martedì 28 dicembre 2021

Investimenti, il 2022 potrebbe essere ancora un anno buono per la Borsa

Il gruppo Generali ha fornito il proprio Outlook riguardo agli investimenti nel 2022. Prospettive e le tendenze dei mercati finanziari sembrano suggerire che potrebbe essere un altro anno positivo per la Borsa, con rendimenti positivi. Tuttavia, occorre mettersi al riparo da possibili oscillazioni.

Cosa prevede Generali riguardo agli investimenti

Secondo gli esperti di Generali Investments, colosso con masse amministrate per 577 miliardi di euro, la situazione generale rimane positiva. La ripresa dell'economia dopo il disastro Covid continua a mostrare segnali forti. In special modo riguardo alla spesa dei consumatori e gli investimenti.

Annotazione: oltre ai canonici investimenti sull'azionario o valutario, c'è anche la strategia spread trading esempio da poter seguire.

Politiche di sostegno e volatilità

Bisogna però tenere conto che il prossimo anno verranno meno, anche se in modo graduale e non traumatico, le politiche di sostegno da parte delle banche centrali. Oltre a comprimere i rendimenti, verranno anche ridotti i benefici della diversificazione.
Inoltre la volatilità potrebbe essere decisamente più elevata rispetto a quella vista nel 2021, poiché le banche centrali si muovono su un filo sottile tra la lotta all’alta inflazione ed il controllo delle condizioni di equilibrio finanziario.

Azionario Europeo o USA?

Gli analisti di Generali Investments ritengono che gli investimenti nell'azionario potrebbero essere ancora soddisfacenti, anche e in misura minore rispetto all'anno che sta per finire. Del resto le valutazioni complessive rimangono a buon mercato se messe a confronto con l’obbligazionario e i rendimenti reali.
Accordano la loro preferenza ai titoli Europei piuttosto che a quelli USA, ma suggersicono di monitorare con attenzione i tassi reali a lungo termine, che rappresentano una bussola importante per valutare tutte le asset class.

Gli emerging markets

Infine, un occhio attento dovrebbe essere dato ai mercati emergenti, dove possono nascondersi interessanti occasioni per investimenti. Gli emerging markets hanno sottoperformato durante la pandemia, e per il prossimo anno potrebbero avere prospettive molto promettenti. Investimenti negli Etf paesi emergenti potrebbero anche rivelarsi una mossa interessante.

lunedì 27 dicembre 2021

Inflazione, il rally mette a rischio i risparmi sul conto corrente


La corsa folle dei prezzi è una minaccia enorme per i risparmi che si trovano sui conti correnti i famiglie e imprese. Perché se l'inflazione dovesse continuare di questo passo, nel giro di un decennio ci ritroveremmo con un terzo del potere d'acquisto in meno.

La folle corsa dell'inflazione

L'inflazione crescente è uno degli spettri che stanno agitando l'azione delle banche centrali. Dopo la grande crisi finanziaria del 2008, l'andamento dei prezzi è stato pressoché nullo. I tassi di crescita hanno viaggiato su medie annue inferiori all’1%, segnando addirittura anche dei picchi negativi.
Il Covid però ha cambiato tutto, o meglio la ripresa economica che ha fatto seguito alla prima violenta ondata pandemica.

Tassi alti e strutturali

La ripresa dell'economia ha innescato un boom della domanda di energia e materie prime di ogni genere, e questa pressione di mercato ha spinto i prezzi verso l'alto. A fine novembre 2021 in Italia l’inflazione ha registrato un aumento su base annua del 3,8%, mentre nell’Eurozona la crescita media è stata del 4,9%. Addirittura gli USA sono arrivati a sfiorare il 7%.

Per diversi mesi ci hanno raccontato la favoletta (o meglio la speranza) che si trattasse di un fenomeno puramente transitorio. Tanto la FED quanto la BCE hanno minimizzato il fenomeno. Ma adesso è chiaro che l’alta inflazione deriva da una situazione in parte strutturale, che ci costringerà a vivere con tassi di crescita più elevati per diversi anni.

