russa si è ripresa a sua volta, e adesso il cambio USDRUB si trova a 63 sul biglietto verde e sui 66 rispetto alla moneta unica europea.

Approfondimento: se siete interessati ad altre valute, qui trovate le previsioni cambio euro real brasiliano.

Per capire se davvero l'economia russa sta soffrendo le sanzioni bisogna guardare anche agli altri dati dell'economia reale. E dimostrano che Mosca sta reggendo.

La Banca Centrale

Alla fine del mese scorso la CBR ha tagliato il tasso di interesse dal 17% al 14%, al fine di stimolare l'economia. Una mossa che dimostra che il panico che si era scatenato verso fine febbraio è rientrato.

L'economia russa è sempre stata chiusa

Il motivo principale per cui le sanzioni occidentali non stanno avendo grande efficacia, è nella stessa natura dell'economia russa. È stata abbastanza chiusa e poggia sui suoi immensi giacimenti di combustibili fossili. Chiusa era prima, ancora più chiusa è adesso, mentre i giacimenti sono sempre lì ed hanno consentito a Mosca di esportare dall'inizio della guerra almeno 65 miliardi di dollari di prodotto. Mentre gli incassi degli idrocarburi sono schizzati del 80%, che su un grafico equivarrebbero a un gapping play High low. Mosca ogni giorno in casa circa un miliardo di dollari grazie all'energia.

Certo sullo sfondo rimane il possibile embargo europeo al petrolio russo. Ma bisogna anzitutto ragionare sul come, poi bisogna vedere il quando, infine bisogna capire quanto tempo servirà ad una mossa del genere per fiaccare l'economia russa.

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