martedì 27 dicembre 2022

Prezzo del Bitcoin ancora alle prese con quota 17 mila. Pesano le preoccupazioni sui tassi di interesse

Non finisce il periodo opaco per le criptovalute, che adesso devono fare i conti anche con le rinnovate preoccupazioni sui tassi di interesse alti negli Stati Uniti. Il prezzo della regina del settore, Bitcoin, non riesce ad esempio a scavallare la soglia dei 17 mila dollari. Ma è l'intero panorama a rimanere fiacco.

Tassi di interesse e prezzo delle criptovalute

Gli ultimi dati macroeconomici dagli Stati Uniti segnalano che l'economia a stelle e strisce resta solida, nonostante i timori di inflazione e recessione.

Prima della vigilia di Natale, è tornata così ad accendersi la speculazione sui tassi di interesse alti da parte della Federal Reserve. La banca centrale americana potrebbe aumentare nuovamente il ritmo attuale del ciclo di rialzi dei tassi, nella lotta contro l'inflazione.
Questo penalizza il prezzo di Bitcoin e delle altre cripto. Nel contesto in cui le banche centrali tengono alti i tassi di interesse, gli investitori preferiscono posizionare il denaro su prodotti ritenuti più sicuri e meno volatili delle crypto.

Situazione di Bitcoin

Il prezzo di Bitcoin è ancora fermo sotto quota 17.000, che diventa la prima soglia psicologica rilevante. Anche se sembra passato un secolo, è stato appena un anno fa che il prezzo giunse al massimo storico di 69 mila dollari.
La maggiore delle valute digitali si trova in una fase di range da diverse settimane, e adesso si appresta a testare la EMA50. I rialzisti sperano che tutto ciò possa dare un impulso al settore. All'orizzonte si vede un accenno di triangolo trading simmetrico.

La crisi di fiducia

Il prezzo delle totalità delle valute digitali è praticamente congelato sui quei livelli ai quali è precipitato dopo il crack dell'exchange FTX. E' interessante, in proposito, analizzare questo settore tramite l'indicatore Aroon forex.

La eco mediatica generata da quell'evento ha innescato una crisi di fiducia, spingendo i piccoli risparmiatori a vendere le loro crypto, magari pure perdendoci parecchio denaro.
Questo sentiment è aggravato anche dalla recente bancarotta di Core Scientific, una delle più grandi società di estrazione di criptovalute quotate in borsa negli Stati Uniti.

mercoledì 21 dicembre 2022

Lavoro, frenata dell'occupazione in Italia nel terzo trimestre

Gli ultimi dati sul lavoro in Italia evidenziano una diminuzione del numero di occupati nel terzo trimestre rispetto al secondo, ed una frenata della crescita su base annua.

La fotografia del Mercato del Lavoro

Ad illustrare i dati riguardanti al mercato del lavoro è stata la Nota trimestrale sulle tendenze dell'occupazione nel terzo trimestre 2022 pubblicata da Istat, Ministero del lavoro, Inps, Inail e Anpal.

Nel corso del terzo trimestre c'è stata una riduzione dello 0,1% rispetto a quello precedente (misurato in Ula, Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno).
Anche la crescita su base annua evidenzia una frenata (+2,7% rispetto al terzo trimestre 2021).

Il numero di occupati è sceso di 12 mila unità, anche se alo tempo spesso i disoccupati sono scesi di 52 mila.
È cresciuto il numero degli inattivi nella fascia di età compresa tra 15 e 64 anni (+30 mila, +0,2%).

Stipendi in calo

Una dinamica discendente la evidenziano anche le retribuzioni. Nel periodo che va dal 2007 al 2020, la retribuzione netta a disposizione dei lavoratori è calata del 10%. Le imposte sul lavoro dipendente sono aumentate in media del 2%. I contributi sociali dei datori di lavoro sono diminuiti del 4%, anche per l'introduzione di misure di decontribuzione.

Forse può interessare: tasse, nel primo semestre del 2002 lo Stato ha incassato il 13,5% in più.

