martedì 28 febbraio 2017

Mercato auto: nel 2018 verrà lanciata quella che vola. Costerà 499mila euro


Quello che abbiamo visto in "Ritorno al futuro", ovvero la macchina che ritrae le ruote e spicca il volo, tra un anno diventerà realtà. Dall'Olanda infatti dovrebbe essere lanciata sul mercato entro i prossimi 18 mesi la prima auto-volante della storia. Una svolta per chi non sopporta di trascorrere ore ed ore nel traffico urbano.

Le caratteristiche della macchina volante



A segnare la svolta nei trasporti su ruote sarà la "Liberty", che verrà prodotta della PAL-V, azienda olandese. Secondo le indiscrezioni il veicolo che sarà immesso sul mercato avrà tre ruote (tanto per quello che servono...), ed avrà un motore alimentato con una normale benzina.

Sarà chiaramente un veicolo molto leggero (solo 660 kg) e potrà far volare due persone attraverso la spinta di due propulsori Rotax, il primo da 100 CV per muoversi in strada e il secondo da ben 200 CV per spiccare il volo.

Sarà quindi un veicolo ibrido, adatto tanto a camminare sull'asfalto che per aria, dove potrà raggiungere una velocità massima di 180 km, a un'altezza massima di 1200 metri (su strada invece la velocità massima sarà 170 km/h).

Ci sono però alcuni aspetti che renderanno questo apparecchio un bene di elite sul mercato. Anzitutto il costo: 499.000 euro per la Pioneer Edition e 299.000 per la versione "sport". Inoltre la distanza massima percorribile in volo è 350-400 chilometri, diciamo un paio di ore di volo e poi finisce la benzina. Inoltre per guidarla non basterà la semplice patente, ma occorrerà anche il brevetto di volo.

sabato 25 febbraio 2017

Mercato, secondo Jp Morgan lo yen potrebbe apprezzarsi sul dollaro

Il futuro del rapporto tra yen giapponese e dollaro potrebbe cambiare direzione e procedere lungo una linea di rafforzamento della valuta nipponica rispetto al dollaro americano. Lo sostengono alcuni analisti di JP Morgan, secondo i quali il cross Usd-Jpy perderà quota, malgrado la forza del dollaro sia destinata a cresce a sua volta (per via del probabile aumento dei tassi da parte della FED). 

Anzi, proprio l'orientamento emerso dalla Federal Reserve (attraverso la lettura delle minute dei verbali Fomc) sostiene la teoria del possibile rafforzamento dello yen. Infatti è emerso in seno all'organo di politica monetaria statunitense che c'è qualche perplessità circa l'opportunità di alzare subito il costo del denaro. I verbali riportano un confronto tra i membri della Fed sulle politiche attese dalla Casa Bianca durante il loro ultimo incontro del 31 gennaio.

Nel complesso quindi non sembrano esserci le condizioni perché avvenga un ciclo aggressivo di normalizzazione nella prima metà di quest’anno. L'ipotesi più concreta è che questo ritocco dei tassi possa avvenire tra maggio e giugno.
Occhio quindi a dare ragione ai sistemi di trading automatico opzioni binarie, perché potrebbero indurvi in errore e quindi in perdite.

Le condizioni che spingono le yen sul mercato

Da qui l'invito di JPMorgan a puntare sullo yen. La valuta giapponese si è indebolita notevolmente dopo la vittoria a sorpresa di Donald Trump alle Elezioni USA. Il cross Usd-Jpy è passato in poco tempo da sotto quota 100 fino a 118.6 (raggiunto a novembre). Adesso secondo il broker Markets.com il cambio dollaro yen viaggia attorno quota 112 (veri qui markets.com opinioni).

C'è poi un altro fattore che potrebbe spingere lo yen al rialzo: l’inflazione. Anche quella giapponese è impostata al rialzo, e ben presto ciò potrebbe spingere la Bank of Japan a riconsiderare la sua politica e virare verso un atteggiamento restrittivo, aumentando a sua volta i tassi di interesse. Questo scenario dovrebbe trasformarsi in uno yen più forte.

Tutto questo senza considerare che, in un clima di grande incertezza soprattutto in Europa, lo yen potrebbe beneficiare del suo status da rifugio sicuro.

mercoledì 22 febbraio 2017

Aziende agrituristiche: è boom. Bolzano la meta top, ma spunta anche Catania

Agli italiani e agli stranieri piace sempre di più l'agriturismo. Questo tipo di aziende sta andando sempre di più incontro alle esigenze delle persone, che sentono maggiore necessità di staccare la spina immergendosi nella natura.

