martedì 27 dicembre 2022

Prezzo del Bitcoin ancora alle prese con quota 17 mila. Pesano le preoccupazioni sui tassi di interesse

Non finisce il periodo opaco per le criptovalute, che adesso devono fare i conti anche con le rinnovate preoccupazioni sui tassi di interesse alti negli Stati Uniti. Il prezzo della regina del settore, Bitcoin, non riesce ad esempio a scavallare la soglia dei 17 mila dollari. Ma è l'intero panorama a rimanere fiacco.

Tassi di interesse e prezzo delle criptovalute

Gli ultimi dati macroeconomici dagli Stati Uniti segnalano che l'economia a stelle e strisce resta solida, nonostante i timori di inflazione e recessione.

Prima della vigilia di Natale, è tornata così ad accendersi la speculazione sui tassi di interesse alti da parte della Federal Reserve. La banca centrale americana potrebbe aumentare nuovamente il ritmo attuale del ciclo di rialzi dei tassi, nella lotta contro l'inflazione.
Questo penalizza il prezzo di Bitcoin e delle altre cripto. Nel contesto in cui le banche centrali tengono alti i tassi di interesse, gli investitori preferiscono posizionare il denaro su prodotti ritenuti più sicuri e meno volatili delle crypto.

Situazione di Bitcoin

Il prezzo di Bitcoin è ancora fermo sotto quota 17.000, che diventa la prima soglia psicologica rilevante. Anche se sembra passato un secolo, è stato appena un anno fa che il prezzo giunse al massimo storico di 69 mila dollari.
La maggiore delle valute digitali si trova in una fase di range da diverse settimane, e adesso si appresta a testare la EMA50. I rialzisti sperano che tutto ciò possa dare un impulso al settore. All'orizzonte si vede un accenno di triangolo trading simmetrico.

La crisi di fiducia

Il prezzo delle totalità delle valute digitali è praticamente congelato sui quei livelli ai quali è precipitato dopo il crack dell'exchange FTX. E' interessante, in proposito, analizzare questo settore tramite l'indicatore Aroon forex.

La eco mediatica generata da quell'evento ha innescato una crisi di fiducia, spingendo i piccoli risparmiatori a vendere le loro crypto, magari pure perdendoci parecchio denaro.
Questo sentiment è aggravato anche dalla recente bancarotta di Core Scientific, una delle più grandi società di estrazione di criptovalute quotate in borsa negli Stati Uniti.

mercoledì 21 dicembre 2022

Lavoro, frenata dell'occupazione in Italia nel terzo trimestre

Gli ultimi dati sul lavoro in Italia evidenziano una diminuzione del numero di occupati nel terzo trimestre rispetto al secondo, ed una frenata della crescita su base annua.

La fotografia del Mercato del Lavoro

Ad illustrare i dati riguardanti al mercato del lavoro è stata la Nota trimestrale sulle tendenze dell'occupazione nel terzo trimestre 2022 pubblicata da Istat, Ministero del lavoro, Inps, Inail e Anpal.

Nel corso del terzo trimestre c'è stata una riduzione dello 0,1% rispetto a quello precedente (misurato in Ula, Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno).
Anche la crescita su base annua evidenzia una frenata (+2,7% rispetto al terzo trimestre 2021).

Il numero di occupati è sceso di 12 mila unità, anche se alo tempo spesso i disoccupati sono scesi di 52 mila.
È cresciuto il numero degli inattivi nella fascia di età compresa tra 15 e 64 anni (+30 mila, +0,2%).

Stipendi in calo

Una dinamica discendente la evidenziano anche le retribuzioni. Nel periodo che va dal 2007 al 2020, la retribuzione netta a disposizione dei lavoratori è calata del 10%. Le imposte sul lavoro dipendente sono aumentate in media del 2%. I contributi sociali dei datori di lavoro sono diminuiti del 4%, anche per l'introduzione di misure di decontribuzione.

Forse può interessare: tasse, nel primo semestre del 2002 lo Stato ha incassato il 13,5% in più.

Le fasce di retribuzione

Proprio nell'anno 2020, il 76% dei redditi lordi non andava oltre i 30 mila euro l'anno. La metà dei prestatori di lavoro si collocava nella fascia tra i 10-30 mila annui, mentre più del 25% era al di sotto di questa soglia. Soltanto il 2,7% poteva vantare una retribuzione superiore ai €70000 l'anno. Ricordiamo che di recente Bankitalia ha evidenziato un aumento delle disuguaglianze.

Il report evidenzia che c'è stato un aumento consistente nella fascia di retribuzione inferiore ai 10mila euro, soprattutto per i lavoratori autonomi. In questa categoria di lavoro la percentuale è infatti salita al 41,7% nel 2020 rispetto al 35.5% nel 2019. Una forte crescita ha caratterizzato anche il lavoro dipendente: 25% rispetto al 21,3% del 2019.

mercoledì 14 dicembre 2022

Inflazione, frenata importante anche nel Regno Unito. Il mercato festeggia

Alla vigilia del meeting di politica monetaria della Bank fo England, l'ufficio nazionale di statistica britannico ha reso noti gli ultimi dati sull'inflazione.
Il report evidenzia una frenata dei prezzi, così come era successo anche martedì negli USA.

L'andamento dell'inflazione

A novembre il tasso di inflazione annuo nel Regno Unito è sceso al 10,7%, in frenata rispetto all'11,1% segnato di ottobre. Quest'ultimo era il livello più alto raggiunto negli ultimi 41 anni. Il dato è leggermente migliore di quanto si attendessero gli economisti, che prevedevano un rallentamento al 10,9%.

Il maggior contributo al ribasso è stato fornito dai trasporti (7,2% contro 8,9%). In rallentamento anche i prezzi di abbigliamento e calzature (7,5% vs 8,5%), tempo libero e cultura (5,3% vs 5,9%) e comunicazione (2,6% vs 3,2%). Nel frattempo, l'inflazione alimentare è salita al 16,5% dal 16,4%, toccando il livello più alto dal 1977, guidata dal costo del pane e dei cereali.
Rispetto al mese precedente, il CPI è aumentato dello 0,4%, ben al di sotto del balzo del 2% di ottobre.

La reazione del mercato

Dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione, il rendimento dei titoli di Stato del Regno Unito a 10 anni è aumentato al massimo di 4 settimane del 3,309%.
Il cambio sterlina-dollaro (GBPUSD), una delle coppie di valute più scambiate forex, si muove invece in lieve rialzo a 1.238.
Di recente la sterlina britannica è salita sopra la soglia di 1,24 per la prima volta da metà giugno, poiché gli investitori hanno digerito un rapporto sull'IPC degli Stati Uniti più debole del previsto.

La Bank of England

Giovedì la Banca d'Inghilterra annuncerà un aumento del tasso di 50 punti base, dopo un aumento di 75 punti base deciso nella riunione precedente (il più grande in 33 anni).
Sulla sterlina - che oggi sta disegnando una candela doji trading forex - continuano intanto a pesare le preoccupazioni per l'andamento dell'economia nazionale, anche se i dati di lunedì hanno mostrato che la crescita è stata più del previsto in ottobre.

lunedì 12 dicembre 2022

Vendite on-line, rivincita dell'e-commerce si nasconde nei numeri

Quando cominciò a diffondersi il fenomeno delle vendite on-line, i negozi tradizionali - di qualsiasi dimensione e fama - si sentirono minacciati. Ma oggi anche questi ultimi vedono nell'e-commerce un canale fondamentale per i propri bilanci.

La rivincita delle vendite on-line

Da quando nei primi tempi della loro diffusione, le vendite on-line erano considerate qualcosa di controverso, è passato tantissimo tempo. Ma soprattutto è passata la pandemia di SARS-CoV-2.
Con la crisi sanitaria l'e-commerce è diventata una risorsa strategica, per non dire vitale, delle imprese. Lo dimostra il fatto che per la prima volta il volume di vendite globali ha superato i 5000 miliardi di dollari, arrivando a rappresentare più del 20% del totale delle vendite.