Qualche dato allarmante

Questo problema mette le famiglie e le imprese di fronte a importanti sfide. Infatti secondo la Banca d’Italia ci sono oltre 1800 miliardi in giacenza sui conti correnti delle famiglie e circa 500 sui conti delle imprese. Soprattutto per le prime, l’erosione del capitale rischia di assumere proporzioni imponenti.
Se infatti l'inflazione dovesse rimanere attorno al 3%, l'anno prossimo l’erosione sarebbe di circa 55 miliardi. E se tali livelli di inflazione annua dovessero durare per un decennio, la perdita di potere d’acquisto del capitale ammonterebbe al 28,5%.

lunedì 20 dicembre 2021

Inflazione, dato PCE in focus durante questa settimana

Anche se l'attenzione degli investitori sarà ancora tutta indirizzata sul fronte contagi da Covid, il tema economico dominante della settimana sarà ancora l'inflazione. La dinamica dei prezzi sarà infatti l'elemento portante dei dati di questa settimana, così come nella precedente lo erano stati i meeting delle banche centrali.

Fari puntati sull'inflazione

Il dato macro cerchiato in rosso dagli investitori è quello relativo agli Stati Uniti, dove il PCE core (Personal Consumption Expenditure) ci mostrerà quanto la situazione si stia facendo pesante negli USA. Il report è in programma per giovedì prossimo.

Di recente abbiamo visto l’inflazione correre ai massimi da 40 anni. Anche l'indice dei prezzi PCE potrebbe aumentare, spinto soprattutto dall'aumento dei costi dei fattori produttivi. L’indice dei prezzi alla produzione (PPI) è balzato dello 0,8% a novembre, perché le catene di fornitura continuano a presentare colli di bottiglia che rallentano gli approvigionamenti.

La FED

Il fattore inflazione ha subito una forte revisione negli USA. La Fed ha infatti abbandonato la sua dialettica secondo la quale l'inflazione è "temporanea", e per combattere questa avanzata dei prezzi di recente ha accelerato il tapering. Porrà infatti fine agli acquisti di asset dell'era della pandemia a marzo. Poco dopo presumibilmente cominceranno i ritocchi ai tassi di interesse.
Un dato PCE core superiore alle attese, potrebbe alimentare ulteriormente le aspettative di rialzo dei tassi FED, con la conseguenza di spingere il dollaro.

Consiglio operativo: chi vuole investire sul mercato valutario, dovrebbe prima imparare bene che cos'è il pip forex.

L'andamento del dollaro Usd

La valuta USA intanto si è stabilizzata sopra 96,5 lunedì, dopo aver segnato un pattern doppio massimo settimana scorsa.
Le preoccupazioni relative all'omicron hanno fornito ulteriore supporto al dollaro come bene rifugio. Intanto il governatore della Fed Chris Waller ha dichiarato venerdì che un aumento dei tassi di interesse sarà probabilmente giustificato 'poco dopo' che la banca terminerà i suoi acquisti di obbligazioni, spingendo gli investitori a speculare su un primo aumento dei tassi a marzo.

giovedì 16 dicembre 2021

Lavoro, sciopero generale in tutta Italia. Esclusi scuola, sanità, poste e servizi ambientali

Gran parte del mondo del lavoro oggi incrocia le braccia. E' infatti indetto uno sciopero generale di 8 ore, che è stato proclamato da Cgil e Uil contro la manovra economica del governo Draghi.
Ma non scenderà in piazza la Cisl e nemmeno i partiti, ad eccezione di Sinistra italiana.

