giovedì 29 ottobre 2020

Banca centrale cinese, mossa a sorpresa per incidere sul cambio yuan-dollaro

La Banca centrale cinese non ha paura di spingere lo Yuan, ed anzi ne favorisce indirettamente l'apprezzamento ulteriore. L'istituto di Pechino ha chiesto alle banche locali di rimuovere il cosiddetto fattore anticiclico (CCF), che è uno dei criteri in base al quale viene fissato il cambio giornaliero yuan-dollaro. Si tratta di una misura temporanea, che però fa capire l'intenzione della PBoC di aprire all’apprezzamento della valuta cinese.

Ripresa, Yuan e Banca centrale cinese

La mossa della Banca centrale cinese arriva in un momento nel quale gli investitori stranieri stanno facendo affluire fiumi di denaro nei mercati finanziari cinesi. Ciò accade perché la Cina, oltre ad essere stata la culla del Covid, è anche il Paese che prima di tutti ha imboccato la via del recupero

I recenti dati macro evidenziano che la risalita del Pil è stata pari al 4,9%, mentre migliorano produzione industriale, consumi e vendite al dettaglio. Questo sprint ha attirato gli investitori, perché i tassi di interesse più elevati stanno rendendo le attività denominate in yuan più attraenti a livello globale. La conseguenza è la spinta al rialzo dello Yuan. Nel terzo trimestre la valuta nazionale ha registrato la migliore performance degli ultimi 12 anni sul dollaro, una delle coppie di valute più scambiate.

Nota: prima di fare investimenti valutari, bisogna imparare a conoscere broker stp o ecn differenze.

Nessuna paura

Nonostante l'eccessivo apprezzamento della valuta rappresenti un pericolo per la stessa stabilità della ripresa, con la mossa di oggi la Banca centrale non sembra aver paura. All'inizio di ottobre il governo ha anche abolito un requisito che aveva reso più costoso per le istituzioni finanziarie il commercio a termine di valuta estera - un derivato finanziario che consente ai trader di scommettere sul valore futuro dello yuan - liberando risorse per sostenere l'aumento dello yuan.

La PBoC ha riaperto al fattore ciclico nell'agosto 2018, per fronteggiare la svalutazione impetuosa dello yuan a causa della guerra commerciale con gli Usa. Va detto che la formula del calcolo del fattore CCF non è mai stata resa nota.

martedì 27 ottobre 2020

Denaro, l'insospettabile Germania si rivela paradiso del riciclaggio: 100 miliardi di euro all'anno

Una delle piaghe del mondo economico è senza dubbio il riciclaggio di denaro. Anche se molti pensano che i Paesi più a rischio siano quelli meno sviluppati, o comunque non le grandi economie, si sbagliano. Infatti tra i veri e propri paradisi del riciclaggio c'è Germania.

La Germania e un rapporto difficile col denaro

Già, proprio la locomotiva d'Europa è uno dei Paesi più vulnerabili alla pratica di "pulizia" di denaro sporco, proveniente da attività illecite. Questa vulnerabilità discende da alcune lacune legislative, ma anche da una negligente applicazione delle normative esistenti. Inoltre la Germania non ha mai fatto funzionare la Financial Intelligence Unit (Unità di Intelligence Finanziaria).

Svantaggio strutturale

A rendere tutto più difficile è poi l’ordinamento federale del Paese. Infatti la frammentazione rende più difficile la lotta al crimine e al lavaggio di denaro. Infatti il Bundeskriminalamt (BKA), l’ufficio federale della polizia criminale, viene coinvolto solo raramente. Il più delle volte questa attività viene svolta soltanto dalle autorità regionali.

Dati scioccanti

Questa situazione viene riassunta bene dall’indice di segretezza finanziaria (Financial Secrecy Index), realizzato dalla ONG Tax Justice Network (TJN). Questo indice pone la Germania al settimo posto al mondo per opacità in campo finanziario, dopo le Isole Cayman ma prima di Panama, Isole Vergini Britanniche e Isole del Canale. In sostanza, i tedeschi non brillano affatto per trasparenza.