Anche chi all'inizio osteggiava questo fenomeno si è ricreduto. Ad esempio i settori del lusso e della moda, che hanno sempre fondato le loro radici sul rapporto personale con clienti e distributori, hanno vissuto una continua crescita delle vendite on-line.
E pensare che una quindicina d'anni fa c'era chi spingeva addirittura per l'imposizione di un divieto o di un limite al fenomeno dell'e-commerce per tutelare il proprio marchio.

La tecnologia e la digitalizzazione

Oltre alla pandemia, ha agito un altro fattore che ha spinto le vendite on-line. Si tratta della progresso tecnologico. Innovazione e digitalizzazione hanno cambiato anche il comportamento dei consumatori, che diversificano le loro abitudini di acquisto e cercano occasioni di risparmio, oppure preferiscono la comodità di comprare e ricevere direttamente a casa.

La doppia sfida

Più che per scelta, le imprese che non credevano nell'e-commerce si sono trovate di fronte alla necessità di affrontare una doppia sfida. Da una parte difendere il valore del proprio brand, dall'altra aumentare le proprie vendite.
A distanza di 15 anni si può dire che molte di esse sono riuscite a cogliere l'opportunità che si nascondeva dietro questa duplice sfida.

mercoledì 7 dicembre 2022

Banca Centrale del Canada, nuova stretta di 50 punti base

Come era prevedibile arriva una nuova mossa restrittiva da parte della banca centrale del Canada, che ha alzato i tassi di interesse di mezzo punto percentuale, portandolo al 4,25%. Si tratta del livello massimo dal 2008.

La decisione della Banca Centrale del Canada

I policy-makers canadesi hanno complessivamente effettuato strette monetarie per complessivi 400 punti base in soli 9 mesi. Tuttavia da quanto emerge dopo il meeting odierno, il ritmo dei rialzi dei tassi dovrebbe rallentare se non addirittura fermarsi. Molto dipenderà dai dati macro che verranno resi nel prossimo futuro.

La situazione canadese

L'economia del paese nordamericano continua a dimostrarsi solida, anche se la Banca Centrale del Canada si aspetta una frenata in questo scorcio del 2022 e dall'inizio del 2023.
I responsabili di politica monetaria hanno inoltre evidenziato che il mercato del lavoro rimane teso, ma soprattutto l'inflazione continua ad essere troppo elevata, così come lo sono le aspettative a breve termine della stessa.

Il tasso di inflazione annuale del Canada si è attestato al 6,9%, ancora molto al di sopra dell'obiettivo del 2% della banca centrale.

Consiglio: se vi interessa negoziare il dollaro canadese, sfruttate uno dei Consob broker autorizzati e siti trading.

La reazione del mercato

Dopo la decisione della Banca Centrale del Canada, il rendimento dei titoli di Stato Canadesi a 10 anni è sceso al 2,74%, ossia al livello più basso degli ultimi quattro mesi.
Ha guadagnato terreno invece il dollaro canadese. A seguito del meeting di politica monetaria il loonie è riuscito anche aggiungere sul minimo di un mese rispetto al Dollaro Americano (USDCAD a 1,356), anche se in seguito ha rilasciato parte dei guadagni.

Va evidenziato che nell'ultimo periodo il dollaro canadese ha patito la brusca frenata dei prezzi del petrolio, visto che parliamo di uno dei produttori di petrolio maggioi al mondo e che si tratta quindi di un asset fondamentale dell'economia nazionale.

lunedì 5 dicembre 2022

Consumi, gli italiani scelgono sempre di più il discount

L'ultima indagine di Nielsen IQ conferma una tendenza che si sta affermando sempre di più. Per i loro consumi gli italiani scelgono prevalentemente le catene di discount.

Indagine Nielsen sui consumi

Nei mesi autunnali il fatturato dei discount ha conosciuto una crescita del 11%. Si tratta di un incremento decisamente superiore rispetto a quello registrato dalle altre tipologie di punti vendita. I supermercati si fermano Infatti al 9,9%, mentre i drugstore specializzati per i prodotti per casa e persona superano appena il 10%.

In base ai dati forniti da Gfk emerge che i discount vengono frequentati dall'85% delle famiglie italiane. Parliamo di una crescita progressiva avvenuta negli ultimi anni, a partire dal 2018, quando tale percentuale si fermava al 79%.

Forse può interessare: la spending review messa in atto dagli italiani.

Non servono le promo

Un aspetto che merita una riflessione profonda riguarda le promozioni. Per attirare i consumi i discount ne hanno bisogno molto meno dei loro concorrenti.
Se si fa il confronto con gli altri punti vendita, emerge infatti che gli sconti sono stati pari al 13,6% nel periodo settembre/ottobre, mentre la media complessiva è addirittura del 22,6%.

I target

Il successo del discount attraversa le intere categorie di target. I consumi in questo tipo di negozio vengono scelti sia dalle famiglie numerose, sia dei single appassionati di cucina, sia delle donne che dagli uomini. Anche i giovani che amano sperimentare in cucina, così come gli Urban taster.

Le ragioni del successo

Alla base di questo vero e proprio boom dei discount ci sono innanzitutto i prezzi molto competitivi. Ma questa è stata sempre una caratteristica di discount.
Ciò che ha attirato ancora di più i consumi è l'evoluzione dell'assortimento, che nel corso del tempo è passato da brand per lo più anonimi a marche affermate e prodotti di nicchia, che sono difficili da reperire.
Un'altra chiave del successo sono state le campagne pubblicitarie. I discount hanno investito molto nella comunicazione sia sui canali tradizionali, che su quelli più moderni ottenendo un grosso ritorno.

giovedì 1 dicembre 2022

Mercato del lusso, l'Italia recita la parte del leone

Tra il 2020 e il 2021 c'è stata una forte crescita del mercato di lusso. Il fatturato nel settore relativo ai primi 100 gruppi al mondo è stato di poco superiore ai 300 miliardi di dollari, un sesto in più rispetto all'anno precedente e 24 miliardi in più rispetto all'era pre-covid. In questo ambito l'Italia svolge un ruolo di primissimo piano.

L'Italia è il mercato del lusso

Secondo la ricerca annuale del Global Powers of Luxury Goods, tra le 100 maggiori aziende al mondo del mercato del lusso, ben 23 sono italiane.

I principali top player italiani sono Prada, Moncler e Giorgio Armani (che assieme rappresentano il 35% delle vendite di beni di lusso di aziende italiane). 

Quelle che hanno registrato il tasso di crescita maggiore sono Golden Goose (+27,2%), Moncler (+12,9%) ed Euroitalia (+10,9%).
Inoltre il gruppo Marcolin ha registrato il net profit margin più alto dell'intera classifica: 33,4%.

Cambiamenti

L'analisi fatta nel Global Powers of Luxury Goods evidenzia inoltre un cambiamento nel mercato del lusso. I nuovi trend e le abitudini di acquisto evidenziano una sempre maggiore attenzione al tema della sostenibilità e della digitalizzazione.
Oggi più che mai le aziende di questo settore sono in grado di essere vicine ai consumatori in termini di servizio, produzione, ascolto e condivisione dei medesimi valori.

Forse può interessare: l'importanza della sostenibilità per le aziende italiane.

Le migliori del mercato del lusso

Il podio della Top 10 dei big del lusso è oramai consolidato, visto che per il quinto anno consecutivo non ci sono cambiamenti. In testa ci sono i colossi LVMH Moet Hennessy Louis Vuitton, Kering e The Estée Lauder Companies.
Le migliori aziende (quelle della top 10) persano per l’85% per net profit nella classifica delle top 100 di Deloitte.

