Uno dei fenomeni di cui si sente parlare spesso anche in Italia è il lavoro in nero, ossia quello che sfugge alla disciplina contrattuale e alla tassazione. L'economia sommersa però non è un fenomeno prettamente italiano, anzi è diffusa in modo pressoché globale e affligge soprattutto i paesi emergenti, dove addirittura ci sono interi settori economici che ne sono caratterizzati.
I numeri sull'economia sommersa
Secondo alcune stime, a livello globale l'economia sommersa vale circa 12.500 miliardi di dollari. I paesi dove il ricorso al lavoro nero è più diffuso sono Cina, Stati Uniti e India. In questi paesi ci sono i mercati neri più grandi al mondo, con un panorama di attività che sfugge al controllo della legge assai ampio e radicato.Per giungere a questa particolare classifica, dove l'Italia si colloca al dodicesimo posto, gli analisti di Ernst & Young hanno elaborato un modello che sfrutta oltre 70 variabili che servono a stimare il peso dell'economia sommersa in 131 paesi che rappresentano la quasi totalità dell'intero prodotto interno lordo globale.
Tra questi strumenti c'è la richiesta di contante ed in particolare di moneta liquida, che rappresenta il mezzo di pagamento tipico negli ambiti non tracciabili. Più intensivo l'uso di contante in banconote di grosso taglio, più è probabile che si annidino transazioni che sfuggono all'occhio del fisco.
La Cina regina del sommerso
Come abbiamo detto, il paese dove l'economia sommersa e più radicata è la Cina, con un valore stimato di 3600 miliardi di dollari. Una cifra che corrisponde a un quinto del PIL nazionale. Il numero di lavoratori in nero è stimato in circa 200 milioni. Il lavoro sommerso in Cina riguarda soprattutto servizi a bassa specializzazione come autisti, tate e meccanici di strada.
Gli altri due paesi sul podio
L'economia sommersa è essere diffusa anche negli Stati Uniti, dove è pari a 1400 miliardi di dollari, ossia il 5% del PIL. Al terzo posto invece c'è l'India dove il valore dell'economia sommersa è di circa 930 miliardi di dollari, ma qui rappresenta addirittura il 26% del PIL.
La posizione dell'Italia nella classifica è la dodicesima. Qui da noi il sommerso vale 180 miliardi di dollari, come evidenziato anche dal rapporto ISTAT sul lavoro, che equivale al 7,8% del PIL. Le attività illegali sfiorano i 20 miliardi.
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