Secondo uno studio dell’università di Halle-Wittenberg, in Germania la "pulizia" del denaro sporco arriverebbe a circa 100 miliardi di euro l'anno. Un dato che si avvicina molto a quello italiano: 118 miliardi di euro secondo le stime di Bankitalia. In fondo, a tanti fa comodo che il riciclaggio di denaro, visto che poi quel denaro viene in gran parte reinvestito in attività legali che pagano tasse, come succede nel settore immobiliare.

giovedì 22 ottobre 2020

Pagamenti digitali, svolta di Paypal: consentirà di utilizzare anche Bitcoin

Una grande novità sta per arrivare nel mondo dei pagamenti digitali. Paypal si prepara ad abbracciare Bitcoin e le valute digitali. La società di Palo Alto ha infatti annunciato il lancio di un nuovo servizio che consentirà ai suoi clienti di acquistare, detenere e vendere criptovalute tramite i propri account PayPal. Il servizio, che verrà lanciato nel 2021, sarà inizialmente attivo soltanto negli Usa.

Perché Paypal apre ai pagamenti digitali con crypto

La notizia ha avuto un effetto dirompente sia sulla quotazione di Paypal in borsa, che sul settore delle criptovalute. Il titolo dell'azienda di Palo Alto ha infatti chiuso con un guadagno del 5,50% mercoledì al Nasdaq. La più famosa delle valute digitali, ha invece varcato quota 12mila dollari, con un balzo che in certi momenti è stato anche del 7%. Lo sprint di Bitcoin ha inoltre fatto innescare i segnali derivanti dagli indicatori di inversione trend.

Secondo Paypal, la migrazione verso i pagamenti digitali è un fenomeno in continua accelerazione. Ha inciso in tal senso la diffusione della pandemia, che ha spinto a sua volta il crescente interesse per le monete digitali da parte dei consumatori. Del resto anche le stesse banche centrali hanno accelerato il processo di "valutazione" delle prospettive degli asset digitali.

La sfida

Entro l'inizio del 2021, Paypal permetterà quindi ai suoi clienti di utilizzare le criptovalute per acquistare prodotti nel suo network di 26 milioni di retailer. Ma non sarà una cosa semplice, perché c'è ancora tanto scetticismo riguardo all'uso delle digital currencies come strumento per i pagamenti digitali. Del resto il Bitcoin e le altre criptovalute si sono guadagnate una cattiva reputazione a causa delle forti oscillazioni di prezzo, spesso fuori controllo, che facevano impazzire finanche l'oscillatore stocastico. La sfida di PayPal sarà quindi di traghettare le criptovalute nell'e-commerce, portandole fuori dal ristretto ambito speculativo.

Anche se PayPal non è la prima a tentare lo sdoganamento delle criptovalute (lo ha già fatto la rivale Square già tre anni fa), è chiaro che il fatto che sia un colosso come PayPal a tentarli, è una svolta storica per la normalizzazione delle criptovalute.

mercoledì 21 ottobre 2020

Atlantia, altro stop alla cessione di Aspi. Prezzo di CdP giudicato non idoneo

Il prezzo di Aspi (Autostrade per l'Italia) tiene ancora distanti le posizioni di Atlantia e CdP. L'azienda di infrastrutture ha bocciato "garbatamente" l'offerta preliminare di Cassa depositi e prestiti, ricevuta nella tarda serata del 19 ottobre e riguardante l'88% di Aspi, giudicandola ancora bassa.

Ancora incertezze sulla questione Atlantia

atlantiaTuttavia, quella di Atlantia non è una chiusura totale ma solo un rilancio. La società controllata dalla famiglia Benetton, ha infatti dato a CdP un'altra settimana per presentare una nuova proposta, che stavolta sia vincolante. In una nota, il CdA di Atlantia - pur esprimendo apprezzamento per l'elaborazione dell'offerta - l'ha valutata "non conforme e idonea ad assicurare l'adeguata valorizzazione di mercato della partecipazione". Il 28 ottobre si riunirà nuovamente il Cda per valutare un'eventuale nuova offerta vincolante.