Un'indagine condotta da Agriturismo.it rivela alcuni dati estremamente interessanti. Il focus è stato acceso su quelle aziende comprensorio sciistico che distano al massimo 30 minuti di auto da una delle province italiane. Da questo emerge che sempre più persone considerano l'agriturismo non solo la meta preferita per i mesi più caldi dell'anno, ma anche durante il periodo invernale, per trascorrere la classica settimana bianca.

Il successo di questo tipo di aziende

Il punto di forza delle aziende agrituristiche sta nel fatto che consentono sia di risparmiare che di avere a disposizione sul luogo del soggiorno tutta una serie di esperienze da vivere per fare un vero e proprio tuffo nella natura e nelle tradizioni del territorio. Non è un caso che solo a gennaio e febbraio la domanda di prenotazioni straniere è aumentata del 9%.
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A livello geografico le province più gettonate sono chiaramente ad estremo nord. Al primo posto della classifica si piazza infatti il Trentino Alto Adige, con Bolzano capofila tra le località. Qui c'è una spesa di 215 euro a persona che risulta anche più bassa della media nazionale, seguita da Trento dove i prezzi salgono un po' (251 euro). La grossa sorpresa giunge però sul gradino più basso del podio, dove invece si piazza una località del profondo sud: Catania. La città siciliana guadagna posizioni tra i turisti italiani e stranieri.

lunedì 20 febbraio 2017

Quotazione Yen in calo dopo i dati negativi sulla bilancia commerciale

I primi dati macro della settimana riguardano il Giappone, e non sono lusinghieri per l'economia nipponica. La scorsa notte il Ministero delle Finanze ha reso noto che la bilancia commerciale è tornata in passivo durante il mese di gennaio, facendo registrare un saldo negativo di 1.090 miliardi di yen.

Il dato è doppiamente negativo, perché oltre ad essere il primo segno rosso da cinque mesi a questa parte, si tratta anche di un dato decisamente inferiore alle previsioni degli analisti (-637 miliardi di yen). 
Riguardo le esportazioni, in Giappone c'è stato un aumento contenuto: 1,3% rispetto a un anno fa. Anche in questo caso il dato è inferiore rispetto a quanto ci si attendeva (4,7%). Sono invece salite le importazioni, che si attestano al +8,5%, che è un valore superiore rispetto alle aspettative degli analisti (4,7%). Va evidenziato che erano oltre due anni che le importazioni non facevano registrare un aumento. Inoltre questo dato è il più alto dall'aprile 2014.

Dati macro e riflessi sulla quotazione

Ma quale impatto hanno avuto questi dati sui mercati finanziari? Per adesso nessuno in modo evidente. L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso in lievissimo rialzo (0,09%), mentre sul mercato delle valute la settimana è cominciata nel segno di un moderato ribasso per lo yen (visto su conto per opzioni binarie Bdswiss consob).

Come vediamo dal grafico, il cross Usd-Jpy sale infatti lievemente (0,28%) e rimane così al di là di quota 113, che era stata superata al ribasso settimana scorsa. Abbiamo utilizzato anche il ventagio di Gann, e si può notare come il prezzo abbia effettuato un paio di rimbalzi interessanti sulle linee che lo compongono (vedi qui come si traccia il ventaglio di Gann).

Possiamo inoltre notare come siamo distanti tanto dall'area di supporto più immediata (112,344), quanto dalla linea di innesco rialzista (resistenza a quota 113,82). 

Nei prossimi giorni, quando verranno resi noti i verbali del Fomc e si comprenderà qualcosa di più riguardo i tempi di rialzo dei tassi USA, probabilmente il cross dollaro-yen prenderà una direzioni più decisa in un senso o nell'altro.

sabato 18 febbraio 2017

Banche, divario choc tra Usa ed Europa dopo la crisi

Se il mondo creditizio in generale non se la passa benissimo, negli USA c'è un dato che va in controtendenza. Le banche americane sono infatti molto vicine ad azzerare le perdite (circa 70%) accumulate dal 2007 al 2011, periodo durante il quale la crisi dei subprime ha messo in ginocchio l'intero settore.