Va anche segnalata la sempre maggiore importanza dei grandi conglomerati, come testimonia l'esperienza della Francia. Pur avendo solo 8 aziende della classifica delle 100 maggiori, ben 4 sono nella Top Ten. La Francia inoltre è il paese che vanta complessivamente le performance migliori.

lunedì 28 novembre 2022

Banche, nel 2023 i buyback saranno meno generosi

Nel corso del 2022 numerosi istituti europei hanno varato importanti programmi di riacquisto di azioni proprie sul mercato. Ma per le banche lo scenario nel 2023 si preannuncia molto diverso.

Come cambia la strategia delle banche

I timori riguardanti un'imminente recessione economica, e anche il contesto generale di grande incertezza che si respira sui mercati, hanno spinto le banche ad un cambio di strategia per i prossimi mesi.

Inoltre le raccomandazioni da parte delle banche centrali, che hanno invitato gli istituti a fare profonde riflessioni sui programmi di riacquisto azioni, anche alla luce dei nuovi coefficienti di patrimonializzazione, sono un ulteriore motivo che ha indotto le banche alla prudenza.

La festa del 2022

Nel corso del 2022 ci sono state operazioni di riacquisto azioni per 33 miliardi di euro.
Un'analisi di Bloomberg intelligence ha evidenziato che almeno 20 delle maggiori banche del vecchio continente hanno fatto ricorso a programmi di acquisto.
Il più importante è stato quello di UBS per 5,4 miliardi di euro. Seguono quelli di Nordea (2,5 miliardi) e Lloyds (2,3 miliardi). Ma l'elenco delle banche che hanno proceduto a programmi del genere è bello lungo. Comprende tanto gli istituti italiani quanto quelli gli altri grandi paesi, come ad esempio il colosso del DAX 40 (Ger40) Deutsche Bank.

Nota bene: le operazioni di buyback interessano molto a chi fa trading online. Anche chi usa il Gator oscillatore trading.

Un taglio ai buy-back

Le cose però nei prossimi mesi cambieranno, senza tuttavia intaccare il ruolo dei programmi di buyback come metodo privilegiato per remunerare gli azionisti, rispetto ai dividendi o alle grandi operazione di fusione o acquisizione.

I programmi di buyback infatti fanno crescere il prezzo delle azioni come effetto degli acquisti stessi. Si tratta di una pratica cominciata dopo il crack del 1929, quando molte imprese che erano quotate a Wall Street cominciarono a ricomprare le proprie azioni per ridare fiato al prezzo dei titoli dopo il collasso del mercato.

mercoledì 23 novembre 2022

Patrimonio di Elon Musk sforbiciato di 100 miliardi nel corso del 2022

Per il magnate australiano Elon Musk il 2022 non è stato un anno semplice, ne' gratificante dal punto di vista economico. Secondo i calcoli dell'agenzia Bloomberg, il suo patrimonio ha infatti perso sulla carta oltre 100 miliardi di dollari.

I conti sul patrimonio

In base a quanto calcolato dalla famosa agenzia statunitense, l'impatto più violento sul patrimonio di Musk è dovuto al crollo delle azioni Tesla. Dall'inizio dell'anno infatti il titolo è precipitato a Wall Street di oltre il 50%, facendo molto peggio dell'indice di riferimento tecnologico (Nasdaq) che ha perso qualcosa in meno del 30%.

Anche altre partecipazioni azionarie hanno subito dei cali più o meno accentuati, che hanno inciso sul patrimonio del ricco imprenditore australiano.

Il caso Twitter

Non c'è dubbio però che Elon Musk abbia subito il peggiore contraccolpo a causa della vicenda dell'acquisizione di Twitter.
Da quando sì propose di di acquisire la famosa piattaforma social, la scorsa primavera, è cominciata una lunga battaglia che ha avuto l'esito finale soltanto poche settimane fa, quando Musk si è rassegnato a dover comprare una società che probabilmente non voleva più.
L'acquisto di Twitter è costato ben 44 miliardi di dollari, ma altri problemi sono nati subito dopo la chiusura dell'operazione.

Problemi su problemi

Da una parte gli investitori di Tesla si sono fatti sempre più preoccupati del fatto che Musk possa dedicare più tempo al colosso social che ha appena comprato, che non alla sua compagnia. E chiaramente hanno finito per vendere parte delle loro quote in Tesla.

Dall'altra parte ci sono poi i grossi problemi sul fronte del lavoro, che sono nati subito dopo l'acquisto di Twitter.
Musk ha infatti deciso di ridurre drasticamente la forza lavoro della società, anche se dopo una prima fase di muro contro muro ultimamente si è fatto più conciliante. Resta però il fatto che la riorganizzazione di Twitter impegna tempo e denaro e questo non fa bene al patrimonio di Musk.

mercoledì 16 novembre 2022

Mercato azionario in calo sulla scia delle tensioni geopolitiche

La caduta di alcuni missili in territorio polacco ha accresciuto le tensioni sul fronte internazionale, finendo per spingere ad una maggiore prudenza il mercato azionario.
I listini del vecchio continente hanno così chiuso la seduta con un calo moderato.

Il bilancio del mercato azionario

A Piazza Affari l'indice FTSE MIB ha chiuso la giornata con una perdita di 0,68% a quota 24531 punti. Per il maggiore listino milanese si tratta della prima chiusura in calo dopo una scia di ben 8 guadagni consecutivi.

Al contrario si è mosso al rialzo il FTSE Italia All-Share, che arriva a 26.735 punti.
Depresso il FTSE Italia Mid Cap (-1,52%); come pure, in netto peggioramento il FTSE Italia Star (-2,49%).
Sul resto del mercato azionario europeo ci sono soltanto segni rossi. Francoforte chiude in calo sul Dax dello 0,94%, e molti ne hanno approfittato per fare scalping dax 1 minuto. Londra evidenzia -0,25%, Parigi, -0,52%.

Il bilancio della giornata

Sul mercato azionario milanese gli investitori hanno scambiato un controvalore pari a 2,19 miliardi di euro, con un incremento del 17,52%, rispetto ai precedenti 1,87 miliardi di euro; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,55 miliardi di azioni della seduta precedente agli odierni 0,61 miliardi.

I singoli titoli del listino

Per quanto riguarda i singoli titoli il migliore è risultato Leonardo che ha ottenuto un guadagno di 2,17% e ha disegnato diamante Diamond pattern.
Performance positiva anche per Hera che ha chiuso a +1,54% e Banco BMP con +1,39%.
Giornata molto negativa per Amplifon che ha chiuso con un bilancio di -3,74%.
La caduta del petrolio spinge ribasso anche Saipem, -2,84%.
Vendite anche su Telecom Italia (-2,75%) penalizzata dal potenziale progetto di Opa di Cdp e pesa il taglio del rating dell'agenzia Fitch.

Gli altri mercati

Se il mercato azionario si è mosso con cautela, quello valutario vede il dollaro continuare la sua fase di debolezza. Il cambio EURUSD continua a muoversi oltre la parità dopo i forti guadagni della settimana scorsa.
Brusco scivolone per il petrolio, che ha perso alcuni punti percentuale.

lunedì 14 novembre 2022

Mercato del food & beverage, l'Italia brinda a risultati straordinari

Il made in Italy si conferma ancora una volta uno dei fattori vincenti sul mercato del food & beverage. Lo dimostrano i numeri che sono stati illustrati nel corso di un evento promosso da Verallia Italia.

I numeri del Food & beverage italiano

La fotografia scattata riguardo questo settore evidenzia infatti che l'Italia è il sesto esportatore al mondo di prodotti alimentari e di bevande. Il valore del nostro export raggiunge infatti 42,3 miliardi di euro. Se aggiungiamo anche la bilancia commerciale dei prodotti agricoli, questa cifra raggiunge i 50 miliardi di euro.

Nel Food and beverage siamo quindi al sesto posto dietro Stati Uniti, Germania, Paesi Bassi, Francia e Brasile.