Il nodo del prezzo

Il problema che ostacola la cessione di Aspi è quindi il prezzo. Secondo CdP il valore di Autostrade per l'Italia S.p.A. oscilla tra 8,5 -9,5 miliardi. Ma da questo prezzo occorre togliere lo sconto manleva per eventuali ulteriori risarcimenti in relazione al crollo del ponte Morandi. Inoltre bisogna considerare l’accordo con il ministero sul piano di investimenti e sugli aumenti tariffari.

Polemiche e problemi

Si torna quindi a fare un passo indietro al tavolo delle trattative. Cdp nei prossimi giorni dovrà rimettersi a lavorare, se vorrà tornare all'attacco. Ma la strada è complessa, perché già emergono molti mugugni. I 5stelle sono contrari ad un'offerta vincolante, così come Aiscat, l'associazione dei concessionari autostradali. Ma la platea dei contrari potrebbe coinvolgere anche le Fondazioni azioniste di Cdp, sebbene non ancora manifestato all'esterno.

Ma attorno all'operazione c'è anche il dissenso delle opposizioni. Infatti se dovesse arrivare al traguardo, verrebbe creata una società ad hoc per rilevare Aspi, e di questa società sarebbero azionisti Cdp per almeno il 30%, mentre quote del 30% ciascuno farebbero capo a Blackstone e Macquarie, che insieme sarebbero in maggioranza. Secondo l'opposizione è una svendita agli stranieri.

lunedì 19 ottobre 2020

Sterlina, rimbalzo sull'ottimismo da Brexit (nonostante Moody's)

Comincia con il piede giusto la settimana della sterlina, nonostante il declassamento di Moody's. A dare sostegno alla valuta britannica sono le novità incoraggianti dal fronte Brexit, che fino a poche ore fa sembrava incamminata verso un divorzio senza accordo.

Driver della sterlina

Proprio lo stallo nei colloqui con la UE è stato uno dei motivi che venerdì ha spinto l'agenzia di rating Moody's a bocciare il Regno Unito. Ha infatti abbassato il giudizio sul debito pubblico da Aa2 ad Aa3, portandolo allo stesso livello di Belgio e Repubblica Ceca. Il giudizio è stato dato anche in virtù delle incertezze dovute alla pandemia e a quelle relative alle politiche di bilancio del Governo Johnson, con conseguente «indebolimento del quadro istituzionale».

Lo spiraglio Brexit

Si poteva immaginare che il taglio deciso da Moody's venerdì sera, avrebbe potuto fare da shock ribassista per la valuta del Regno Unito. Invece ecco la sorpresa positiva: sono arrivati dei piccoli spiragli sulla Brexit, che hanno innescato l'effetto opposto.
I funzionari britannici sarebbero infatti pronti a riscrivere il disegno di legge Brexit per ottenere un accordo con l'UE, mentre Michael Gove ha affermato che la porta per le trattative è socchiusa, purché l'Unione europea faccia dei passi avanti sulle questioni fondamentali.

Consiglio: quando si vuole negoziare una coppia di valute, occorre imparare prima dei concessti di base come quello di Forex pip significato.

Quotazioni e prospettive

La sterlina, che venerdì era scesa anche sotto 1,29 dollari ed aveva superato quota 0,91 per un euro, oggi marcia al rialzo. Il cambio GBPUSD è di nuovo vicino alla soglia di 1,30 mentre l'EURGBP è a 0,9030, disegnando una candela hammer trading. La scorsa settimana, il pound aveva chiuso con una perdita vicino allo 0,5%.

