lunedì 22 aprile 2024

Investitori di buonumore, le borse europee salgono (tranne Milano)

Dopo le preoccupazioni dell’ultima settimana per un’eventuale escalation di tensioni in Medio Oriente, il clima tra gli investitori si fa più disteso e così le borse europee viaggiano in rialzo, nonostante sia stata una giornata povera di grandi spunti macro. Nel generale panorama rialzista fa eccezione Milano, che viene appesantita dallo stacco cedole di alcune big.
Nei prossimi giorni, fari puntati sul PIL statunitense del primo trimestre giovedì e il Pce core di marzo venerdì.

La giornata per gli investitori

investitoriAlla fine della giornata, Piazza Affari è l'unica che viaggia al ribasso, a causa dello stacco cedole di alcune big. La Borsa di Milano chiude in calo dello 0,58%, con l'Indice Ftse Mib a 33.724 punti (generando delle candele di inversione). 

Sulla stessa linea, in lieve calo il FTSE Italia All-Share, che archivia la giornata sotto la parità a 35.827 punti. Poco sotto la parità il FTSE Italia Mid Cap (-0,22%); in moderato rialzo il FTSE Italia Star (+0,36%).

Nel resto d'Europa brilla soprattutto Londra, che chiude con un guadagno dell’1,64%. Gli investitori fanno compere anche a Madrid (+1,51%), Francoforte (+0,7%), Madrid (+1,5%).

I numeri di Milano

Sulla Borsa meneghina, gli investitori hanno scambiato un controvalore di titoli pari a 2,56 miliardi di euro, in ribasso (-7,53%), rispetto ai precedenti 2,76 miliardi. Scendono anche i volumi scambiati, da 0,59 miliardi di venerdì a 0,57 miliardi oggi.

Per quanto riguarda i singoli titoli, gli investitori premiano DiaSorin, +4,12% ma anche Recordati +2,49%. Ottimo il bilancio per molte banche: Mps +3,05%, Bper +2,34%, Pop di Sondrio +2,23%, Intesa +1,53%.

Giornata amara per Iveco Group (-2,2%), che paga anche l'annuncio che Olof Persson sostituirà Gerrit Marx nel ruolo di Ceo da luglio prossimo. Lo stacco cedola appesantisce Banca Mediolanum (+0,21%) Banco Bpm (+1,06%), Campari (+1,3%), Ferrari (-0,52%), Prysmian (-0,24%), Stellantis (+2,01%), Unicredit (+1,97%).

Gli altri mercati

Poco movimento sul fonte valutario, dove l'EUR-USD rimane attorno a 1,065. Il franco svizzero invece si è stabilizzato intorno a 0,91 per dollaro (qui trovate franco svizzero previsioni).
Tra le materie prime, il petrolio Brent si attesta a 86,6 dollari al barile e l’oro si deprezza a 2.335 dollari l’oncia, complice l’attenuarsi dei rischi geopolitici. Sul Forex, il cambio euro/dollaro scambia a 1,064 e il dollaro/yen si attesta a 154,8.

giovedì 18 aprile 2024

Investimenti per 270 miliardi, ecco il conto dell'Italia per le case green

La nuova direttiva europea sulle case green implica che gli immobili italiani dovranno essere riqualificati nel giro di pochi anni, e questo comporterà degli investimenti importanti a carico di famiglie e imprese.
Il conto totale potrebbe giungere a 270 miliardi di euro, secondo una stima del Centro studi di Unimpresa.

La necessità di forti investimenti

La direttiva europea si inserisce nel contesto del grande piano per la transizione energetica, chiamato Green Deal, e vuole ridurre in maniera sostanziale il consumo energetico e le emissioni di gas inquinanti di case e palazzi.

Ciò significa che nel nostro Paese, circa 12,5 milioni di immobili dovranno essere ristrutturati per soddisfare le richieste dell'Europa. Per oltre 7,6 milioni (61%) l'intervento dovrà essere importante, visto che sono attualmente classificati nelle peggiori classi energetiche, ovvero F e G.
Tutto questo comporterà importanti investimenti, visto che il costo medio dovrebbe oscillare, per ciascun immobile, tra i 20 mila euro e i 55 mila euro.

Il panorama degli immobili italiani

Il patrimonio immobiliare italiano è stato per buona parte costruito prima della Seconda guerra mondiale, ossia almeno 75 anni fa. Soltanto l'1% rientra nella classe energetica migliore (A4) e quasi altrettanti nelle classi successive (A3, A2 e A1).
Nella categoria B c'è il 2% degli immobili, mentre il 4% rientra nella categoria C. La prima classe in doppia cifra è la fascia D, che contempla il 10,2% delle abitazioni, mentre nella classe E ne figurano il 16,9%.
Come detto, le classi F e G messe assieme fanno il restante 61%. Più della metà del patrimonio immobiliare italiano necessita quindi di investimenti per adeguarsi alle direttive europee, che impongono una piena riqualificazione energetica entro il 2050.

