venerdì 27 novembre 2020

Commodity, il rame è tornato a correre e il quadro rimane molto ottimistico

Durante la fase acuta della pandemia, caduta nel periodo primaverile, anche il prezzo del rame è precipitato. Il metallo rosso è infatti la commodity che meglio riflette la situazione economica globale, per via del suo largo impiego in ambito industriale. Tuttavia, da quel periodo opaco, la quotazione del red metal è aumentata del 50%.

Cosa muoverà questa commodity

Secondo molti analisti di broker regolamentati Consob, la quotazione del rame potrebbe continuare lungo questo trend crescente. Fondamentalmente questo è dovuto a tre fattori.

A spingere questa commodity è anzitutto c'è l'aspettativa di una forte domanda di mercato. Essa viene sostenuta dalla ripresa ciclica, dall’urbanizzazione e dalla crescita moderata del Pil. Come appena detto, il rame ha largo impiego nell'industria, e con la prospettiva di una ripresa economica forte - a maggior ragione adesso che si avvicinano i vaccini - la domanda di questa commodity ne beneficerà.

Domanda aggiuntiva e costi di estrazione

In secondo luogo arriverà una domanda aggiuntiva di rame (quantificabile in 5-7 milioni di tonnellate all’anno rispetto alla fornitura media di 20-21 milioni) per prodotti connessi all’elettrificazione dei trasporti e alle fonti rinnovabili. Ricordiamo che dopo l’argento, il rame è la commodity che conduce meglio elettricità. Inoltre nell'ultimo periodo si è sviluppata una sensibilità maggiore rispetto al tema della sostenibilità energetica ambientale.

Infine i maggiori costi connessi all’estrazione del rame, provocheranno una certa difficoltà dell'offerta a tenere il passo con la domanda. Del resto alcuni recenti report evidenziano come durante il periodo estivo, le forniture di rame siano state insufficienti rispetto alla domanda. Inoltre sono state significativamente al di sotto dei volumi registrati sia nel 2019 sia, in media, negli ultimi cinque anni. E questo è un fattore rialzista per i prezzi.

Il futuro di questa commodity

La combinazione di questi tre fattori decisivi, potrebbe spingere verso un sostanziale aumento del prezzo della commodity nei prossimi mesi e forse ancora più nei prossimi anni. E' chiaro che questo aspetto non riguarda coloro che hanno una strategia trading a breve termine 15-30 minuti, ma solo quelli che si muovono in una ottica di lungo periodo.

mercoledì 25 novembre 2020

Imprenditoria femminile e Covid: problemi economici, di liquidità e minor fiducia nel futuro

L'imprenditoria femminile sta pagando un prezzo pesantissimo alla pandemia. Il tasso di crescita delle imprese "rosa", che fino a inizio anno marciava spedito, si è dimezzato. Inoltre se prima del Covid marciava a passo più spedito di quella maschile, le cose sono cambiate.
Questo è il quadro che emerge dal report sul mondo imprenditoriale realizzato da Unioncamere.

Il quadro dell'imprenditoria femminile

La voglia del gentil sesso di mettersi in proprio si è scontrato con durissimi ostacoli, sia di natura economica che finanziaria. Una grossa fetta di esse infatti mostra di avere problemi di liquidità (il 38% contro il 33% degli imprenditori maschi). Anche per questo motivo le donne sono state spinte più degli uomini a chiedere le misure di sostegno messe a disposizione in questi mesi. Analogamente, le imprenditrici lamentano più vincoli nell’accesso al credito rispetto ai colleghi maschi (18% contro 15%).

Peraltro le imprenditrici evidenziano anche una minor fiducia nel futuro. Secondo il 29% dell'imprenditoria femminile, si ritornerà ai livelli pre-Covid nel 2021. I colleghi maschi invece sono più fiduciosi (34%). Il 25% ritiene che bisognerà aspettare il 2022, contro il 19% dei maschi).