Nel frattempo, i colloqui tra l'UE e il Regno Unito proseguiranno da oggi via telefono. Ci sono ancora da risolvere i problemi relativi a questioni chiave come i diritti di pesca, il governo societario e la concorrenza leale.

giovedì 15 ottobre 2020

Fatturati, i colossi del web volano anche (e soprattutto) con la pandemia

Neppure il Covid è stato in grado di frenare la fortissima galoppata dei colossi del web. I fatturati di questi aziende hanno continuano a crescere, beneficiando del lockdown che ha costretto quasi tutti a rimanere a lungo chiusi in casa.

Come si sono mossi utili e fatturati

Dopo aver ricevuto un regalo fiscale da alcuni Paesi UE, che gli hanno concesso una tassazione irrisoria (46 miliardi di euro risparmiati, legato a un tax rate del 16,4% rispetto di quello teorico delle imprese normali che si attesterebbe al 22,2%), ecco il regalo del destino. Con la pandemia sono cresciuti ulteriormente utili e fattutrati (che erano arrivati già rispettivamente a 480 miliardi e oltre 1000 miliardi). I 25 colosi del web, da Amazon passando per Google e Microsoft, hanno galoppato forte.

Quanto forte, ce lo dice l'Area Studi di Mediobanca. Nel primo semestre del 2020, gli utili hanno continuato a crescere (+16,6%) toccando il record di 18 milioni di profitti netti al giorno (erano 16 milioni nel 2019). Stesso andamento record per il fatturato, cresciuto del 17%.

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Anche in Borsa vanno di corsa

I 25 big oggetto dello studio hanno visto anche aumentare la liquidità a 589 miliardi. Denaro che può servire anche per concretizzare delle operazioni di acquisizione dei piccoli. In Borsa intanto la loro capitalizzazione è salita - nei primi 9 mesi del 2020 - del 30,4%. Questo numero che evidenzia la forte divergenza rispetto ai colossi della manifattura, che nello stesso lasso di tempo hanno invece subito un calo del 6%. A guidare l'impennata in Borsa ci sono Microsoft (1.357 miliardi di valore in Borsa), Amazon (1.345 miliardi) e Alphabet-Google (852 miliardi).

Del gruppone di big del web, soltanto alcuni non hanno beneficiato di questo scenario. Aziende come Uber, Expedia e Booking, che sono state penalizzate dal fatto che i lockdown hanno impedito gli spostamenti. Ma per il resto, il panorama è stato felice per tutti gli altri.

lunedì 12 ottobre 2020

Banca centrale cinese scende in campo per evitare l'ulteriore rally dello Yuan

Dopo il recente rally della sua valuta nazionale (Dollaro-Yuan sui minimi di 17 mesi), la Banca centrale cinese (PBoC) ha deciso di intervenire con alcune misure durante il weekend appena concluso.

Cosa ha deciso la banca centrale cinese

E' infatti scattato il taglio dei margini di liquidità per le operazioni in valute estere. Le società finanziarie quindi non dovranno più accantonare liquidità quando eseguono alcune operazioni in valuta estera. La riduzione decisa dalla Banca centrale cinese, abbassa di fatto il costo della vendita allo scoperto della valuta cinese.
Si tratta di un intervento che va nel senso opposto a quello adottato nel 2018, quando nel pieno della trade war venne posto il coefficiente di riserva obbligatoria del 20%. All'epoca lo scopo era sostenere lo Yuan, rendendo costoso scommettere sul suo ribasso. Oggi lo scopo è opposto.

La mossa della Banca centrale cinese (che comunque ha dichiarato che “continuerà a garantire la flessibilità del tasso di cambio del renminbi", ha sostenuto il rialzo delle azioni cinesi. Lo Shanghai Composite infatti ha aggiunto lunedì 86,39 punti o 2,64% a 3358,47, registrando il suo più grande rally dal 20 luglio, dopo un guadagno dell'1,68% venerdì.