La tendenza positiva

Quello che però conforta maggiormente è il trend di breve periodo, ossia calcolato nell'ultimo quinquennio. La crescita dell'export di mercato del food and beverage italiano segna infatti un aumento del 6,2%, più del doppio rispetto alla Germania (2,9%) e è molto di più anche della Francia (+3,8%).

Inoltre negli ultimi sette mesi il mercato del Food & beverage italiano ha realizzato un export da record pari a 28,5 miliardi di euro. Si tratta di un incremento del 21% rispetto all'anno scorso.

Prodotti di qualità

Quello che fa la differenza è senza dubbio la qualità dei prodotti a marchio italiano, una eccellenza del nostro Food and beverage che viene riconosciuta in tutto il mondo.

A cominciare dalla pasta e dalle conserve di pomodoro, dove abbiamo un Market share rispettivamente al 29% e al 44%. L'Italia inoltre è seconda nella classifica degli esportatori di vino, con una quota del 24% per gli spumanti e del 21% per i fermi. Ottimi anche i risultati per quanto riguarda l'export di olio EVO (market Share del 20%).

Sfide e difficoltà

Questi risultati estremamente lusinghieri si confrontano tuttavia con un contesto estremamente difficile. Il mercato del food & beverage in italiano infatti è molto esposto ai rincari energetici e al tempo stesso alle fortissime tensioni sui prezzi delle materie prime che spesso vanno fuori controllo.

mercoledì 9 novembre 2022

Investitori fanno acquisti sulle borse del vecchio continente

È stata una giornata positiva per i listini azionari del vecchio continente, che hanno strappato un piccolo rialzo. In attesa del dato statunitense sull'inflazione (in calendario giovedì), la giornata è stata caratterizzata soprattutto dall'importantissimo appuntamento negli Stati Uniti, dove è in corso la tornata del Mid-term, che ripropone la sfida Biden-Trump.

Gli esperti credono che se i repubblicani si aggiudicheranno almeno una delle due Camere, lo scenario per il mercato azionari migliorerà, perché questo bloccherà i piani di spesa del presidente Joe Biden e dei democratici, provocando un possibile calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro e un rialzo dei titoli azionari.

Il bilancio per gli investitori

Alla fine della seduta odierna gli investitori hanno visto l'indice MIB chiudere con un guadagno di 0,86% a quota 23694 punti. Il listino milanese ha preso forza da metà giornata in poi.
Sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share guadagna lo 0,98% rispetto alla seduta precedente, chiudendo a 25.442 punti.

Nel resto d'Europa brilla soprattutto in listino di Francoforte che chiude con un guadagno di 1,15%, mentre un rialzo più moderato ha avuto Parigi (+0,39%). Chiude poco mossa Londra (+0,08%). Amsterdam +1,17%, Madrid +0,48%.

I dati di Milano

Gli investitori di Piazza Affari hanno premiato soprattutto CNH Industrial (+5,73%), spinta dai dati trimestrali e dall'aumento della guidance 2022.
Performance degna di nota anche per STMicroelectronics (+4,36%), che ha sfruttato la giornata positiva dei tecnologici. Risultati buoni per Amplifon (+3,90%) e Interpump (+3,18%).

Al contrario, gli investitori hanno venduto soprattutto Bper (-7,7%), sul quale si concentrano le prese di beneficio fisiologiche dopo il +40% dell'ultimo mese. Siamo vicini a un breakout del Pattern pennant trading analisi tecnica.
Seduta negativa per Telecom Italia, che mostra una perdita del 2,18% dopo il +10,7% di ieri.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario, il cambio euro-dollaro è tornato sopra la parità, e chi fa forex intraday strategie ha puntato deciso sulla valuta unica. Corre l’oro, consegna immediata, che si apprezza oltre a 1715 dollari l’oncia.
Frena il greggio dopo due sedute in rialzo, mentre si segnala il tonfo delle criptovalute: Bitcoin precipita a quota 18500 dollari ed Etherum perde circa il 15%.

lunedì 7 novembre 2022

Lavoro, si preannuncia un inverno caldissimo per le Big Tech

L'inverno è alle porte ma per le grandi aziende tecnologiche americane si preannuncia una stagione caldissima, almeno sul fronte del lavoro. Twitter è solo uno dei casi, magari il più eclatante, di quelli sul tavolo.

Periodo durissimo per il lavoro nelle Big Tech

L'aria che si respira nella Silicon Valley si è fatta molto pesante, come dimostrano anche le ultime trimestrali pubblicate dalle grandi aziende tecnologiche.
I bilanci hanno evidenziato i bruschi effetti dell'inflazione, della crisi internazionale, del rallentamento della crescita. Fattori che hanno indotto molte aziende a stringere la cinghia sul mercato del lavoro.

Il caso Twitter

La notizia più discussa degli ultimi giorni è quella riguardante Twitter. Dopo aver concluso l'acquisto della famosa piattaforma social, il magnate australiano Elon Musk ha infatti annunciato l'intenzione di tagliare del 50% della forza lavoro della società. Parliamo di una sforbiciata che coinvolgerà 3700 dipendenti sui 7500 totali.

Secondo quanto riportato dal New York Times, a molti dipendenti sarebbe arrivata una email dalla compagnia che li congedava già da venerdì scorso, ordinando di non presentarsi perché sarebbero divenuti operativi i primi tagli al personale.

Twitter non è un caso isolato

Elon Musk si trova però in buona compagnia, visto che anche Amazon ha fatto un intervento forte sul mercato del lavoro, comunicando il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato. La motivazione di questa scelta è individuata in un "ambiente macroeconomico insolito", che potrebbe comportare il congelamento delle assunzioni per diversi mesi.

Nelle scorse settimane anche Microsoft, Alphabet e Meta hanno fatto intendere un piano di razionalizzazione delle risorse, che inevitabilmente significa tagli ai posti di lavoro.
Google ha invitato alcuni dei suoi dipendenti a cercare un'altra occupazione all'interno dell'azienda.

A fine ottobre altre società tecnologiche hanno tagliato posti di lavoro, come Lyft (mobilità) e Stripe (pagamenti). I co-fondatori di Lyft John Zimmer e Logan Green hanno fatto sapere giovedì scorso che la società taglierà il 13% del personale, quasi 700 posti di lavoro. Lyft ha più di 5.000 dipendenti, esclusi i conducenti.

martedì 1 novembre 2022

Costo del denaro, la RBA decide un aumento di 25 pb

La corsa dell'inflazione ha spinto la banca centrale australiana a effettuare la settima stretta consecutiva. La Reserve Bank of Australia ha infatti deciso di alzare il costo del denaro di 25 punti base, come si aspettavano i mercati.

La mossa della RBA sul costo del denaro

L'istituto centrale australiano ha ritoccato all'insù il costo del denaro di 275 punti base dallo scorso maggio, e dopo l'ultimo aumento lo ha portato al 2,85%, un livello che non si vedeva dall'aprile 2013.

Peraltro il board di politica monetaria ha preannunciato che saranno necessari ulteriori aumenti in futuro, dal momento che l'inflazione in Australia è troppo alta. Il consiglio ha ribadito di essere risoluto nel suo impegno a portare l'inflazione ai livelli target. Tuttavia, entità e tempistica dei prossimi interventi saranno decisi in base ai dati macro dei prossimi mesi.

L'outlook sull'inflazione

L'istituto centrale australiano ha rivisto al rialzo le previsioni riguardo all'inflazione del quarto trimestre. Adesso si stima una crescita dell'8%, mentre in precedenza era stimato un aumento del 7,75%. La corsa dei prezzi dovrebbe scendere al 4,75% nel 2023 e calare ulteriormente poco sopra il 3% nel 2024.
La RBA sta inoltre monitorando l'economia globale, la spesa delle famiglie, i salari e il comportamento nella fissazione dei prezzi.

NB. Se volete negoziare il dollaro australiano, potreste sfruttare le Bande di Bollinger (come usare).

