mercoledì 30 agosto 2023

Imprese, Amazon può essere un alleato: export boom per le PMI nel 2022

La concorrenza dell'e-commerce è sicuramente uno delle spine che il mondo delle imprese italiane deve affrontare, e che nel tempo ha sottratto clienti e affari. Ma talvolta il "nemico" può diventare anche un alleato, come evidenziano gli ultimi report pubblicati da Amazon, il colosso fondato da Jeff Bezos.

I numeri delle piccole medie imprese

Nel 2022 oltre la metà delle 21mila piccole e medie imprese che hanno deciso di sfruttare la piattaforma, ha venduto i suoi prodotti all'estero. Si è generato un giro di affari che sfiora il miliardo di euro, con una crescita rispetto all'anno precedente di circa il 20%.

La multinazionale americana sottolinea il suo impegno finalizzato a dare strumenti efficaci alle PMI, per vendere con successo attraverso il canale digitale e ambire a varcare i confini nazionali. Amazon ha investito a livello europeo oltre 8 miliardi di euro in logistica, servizi, strumenti e formazione, per raggiungere l'obiettivo di spingere le PMI a vendere all'estero 1,2 miliardi di euro annui entro il 2025.
I maggiori Paesi di sbocco sono stati Germania, Francia, Spagna, Stati Uniti e Regno Unito.

Una scelta che può premiare

Anche le vendite complessive sullo store sono cresciute: le imprese di piccole e medie dimensioni hanno infatti piazzato ben 125 milioni di merce, anche in questo caso con un incremento del 20%. Al momento oltre il 60% delle vendite nello store online proviene da partner di vendita indipendenti.

Alcuni dati offrono un quadro più analitico. Delle 21mila piccole e medie imprese che hanno scelto Amazon per vendere i loro prodotti, circa 850 hanno superato il milione di fatturato sullo store, mentre ben 5mila hanno superato i 100 mila euro.

Lombardia sugli scudi

A livello territoriale la vivacità più forte riguarda le imprese della Lombardia (175 milioni di vendite) che detiene anche il primato del maggior numero di PMI presenti sul market place (oltre 3.400), mentre i settori più gettonati sono Casa, Bellezza, Salute e Cura della persona, Sport e Alimentari.

giovedì 24 agosto 2023

Economia USA qualche scricchiolio mette pressione sulla FED

L'attività commerciale è rimasta quasi in stallo nel periodo di agosto alimentando i dubbi sulla forza della crescita dell'economia USA nel terzo trimestre. Torna così ad aleggiare il dubbio riguardo ad un eventuale nuova stretta sui tassi di interesse da parte della Federal reserve, proprio quando sta per partire il simposio dei banchieri centrali a Jackson Hole, nel Wyoming.

Gli ultimi dati sull'economia USA

Nella giornata di mercoledì, S&P Global ha dichiarato che l'indice PMI composito statunitense è sceso a 50,4 ad agosto. Si tratta del dato più debole dal mese di febbraio ed anche nettamente inferiore al 52 che era atteso dagli economisti. Ricordiamo che 50 è la soglia che separa la espansione dalla contrazione.

Se da un lato c'è stata una crescita più blanda nel settore dei servizi, dall'altro c'è stata una contrazione molto più profonda del previsto nel settore manifatturiero.
Il totale dei nuovi ordini è diminuito per la prima volta in sei mesi e il ritmo di creazione di posti di lavoro è sceso ai minimi da oltre tre anni, in un contesto di pressioni prolungate derivanti dall’inflazione e da tassi di interesse elevati. Nel frattempo, l’inflazione dei costi di produzione ha registrato un’accelerazione a causa dei maggiori costi di carburante, salari e materie prime.

Il dollaro ritraccia

Il report sull'economia USA ha provocato una frenata del dollaro. L'index è infatti sceso leggermente sotto 103,5, in calo rispetto al massimo di oltre due mesi di 103,98 all'inizio della sessione (dati ricavati da broker opzioni binarie no esma).
Intanto il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è sceso al 4,2%, dopo aver toccato il massimo degli ultimi 15 anni pari al 4,342% il 21 agosto.

NB. Sul dollaro è possibile seguire una strategia martingala trading Forex, a patto però di comprendere bene come farla.