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Yuan in discesa dopo la banca centrale

Invece lo Yuan è sceso dopo i recenti mesi di rally, innescati anche dallo slancio della ripresa post pandemia in Cina. Attualmente sembra si stia formando un pattern doppio minimo trading. Nel terzo trimestre, il renminbi ha guadagnato il 4% rispetto al dollaro, il più forte aumento trimestrale degli ultimi 12 anni. Da fine maggio la valuta cinese ha guadagnato oltre il 6% rispetto al dollaro, e negli ultimi giorni ha beneficato anche dalla prospettiva concreta della vittoria del democratico Joe Biden alle elezioni degli Stati Uniti, con miglioramento delle relazioni sino-americane.

Va infine segnalato che la PBOC ha fissato l'USD-CNY leggermente al di sopra di quanto suggerito dalle stime basate su modelli, una politica comunemente utilizzata per suggerire un leggero dispiacere per il ritmo dei guadagni del renminbi.

giovedì 8 ottobre 2020

Crediti deteriorati, la Bce si prepara allo shock: si rischia tzumani da $1 trilione

Questi mesi caratterizzati dalla pandemia non sono stati facili per la BCE. Già normalmente il ruolo della Eurotower è così delicato da non ammettere errori. In tempi di Covid la responsabilità è addirittura moltiplicata. Specie nei confronti delle singole banche della Eurozona, anche perché con la pandemia il rischio di crediti deteriorati in bilancio è schizzato alle stelle.

La BCE esorta le banche a identificare i crediti deteriorati

L'istituto centrale di Francoforte ha inviato una lettera ai Ceo delle banche significative già lo scorso luglio. In esse era contenuto l'invito a cominciare una verifica dei crediti caso per caso, così da distinguere clienti buoni, cattivi e già falliti e per ristrutturare i prestiti delle controparti per metterle in condizione di poter ripagare i debiti e di classificare come sofferenze chi andrà in bancarotta. Insomma una bella opera di "pulizia", dalla quale si sa già che emergeranno cifre drammatiche.

Il temuto balzo degli NPL

Sia la BCE che le singole banche sanno benissimo che in tempi di Covid-19 ci sarà un balzo degli NPL, i crediti deteriorati. Quelli che faticosamente si era riusciti a ridurre nel corso degli ultimi anni. Sono gli effetti disastrosi del lockdown. Alcune banche già tremano. BNP Paribas per esempio ha già lanciato l'allarme sull'esposizione che ha sui settori aereo e del turismo, comparti duramente colpiti dal lockdown. Il colosso francese ha erogato prestiti enormi, che si teme non saranno in grado di restituirli.

Da 300 a salire

Secondo Bloomberg, per l'anno prossimo gli analisti un valore di 300 miliardi di dollari di NPL. La cosa buona è che verrà rispettato questo numero, le banche saranno in grado di fronteggiare il problema. Il timore forte però è che possa essere un altro eventuale round di lockdown. In quel caso la stessa Bce ha calcolato gli effetti terribili che potrebbe avere. Un vero e proprio tsunami travolgerebbe i bilanci delle banche, con crediti deteriorati superiori a un 1 trilione di dollari. E tornerebbero sul tavolo le ipotesi di nuovi bailout di banche e salvataggi di Stato, perché una soluzione soltanto privata probabilmente non sarà sufficiente a garantire che si esca dalla crisi.

lunedì 5 ottobre 2020

Depositi bancari e transazioni in valuta, la Turchia adotta altre misure per difendere la Lira

Dopo il recente choc, la Turchia sta correndo ai ripari. Il Governo ha deciso di tagliare la tassa sulle transazioni in valuta estera, così come ha tagliato la ritenuta alla fonte sui depositi bancari. Entrambi i provvedimenti, presi lo scorso mercoledì, rimarranno in vigore fino alla fine dell'anno.
Queste ultime due mosse rientrano nel programma per difendere la Lira turca, che di recente è sprofondata a nuovi minimi nei confronti del dollaro Usa.

La mossa su transazioni in valuta e depositi bancari

La tassa sugli acquisti al dettaglio di valuta estera, compreso l'oro, è stata ridotta allo 0,2% dall'1%. A maggio scorso era stato fatto un intervento di segno contrario, poiché le autorità cercavano di scoraggiare la cosiddetta tendenza alla dollarizzazione dei turchi che acquistano dollari e altre valute forti.