Imprese piccole e attive soprattutto nei servizi

Nel corso del terzo trimestre dell'anno, la quota di imprenditoria femminile sul totale è stato del 22%, cioè 1,3 milioni. La grandissima maggioranza opera nel settore dei dei servizi (66,5%), mentre le parti restanti sono industria (11,3%) e settore primario (15,6%).
Si tratta in prevalenza di imprese di piccole dimensioni (quindi più esposte alle turbolenze), infatti il 96,8% ha meno di 10 addetti. Solo il 2,9% riesce ad entrare nella fascia successiva, con 10-49 addetti. Appena lo 0,3% sono medio-grandi imprese, poco più di 3mila.

Forte presenza straniera

A livello di collocazione geografica, la maggiore vivacità dell'imprenditoria femminile è al Centro-Nord. Due terzi delle aziende rosa è lì (63,6%). Il 36,4% ha sede invece nel Mezzogiorno. Cosa interessante è che un decimo di tutte le imprese guidate da donne, è in mano alle straniere.

venerdì 20 novembre 2020

Valute virtuali, perché il Bitcoin è sempre più vicino ai massimi storici

Il Bitcoin comincia a intravedere il traguardo dei massimi storici. Dopo una cavalcata impetuosa, la regina delle valute virtuali è riuscita ad affacciarsi oltre la soglia dei 18mila dollari, prima di cedere il passo per via delle prese di profitto.

Tre anni dopo torna a volare la valuta virtuale

La marcia della valuta virtuale regina ci riporta indietro di tre anni. Nell'autunno del 2017 infatti il prezzo di Bitcoin cominciò una corsa folle che la spinse fino al picco mai più toccato, a ridosso dei 20mila dollari. Tuttavia, così come fu veloce la salita, fu quasi altrettanto rapida la discesa, che ne dimezzò il prezzo in pochi mesi.

Cosa è cambiato...

Ma stavolta c'è un sentiment diverso che accompagna la marcia di questa valuta digitale, e che favorisce il suo inserimento nella strategia forex intraday trading di molti investitori.
Infatti rispetto a tre anni fa, quando molti sentirono parlare per la prima volta di Bitcoin, le cose sono cambiate. Il mercato infatti è più maturo. Inoltre le criptovalute sono diventate sempre più mainstream. Lo dimostra il fatto che PayPal lo scorso 21 ottobre ha annunciato che gli utenti sulla sua piattaforma saranno in grado di acquistare Bitcoin e altre criptovalute principali. Questo servizio dovrebbe essere disponibile per gli utenti USA già nelle prossime settimane.

La sfiducia verso la finanza tradizionale

Bisogna anche considerare è Bitcoin è nato subito dopo il 2008. Quel periodo di crisi fece perdere la fiducia verso le istituzioni finanziarie tradizionali. Un po' la stessa cosa che sta succedendo adesso, durante l'incertezza da pandemia. Questo potrebbe aver spinto sempre più persone a investire in un bene slegato dalle dinamiche finanziarie tradizionali.
Inoltre la grande liquidità che c'è sui mercati, a seguito delle misure di sostegno delle banche centrali per fronteggiare la crisi, spinge sempre più investitori verso asset alternativi, anche se più rischiosi e speculativi. Specie se negoziati con broker opzioni binarie non Esma (extra UE).

Bitcoin in forte ipercomprato

Dal punto di vista tecnico, la valuta virtuale più famosa si trova in un forte ipercomprato a breve e medio termine. Solitamente questo fa prevedere un consolidamento. Ma la corsa ai nuovi massimi storici riprenderà. Tenendo però sempre bene in mente che parliamo di un asset tipicamente instabile, capace di perdere anche il 5-6% nel giro di pochi minuti.

mercoledì 18 novembre 2020

Mercato dell'auto: a ottobre tornano in rosso le immatricolazioni in Europa

Il mercato dell'auto ha subito un profondo contraccolpo nell'ottobre 2020, rispetto allo stesso mese di un ano fa. Secondo gli ultimi report, il calo è stato del 7,1%. Questa battuta di arresto segna una inversione di tendenza rispetto alla crescita (+1,1%) che c'era stata a settembre. Una crescita che era stata interpretata come un segnale positivo, dopo un periodo lunghissimo di calo.