Cosa farà la FED?

I dubbi sulla forza dell'economia statunitense potrebbero indurre la FED a rivedere in modo più cauto la propria politica monetaria, non toccando i tassi di interesse a settembre. Proprio questo clima di incertezza spingerà gli investitori a una maggiore cautela, visto che a Jakson Hole ci sarà il discorso del presidente della Fed Jerome Powell alla fine di questa settimana.

martedì 22 agosto 2023

Patrimonio borsistico, cresce il divario tra i maggiori Paperoni italiani del 2023

Se la distanza tra i ricchi e quelli che non lo sono aumenta, sta crescendo anche il divario tra coloro che hanno i patrimoni azionari più grandi e quelli che sono "semplicemente" ricchi.

La classifica dei maggiori patrimoni

Il portale Milano Finanza ha stilato la graduatoria dei possessori delle maggiori ricchezze, basandosi sulle quotazioni in Borsa a Piazza Affari.  Si arriva così a definire il podio dei maggiori patrimoni borsistici, che in realtà non è cambiato rispetto allo scorso anno.

A guidare la classifica ci sono gli eredi di Leonardo Del Vecchio, fondatore e presidente di Luxottica e presidente esecutivo di EssilorLuxottica, la più grande holding produttrice e venditrice mondiale di occhiali e lenti. Vantano un patrimonio azionario da 32,5 miliardi di euro (+14,7% rispetto al 2022).

Il resto del podio

Sono seguiti in classifica dai coniugi Miuccia Prada e Patrizio Bertelli (13 miliardi; +14%). Al terzo posto c'è la famiglia Rocca, che controlla l'azienda di infrastrutture petrolifere Tenaris e vanta quasi 10,5 miliardi di patrimonio borsistico (+11,5% anno su anno).
Complessivamente il podio capitalizza oltre 56 miliardi di euro, in aumento del 14% rispetto ai 49,2 miliardi del 2022.

Gli altri patrimoni

Se il podio dei patrimoni azionari non è cambiato, quello che è cambiato rispetto a un anno fa è il divario rispetto al resto della classifica. E' infatti cresciuto rispetto agli altri, con la sola eccezione della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, che grazie alla corsa di Exor (+19,6%) ha ridotto il divario arrivando a oltre 10 miliardi di capitalizzazione familiare.

L'exploit

Nel resto della Top10 spicca l'ingresso di Andrea Iervolino. L'imprenditore italo-canadese che è produttore cinematografico, grazie allo sbarco su Euronext Paris del suo social Tatatu, è passato dal 317esimo all'ottavo posto assoluto. Il suo patrimonio assoluto è salito a oltre 5,6 miliardi di euro.

Anche Piero Ferrari, figlio di Enzo, iconico fondatore dell'omonima azienda con sede a Maranello, e Remo Ruffini (presidente e amministratore delegato di Moncler) fanno parte della lista dei maggiori 10 personaggi con un patrimonio borsistico più grande.

mercoledì 16 agosto 2023

Tassi di interesse, stretta di emergenza della banca centrale di Russia

È stato un Ferragosto caldissimo a Mosca, ma non per ragioni climatiche. La situazione esplosiva dell'economia ha infatti indotto la Banca Centrale di Russia a riunirsi in una consultazione straordinaria che ha portato ad un aumento dei tassi di interesse di 350 punti base.

La stretta shock sui tassi di interesse

Il nuovo livello del costo del denaro è schizzato al 12% – in precedenza era all’8,5% –, un livello che l'istituto guidato da Elvira Nabiullina spera possa servire a ridurre i rischi per la stabilità dei prezzi ed arginare la feroce svalutazione del Rublo.

Un effetto immediato del meeting straordinaria di politica monetaria è stato proprio il rafforzamento sul mercato della valuta russa. Già prima che venisse reso noto l'esito del meeting, il cambio USD/RUB era sceso poco sotto i 96 dollari, dopo che il giorno precedente aveva sfondato quota 100 (quota 110 nei confronti dell'euro). Chi conosce cos'è lo slippage Forex, ha visto concretizzarne uno, sia pure temporaneo.
Nell'ultimo anno il tasso di cambio rispetto al Dollaro si è praticamente dimezzato.