La reazione del mercato

Dopo che la RBA ha deciso di alzare il costo del denaro di 25 punti base, il mercato valutario ha spinto al rialzo il dollaro australiano rispetto alla valuta americana, come si vede sui broker opzioni binarie no Esma. Il cambio AUDUSD era salito fino a 0,645, ma poi ha perso buona fetta dei guadagni, dal momento che gli investitori restano prudenti in vista del meeting della FED, che domani dovrebbe alzare il costo del denaro di 75 pb.
La valuta australiana ha toccato il minimo di oltre due anni tre settimane fa, a quota 0,62.

giovedì 27 ottobre 2022

Pagamenti istantanei, la Ue li vuole universali e senza sovrapprezzo

Sta per cambiare qualcosa riguardo ai pagamenti digitali. La Commissione europea ha infatti formulato una proposta per accelerare le transazioni, fino a renderle tutte immediate. Inoltre, a costi più contenuti e quindi più convenienti.

La svolta sui pagamenti

La proposta di Bruxelles è di modificare il regolamento istituito nel 2012 (Sepa, Single euro payments area), così da rendere disponibili universalmente tutte i pagamenti istantanei, equiparando il prezzo a quello dei bonifici tradizionali.
All’inizio di quest'anno, solamente l’11% dei trasferimenti di denaro in Ue sono stati bonifici istantanei, per via di una serie di ostacoli a cominciare dal maggior costo.

Istantaneo è meglio

Ma la UE ritiene di dover intervenire, perché i pagamenti istantanei aiutano a migliorare significativamente il flusso di cassa, generando risparmi sui costi per le imprese, in particolare per le Pmi, compresi i commercianti. Inoltre presentano il grosso vantaggio di liberare il denaro attualmente bloccato in transito nel sistema finanziario, il cosiddetto “fluttuante di pagamento”.

Oggi come oggi, se un cliente dispone un pagamento nel pomeriggio di venerdì, il beneficiario dello stesso se lo vedrà accreditato soltanto il martedì successivo. La Commissione europea intende modificare questa situazione, così che un bonifico che parte alle 19.00 (di qualsiasi giorno) viene recepito un minuto più tardi.

Cosa serve per procedere

La proposta formulata dalla Commissione europea si basa su quattro requisiti.
Anzitutto rendere i pagamenti istantanei in euro universalmente disponibili. I fornitori di servizi di pagamento dovranno quindi predisporre una versione istantanea entro un periodo definito.

In secondo luogo, i fornitori di servizi di pagamento devono garantire un prezzo uguale tra pagamenti istantanei e bonifici tradizionali.
In terzo luogo, i fornitori devono verificare la corrispondenza tra il numero di conto bancario (Iban) e il nome del beneficiario fornito dal pagatore, questo per evitare errori o frodi.
Infine, bisogna eliminare le frizioni nell’elaborazione dei pagamenti istantanei in euro, preservando l’efficacia dello screening delle persone soggette a sanzioni dell’Ue.

lunedì 24 ottobre 2022

Investimenti i mercati guardano alla BCE al PIL statunitense e alle trimestrali

Per una volta il cardine del sentimento di mercato in settimana sarà l'Europa. Il mondo degli investimenti guarda infatti soprattutto all'imminente meeting della Banca Centrale Europea, che sarà l'evento clou di questa settimana.

Gli appuntamenti chiave per chi fa investimenti

Giovedì l'istituto centrale europeo si riunirà per decidere gli aggiustamenti di politica monetaria. Le previsioni di mercato sono per un aumento del costo del denaro di 75 punti base.
Tuttavia sarà ancora più importante seguire la conferenza stampa di Christine Lagarde subito dopo il meeting. Si attendono infatti novità per quanto riguarda il Qt (riduzione bilancio), oltre che sui futuri rialzi dei tassi.

Si tratta di un appuntamento importantissimo che potrebbe avere riflessi soprattutto sull'andamento dell'euro. La valuta unica continua a viaggiare da settimane al di sotto della parità rispetto al biglietto verde americano. Il cambio EURUSD viaggia infatti attorno a quota 0,98, con i segnali forex in tempo reale gratuiti che evidenziano ancora debolezza.

Anche in Canada, Brasile, Russia e Giappone c'è il meeting

Quello della Banca Centrale Europea non sarà l'unico meeting di politica monetaria della settimana. Si riuniranno infatti anche i policy-makers della Bank of Canada. Dall'istituto canadese ci si aspetta un rialzo di 50 punti base o forse anche di più, visto che l'ultimo dato sull'inflazione è stato più alto del previsto.

Le riunioni di politica monetaria ci saranno anche in Brasile e in Russia. In questi casi ci si aspetta un congelamento della situazione attuale, così come in Giappone, dove gli investitori sono molto preoccupati per la debolezza dello Yen (è interessante studiarlo con le nuvole Ichimoku strategia).

Gli altri appuntamenti della settimana

Nel calendario economico degli investimenti sono cerchiati in rosso anche i dati economici di Cina, Giappone, Gran Bretagna ed Eurozona, per comprendere quanto è forte la contrazione delle loro economie.
Grande attesa c'è inoltre per la pubblicazione del dato preliminare sul PIL statunitense, soprattutto dopo la recessione tecnica degli ultimi 2-3 mesi.

Il mondo degli investimenti continuerà inoltre a guardare i risultati trimestrali di importanti società sia di Wall Street (dove spiccano Alphabet, Amazon, Meta ed Apple) che in Europa.

mercoledì 19 ottobre 2022

Pagamenti elettronici, aumenta ancora la diffusione

Continuano ad aumentare sempre di più i pagamenti cashless. Secondo una recente indagine effettuata da SumUp, il numero medio di transazioni digitali effettuate dagli esercenti è cresciuto del 17% rispetto allo scorso anno. Addirittura rispetto al 2019, l'anno che ha preceduto la pandemia, la crescita è del 128%.

Digitale e pagamenti

pagamentiE' fuor di dubbio che in Italia ci sia stata una forte accelerazione dei pagamenti cashless, ed è altrettanto fuor di dubbio che una spinta forte sia arrivata dall'emergenza sanitaria, con i conseguenti lockdown.

Anche gli incentivi hanno giocato un ruolo in tal senso, basta ricordare il credito di imposta a favore degli esercenti, oppure il Cashback di Stato e la lotteria degli scontrini a favore dei contribuenti. Tutto ciò ha consolidato l'abitudine ai pagamenti digitali nel corso del tempo.

Il decreto PNRR 2

Soprattutto nell'ultimo periodo, un ruolo lo ha recitato anche il decreto PNRR2, che ha introdotto delle sanzioni per quei commercianti che si rifiutano di accettare i pagamenti con carta.
Infatti subito dopo l'entrata in vigore delle sanzioni, il numero medio di transazioni per esercente è cresciuto di oltre il 13%, sebbene non in misura omogenea in tutto il territorio nazionale.

Cala il valore dello scontrino medio

Parallelamente all'aumento dei pagamenti digitali, sono invece calati gli importi medi transati. Nel 2022 il pagamento medio si è attestato infatti sui 40,8 euro, mostrando un calo costante a partire dal 2019 (-30%), quando era a 57,9, successivamente, ha toccato quota 51,3 nel 2020 e 43,4 nel 2021.   

Diffusione geografica

A livello regionale la crescita più robusta l'ha registrata la Valle d'Aosta, dove i pagamenti elettronici sono cresciuti del 43,5%. Molto di più rispetto alla seconda regione con maggiore incremento, ossia il Lazio, con 28,7%. Sul podio si colloca anche la Lombardia, +25,4%.