Le fasce di retribuzione

Proprio nell'anno 2020, il 76% dei redditi lordi non andava oltre i 30 mila euro l'anno. La metà dei prestatori di lavoro si collocava nella fascia tra i 10-30 mila annui, mentre più del 25% era al di sotto di questa soglia. Soltanto il 2,7% poteva vantare una retribuzione superiore ai €70000 l'anno. Ricordiamo che di recente Bankitalia ha evidenziato un aumento delle disuguaglianze.

Il report evidenzia che c'è stato un aumento consistente nella fascia di retribuzione inferiore ai 10mila euro, soprattutto per i lavoratori autonomi. In questa categoria di lavoro la percentuale è infatti salita al 41,7% nel 2020 rispetto al 35.5% nel 2019. Una forte crescita ha caratterizzato anche il lavoro dipendente: 25% rispetto al 21,3% del 2019.

mercoledì 14 dicembre 2022

Inflazione, frenata importante anche nel Regno Unito. Il mercato festeggia

Alla vigilia del meeting di politica monetaria della Bank fo England, l'ufficio nazionale di statistica britannico ha reso noti gli ultimi dati sull'inflazione.
Il report evidenzia una frenata dei prezzi, così come era successo anche martedì negli USA.

L'andamento dell'inflazione

A novembre il tasso di inflazione annuo nel Regno Unito è sceso al 10,7%, in frenata rispetto all'11,1% segnato di ottobre. Quest'ultimo era il livello più alto raggiunto negli ultimi 41 anni. Il dato è leggermente migliore di quanto si attendessero gli economisti, che prevedevano un rallentamento al 10,9%.

Il maggior contributo al ribasso è stato fornito dai trasporti (7,2% contro 8,9%). In rallentamento anche i prezzi di abbigliamento e calzature (7,5% vs 8,5%), tempo libero e cultura (5,3% vs 5,9%) e comunicazione (2,6% vs 3,2%). Nel frattempo, l'inflazione alimentare è salita al 16,5% dal 16,4%, toccando il livello più alto dal 1977, guidata dal costo del pane e dei cereali.
Rispetto al mese precedente, il CPI è aumentato dello 0,4%, ben al di sotto del balzo del 2% di ottobre.

La reazione del mercato

Dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione, il rendimento dei titoli di Stato del Regno Unito a 10 anni è aumentato al massimo di 4 settimane del 3,309%.
Il cambio sterlina-dollaro (GBPUSD), una delle coppie di valute più scambiate forex, si muove invece in lieve rialzo a 1.238.
Di recente la sterlina britannica è salita sopra la soglia di 1,24 per la prima volta da metà giugno, poiché gli investitori hanno digerito un rapporto sull'IPC degli Stati Uniti più debole del previsto.

La Bank of England

Giovedì la Banca d'Inghilterra annuncerà un aumento del tasso di 50 punti base, dopo un aumento di 75 punti base deciso nella riunione precedente (il più grande in 33 anni).
Sulla sterlina - che oggi sta disegnando una candela doji trading forex - continuano intanto a pesare le preoccupazioni per l'andamento dell'economia nazionale, anche se i dati di lunedì hanno mostrato che la crescita è stata più del previsto in ottobre.

lunedì 12 dicembre 2022

Vendite on-line, rivincita dell'e-commerce si nasconde nei numeri

Quando cominciò a diffondersi il fenomeno delle vendite on-line, i negozi tradizionali - di qualsiasi dimensione e fama - si sentirono minacciati. Ma oggi anche questi ultimi vedono nell'e-commerce un canale fondamentale per i propri bilanci.

La rivincita delle vendite on-line

Da quando nei primi tempi della loro diffusione, le vendite on-line erano considerate qualcosa di controverso, è passato tantissimo tempo. Ma soprattutto è passata la pandemia di SARS-CoV-2.
Con la crisi sanitaria l'e-commerce è diventata una risorsa strategica, per non dire vitale, delle imprese. Lo dimostra il fatto che per la prima volta il volume di vendite globali ha superato i 5000 miliardi di dollari, arrivando a rappresentare più del 20% del totale delle vendite.

