mercoledì 28 febbraio 2024

Mercato azionario, continuano ad aumentare i buyback (e le polemiche)

Storicamente una delle caratteristiche del mercato azionario statunitense, che lo distingueva rispetto a tutti gli altri, è stato il largo ricorso alle operazioni di buyback (ossia la procedura di riacquisto di azioni proprie sul mercato). Le norme divario rispetto agli altri paesi si sta però riducendo, dal momento che questo genere di operazioni si sta diffondendo sempre di più anche al di fuori degli States.

Buyback in crescita su ogni mercato azionario

La pratica del riacquisto di azioni proprie è cresciuta notevolmente tra le grandi aziende tedesche, francesi, britanniche e anche italiane (per dire l'ultima, Stellantis ha appena dato il via prima tranche buyback da 1 miliardo). 

Ma pure al di fuori dell'Europa le cose non stanno andando diversamente, visto che ad esempio anche il mercato azionario giapponese è sempre più interessato da questo fenomeno.

I numeri del fenomeno

Se guardiamo gli Stati Uniti, alcune stime ritengono che almeno il 38% delle grandi aziende statunitensi ha effettuato un riacquisto di almeno l'1% delle proprie azioni nel corso del 2023. Il fenomeno segna un leggero calo rispetto all'anno precedente, quando però raggiunse dimensioni record.

Nel resto del mondo spicca il ricorso al buyback da parte delle aziende britanniche, che sono arrivate ad eguagliare i numeri di quelle americane.
Anche in Francia e Germania il ricorso al riacquisto di azioni proprie continua a crescere anno dopo anno. Più indietro invece si trovano i mercati emergenti, ciò è giustificabile con la minore liquidità presente, da poter investire in questo tipo di operazioni.

Le polemiche

Va detto che le operazioni di buyback sul mercato azionario sono accompagnate anche da grosse polemiche. Acquistare le proprie azioni dai propri azionisti è un modo per remunerarli per la loro fiducia, restituendogli la liquidità in eccesso. Sono inoltre anche più efficienti dal punto di vista fiscale, dal momento che le plusvalenze (capital gain) vengono tassate di solito in base ad un'aliquota inferiore rispetto a quelle da reddito.

Tuttavia queste operazioni si prestano anche a delle manipolazioni a beneficio della dirigenza aziendale, in special modo quando la remunerazione di questi si lega alla crescita dell'utile per azione (diminuendo il numero di titoli in circolazione automaticamente cresce la quota di utile per azione).. Per questo ad esempio negli Stati Uniti è stata introdotta una tassa sui buyback.

giovedì 22 febbraio 2024

Tassi di interesse, la Turchia resta ferma al 45%

Il meeting di politica monetaria della banca centrale di Turchia si è concluso con la decisione di confermare il livello dei tassi di interesse al 45%, per la prima volta dal mese di maggio scorso. Si tratta di una decisione prevista dal mercato, che segna una pausa nel ciclo molto aggressivo di inasprimento monetario che fin qui ha portato ad un incremento del costo del denaro del 36,5%.

L'avvertimento della Banca sui tassi di interesse

Nonostante il costo del denaro sia stato confermato, la Banca Centrale di Turchia ha adottato una retorica più aggressiva. Il governatore Fatih Karahan,  che ha sostituito Hafize Gaye Erkan dopo le sue brusche dimissioni lo scorso 2 febbraio, ha infatti chiarito che in caso di peggioramento delle prospettive inflazionistiche, l'istituto centrale tornerà ad inasprire la propria politica monetaria.

La nomina del nuovo governatore è stata accolta positivamente dagli investitori, che prevedono il proseguimento o addirittura il rafforzamento delle politiche ortodosse.

Annotazione: sulla Lira turca potreste trovare la possibilità di negoziare i rapporti di cambio grazie af alcuni broker opzioni binarie Italia.

Come va l'inflazione in Turchia

L'ultimo dato relativo alla crescita dei prezzi al consumo ha superato le aspettative del mercato. Nel mese di gennaio l'inflazione ha raggiunto il 64,86%, livello più alto da novembre 2022 (superando le previsioni del 64,52%), anche per via dell'aumento del salario minimo decisa dal governo e da aggiustamenti fiscali da parte del governo.

Nel frattempo, l’inflazione core è arrivata al 70,48% a gennaio, in leggero calo rispetto al 70,64% del periodo precedente. Le proiezioni della banca centrale vedono una discesa dei prezzi al 40% entro fine anno.