Diffusione settoriale

Riguardo invece i settori di attività, l'aumento dei pagamenti elettronici si è registrato specialmente nei trasporti, in particolare nei taxi con + 86,8% rispetto al 2021. Seguono intrattenimento, caffè e ristoranti, tutti oltre la soglia del 50%.

mercoledì 12 ottobre 2022

Fatturato in crescita oltre le attese, così Lvmh corre in Borsa

In un contesto certamente non semplice per il mercato azionario globale, il colosso francese del lusso Lvmh ha stupito gli esperti con un forte aumento di fatturato nei primi nove mesi dell'anno.

I dati Lvmh sul fatturato

fatturato lvmhRispetto ai primi 9 mesi del 2021, la famosa società francese è riuscita ad aumentare il proprio fatturato del 28%, portandolo a quota 56,5 miliardi di euro. A livello organico, l'aumento dei ricavi per stato di un quinto. Più o meno lo stesso che è stato registrato nel solo terzo trimestre.
Grazie a questi numeri Lvmh ha superato le previsioni di Bloomberg e Factset.

Va altresì aggiunto che, malgrado il contesto geopolitico ed economico ancora molto incerto, il gruppo lvmh si dice fiducioso che proseguirà questa forte crescita.

La reazione del mercato

Come era lecito aspettarsi, di fronte ad una performance così robusta il titolo del colosso del lusso francese è schizzato verso l'alto alla borsa di Parigi. I numeri sul fatturato hanno spinto le quotazioni delle azioni del 2,47% a 625,60 euro ad azione, con le mani forti nel trading che si sono gettati all'acquisto.

Boom geografico

Il fatturato di Lvmh è cresciuto in tutte e tre le aree più importanti, ossia Europa, Stati Uniti e Giappone. Accanto ad una robusta domanda da parte dei clienti locali, ha giovato anche la ripresa dei viaggi internazionali. L'unico settore poco soddisfacente è l'intera Asia, che sconta le politiche rigorose di contrasto al Covid da parte della Cina. Almeno di queste ultime già nell'ultimo trimestre ha però portato degli effetti positivi, come dimostra l'indicatore MFI Money Flow index.

Divisione da record

Un contributo importantissimo alla crescita del fatturato è giunto dalla divisione moda e pelletteria, che continuo a marciare a suon di record. Nel terzo trimestre Infatti ha realizzato un fatturato di quasi 10 miliardi e finora dell'intero hanno sfiora i 28 miliardi. I risultati di Louis Vuitton e Christian Dior nonché Fendi by Kim Jones.

lunedì 10 ottobre 2022

Economia, il premio Nobel 2022 va ad un trio di americani

L'accademia reale delle Scienze in Svezia ha deciso di assegnare il Premio Nobel per l'economia del 2022 a 3 esperti americani. Il motivo sono le loro scoperte che "hanno migliorato il modo in cui la società affronta le crisi finanziarie".

Chi sono i nuovi Nobel per l'economia

I vincitori del prestigioso titolo sono Ben Bernanke, Douglas Diamond e Philip Dybvig. Questo trio statunitense si è meritato il Nobel per aver illustrato il ruolo che le banche svolgono nella economia, in special modo nei periodi di crisi finanziaria.

L'Accademia svedese sottolinea in particolar modo che un risultato importante della loro ricerca è quella di aver spiegato "perché è fondamentale per l'economia evitare i crolli bancari".

La spiegazione

Attraverso i loro studi, Diamond e Dybvig hanno spiegato perché le banche offrono la soluzione migliore per rispondere a una doppia esigenza. Quella di coloro che vogliono accedere ai loro soldi investiti in caso di spese impreviste, ma anche quella di coloro che i prestiti li contraggono, e non vogliono essere costretti a rimborsarli in maniera prematura.

Le banche, agendo in qualità di intermediari tra chi deposita e chi prende in prestito, forniscono una risposta ad entrambi le esigenze. Se in un certo momento si crea uno squilibrio, per cui i risparmiatori corrono tutti a ritirare il denaro, la banca finisce però in crisi di liquidità, ed a quel punto serve un intervento del Governo come assicurazione sui depositi e come prestatore di ultima istanza.

Inoltre secondo Diamond nelle loro funzioni le banche hanno anche un ruolo importante per la società, dal momento che hanno un occhio privilegiato per valutare il merito di credito dei mutuatari. Questo garantisce che i prestiti siano utilizzati per investimenti buoni.

L'altro Nobel

Ben Bernanke è il terzo vincitore del prestigioso premio. Anche lui ha esaminato il rapporto tra crisi e banche, studiando la Grande Depressione degli anni 30, che rimane la peggiore nell'epoca moderna.
Egli ha  sottolineato come le corse agli sportelli siano state determinanti per acquisire la crisi e renderla ancora più lunga, portando come conseguenza il fatto che gli risparmi non siano stati più incanalati verso investimenti produttivi. Ciò è stato un anno per l'intera economia.

giovedì 6 ottobre 2022

Produttori di petrolio decidono di tagliare la output di 2 milioni di barili

Non sono valsi a nulla gli appelli di Washington affinché il cartello dei produttori di petrolio decidesse di non sforbiciare le quote produttive. Il meeting dell'OPEC+ si chiude infatti con l'esito da molti temuto. A partire dal mese di novembre i produttori di petrolio taglieranno la output di 2 milioni di barili al giorno, una cosa che non si vedeva dall'aprile del 2020. Il taglio è il doppio di quello precedentemente segnalato.

La motivazione dei produttori di petrolio

Secondo i produttori di petrolio, questa sforbiciata si è resa necessaria a causa dell'incertezza che circonda le prospettive economiche globali e quindi la domanda di petrolio e del mercato petrolifero in particolare. Va quindi nella direzione di mantenere i prezzi alti dopo aver sopportato sette anni di un mercato relativamente debole

I timori di una frenata dell'economia globale e di una imminente recessione sono quindi la causa principale di questa mossa, anche se l'autorevole Wall Street Journal ritiene che la decisione sia una mossa della Russia per mettere in difficoltà Stati Uniti e mondo occidentale. Infatti consente a Mosca, grande esportatore di petrolio, di incassare di più per pagare la sua guerra in Ucraina.

La reazione del mercato

La mossa dei produttori di petrolio ha immediatamente avuto un profondo effetto sulle quotazioni di mercato. I prezzi del barile di Brent e del barile di WTI sono infatti cresciuti di oltre un punto percentuale. Chi stava seguendo una strategia trend following ribassista ha vissuto una giornata pessima.

L'annuncio impatta anche sulle quotazioni del gas: il prezzo torna a salire al Ttf, con un balzo del 6%, e subito si sono scatenati segnali opzioni binarie gratis sul rialzo delle quotazioni del gas..

Effetto incerto

Tuttavia, i tagli alla produzione potrebbero avere un effetto minore sull'offerta globale, perché diversi paesi stanno già pompando ben al di sotto delle loro quote. Intanto l'ultimo rapporto EIA ha mostrato che a sorpresa le scorte di greggio degli Stati Uniti la scorsa settimana sono scese di 1,3 milioni di barili, contro un previsto incremento di 2,052 milioni.. Del secondo calo consecutivo nonché del più grande calo nell'ultimo mese e mezzo.

martedì 4 ottobre 2022

Affitti, la spesa per molte famiglie arriva alla metà del budget mensile

In base al rapporto Bankitalia sui bilanci dei nuclei familiari, la UIL (Unione Italiana del lavoro) ha calcolato che la spesa per affitti ha raggiunto il 19,9% del budget delle famiglie italiane, quelle che non possono permettersi una casa di proprietà. Secondo i calcoli della UIL, ogni anno queste famiglie devono pagare circa €6450, ossia 538 euro al mese (calcolo elaborato sui valori medi delle locazioni dell'Agenzia delle Entrate).

I dati sugli affitti

Il calcolo è stato fatto con riferimento a un appartamento mediamente di 100 metri quadri, che si trova in una zona semi centrale delle città capoluogo di provincia. E' chiaro tuttavia che, anche se il valore medio nazionale è pari a €538, l'ammontare degli affitti può variare in modo sensibile da città a città, e soprattutto in relazione alla collocazione geografica. Come vedremo, si parte così da affitti poco superiori ai €200, per arrivare in alcune zone anche a superare i 1400.