Anche chi all'inizio osteggiava questo fenomeno si è ricreduto. Ad esempio i settori del lusso e della moda, che hanno sempre fondato le loro radici sul rapporto personale con clienti e distributori, hanno vissuto una continua crescita delle vendite on-line.
E pensare che una quindicina d'anni fa c'era chi spingeva addirittura per l'imposizione di un divieto o di un limite al fenomeno dell'e-commerce per tutelare il proprio marchio.

La tecnologia e la digitalizzazione

Oltre alla pandemia, ha agito un altro fattore che ha spinto le vendite on-line. Si tratta della progresso tecnologico. Innovazione e digitalizzazione hanno cambiato anche il comportamento dei consumatori, che diversificano le loro abitudini di acquisto e cercano occasioni di risparmio, oppure preferiscono la comodità di comprare e ricevere direttamente a casa.

La doppia sfida

Più che per scelta, le imprese che non credevano nell'e-commerce si sono trovate di fronte alla necessità di affrontare una doppia sfida. Da una parte difendere il valore del proprio brand, dall'altra aumentare le proprie vendite.
A distanza di 15 anni si può dire che molte di esse sono riuscite a cogliere l'opportunità che si nascondeva dietro questa duplice sfida.

mercoledì 7 dicembre 2022

Banca Centrale del Canada, nuova stretta di 50 punti base

Come era prevedibile arriva una nuova mossa restrittiva da parte della banca centrale del Canada, che ha alzato i tassi di interesse di mezzo punto percentuale, portandolo al 4,25%. Si tratta del livello massimo dal 2008.

La decisione della Banca Centrale del Canada

I policy-makers canadesi hanno complessivamente effettuato strette monetarie per complessivi 400 punti base in soli 9 mesi. Tuttavia da quanto emerge dopo il meeting odierno, il ritmo dei rialzi dei tassi dovrebbe rallentare se non addirittura fermarsi. Molto dipenderà dai dati macro che verranno resi nel prossimo futuro.

La situazione canadese

L'economia del paese nordamericano continua a dimostrarsi solida, anche se la Banca Centrale del Canada si aspetta una frenata in questo scorcio del 2022 e dall'inizio del 2023.
I responsabili di politica monetaria hanno inoltre evidenziato che il mercato del lavoro rimane teso, ma soprattutto l'inflazione continua ad essere troppo elevata, così come lo sono le aspettative a breve termine della stessa.

Il tasso di inflazione annuale del Canada si è attestato al 6,9%, ancora molto al di sopra dell'obiettivo del 2% della banca centrale.

Consiglio: se vi interessa negoziare il dollaro canadese, sfruttate uno dei Consob broker autorizzati e siti trading.

La reazione del mercato

Dopo la decisione della Banca Centrale del Canada, il rendimento dei titoli di Stato Canadesi a 10 anni è sceso al 2,74%, ossia al livello più basso degli ultimi quattro mesi.
Ha guadagnato terreno invece il dollaro canadese. A seguito del meeting di politica monetaria il loonie è riuscito anche aggiungere sul minimo di un mese rispetto al Dollaro Americano (USDCAD a 1,356), anche se in seguito ha rilasciato parte dei guadagni.

Va evidenziato che nell'ultimo periodo il dollaro canadese ha patito la brusca frenata dei prezzi del petrolio, visto che parliamo di uno dei produttori di petrolio maggioi al mondo e che si tratta quindi di un asset fondamentale dell'economia nazionale.

lunedì 5 dicembre 2022

Consumi, gli italiani scelgono sempre di più il discount

L'ultima indagine di Nielsen IQ conferma una tendenza che si sta affermando sempre di più. Per i loro consumi gli italiani scelgono prevalentemente le catene di discount.

Indagine Nielsen sui consumi

Nei mesi autunnali il fatturato dei discount ha conosciuto una crescita del 11%. Si tratta di un incremento decisamente superiore rispetto a quello registrato dalle altre tipologie di punti vendita. I supermercati si fermano Infatti al 9,9%, mentre i drugstore specializzati per i prodotti per casa e persona superano appena il 10%.