Lo stop del mondo del lavoro

A incrociare le braccia sarà sia il lavoro pubblico che privato, e prevede le sole eccezioni di scuola, sanità e servizi postali

Il primo settore in quanto c'è già stato uno sciopero venerdì scorso, il secondo perché c'è l'esigenza di salvaguardare il diritto alla salute in presenza di pandemia. Circa i servizi ambientali e le Poste, è invece intervenuto il Garante degli scioperi, che lo ha bocciato per via della concomitanza con la scadenza del pagamento Imu. 

Nel settore dei servizi pubblici, a partire dai trasporti, verrà comunque garantito il rispetto delle fasce di garanzia.

Le manifestazioni

In occasione dello sciopero, si terranno anche diverse manifestazioni a Roma, Milano, Bari, Cagliari, Palermo all'insegna dello slogan "Più sviluppo, più lavoro, più coesione sociale. La responsabilità in piazza".

Le motivazioni del blocco del lavoro

Alla base dello sciopero indetto da Cgil e Uil c'è una manovra economica considerata inadeguata per il mercato del lavoro. In particolare ci sono diversi punti che vengono contestati, come il fisco, le pensioni, le politiche industriali, il contrasto alle delocalizzazioni e alla precarietà, ma anche sanità, non autosufficienza e scuola.
Nella sostanza i sindacati ritengono che questa manovra non serve a ridistribuire ricchezza e ridurre le disuguaglianze. Chiedono pertanto dei cambiamenti concreti per il mondo del lavoro e dei pensionati.

Il commento di Draghi

Riguardo a questa astensione dal lavoro, il premier Mario Draghi commenta: "Da parte del governo non c'è stata alcuna volontà punitiva verso i sindacati. C'è volontà di colloquio, confronto e ascolto", dice il presidente del Consiglio, tant'è che è già convocato per lunedì prossimo a Palazzo Chigi il tavolo sulle pensioni".

lunedì 13 dicembre 2021

Tassi di interesse, la Bank of England non è più vicina alla stretta

La questione tassi di interesse è di forte attualità per tutte le banche centrali. Dopo aver dovuto stimolare a lungo l'economia colpita dal Covid, gli istituti centrali devono programmare tempi e modi del ritiro degli stimoli.

La Boe ed i tassi di interesse

Tra le grandi banche centrali che sembrano sul punto di varare la stretta sui tassi di interesse c'è la Bank of England, che si riunirà in meeting nei prossimi giorni

A dire il vero, dalla banca centrale britannica ci si aspettava la stretta già la volta scorsa. Ed erano state proprio le dichiarazioni del suo governatore, alla vigilia dell'ultimo meeting, ad incrementare questa convinzione. E invece con grande sorpresa la stretta non ci fu, i tassi di interesse furono mantenuto al minimo.
I verbali di quella riunione evidenziarono un voto di 7-2 a favore del mantenimento del costo del denaro vicino allo zero.

Cambio di sentiment

Da allora in avanti diversi membri del board prima si sono fatti più hawkish, poi dopo l'avvento della variante Omicron alcune voci aggressive sono divenute più miti

In particolare quella di Saunders, che ha detto che una posizione "wait and see" potrebbe essere utile "per avere più prove sui suoi possibili effetti di Omicron sulla salute pubblica e quindi sull’economia”. Dal momento che si tratta di uno dei due membri del Monetary Policy Committee che voleva l'aumento dei tassi a novembre, il fatto che sia divenuto più prudente è molto indicativo.
Secondo Reuters, i mercati stimano una probabilità del 33% di un aumento dei tassi di interesse.

Approfondimento suggerito: una delle figure più interessanti da conoscere è il pennant trading analisi tecnica.

Sterlina riflesso della situazione

A confermare questa convinzione è l'andamento della sterlina sul mercato valutario. Il cross GbpUsd è vicino a 1,32, perché si ritiene che la Banca d'Inghilterra sceglierà la via della cautela, nonostante la crescente pressione inflazionistica. Anche gli analisti della piattaforma opzioni binarie sono scettici riguardo ad una imminente stretta.