Sempre secondo i calcoli della UIL, le persone interessate da questa situazione sono circa 5,2 milioni, ossia il 20,5% delle famiglie italiane. Il problema del riguarda soprattutto le nuove famiglie, ossia i nuclei di recente costituzione, visto che quasi nella metà dei casi vivono in affitto. Un'altra fetta notevole, ossia il 40%, è invece costituita da giovani coppie che non hanno ancora figli.

Andamento degli affitti e zona geografia

Per quanto riguarda il costo medio degli affitti, la città più cara d'Italia è Roma. Nella Capitale si paga circa €1400 al mese, con una incidenza di circa la metà sul budget di una famiglia. Al secondo posto si colloca Milano, dove l'affitto costa in media €1358. Oltre i €900 si pagano anche a Bologna e Firenze, mentre la città meno cara Italia è Caltanissetta, in Sicilia, dove il costo medio di una locazione e di appena €218 al mese.

Affitti e bollette

Una fotografia del genere deve preoccupare soprattutto alla luce del rincaro delle bollette dell'energia. Tra affitti e bollette, alle famiglia resta praticamente solo quello che basta per fare la spesa, e in molti casi neppure quello.

martedì 27 settembre 2022

Investitori ancora nervosi, le borse europee vanno in discesa

Fanno ancora marcia indietro le borse del Vecchio Continente, che vengono frenate dai timori degli investitori sulla probabile recessione e dalla ripresa del prezzo del gas, che dopo alcuni giorni di calo è risalito a causa dei danni ai gasdotti Nord Stream, probabilmente dovuti a sabotaggio.

La giornata degli investitori

A Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha chiuso la sessione in deciso ribasso: -1,16% a 20.961 punti, risultando la peggiore dei maggiori listini europei. Si è mosso invece la rialzo il FTSE Italia All-Share, che avanza a 23.019 punti. 

Nel resto d'Europa gli investitori hanno venduto. Il DAX di Francoforte (vedi qui il Ger 40 cos'è) ha chiuso con -0,72%, Parigi perde lo 0,27%, Londra -0,52%. Scende anche Wall Street.

I dati di Piazza Affari

Alla fine della sessione di Milano, risulta un controvalore di titoli scambiati dagli investitori pari a 1,88 miliardi di euro, in ribasso (-11,67%), rispetto ai precedenti 2,13 miliardi. Scendono anche i volumi scambiati, da 0,61 miliardi di azioni a 0,58 miliardi.

I singoli titoli

Per quanto riguarda le singole azioni, a brillare sono state Amplifon (+3,86%) e Saipem (+3,82%, grazie a nuovi contratti in Costa d'Avorio) e Telecom Italia (+3,41%, in attesa dell'offerta di Cdp per la rete).  Bene anche Nexi (+2,69%) sull'onda del nuovo piano.
Malissimo le utilities, penalizzate dai timori di carenza di gas. Il più venduto dagli investitori è Terna, -5,49%. Male anche Enel, -5,40%, ed Hera, -5,31%.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario non c'è stato grande movimento. L'euro era salito nei confronti del dollaro, ma poi è tornato a scendere sotto 0,96. Molti hanno utilizzato indicatori scalping forex. Ancora debole la sterlina, che ieri è piombata su nuovi minimi di sempre nei confronti del biglietto verde.. Sale infine il prezzo del petrolio.
Sensibile peggioramento dello spread, che raggiunge quota +250 punti base, aumentando di 13 punti base, mentre il BTP con scadenza 10 anni riporta un rendimento del 4,74%.

lunedì 26 settembre 2022

Tariffe energia, si viaggia verso nuovi rincari dal primo ottobre

Per milioni di famiglie, i prossimi mesi diventeranno una durissima sfida contro il caro vita. A cominciare dal rincaro delle tariffe per l'energia, visto che i prezzi delle bollette di luce e gas sono destinati ancora a salire.

L'adeguamento delle tariffe

Ormai è imminente la revisione dei conti da parte di ARERA. A fine mese l'autorità per l'energia annuncerà l'adeguamento per le bollette, e si prevedono nuovi rincari per luce e gas. Partirà inoltre il nuovo metodo per calcolare le tariffe del gas che diventerà da trimestrale a mensile e cambierà il mercato di riferimento. Ipotesi osteggiata da molte sigle dei consumatori a partire da Assoutenti e Codacons.

Il peso dei rincari

Gli ulteriori aumenti delle tariffe energetiche si aggiungeranno a quelli già presenti in bolletta da diversi mesi. Rincari che hanno messo in ginocchio moltissime piccole e medie imprese, schiacciate da costi divenuti insostenibili.
Non va meglio alle famiglie. Secondo Assoutenti ognuna pagherà ben 1.231 euro in più rispetto al 2020. Questo solo per le bollette di luce e gas, e senza includere l'ormai prossimo aumento di ARERA.

La spesa per l'energia è cresciuta complessivamente del +92,7% nel biennio 2021-2022. L'aumento dei prezzi sta costringendo più di 6 italiani su 10 a ridurre i consumi di energia elettrica. Ma non solo. Il 57% ha dovuto ridurre quelli relativi allo shopping, il 56% i consumi di gas e il 54% le spese per attività culturali e di svago. Una tendenza destinata a proseguire.
Le misure contro il caro energia che finora sono state adottate si sono rivelate purtroppo insufficienti a fronteggiare una situazione che appare in peggioramento.

Le proteste in vista

Di fronte all'imminente nuovo rincaro delle tariffe, le associazioni dei consumatori preparano iniziative di protesta in tutta Italia, coinvolgendo anche i sindacati e il mondo dell'agricoltura, dell'industria, dell'artigianato e del commercio.
A metà ottobre ci sarà una grande assemblea pubblica delle organizzazioni degli utenti, aperta a tutte le forze sociali, per valutare le modalità delle iniziative da attuare sul territorio e un pacchetto di misure da presentare al nuovo Governo.

lunedì 19 settembre 2022

Investitori cauti prima del meeting della Federal Reserve

Le Borse europee cominciano la settimana in modo fiacco, perché gli investitori aspettano di conoscere le decisioni del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve.
Visto il dato recente sull'inflazione, che non è scesa quanto era previsto dagli analisti, quasi tutti si aspettano una stretta di 75 punti base da parte della banca centrale Usa.

Il bilancio della giornata per gli investitori

Intanto, gli investitori si muovono blandamente sul mercato. Alla fine della giornata, Piazza Affari segna un guadagno di 0,14% a 22.140 punti. Vendite diffuse sul FTSE Italia All-Share, che chiude la giornata a 24.021 punti.

Andamento a tinte miste sulle altre piazze del vecchio continente. L'indice DAX40 di Francoforte aumento dello 0,49%, mentre Parigi perde lo 0,26%. Sulla parità Madrid (+0,08%) con l'Ibex a 7.990 punti. Chiusa Londra per i funerali della Regina Elisabetta.

I dati di Milano

Sul listino milanese, gli investitori hanno scambiato un controvalore pari a 3,36 miliardi di euro, con un incremento di ben 1.405,6 milioni di euro rispetto alla seduta di venerdì. I volumi scambiati sono passati da 0,58 miliardi di azioni della seduta precedente agli odierni 1,22 miliardi di azioni.

Riguardo i singoli titoli negoziati a Milano, il migliore è stato CNH Industrial (+2,93%), che ha avviato la prima tranche da 50 milioni di dollari nell'ambito del buyback da 300 milioni annunciato il 29 luglio scorso.
Corre anche Telecom Italia (+2,62%), che si rialza dopo la settimana shock appena passata.
Bene anche Amplifon (+2,19%) e Iveco (+1,99%).
Il calo del petrolio pesa sulla performance di Saipem, che ha chiuso a -5,60%. Giornata negativa anche per ENI, -1,92%, in seguito allo stacco del dividendo.