Lo scenario sul mercato dell'auto

A livello di numeri, a ottobre il mercato dell'auto ha registrato un volume di vendite pari a 1,1 milione di veicoli, secondo i dati ACEA. L'associazione dei costruttori europei evidenzia inoltre che le auto immatricolate in tutto l'anno 2020 sono state 9,7 milioni circa. Si tratta del 27,3% in meno rispetto all'anno scorso.

Italia e resto d'Europa

Se consideriamo soltanto il mercato dell'auto italiano, le vendite a ottobre sono scese dello 0,2% a 156.958 unità. Se il calo è stato ridotto, lo si deve al residuo impulso degli incentivi alle vetture con alimentazione tradizionale. Se però allarghiamo l'orizzonte a tutto il 2020, le vendite sono state appena sopra 1,1 milioni, con un calo complessivo del 30,9% rispetto allo scorso anno.
Solo la Spagna, tra i maggiori mercati dell'Europa, fa peggio dell'Italia con -36,8%. Il Regno Unito si allinea ai nostri bilanci (-31%) mentre fanno meglio Francia (-26,9%) e Germania (-23,4%).

Nell'intera zona Europea (inclusa Efta e Regno Unito), solo in quattro Paesi si registra una crescita. Sono Norvegia (+23,6%), Romania (+17,6%),Islanda (+12%) e Irlanda (+5,4%). quello che accumuna questi paesi è il fatto che sono mercati dell'auto piccoli o piccolissimi.

Rirpesa lenta e graduale

La pandemia ha fatto crollare le vendite di auto più o meno come fece la seconda guerra mondiale. Se la caduta è stata immediata causa il lockdown, la ripresa è però graduale. Secondo uno scenario “medio”, ci vorranno non meno di due anni per tornare ai livelli del pre-Covid.

venerdì 13 novembre 2020

Eurozona, rimbalzo importante del PIL. Ma i contagi da Covid continuano a tenere in apprensione

Sfilza di dati macro per la Eurozona, prima del weekend. L'economia dell'area realizza un balzo poderoso, con una crescita che - secondo le stime preliminari - non si era mai vista dall'inizio delle serie temporali nel 1995.

Dati macro sulla Eurozona

Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea, ha annunciato oggi che il Prodotto interno lordo (Pil) ha segnato nel terzo trimestre un +12,6%. Il valore è in crescita rispetto al -11,8% del secondo trimestre. Quest'ultimo era stato contrassegnato dal pesanitssimo contraccolpo dovuto al lockdown primaverile in quasi tutta la Eurozona.
Benché si tratti del dato migliore dall'inizio della serie nel 1995, è risultato peggiore rispetto alle attese degli analisti, che si aspettavano un +12,7%. Rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, il pil ha segnato una flessione del 4,4% nell’area euro e del 4,% nella Ue.

Bilancia commerciale e lavoro

Per quanto riguarda la bilancia commerciale, l'Eurozona segna 24 miliardi di euro contro i 21,9 precedenti rivisti a 21mld e i 22,5 mld attesi. Eurostat ha evidenziato che le esportazioni sono cresciute del 4% al mese, mentre le importazioni del 2,7%.

Aumenta intanto l'occupazione nella Eurozona. Il numero di occupati è infatti cresciuto dello 0,9% su trimestre fino a settembre 2020, riprendendosi da un calo senza precedenti del 2,9% nel periodo precedente. Anche in questo caso, si tratta del maggiore aumento dalla serie iniziata nel 1995. Anno su anno, l'occupazione è diminuita del 2%, dopo un calo del 3,1% nel secondo trimestre.