La reazione del mercato

Dopo la decisione della Banca Centrale di Turchia sui tassi di interesse, la Lira turca ha continuato a svalutarsi rispetto al Dollaro, toccando il livello minimo storico a quota oltre quota 31,2. L'indicatore ROC trading (rate of change) evidenzia ancora debolezza della Lira. Sulla linea pesa anche graduale lentamente dei controlli sui capitali che nei mesi scorsi era servito a proteggere la valuta da ulteriori scivolamenti.
Nel frattempo il rendimento dei titoli di Stato decennali Turchi rimane sotto al 25%.

martedì 20 febbraio 2024

Banche, continua la desertificazione di filiali nei comuni italiani

Il trend decrescente del numero di filiali sparse sul territorio italiano continua, tanto che ci sono migliaia di comuni che ormai sono rimasti senza banche. Con inevitabili conseguenze per i cittadini e le piccole e medie imprese, soprattutto artigiane.

Come cambia il rapporto tra territorio e banche

Stiamo viaggiando sempre più in una direzione nella quale le banche sono prevalentemente virtuali e molto meno fisiche. Ma questo penalizza In primo luogo i piccoli comuni, dove per ragioni di costo diventa sempre meno conveniente avere un presidio territoriale. 

Nel solo anno 2023 sono state chiuse 823 filiali, che sommate alle 677 dell'anno precedente, portano il totale di chiusure in un biennio a oltre 1.500 sportelli. A livello geografico significa più o meno che un quarto del nostro territorio è stato abbandonato dalle banche.

Un danno per comuni e persone

Il numero di comuni che non ha più una presenza bancaria nel suo territorio è salito 3.300. Questo vuol dire che oltre 4,3 milioni di persone non possono accedere ai servizi bancari nel luogo di residenza.

Sotto questo aspetto la maglia nera va a tre regioni: Marche, Abruzzo e Lombardia, dove c'è stata la flessione maggiore. Peraltro la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente, visto che sei milioni di persone vivono in comuni dove c'è soltanto uno sportello bancario. I prossimi a rimanere senza una filiale saranno quindi loro.

Inutile dire che l'assenza di banche sul territorio crea un danno enorme soprattutto alle persone più fragili, in primo luogo gli anziani, le cui competenze digitali sono comprensibilmente povere. Ma per lo stesso motivo, un danno analogo ce l'hanno anche le persone con un basso livello di istruzione.

La controtendenza statunitense

Va evidenziato che una dinamica di segno opposto si sta registrando negli Stati Uniti. Colossi del settore bancario come Jp Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filiali sparse sul territorio, e programmano di continuare a farlo anche nei prossimi anni.
Questo dimostra quanto sia importante la presenza sul territorio delle banche, sia ai loro bilanci ma anche alla società stessa.

mercoledì 14 febbraio 2024

Valute digitali, il momento è positivo (e Bitcoin fa da traino)

Sembra essere tornato il vento favorevole nel settore delle valute digitali, dopo mesi in cui i momenti difficili erano stati superiori rispetto agli sprint. Questo nuovo slancio di ottimismo sta coinvolgendo tutte le crypto, a cominciare da Bitcoin.

Cosa accade alle valute digitali

Nelle ultime due settimane ha ripreso a marciare forte soprattutto il Bitcoin. La valuta digitale più famosa del panorama è nuovamente in orbita 50.000 dollari, come non accadeva dalla fine di dicembre del 2021. Anche se il dato sull'inflazione degli Stati Uniti ha provocato un passo indietro, il quadro per Bitcoin sembra rimanere ancora molto incoraggiante, tanto che i segnali forex gratis in tempo reale continuano a puntare sulla crypto.

La corsa di Bitcoin ha avuto un effetto positivo sull'intero mercato. Settimana scorsa tra le prime venti valute digitali per capitalizzazione, soltanto una non è riuscita a chiudere il bilancio in positivo. Nella Top 10 invece c'è stato un susseguirsi di segni positivi.

L'effetto tardivo degli ETF spot

Il settore delle valute digitali, ed in special modo proprio il Bitcoin, è sostenuto anzitutto dall'effetto tardivo dell'approvazione degli ETF spot, che ci hanno messo qualche settimana per smuovere le acque e cominciare a catalizzare l'interesse degli investitori istituzionali. 

Molti avevano creduto che l'approvazione degli ETF spot avrebbe immediatamente avuto un effetto traino sul prezzo del Bitcoin. In realtà nel primo periodo è accaduto che i capitali degli investitori si sono spostati dai prodotti futuri futures a quelli sugli Spot, senza cambiare granché la sostanza delle cose.

NB. Chi investe nelle valute digitali può farlo seguendo anche una strategia swing trading forex.

Appetito al rischio

In secondo luogo c'è il ritorno dell'appetito a rischio verso asset più speculativi, alimentato dalla prospettiva che ben presto le banche centrali cominceranno a ridurre i tassi di interesse. Il costo del denaro più basso infatti rende meno attraenti gli investimenti sul reddito fisso, mentre aumenta l'appeal per i prodotti più speculativi, come appunto le valute digitali.