In base ai dati forniti da Gfk emerge che i discount vengono frequentati dall'85% delle famiglie italiane. Parliamo di una crescita progressiva avvenuta negli ultimi anni, a partire dal 2018, quando tale percentuale si fermava al 79%.

Forse può interessare: la spending review messa in atto dagli italiani.

Non servono le promo

Un aspetto che merita una riflessione profonda riguarda le promozioni. Per attirare i consumi i discount ne hanno bisogno molto meno dei loro concorrenti.
Se si fa il confronto con gli altri punti vendita, emerge infatti che gli sconti sono stati pari al 13,6% nel periodo settembre/ottobre, mentre la media complessiva è addirittura del 22,6%.

I target

Il successo del discount attraversa le intere categorie di target. I consumi in questo tipo di negozio vengono scelti sia dalle famiglie numerose, sia dei single appassionati di cucina, sia delle donne che dagli uomini. Anche i giovani che amano sperimentare in cucina, così come gli Urban taster.

Le ragioni del successo

Alla base di questo vero e proprio boom dei discount ci sono innanzitutto i prezzi molto competitivi. Ma questa è stata sempre una caratteristica di discount.
Ciò che ha attirato ancora di più i consumi è l'evoluzione dell'assortimento, che nel corso del tempo è passato da brand per lo più anonimi a marche affermate e prodotti di nicchia, che sono difficili da reperire.
Un'altra chiave del successo sono state le campagne pubblicitarie. I discount hanno investito molto nella comunicazione sia sui canali tradizionali, che su quelli più moderni ottenendo un grosso ritorno.

giovedì 1 dicembre 2022

Mercato del lusso, l'Italia recita la parte del leone

Tra il 2020 e il 2021 c'è stata una forte crescita del mercato di lusso. Il fatturato nel settore relativo ai primi 100 gruppi al mondo è stato di poco superiore ai 300 miliardi di dollari, un sesto in più rispetto all'anno precedente e 24 miliardi in più rispetto all'era pre-covid. In questo ambito l'Italia svolge un ruolo di primissimo piano.

L'Italia è il mercato del lusso

Secondo la ricerca annuale del Global Powers of Luxury Goods, tra le 100 maggiori aziende al mondo del mercato del lusso, ben 23 sono italiane.

I principali top player italiani sono Prada, Moncler e Giorgio Armani (che assieme rappresentano il 35% delle vendite di beni di lusso di aziende italiane). 

Quelle che hanno registrato il tasso di crescita maggiore sono Golden Goose (+27,2%), Moncler (+12,9%) ed Euroitalia (+10,9%).
Inoltre il gruppo Marcolin ha registrato il net profit margin più alto dell'intera classifica: 33,4%.

Cambiamenti

L'analisi fatta nel Global Powers of Luxury Goods evidenzia inoltre un cambiamento nel mercato del lusso. I nuovi trend e le abitudini di acquisto evidenziano una sempre maggiore attenzione al tema della sostenibilità e della digitalizzazione.
Oggi più che mai le aziende di questo settore sono in grado di essere vicine ai consumatori in termini di servizio, produzione, ascolto e condivisione dei medesimi valori.

Forse può interessare: l'importanza della sostenibilità per le aziende italiane.

Le migliori del mercato del lusso

Il podio della Top 10 dei big del lusso è oramai consolidato, visto che per il quinto anno consecutivo non ci sono cambiamenti. In testa ci sono i colossi LVMH Moet Hennessy Louis Vuitton, Kering e The Estée Lauder Companies.
Le migliori aziende (quelle della top 10) persano per l’85% per net profit nella classifica delle top 100 di Deloitte.

Va anche segnalata la sempre maggiore importanza dei grandi conglomerati, come testimonia l'esperienza della Francia. Pur avendo solo 8 aziende della classifica delle 100 maggiori, ben 4 sono nella Top Ten. La Francia inoltre è il paese che vanta complessivamente le performance migliori.