Se un buon 30% è stato recuperato faticosamente nel corso degli ultimi anni, l'ultimo spicchio di perdite azzerate c'è stato dopo l'elezione di Trump, visto che gli istituti di credito hanno accumulato un +30% proprio dal giorno dell'elezione del tycoon come nuovo presidente. Diciamo che resta un 10% di perdita ancora da azzerare, ma il risultato è ottimo.

Il gap tra banche

Quello che però lascia perplessi è che si sia creato un gap notevole tra lo stato di salute delle banche USA e quello delle banche europee. Le quotazioni degli istituti americani sono ripartite, quelli del Vecchio Continente invece hanno continuato a volare basso. Le loro perdite infatti sono ancora sul 75% (in Italia questo valore arriva all'84%), e i ricavi si sono contratti del 65%. Significa che le banche europee hanno recuperato poco o niente del valore che avevano prima dello scoppio della crisi.

Il motivo per cui s'è creata questa frattura è duplice: in Europa la crisi continua a produrre i suoi effetti, e in secondo luogo è stata gestita in modo molto diverso.
Come? Negli USA c'è stato un intervento decisivo del governo, che ha comprato quasi 500 miliardi di dollari di asset problematici nei bilanci delle banche. In questo modo hanno beneficiato pienamente della ripresa economica. In secondo luogo ci sono state fusioni tra gruppi bancari, che hanno razionalizzato il sistema creditizio e migliorato la redditività. Infine la diversa politica economica e di manovra dei tassi tra Usa e Europa. Il dato positivo è che secondo gli economisti nei prossimi anni ci sono ragioni per credere che una parte del gap accumulato tra banche Usa ed Europa si attenui. Ma ci vorrà ancora tempo prima che ciò accade.

giovedì 16 febbraio 2017

Mercato delle valute, il franco svizzero continua a prendere forza sull'euro

Continua ad esprimere una certa forza, il franco svizzero nel mercato delle valute. anche se l'inflazione continua ad essere piatta, la coppia Euro-Franco continua ad avere un andamento ribassista. Il cross valutario è sceso a gennaio fino ai livelli minimi del post-Brexit, arrivando anche sotto quota 1.07. 

A pesare è stato soprattutto il differenziale degli spread rispetto all'Eurozona, che hanno cominciato a divergere riportando così il franco svizzero al ruolo di rifugio sicuro.

Il franco svizzero nel mercato delle valute

Sul mercato valutario, il cambio EUR/CHF si vede chiaramente dal grafico che è in decisa discesa (abbiamo usato la tecnica di trading Ichimoku Kinko Hyo).
Un trend ribassista che ricalca anche nel medio-breve periodo quel che sta succedendo anche su orizzonti temporali più vasti (nel triennio -12%, nell'ultimo anno -1,5%, nell'ultimo trimestre -1,7%).

Se guardiamo da ottobre in poi, la coppia ha vissuto un ulteriore progressivo deprezzamento, e questo mese per la prima volta è stata violata la soglia di 1,07 (dati di forex Plus500 demo).

Adesso bisognerà capire cosa vuole fare la Banca nazionale svizzera (BNS), che fino ad ora ha cercato di evitare un eccessivo rafforzamento della propria valuta,  adottando una politica di tassi negativi (a dicembre 2014 il tasso è sceso sotto lo zero senza mai più risalire). . Intanto è intervenuta nel mercato delle valute per circa 14 miliardi di franchi a novembre e per circa 4,9 miliardi a gennaio.

martedì 14 febbraio 2017

PIL, dati positivi per l'Italia. Nel 2016 crescita migliore delle aspettative

Il rialzo del PIL italiano sarà più alto del previsto. Questa è la buona notizia che viene resa nota dal Istat, che ha comunicato oggi la sua stima flash. Nel 2016 il Prodotto Interno Italiano quindi è salito in termini grezzi dello 0,9% rispetto al 2015, là dove nel Documento programmatico di bilancio di ottobre scorso, il governo aveva stimato un rialzo del Pil 2016 (in termini grezzi) dello 0,8%. Va detto invece che secondo le previsioni della UE, il valore è 0,9%.

L'Italia sorride con i dati sul Pil

La crescita del Pil nel quarto trimestre è stata dello 0,2% rispetto allo stesso intervallo di tempo precedente, se corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato. La crescita invece è dell'1,1% nei confronti del quarto trimestre del 2015.
Se facciamo un confronto con altri paesi, nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5 % negli Stati Uniti, dello 0,6% nel Regno Unito e dello 0,4% in Francia.