Nota Bene: su tutti i titoli si può sfruttare anche l'heikin ashi metodo candele.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario, stabile l'Euro / Dollaro USA, che continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 1,001. L'oro è sostanzialmente stabile su 1.671,9 dollari l'oncia, confermando quel che si vede sulla tabella correlazione valute Forex, ossia la correlazione inversa tra biglietto verde e gold. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) continua la seduta poco sotto la parità con una variazione negativa dello 0,25%

giovedì 15 settembre 2022

Multe, il conto salato per Google in Europa cresce. Più di 8 miliardi in un decennio

Ancora una volta l'Unione Europea ha usato il pugno duro nei confronti di Alphabet, la controllata di Google. Il numero di multe che i Tribunali Ue hanno inflitto al colosso tech, si fa fatica a contarle negli ultimi anni.

Una nuova aggiunta alla lista delle multe

L'ultima sanzione è fresca, fresca. Mercoledì infatti è stata data ragione alla Commissione Ue, che aveva stabilito una sanzione da 4,34 miliardi di euro nel 2018 (per fatti risalenti al 2015) a causa dell'abuso di posizione dominante. Google in sostanza aveva imposto restrizioni illegali ai produttori di dispositivi mobili Android e agli operatori di reti mobili. 

La multa alla fine è stata fissata in 4,125 miliardi di euro, stabilendo un nuovo record per l'autorità europea della concorrenza.
Per adesso Google non ha ancora fatto sapere se intende impugnare la sentenza presso la Corte di Giustizia Europea.

Altre cause all'orizzonte

Nel frattempo le multe inflitte alla compagnia di Mountain View potrebbero aumentare. Infatti presso l'autorità di regolamentazione di Bruxelles, ci sono altre indagini che hanno per oggetto Amazon, Apple, e Meta.
Val la pena ricordare che proprio quest'anno l'UE ha conferito maggiori poteri alle autorità di regolamentazione, dopo aver varato leggi più stringenti riguardo la concorrenza e la moderazione dei contenuti Internet.

Sulla testa di Google pendono inoltre altre due possibili imminenti multe, in Olanda e in Inghilterra. In questo caso il nodo della questione è la pubblicità online. Cosa ancora più rilevante è l'importo: potenzialmente si potrebbe arrivare a un risarcimento danni da 25 miliardi.

La lista delle multe

Come detto, il conto delle multe inflitte a Google è bello lungo. In Italia le prime sanzioni sono scattate nel 2014, a causa dei veicoli di Street View. Secondo le Authority italiane i veicoli di Google percorrevano le strade italiane senza essere perfettamente riconoscibili e non consentendo, in tal modo, alle persone presenti nei luoghi percorsi dalle "Google Cars" di decidere se sottrarsi o meno alla "cattura" delle immagini. 

In seguito sono arrivate multe anche per Adsense e Google Shopping, nonché per abuso di posizione dominante. Il conto finora è arrivato a superare gli 8 miliardi di euro.

lunedì 12 settembre 2022

Mercati finanziari, fari puntati sul dato inflazione USA

Dopo il rimbalzo messo a segno prima dello scorso weekend, i mercati finanziari proveranno a recuperare terreno anche nei prossimi giorni. L'attenzione degli operatori sarà rivolta ancora all'inflazione (soprattutto quella USA), alle mosse degli istituti centrali e alla tensione sul fronte del gas.

Dove andrà l'attenzione dei mercati finanziari

L'evento macroeconomico clou sarà senza dubbio il dato sui prezzi al consumo degli Stati Uniti, in uscita martedì 13 settembre. L'inflazione negli Stati Uniti è la vera bussola delle mosse della Federal Reserve, che si riunirà in meeting il 21-22 settembre, e che comincerà a catalizzare l'attenzione dei mercati finanziari già da metà di questa settimana.

L'inflazione USA

Secondo gli analisti l'inflazione a stelle e strisce potrebbe rallentare, a differenza di quella europea dove c'è il maggior gravame della corsa dei prezzi energetici. Tuttavia, nonostante qualche spiraglio di calo, l'inflazione è destinata a rimanere alta nei prossimi mesi, probabilmente fino alla fine di quest'anno.
Ma se dovesse esserci un dato meno pesante del previsto, la FED potrebbe anche allentare la stretta, tenuto conto che ogni aumento dei tassi è una picconata alla crescita economica.

La FED e il dollaro

I mercati finanziari hanno da tempo prezzato una stretta di 75 pb da parte della FED, ma questa convinzione si sta allentando, tanto che il Dollar Index è sceso dai massimi ventennali e adesso è sotto quota 108, dopo aver disegnato un triangolo forex ascendente discendente.

NB. Se intendete negoziare il Dollar Index, cercate comunque degli spread bassi forex, perché così minimizzate i costi.

In Europa

L'inflazione sarà al centro dell'interesse dei mercati finanziari anche nella Eurozona. Dopo il dato record della stima flash di Eurostat (+9,1%), il timore dei mercati finanziari è che il picco ancora non sia stato raggiunto. Del resto la crisi energetica potrebbe diventare via via più pesante con l'approssimarsi dei mesi invernali.
Ci si aspettavano novità importanti dal vertice straordinario i ministri Ue dell'Energia, che però non hanno raggiunto un accordo sul "price cap".
Intanto il prezzo del gas continua a orbitare attorno ai 200 al MWh.

Occhio anche all'agenda politica, con l'atteso incontro di persona tra il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin, in programma il 15 al 16 settembre.

mercoledì 7 settembre 2022

Finanziamenti, quasi un italiano su due ne ha uno in corso

Quasi la metà dei cittadini italiani sta facendo ricorso alle rate. E per loro l'importo medio da sborsare per ripagare i finanziamenti è pari ogni mese a circa 305 euro.
E' quanto emerge da una indagine di Mister Credit.

I dati sui finanziamenti privati

Il numero di cittadini che ha in corso dei finanziamento è pari a 22,5 milioni, pari al 46% degli italiani. Si tratta di un numero maggiore rispetto a quello dello scorso anno. L'incremento negli ultimi 12 mesi è stato di 1,6 milioni (+7,6% sul 2021). Per quanto riguarda la rata mensile, i 305 euro di media attuali sono il 4,5% in meno rispetto a un anno fa.

Se il numero di finanziati è cresciuto mentre l'importo è sceso, è perché sono cambiati gli oggetti acquistati con i finanziamenti.
Se fino a qualche tempo fa la facevano da padroni le auto, i cellulari e i grandi elettrodomestici, adesso sta crescendo il numero di pagamenti a rate anche per soggiorni in hotel, pacchetti vacanza, vestiti, libri di scuola.

Rischio sulla qualità del credito

Sebbene il tasso di default sia rimasto stabile all’1,1%, sui livelli più bassi degli ultimi quattro anni, la crescita dell'inflazione e del caro vita induce qualche timore. Il debito domestico potrebbe andare fuori controllo. Ciò suggerisce la necessità di mantenere un’elevata attenzione sulla qualità del credito.
Tuttavia, i dati sui finanziamenti della prima metà dell'anno evidenziano un trend calante. Questo vale sia per l’importo della rata mensile che per l’esposizione residua. Questo è frutto anche della maggiore tendenza a comprare a rate anche beni di piccolo importo.

I dati geografici

A livello geografico, la regione che ha la percentuale maggiore di popolazione con almeno un rapporto di credito attivo è la Valle d’Aosta. Siamo infatti al 56%. Seguono Toscana (con il 51,2%) e Lazio (con il 50,4%). Invece la regione dove i finanziamenti sono minori è il Trentino-Alto Adige, con appena il 26,4% della popolazione che ha un prestito in corso.
Pochi i finanziamenti in Basilicata (36,8%) e Campania (39,8%).