Nota: puoi vedere come impattato queste notizie sul Dax, consultando un sito specializzato sulla borsa tedesca.

Euro poco mosso

Sul fronte valutario, questi dati non stanno avendo grande impatto sull'euro, già bloccato dai migliori indicatori forex affidabili. La valuta unica è scambiato verso 1,18, dopo aver raggiunto il massimo di oltre due mesi a 1,19 nella giornata di lunedì.

Gli investitori rimangono preoccupati per l'aumento dei casi di COVID-19. La Germania ha evidenziato 23.542 nuovi casi venerdì, il numero più alto dal inizio della pandemia. La Francia ha superato la Russia diventando il quarto paese più colpito al mondo.
Nel frattempo, la presidente della BCE Lagarde ha accennato a ulteriori stimoli già a dicembre, affermando che l'impatto della pandemia continuerà probabilmente a pesare sull'attività economica anche nel 2021.

martedì 10 novembre 2020

Crisi economica, il vaccino Pfizer potrebbe finalmente innescare la ripresa a V

 

Dopo tanti mesi di attesa, finalmente è giunta la notizia che tutti aspettavano: il vaccino anti-Covid Pfizer sembra funzionare davvero. Entro pochi mesi potrebbe immunizzare milioni di persone dal virus. E' una notizia importante anche per l'economia, perché - come sottolineano gli esperti di Goldman Sachs - potrebbe finalmente innescare quella ripresa a V dopo la dura crisi economica.

Il vaccino a la crisi economica

Nell'ultimo report sull'economia globale, la banca d’affari americana si mostra fiduciosa. Tanto da prevedere una crescita vigorosa nei prossimi due anni. Negli Stati Uniti ad esempio, il PIL potrebbe schizzare del 5,3% nel 2021 e del 3,8% nel 2022. Per il PIL dell'Italia invece le stime sono di una ripresa pari a +6% nel 2021 e del 3,6% nel 2022.

Ci vuole pazienza

Tuttavia, per vedere gli effetti benefici del vaccino sulla crisi economica, bisognerà aspettare. Ci vorranno diversi mesi. il tempo necessario affinché il vaccino sarà stato reso disponibile a tutti. Nel frattempo bisognerà stringere ancora i denti, visto che siamo ancora in piena seconda ondata. A tal proposito, gli esperti della banca d'affari newyorkese ritengono che l'impatto sull'economia sarà meno forte di quanto temuto. Infatti le nuove restrizioni sono più leggere rispetto ai lockdown totali della scorsa primavera. Inoltre la mobilità è meno sensibile alle nuove misure di contenimento.
Tutto comunque cambierà a partire dalla prossima primavera, quando timori, incertezze e debolezze dell’economia globale lasceranno il posto alla ripresa economica. Stavolta, senza rischio di nuove ondate.

Pacchetto di aiuti

Nel frattempo, Goldman Sachs evidenzia che la fresca elezione di Joe Biden alla Casa Bianca, potrà sbloccare un sostanzioso pacchetto di stimoli da mille miliardi di dollari. Questo servirà a dare un impulso alla crescita degli Stati Uniti nei prossimi trimestri, in attesa che il vaccino imprima la sua efficacia alla ripresa economica.

giovedì 5 novembre 2020

Mercati più propensi al rischio. USD in calo, Yen in alto. Vola anche la borsa giapponese

Dopo le turbolenze della giornata di ieri, innescate dall'andamento incerto delle presidenziali USA, oggi lo Yen giapponese è salito perché i mercati hanno preso le distanze dal biglietto verde, a poco a poco che lo scrutinio evidenziava un vantaggio sempre più chiaro di Biden nella corsa alla Casa Bianca. Tuttavia, si profila uno scenario con un Congresso americano diviso tra DEM e Repubblicani.

Il cambio USDJPY è così sceso a 104,2, in prossimità dei minimi di 8 mesi. Sui grafici inoltre si sta formando un pattern di continuazione del trend trading che incoraggia le scommesse sulla valuta nipponica.