Va anche aggiunto che l'economia italiana non cresceva a ritmi così veloci dal 2010. Se la stima di oggi dell'Istat dovesse essere confermata anche a marzo, il +0,9% sarebbe il dato più alto dal +1,7% messo a segno 6 anni fa.

Ecco perché è stato molto positivo il commento del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Ha voluto sottolineare che i dati sul Pil danno ragione alla politica economica del Governo, fatta di attenzione ai conti, riforme e sostegno a investimenti privati e investimenti pubblici. Anche il Premier Gentiloni ha commentato questo report: "Dati Istat su Pil incoraggianti. Governo determinato a proseguire riforme per favorire la crescita".

domenica 12 febbraio 2017

Forex, la sterlina prende quota e minaccia l'euro. Rottura del supporto in arrivo?

Il crossa valutario tra euro e sterlina è tornato ad essere sotto pressione nel Forex market. Nei giorni scorsi il rapporto tra le due valute è scivolato sotto quota 0,8500 per poi rimanere intorno a quell'orbita. Ma cosa dobbiamo aspettarci dal rapporto tra euro e pound? 

Come se non bastassero le pressioni che già vengono esercitate dalla questione brexit, sulla coppia valutaria anglo-europea pesano anche gli eventi che stanno avvenendo in Francia, dove si registra la forte avanzata della candidata nazionalista Marine Le Pen. Il timore è che ben presto possano essere poste le basi per una Frexit.

Come procede l'Usd-Gbp nel forex

Il cambio euro-sterlina ha iniziato a perdere quota nel forex già da inizio settimana, quando si è allontanato ancora dall'area 0.8600, mentre i successivi tentativi rialzisti sono andati solo parzialmente a segno (lo vediamo nel grafico che riporta anche i ritracciamenti fibonacci trading).

L'euro è sbattuto contro un rinnovato interesse nei confronti verso la sterlina, che minaccia di far tornare il cross verso quota 0.8400.

Attualmente il valore della coppia secondo IG markets è 0,8517 (vedi igmarkets opinioni), ma si è assistito a ripetuti tentativi di sfondare il supporto visto che la domanda di pound ha iniziato ad aumentare già dal discorso della May di gennaio scorso. una tendenza che poi è aumentata dopo la sentenza della Corte Suprema e dopo l’approvazione del Brexit Bill da parte del parlamento.

Peraltro va rimarcato l'intervento di Kristin Forbes, membro della Bank of England, che ha accennato ad un prossimo rialzo dei tassi di interesse nel breve periodo. Cosa che potrebbe rafforzare ulteriormente la sterlina e spingere il cambio EUR/GBP ancor più in basso

giovedì 9 febbraio 2017

Economia: primo via libera alla Brexit. Si avvicina il conto alla rovescia per la May



Arriva il via libera della Camera dei Comuni alla Brexit. E' stato approvato ieri sera il disegno di legge che permetterà al governo di invocare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, quello che di fatto dà il via all'iter concreto per l'uscita del Regno Unito dall'UE, così come deciso dal referendum dello scorso giugno.
Il disegno di legge ha ottenuto l'OK senza alcuna modifica e con una maggioranza schiacciante: 494 favorevoli contro 122 contrari. Adesso il testo va alla Camera dei Lord, che lo voterà il prossimo 20 febbraio.

Il problema degli accordi commerciali e i riflessi sull'economia

Va segnalata una frase presente nella proposta di legge: "Il nostro Parlamento è rimasto sovrano per tutto il periodo in cui abbiamo fatto parte dell’Unione europea, ma non sempre questa è stata la sensazione".  Un vero e proprio atto d'accusa all'Europa.
Certamente una frase non proprio ideale se è vero come è vero che il primo ministro Theresa May desidera un divorzio amichevole, e soprattutto una prosecuzione dei rapporti commerciali con l’Unione Europea.

C'è un aspetto che va sottolineato. L'articolo 50 del Trattato di Lisbona sancisce l'uscita della GB da qui a due anni, momento in cui cesseranno di avere effetti i trattati attualmente in vigore. Questo quindi è il lasso di tempo che avrà il governo britannico per ridefinire i rapporti commerciali con i singoli paesi. Più si tarda, più il Regno Unito agirà in posizione di debolezza, e quindi patirà condizioni di accordo peggiori. Peraltro molti dei paesi con cui la GB vorrà fare accordi, avranno voglia di fargliela pagare cara.