Stretta nel 2022

In questo avanti e indietro di umore, il governatore Bailey ha affermato che "sarà necessario aumentare i tassi di interesse per riportare l’inflazione in modo sostenibile verso l’obiettivo. E saremo pronti a fare tutto ciò”.

Già, l'inflazione. Entro la primavera prossima dovrebbe oltrepassare tranquillamente il 5%, ossia due volte e mezzo l’obiettivo di del 2% fissato dalla Banca d’Inghilterra. È probabile che tutto questo costringerà ad un rialzo dei tassi di interesse, ma forse non a dicembre. L’ipotesi più plausibile è che ciò avvenga all’inizio del 2022.

giovedì 9 dicembre 2021

Lavoratori, la Commissione Ue propone nuove regole per tutelare i rider

Per i lavoratori delle piattaforme online di consegna a domicilio o trasporto arrivano grosse novità. Parliamo di colossi come Uber, Deliveroo e Glovo, fortemente interessati dalle nuove regole che sono state appena lanciate dalla Commissione europea.
Regole che servono a disciplinare e tutelare queste categorie di lavoratori, che per molti anni sono rimasti alla mercé di una grave incertezza normativa. E molti se ne sono approfittati con pratiche di sfruttamento.

Le nuove regole per i lavoratori

La Commissione europea ha presentato a Bruxelles le proposte per regolamentare il lavoro sulle piattaforme digitali.
Queste proposte riguardano diversi aspetti del rapporto con questi lavoratori. Dalla definizione del livello di retribuzione e dell'orario di lavoro al codice di abbigliamento.
L'impatto sar notevole, visto che la stessa UE conta circa 28 milioni di europei che lavorano per 500 diverse piattaforme internet.

Cosa succederà a questi lavoratori

Secondo la Commissione europea, circa 5,5 milioni di essi non sono correttamente classificati. Sono infatti considerati come lavoratori autonomi e liberi professionisti quando in realtà sono nei fatti lavoratori dipendenti. Questa errata classificazione fa sì che vengano sottoposti a regimi contrattuali sbagliati, con minore tutela.

Grazie alle nuove regole, Bruxelles fissa dei criteri per inquadrare tali lavoratori come dipendenti. Si stima che fino a 4,1 milioni di rider e lavoratori potrebbero veder cambiare il loro status, ottenendo finalmente una adeguata tutela. Ad esempio il diritto a un salario minimo, alla contrattazione collettiva, alla protezione dell’orario di lavoro e della salute, ecc. 

Il commento istituzionale

"Nessuno sta cercando di uccidere, fermare o ostacolare la crescita delle piattaforme - ha detto il commissario europeo al Lavoro, Nicols Schmit - Questa economia corrisponde a una domanda nella nostra società, e vogliamo che prosperi. Ma questo modello di business dovrebbe anche adattarsi ai nostri standard, compresi quelli sociali. Dobbiamo assicurarci che siano lavori di qualità, che non promuovano la precarietà".

martedì 7 dicembre 2021

Investitori euforici, il clima risk on fa correre le Borse

Le borse del vecchio continente innestano le marce alte e corrono. La spinta è durata tutto il giorno, ed è poi aumentata nel finale sulla scia degli scambi di Wall Street.
A dare la scossa agli investitori è la diminuzione dei timori per gli effetti della variante Omicron. Questo ha rimesso i mercati in modalità risk on.
Una spinta arriva anche dalla decisione di ieri della People's Bank of China di ridurre il coefficiente di riserva obbligatoria di 50 punti base, riducendo la quantità di liquidità che le banche devono tenere in riserva.

La giornata degli investitori in Borsa

A Piazza Affari il Ftse Mib chiude la giornata con un rialzo di 2,41% a quota 27.137 punti. Si è mosso sulla stessa linea anche il FTSE Italia All-Share, +2,43%.
Acquisti a piene mani anche sulle altre Borse europee. A Francoforte il DAX strappa del 2,82%. Londra avanza di 1,49%, Parigi +2,91%.
Anche Wall Street corre, con balzi fortissimi sul Nasdaq.