Bank of Japan, dati macro e mercati

Nel frattempo il governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha detto al parlamento che l'istituto centrale non ha intenzione di modificare i suoi acquisti di ETF o ridurre le sue partecipazioni.

Ma i mercati erano interessati anche ai dati macro. Il PMI dei servizi giapponesi della banca au Jibun si è attestato a 47,7 in ottobre, segnando la lettura più alta da gennaio. Cosa incoraggiante, i livelli di occupazione si sono stabilizzati dopo sette mesi consecutivi di perdita.
Allo stesso tempo l'indice PMI composito è salito ai massimi di 9 mesi, poiché il settore privato giapponese ha continuato a riprendersi gradualmente dal crollo di aprile.

Nota: quando si fanno operazioni sulle valute, bisogna sempre aumentare le proprie conoscenze strategiche. Qui c'è una guida sulla strategia triangoli trading forex.

Azionario sui massimi di due anni

Sui mercati si respira un forte orientamento al rischio. Mentre il rendimento dei titoli di stato giapponesi a 10 anni è sceso a un minimo di 5 settimane dello 0,018%, l'azionario giapponese ha chiuso sui massimi di 2 anni. Il Nikkei 225 ha guadagnato 410,05 punti (+1,73%) raggiungendo 24105,28. Tra i singoli titoli, Suzuki Motor è salito del 4,89% dopo aver pubblicato una previsione di profitto superiore alle attese, mentre la società farmaceutica Eisai ha guadagnato il 17,91% dopo che la società e il suo partner Biogen Inc si sono avvicinati a ricevere il cenno del capo della FDA statunitense per il loro farmaco per l'Alzheimer.

martedì 3 novembre 2020

Reddito e pensione di cittadinanza, rischio impennata dei costi con i nuovi lockdown

Un nuovo lockdown non solo spingerebbe l'Italia ancora di più nel tunnel della crisi, ma avrebbe conseguenze forti anche sul piano della spesa pubblica. L'importo del reddito e della pensione di cittadinanza, potrebbero infatti schizzare ben oltre la soglia dei 10 miliardi di euro.

La crescita del sussidio al reddito

Al ministero dell’Economia stanno conteggiando gli effetti della crisi, che già da settimane sta spingendo sempre più in alto le risorse che ogni mese sono necessarie per pagare il reddito di cittadinanza. Adesso che il virus rischia di bloccare nuovamente il Paese, si teme che l'esercito di beneficiari potrebbe essere molto più elevato di quello previsto. Se al momento percepiscono il beneficio 1,3 milioni di famiglie, a Natale potrebbero diventare 1,5 milioni di nuclei. La conseguenza sarebbe una impennata della spesa, che finirebbe fuori controllo.

Nuova spesa

Per fare in modo che gli aventi diritto possano ottenere il reddito di cittadinanza, il Governo lavora a un nuovo scostamento di bilancio, altro deficit che il Parlamento dovrebbe autorizzare. Il prossimo anno il reddito di cittadinanza richiederà altri 3 miliardi di euro aggiuntivi. Complessivamente il sussidio richiederà circa 5 miliardi nel primo semestre del 2021 e 5,5 miliardi nel secondo. Tuttavia, questi calcoli prezzano la speranza che il virus verrà sconfitto o comunque arginato, e non ci saranno ulteriori restrizioni.

Taglio al sussidio?

Che fare quindi con quei 3 miliardi aggiuntivi richiesti per erogare il sussidio? Due possibilità. O si trovano nuove risorse per alimentarlo, oppure si dovranno effettuare i primi tagli alle ricariche, come previsto dalla legge che ha introdotto la misura. All’Inps sono in attesa di capire come deciderà di muoversi il governo, ma ammettono che se le risorse finiranno prima del tempo sarà necessario rimodulare gli importi erogati.