L'halving

Infine il Bitcoin inizia a risentire dell'effetto Halving, l'importante è appuntamento che cadrà nel mese di maggio. Consiste nel dimezzamento della quantità versata ai miners, cosa che da un lato raziona la quantità di Bitcoin in circolazione (facendo salire il prezzo) e dall'altro lato mette anche al riparo l'investimento dall'inflazione.

giovedì 8 febbraio 2024

Tasse, la lotta all'evasione porta allo Stato 24,7 miliardi di euro nel 2023

Uno dei problemi più gravi del sistema economico italiano è la forte evasione fiscale. Una montagna di tasse non pagate, che se fosse recuperata integralmente potrebbe davvero consentire investimenti importanti soprattutto nel settore dei servizi pubblici.

La lotta contro chi non paga le tasse

La buona notizia per lo Stato italiano è che il 2023 è stato un anno record per la lotta all'evasione. Infatti l'attività svolta da Agenzia delle Entrate ed Agenzia delle Entrate-Riscossione ha consentito di recuperare 24,7 miliardi di euro. Mai prima d'ora era stata recuperata una cifra simile da chi evade le tasse.

Rispetto all'anno precedente sono stati recuperati 4,5 miliardi in più, ossia il 22%. Inoltre se sommiamo anche i 6,7 miliardi recuperati per gli altri enti, il totale complessivo arriva a 31 miliardi. Siamo quasi all'importo di una legge di bilancio.

Il ruolo crescente dell'IA

L'utilizzo delle nuove tecnologie sta già aiutando nella lotta all'evasione, perché consentono metodologie e tecniche di analisi dei dati dalle straordinarie potenzialità. La loro applicazione in campo fiscale crescerà ulteriormente in futuro, consentendo interventi più efficaci, sia pure nel rispetto della privacy.

I dati analitici

Della somma recuperata dallo Stato italiano, 19,6 miliardi sono frutto delle ordinarie attività di controllo svolte dal Fisco. Nello specifico: 11,6 miliardi sono frutto di versamenti diretti, 4,2 da promozione della compliance e 3,8 da cartelle di pagamento affidate ad Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Altri 5,1 miliardi sono invece frutto di misure straordinarie, come ad esempio la rottamazione delle cartelle, la definizione delle liti pendenti e la Pax fiscale.

Prendere, ma anche dare

Se da un lato è migliorato il bilancio della lotta contro chi evade le tasse, dall'altro lato è cresciuto anche l'importo complessivo dei rimborsi fiscali ai contribuenti. Nel 2023 hanno superato i 22,4 miliardi di euro (+12%). Di questi, 19,5 miliardi sono andati al settore produttivo e 2,9 miliardi alle famiglie.

lunedì 5 febbraio 2024

Investitori, trimestrali e dati macro sono in focus questa settimana

Dopo i meeting di Federal Reserve e BCE, e dopo gli ultimi dati su lavoro e inflazione, si prospetta adesso una settimana più tranquilla per i mercati finanziari, almeno sul fronte della politica monetaria.
L'attenzione degli investitori sarà così indirizzata prevalentemente alle numerose trimestrali che verranno pubblicate nei prossimi giorni.

Cosa guarderanno gli investitori

Anche se saranno le pubblicazioni societarie l'evento più interessante della settimana, in ogni caso continuerà ad esserci un faro acceso sulle mosse delle banche centrali. Nei prossimi giorni diversi policy makers rilasceranno dichiarazioni che serviranno a farsi un'idea sulle prossime mosse della Fed.

Le possibilità che la Banca Centrale Americana possa alzare tagliare i tassi di interesse a marzo sono praticamente evaporate. Questo ha spinto il Dollar Index verso quota 104, e seguendo una supertrend indicatore strategy sembra vedere ancora margini al rialzo.

Ciò non di meno, gli investitori guarderanno ad alcuni dati economici come l'indagine ISM Services PMI, dalla quale ci si aspetta una ulteriore accelerazione della crescita.

Banche centrali ed Eurozona

Anche se i più importanti istituti centrali hanno preso le loro decisioni nelle ultime due settimane, gli investitori conosceranno le nuove decisioni della Bank of Australia e degli istituti di India, Thailandia e Polonia.

Il dato più importante in arrivo dal vecchio continente sarà quello relativo alle vendite al dettaglio, per le quali si prevede il secondo mese consecutivo di calo. Report importanti su commercio estero, ordinativi di fabbrica e attività industriale ed inflazione arriveranno dalla Germania. La locomotiva d'Europa da tempo è in difficoltà e questo potrebbe incidere sulla quotazioni dell'euro, che è sceso di nuovo sotto 108 rispetto al Dollaro.

NB. Per negoziare l'euro si può seguire anche una parabolic sar strategia Forex, ma prima imparatela bene.

La stagione delle trimestrali

Per gli investitori sarà una settimana intensa riguardo agli utili societari, perché diversi Big scendono in campo. Tutti gli occhi negli Stati Uniti saranno puntati sui principali rapporti sugli utili aziendali, compresi quelli di McDonald's, Caterpillar, Eli Lilly, Amgen, Walt Disney, Uber, S&P Global, Philip Morris e Conoco Phillips.