L'impatto delle sanzioni

La valuta moscovita è stata messa in ginocchio progressivamente dagli effetti delle sanzioni occidentali, che hanno fatto seguito all'invasione delle Ucraina. L'economia russa ormai è votata soltanto alla produzione alimentare e dallo sforzo di guerra. La bilancia commerciale è traballante a causa dei blocchi con l'estero, mentre la spesa militare sta mandando sottosopra in bilancio statale, che ha fatto largo ricorso al deficit.

Annotazione: sulla valuta russa è possibile ottenere segnali forex in tempo reale gratuiti da alcuni broker.

Rischio default sempre più concreto

Nei primi mesi della guerra i prezzi elevati del petrolio e la forte dipendenza di metano da parte dell'Europa avevano sterilizzato l'impatto delle sanzioni, adesso che il petrolio costa meno e la maggior parte dei paesi europei ha sostituito almeno in parte le forniture di gas russo con altre fonti, la situazione è drasticamente peggiorata.

Nonostante i rappresentanti del governo russo continuano a raccontare una storia diversa, e anche il Fondo Monetario Internazionale abbia visto al rialzo le previsioni di crescita per il paese, questo continuo logoramento potrebbe esprimere il paese verso il default.

giovedì 10 agosto 2023

Credito alle imprese, in Italia una delle contrazioni peggiori della UE

In Italia i rubinetti del credito alle imprese continuano a chiudersi progressivamente. Nell'ultimo anno sono affluiti nelle casse delle aziende ben 33,3 miliardi di euro in meno rispetto ai 12 mesi precedenti, secondo un report dell’Ufficio studi della CGIA (che ha elaborato i dati della Banca Centrale Europea).

I dati sul ricorso al credito

Su base percentuale, da maggio 2022 a maggio 2023 il calo dei prestiti delle banche alle aziende tricolore è stato del 5%. Solo Cipro ha fatto peggio di noi nella UE. 

Altrove, come in Germania, c'è stata invece una erogazione del 7% superiore rispetto all'anno prima. Ma anche la Francia ha evidenziato una tendenza positiva, mentre la Spagna ha registrato un calo pari alla metà di quello italiano.

Cosa sta succedendo?

Le ragioni dietro questo calo sono diverse, e bisogna partire dal presupposto che il ricorso al credito in Italia è soprattutto da parte delle imprese manifatturiere.
Queste ultime, causa il rallentamento dell’economia mondiale, hanno ridotto la richiesta di prestiti, anche perché nel frattempo l'aumento dei tassi della BCE ha reso molto più costoso un finanziamento.

Bisogna poi aggiungere che nel biennio della pandemia, diverse aziende avevano ragionato da "formiche", mettendo da parte il più possibile per fronteggiare ulteriori tempeste. Quel risparmio è tornato utile, perché intaccare i depositi è molto più conveniente che aprire un finanziamento. La conferma arriva dai dati, che dicono che i depositi bancari delle imprese italiane sono diminuiti del 4,3%, -21,5 miliardi di euro.

Trend duraturo

Va detto però che la diminuzione del credito bancario alle imprese è una tendenza che va avanti da tempo. Dal 2011 infatti - con la sola eccezione del periodo 2020-2022, quando ci furono garanzie pubbliche misure messe in campo dal Governo Conte 1 e Conte 2 - le imprese sono sempre più restie a chiedere un prestito.
Ma il ricorso all’autofinanziamento non è una pratica che tutti possono permettersi. In special modo sono le piccole imprese ad essere le più vulnerabili.

lunedì 7 agosto 2023

Mercati finanziari, pochi spunti in settimana per gli investitori

Siamo entrati nelle due settimane centrali del mese di agosto, durante le quali i mercati finanziari viaggiano tradizionalmente a ritmo molto contenuto. Il calendario macroeconomico non offre spunti di grande rilievo, con l'inflazione che torna ad essere il dato clou.

Inflazione e mercati finanziari

Nei prossimi giorni il report più atteso riguarda l'inflazione negli Stati Uniti. Qualunque esito che sia differente dalla conferma di un calo, sarà una delusione per i mercati finanziari.
Se vedremo l'inflazione scendere più velocemente del previsto, probabilmente verranno spinti i mercati azionari, l'oro e il sentiment di rischio a scapito del dollaro USA.