Senza contare che far cuocere la GB nel suo brodo, significa aumentare le possibilità che le grandi aziende scappino da Londra. Chi in Europa vuole farsi sfuggire l'occasione per un simile scippo?
Ecco perché la sensazione è che la Gran Bretagna abbia messo in moto un processo complicatissimo senza avere un paracadute.

martedì 7 febbraio 2017

Forex, il dollaro rialza la testa nei confronti delle altre major

Dopo l'intervento di ieri da parte del governatore della BCE Mario Draghi, l'euro è andato deprezzandosi nei confronti del biglietto verde nel Forex. Il cambio valutario adesso si avvicina nuovamente alla quota di supporto 1,0650, che se forzata potrebbe innescare un ulteriore calo. In linea di massima però, il dollaro oggi è andato in ascesa nei confronti di molte valute principali.

Dollaro in ascesa nel Forex

Lo testimonia infatti il Dollar Index, ovvero l'indice che misura la forza del biglietto verde nei confronti di un paniere scelto di valute. I suoi valori si sono innalzati oltre quota 100, dopo aver raggiunto i minimi il 02 febbraio a 99,16. Lo vediamo nel grafico sottostante, dove abbiamo utilizzato anche gli indicatori frattali trading.



Già nella giornata di ieri il dollaro aveva cominciato un movimento rialzista nel Forex, dopo un'altra settimana intonata al ribasso. Venerdì scorso il biglietto verde non era riuscito a cavalcare l'onda delle non farm payrolls di gennaio, andate ben oltre le attese. E dire che in molti invece si aspettavano un rimbalzo positivo che però non c'è stato (per la delusione di chi negozia opzioni binarie one touch e aveva puntato forte sul biglietto verde).
 
Riguardo i dati di oggi, il cross tra euro e dollaro segna un calo dello 0,77% a quota 1,0663 nel Forex market. Il biglietto verde guadagna anche nei confronti dello yen (quota 112,52 + 0,70%) e della sterlina britannica (cross Gbp-Usd a 1,2376, -0,77%).

Va segnalato che ieri la banca d'investimento JP Morgan non era stata molto tenera nei confronti del dollaro, anzi aveva suggerito di "venderli di corsa". Tutta colpa di Donald Trump, della sua imprevedibilità e della chiara volontà di svalutare il biglietto verde per favorire la ripresa del commercio statunitense.

lunedì 6 febbraio 2017

Banche, le minacce ora si chiamano Facebook, Google, Amazon: offriranno anche servizi finanziari

I colossi del web, quelli che segnano la nostra vita di tutti i giorni come Facebook, Amazon, Google e Apple, stanno per entrare nel mondo della finanza. Faranno (o quasi) concorrenza alle banche. L'ipotesi è già in piedi da qualche tempo, ma adesso pare che stia diventando concreta.

La minaccia dei social per le banche

Facebook ad esempio ha da poco ottenuto in Irlanda una licenza per l'emissione di moneta elettronica e servizi di pagamenti. Così cominciò anche Paypal, che poi dopo 3 anni acquisì la licenza bancaria.
Si prenda anche il caso di Amazon, che da poco ha lanciato una carta di credito (in partnership con Jp Morgan) riservata ai i suoi clienti “prime.

Del resto questi colossi hanno vantaggi indiscutibili: risorse quasi illimitate, tecnologiche all'avanguardia, bacini di utenza fortemente fidelizzati e in più un profilo mostruosamente minuzioni di ogni loro potenziale cliente.
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A dare sostegno a queste iniziative c'è una ricerca effettuata da Accenture. Secondo le sue rilevazioni, addirittura un terzo dei quasi 33 mila interpellati sarebbe interessato a spostare il proprio conto bancario verso uno degli operatore come Facebook, Google o Amazon.

In Italia questa percentuale cresce fino al 42% e addirittura raggiunge il 51% tra i più giovani.