L'altra mossa è il taglio della ritenuta alla fonte sui depositi bancari in Lire, portata a zero dal 10%. E' stata ridotta al 5% dal 15% per i depositi con scadenza fino a sei mesi, al 3% dal 12% fino a 1 anno e ridotta a zero per i depositi con scadenza superiore a 1 anno. In questo caso lo scopo è garantire che i risparmi siano conservati in conti di deposito e di partecipazione aperti in lire turche, nonché a incoraggiare l'uso di risparmi sotto il cuscino in questi conti.

Suggerimento: chi desidera fare investimenti sulla Lira turca può sfruttare i contratti per differenza CFD, cosa sono è spiegato in questo articolo.

Il timore del governo e della CBRT

Secondo gli ultimi dati della banca centrale, le disponibilità in valuta estera dei residenti locali si attestano a 218,1 miliardi di dollari, avvicinandosi a un livello record.
Come detto, la preoccupazione del governo è adesso l'andamento della Lira. Il cambio USDTRY era arrivato a 7,86, fissando nuovi record storici e infrangendo la piercing line pattern forex. Di fronte a questo scenario, perfino la Banca Centrale della Repubblica di Turchia (CBRT) ha dovuto - con una mossa a sorpresa - alzare i tassi di interesse di 200 punti base al 10,25%, inasprendo la politica per la prima volta in due anni per stabilizzare la lira e affrontare l'inflazione.

giovedì 1 ottobre 2020

Reddito di cittadinanza, la crisi da Covid ha ingrossato la spesa. Bisogna cambiare

La reddito di cittadinanza, misura bandiera del Movimento 5S, adesso è diventato un pesante fardello. Nessuno immaginava che poco dopo aver varato questa grande novità, si sarebbe scatenata la pandemia, facendo schizzare il numero degli aventi diritto al sostegno. Di conseguenza, la spesa si è ingrossata come un fiume in piena.

I numeri choc del reddito di cittadinanza

Se per il 2020 i costi dello Stato per questo sussidio sono stati già alti, le proiezioni del ministero dell’Economia riguardo alla possibile spesa nel 2021 sono inquietanti. Il reddito di cittadinanza potrebbe infatti portare via dalle casse dello Stato circa 9,5 miliardi. Circa il 30% in più rispetto al 2020. (+2,5 mld). L'importo sarebbe superiore al limite di spesa autorizzato per il 2021, che si ferma a 7,3 miliardi.

La pandemia e la spesa

Questa situazione complicata è frutto in larga parte della crisi pandemica, ma anche del fatto che mentre la platea dei beneficiari continua a crescere (spinta dai venti della pandemia), dall'altro lato i percettori che del reddito di cittadinanza che hanno trovato lavoro rimangono una esigua minoranza.
Hanno infatti sottoscritto un contratto di lavoro sono solo un quinto dei ritenuti occupabili, nei primi diciotto mesi di vita del reddito di cittadinanza. Ovvero duecentomila su un milione di beneficiari attivabili. La misura oggi accoglie 1,3 milioni di famiglie e 3 milioni di beneficiari totali, tenuto conto anche dei percettori della pensione di cittadinanza.

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La modifica e i controlli

Per questi motivi si sta spingendo, soprattutto da parte del M5S, verso una modifica del sussidio. La volontà politica infatti è migliorare la misura in modo che resti comunque viva, evitando così che un domani possa essere buttata giù mattone dopo mattone, e poi ricostruita mettendoci sopra una nuova etichetta politica di appartenenza.
Saranno cambiamenti non radicali, ma efficaci, come più controlli contro i furbetti. Si ragiona ora sulla possibilità d’introdurre controlli mirati nei confronti dei percettori del sussidio che non accettano il lavoro o non spendono per intero la somma depositata sulla card. Ma anche introdurre sanzioni severe per chi non accetta il lavoro, e pure anche il progressivo depotenziamento dei navigator.