Viceversa, se l'inflazione non soddisferà le attese, ne riceverebbe sostegno soprattutto il Dollaro USD. Il biglietto verde ha frenato la sua corsa dopo i deboli dati sull'occupazione di venerdì scorso. L'indice del biglietto verde ha ceduto infatti una buona fetta dei guadagni accumulati nei giorni precedenti, con il Dollar Index sceso vicino alla soglia di 102, con l'Indicatore MFI Money Flow index che si è sporcato.

Cina e mercati emergenti

Anche da Pechino verranno resi noti i numeri relativi all'inflazione, dove il rischio maggiore è quello di una deflazione ossia di un tasso annuo negativo. Sarebbe il segnale ulteriore di una crescita debole del paese del dragone.

Sul fronte delle banche centrali non ci sono grandi eventi all'orizzonte. I maggiori istituti al mondo hanno già preso le loro decisioni, mentre in settimana ci saranno gli appuntamenti con la Banca del Messico e quella del Brasile, due dei paesi emergenti più importanti.

Consiglio: se adottate strategia opzioni binarie 60 secondi, fate attenzione ai momenti di alta volatilità.

Il rating di credito

Tra gli appuntamenti che i mercati finanziari aspettano in settimana c'è anche quello con le agenzie di rating. Dopo la decisione a sorpresa di Fitch di tagliare la valutazione sul debito americano, è probabile che gli investitori daranno un occhio in più ai rating di credito in futuro.
In settimana, ad esempio, Moody's rivedrà il rating del credito della Germania e S&P rivedrà quello della Svizzera.

mercoledì 2 agosto 2023

Economia americana, che schiaffo da Fitch: downgrade del rating

Nel lungo termine l'economia americana sarà meno affidabile e solida. Questo in sostanza è il giudizio dell'agenzia di rating Fitch, che ha deciso pertanto di effettuare un downgrade del suo giudizio riguardo agli Stati Uniti.

La nuova valutazione dell'economia americana

La famosa agenzia newyorkese ha modificato il precedente livello di rating, che era "AAA" abbassandola ad "AA+", con outlook stabile. Secondo gli esperti dell'agenzia, nel prossimo triennio ci sarà una deterioramento fiscale e questo inciderà sulla solidità dell'economia americana. Inoltre Fitch sottolinea che i "ripetuti" scontri sul tetto del debito e le "soluzioni dell'ultimo minuto" raggiunte hanno "eroso" nel corso degli anni "la fiducia nella gestione di bilancio". 

Recessione in arrivo

Fitch prevede una recessione americana nel quarto trimestre del 2023 e nel primo trimestre del 2024. Inoltre va evidenziato che l'agenzia newyorkese dà per scontato che a settembre ci sarà un nuovo aumento dei tassi di interesse, dopo quello che la FED ha deciso a luglio.

La decisione riporta alla memoria il downgrade shock di S&P nel 2011, nel mezzo del braccio di ferro per l'aumento del tetto del debito. Adesso l'unica agenzia che continua a dare una tripla A agli USA è Moody's.

Reazioni stizzite

L'abbassamento del giudizio di affidabilità sull'economia americana non è andato giù al segretario al tesoro statunitense Janet Yellen. Secondo l'ex numero uno della Federal Reserve, il downgrade da parte di Fitch Ratings è del tutto arbitrario e si fonda su dati obsoleti.
Secondo la Yellen, l'agenzia Fitch avrebbe annunciando il suo cambiamento ora, nonostante ci siano stati grandi progressi in molti degli indicatori su cui proprio Fitch ha fondato la propria decisione.

Anche la Casa Bianca è stizzita

Una reazione piccata alla valutazione di Fitch sull'economia statunitense giunge anche dalla Casa Bianca, per bocca della portavoce Karine Jean-Pierre, anche perché piano piano ci avviciniamo alle elezioni presidenziali del 2024 e la questione diventa importante dal punto di vista politico.

«Siamo profondamente in disaccordo con la decisione di Fitch», dice la portavoce del presidente, che sottolinea come l'amministrazione Biden ha spinto la ripresa e mette in allarme «sull'estremismo dei repubblicani, che è una continua minaccia per la nostra economia».