Annotazione: se siete investitori del mercato valutario anziché dell'azionario, potete consultare i dati delle piattaforme forex italiane.

I signoli titoli

Sui listini del Vecchio continente volano i titoli dei produttori di microchip, dopo l'annuncio di Intel della futura IPO di Mobileye. Ad esempio, sul listino milanese gli investitori fanno acquisti su STMicroelectronics, +5,79%, che ha ifnranto anche il pattern bandiera flag.

Tra i best performer del giorno ci sono anche Nexi, +5,37%, dopo la notizia che la francese Worldline ha acquistato l'80% delle attività di merchant banking dell'istituto greco Eurobank.
Bene anche il titolo del lusso Moncler, che vanta un incremento del 4,46%.

Passi da gigante anche per Stellantis (+3,56%) dopo le previsioni sui ricavi dalla mobilità connessa.
Rialzi interessanti anche di Enel, ENI e Ferrari.
Tra le banche si distingue Intesa Sanpaolo (+2,03%), che continua la corsa dopo il balzo di ieri. Anche Unicredit (+2,41%) che giovedì presenterà il nuovo business plan.

Scende Telecom

Resta indietro invece Telecom Italia, -1,44%, reduce dalla seduta negativa della vigilia. Al fine di valutare la manifestazione di interesse non vincolante arrivata alla fine di novembre dal fondo di private equity Usa KKR, il Comitato designato dal CdA ha selezionato gli advisor Goldman Sachs e LionTree per esaminare la proposta.

sabato 4 dicembre 2021

Crescita economica, Fitch promuove l’Italia aumentando il rating


Dopo 19 anni, l'agenzia di rating Fitch torna ad alzare il giudizio sull'Italia. Nella serata di venerdì, la società americana ha infatti portato la valutazione del nostro debito pubblico a BBB con outlook stabile.
Un piccolo passettino, visto che il precedente valore era BBB-, ma è comunque una indicazione importante sulla nostra crescita economica.

Il giudizio di Fitch sulla crescita economica

Se l'ultima promozione di Fitch risaliva al 2002, in generale erano ben 4 anni che nessuna agenzia promuoveva l'Italia. L'ultima infatti su Standard&Poor’s. 

Pochi giorni fa, la società newyorkese aveva chiarito che le prospettive dell’Italia sarebbero dipese dalla sostenibilità del suo debito pubblico e dalla crescita economica attesa da qui al prossimo anno. In special modo aveva evidenziato l'importanza delle riforme e l’uso dei fondi europei del Pnrr. Fattori definiti come "cruciali".

Promossa la strategia del Governo

Evidentemente, sono due fattori che hanno convinto.
L'agenzia di rating infatti ritiene che il Governo stia adottando una buona strategia di consolidamento dei conti pubblici di medio termine. Inoltre la campagna vaccinale è stata molto efficace, tanto da consentire di ridurre al minimo le misure restrittive. Questo favorisce la dinamica della ripresa e infonde maggiore fiducia nelle prospettive di crescita economica.

Previsioni migliorate

Sulla base di questi elementi, Fitch ha rivisto le previsioni riguardo la traiettoria della nostra crescita economica e del nostro bilancio pubblico.
Fitch prevede una ripresa al 6,2% per il 2021, del 4,3% nel 2022 e del 2,3% nel 2023 grazie all’aumento degli investimenti pubblici e privati.
Il rapporto debito/PIL calerà probabilmente sotto il 154% del pil entro la fine del 2021 dal suo picco del 155,6% della fine del 2020. Il disavanzo dovrebbe scendere all’8,9% del Pil, in deciso miglioramento rispetto alla precedente stima dell'11,4%.
Il ministero del Tesoro parla di «risultato molto importante anche dal punto di vista della finanza pubblica».