La conseguenza è chiara: un eventuale loro ingresso nei servizi bancari e assicurativi, sarebbe un colpo durissimo per gli istituti tradizionali, anche perché al momento la ricchezza è in mano prevalentemente alla fascia più anziana della popolazione, che è abituata ala "vecchia cara banca", ma tra qualche anno si trasferirà verso le nuove generazioni, più avvezze ad utilizzare il web e meno sensibili all'aspetto della relazione personale.

venerdì 3 febbraio 2017

Valute, dollaro in rialzo nell'attesa del dato sui "non farm payrolls"

La giornata per il dollaro è cominciata con il piede giusto sul mercato delle valute, ma quello che succederà nelle prossime ore dipende in buona parte dal dato sull'occupazione, ovvero i "non farm payrolls". Se dovessero esserci delle performance positive, allora questo sprint del biglietto verde potrebbe anche andare avanti. Viceversa si aprirebbero nuovi scenari sui mercati valutari.

Gli effetti dei NFP sul mercato delle valute

Finora il biglietto verde ha accumulato segni positivi nei confronti delle altre valute del paniere. Secondo il nostro convertitore del cambio dollaro euro oggi il rapporto eur-usd vale 1,0728, ovvero -0,28% rispetto a ieri. Guadagni per moderati anche nei confronti di altre valute come sterlina e yen. Ma è chiaro che gli investitori sono tutti in attesa del dato sui Non Farm payrolls che verrà diffuso oggi.

Ci sono diverse ragioni per ritenere che il mercato del lavoro abbia impresso una bella accelerazione negli USA: le richieste di sussidi di disoccupazione sotto le attese, il rialzo della produttività del settore non agricolo, il calo di licenziamenti. Secondo la previsione della Fed, potrebbe essere superata quota 200mila nuovi lavoratori nel settore non agricolo.

Il futuro andamento del dollaro non dipenderà però soltanto dal dato sui Non Farm payrolls, perché occorre guardare anche ai salari, che sono saliti più rapidamente del previsto nel mese di dicembre. Sarà solo l'effetto combinato di questi due fattori a imprimere una certa direzione al biglietto verde sul mercato delle valute. In sostanza occorre un report inequivocabilmente positivo per spingere su il biglietto verde. Magari anche per questo è meglio aspettare e limitarsi a fare trading con un broker opzioni binarie demo, e attendere che gli eventi facciano capire con chiarezza in quale direzione ci stiamo avviando.

mercoledì 1 febbraio 2017

Lavoro, altra mazzata: ILVA metterà metà dei dipendenti in cassa integrazione

Arriva un'altra brutta notizia sul fronte occupazione per l'Italia. Come era ormai nell'aria da diverso tempo, l'ILVA si appresta a fare un deciso passo verso la riduzione dell'occupazione. Per il momento saranno passi solo temporanei, ma non promettono comunque nulla di buono. Ben 5000 dipendenti dello stabilimento di Taranto sono in esubero temporaneo e che usufruiranno degli ammortizzatori sociali, verosimilmente la cassa integrazione straordinaria, a partire da marzo e per almeno un anno.

La drammatica situazione del lavoro

La decisione è stata comunicata dai vertici dell'azienda ai sindacati, in occasione dell'avvio delle consultazioni in vista della scadenza dei contratti di solidarietà (altri ammortizzatori sociali già usufruiti dall'azienda in numero di 3095 unità).
La riduzione della forza lavoro impiegata è una conseguenza delle fermate parziali o anche totali di tutti gli impianti a valle e a monte del ciclo produttivo a caldo di Taranto. con inevitabile riduzione del fabbisogno di risorse umane".

L'Ilva giustifica il tutto con problemi di sostenibilità finanziaria degli oneri derivanti dalla gestione d'impresa, comprendenti gli ingenti costi di adeguamento alle prescrizioni Aia, che hanno progressivamente aggravato la situazione di illiquidità.
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Inoltre l'azienda fa richiamo anche a un'altra causa: "L'attività di impresa è fortemente influenzata dal protrarsi della crisi economico-finanziaria, che ha prodotto un progressivo deterioramento del mercato di riferimento in Europa dopo un ciclo espansivo pluriennale collocabile negli anni 2003-2008".

Chiaramente è stata immediata anche la reazione dei sindacati, che hanno chiesto di spostare la discussione venga trasferita al Ministero per ricercare una concreta risoluzione che sia idonea a salvaguardare l'occupazione negli stabilimenti e il reddito dei lavoratori, minacciando la mobilitazione di tutti i lavoratori nel caso in cui non vengano ascoltati i loro appelli.