L'UE si divide

Le nuove norme europee sulle case green hanno creato una profonda spaccatura, perché ci sono Paesi (come appunto l'Italia, ma anche Spagna, Grecia e Portogallo) che verranno duramente colpiti da queste regole (metà delle famiglie dovrà sostenere spese notevoli, che finiranno per comprimere il resto dei consumi e quindi l'intera economia nazionale).

Tuttavia, al momento la direttiva non prevede sanzioni particolari per coloro che non si adegueranno entro i tempi stabiliti. Spetta ai singoli governi nazionali decidere quali sanzioni applicare, oltre alla perdita automatica di valore degli immobili non conformi alle normative.

lunedì 15 aprile 2024

Mercati finanziari, focus sulle tensioni internazionali e sulle trimestrali USA

Sarà una settimana particolare per i mercati finanziari, che guarderanno soprattutto al fronte internazionale vista la tensione crescente in Medio Oriente, dopo l'attacco iraniano in Israele.
Nessuna banca centrale si riunirà, e i dati macro probabilmente non saranno in grado di dare particolari scosse.

Eventi clou per i mercati finanziari

Negli USA, i mercati finanziari saranno concentrati più che altro sugli aggiornamenti aziendali. L’inizio della stagione degli utili del primo trimestre vedrà grandi aziende come Goldman Sachs, Bank of America, J&J, Morgan Stanley, Blackstone, Netflix, American Express e P&G riportare i loro risultati finanziari.

A livello macro, gli investitori si concentreranno sui dati relativi alle vendite al dettaglio (si prevede una crescita dello 0,3% a marzo) e sui discorsi dei funzionari della Federal Reserve.
La banca centrale americana - visti i recenti dati sull'inflazione - sembra sempre più indirizzata verso un taglio dei tassi solo a settembre, e questo ha spinto il dollaro sul mercato valutario. L'Index è arrivato oltre quota 105, come si può vedere sui broker opzioni binarie Italia.

L'Europa aspetta il report sui prezzi

Sarà una settimana leggera in Europa in termini di dati economici, ma spiccano il sentiment economico ZEW e i dati finali sull'inflazione, sulla produzione industriale e sulla bilancia commerciale per l'Area Euro.
Intanto l’euro si è indebolito al di sotto di 1,065 dollari in aprile, il livello più basso degli ultimi cinque mesi, sotto la pressione degli scenari divergenti per la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve.

NB. Se amate fare trading sui mercati finanziari, imparate a conoscere alcuni aspetti tecnici come i candele giapponesi pattern.

Regno Unito e resto del mondo

Nel Regno Unito, i mercati finanziari seguiranno il tasso di inflazione, il tasso di disoccupazione e le vendite al dettaglio. In Cina, l’attenzione sarà rivolta al tasso di crescita del PIL del terzo trimestre, alla produzione industriale, alle vendite al dettaglio, ai prezzi delle case e agli investimenti in immobilizzazioni. In Giappone, gli investitori attendono la bilancia commerciale e il tasso di inflazione di marzo, che sveleranno l’impatto di uno yen più debole, e l’indice Reuters Tankan di aprile.
Inoltre, verranno pubblicati i dati sull’inflazione per Canada, Nuova Zelanda, Sud Africa.

mercoledì 10 aprile 2024

Mercato dell'auto, la Cina si prende lo scettro dell'export

I dati finali riguardo alle vendite e alle esportazioni avvenute nel corso del 2023 nel mercato dell'auto, ci raccontano che il paese con il maggiore export è la Cina. Ma sorprendentemente, questo boom non è affatto legato all'auto elettrica.

Lo sprint delle aziende cinesi sul mercato dell'auto

E quanto mai attuale il problema della feroce concorrenza che i player cinesi stanno facendo alle grandi aziende europee, che adesso si vedono minacciate anche nel loro continente (basta pensare al caso della BYD che aprirà una fabbirca in Ungheria).

Quello che sorprende è che non è il settore dei veicoli a trazione elettrica ad aver dato lo scettro dell'export alla Cina, bensì le vecchie tradizionali auto a benzina.

Un bel grazie alla Russia

Se le esportazioni cinesi nel mercato dell'auto sono le più numerose al mondo lo si deve in gran parte alla Russia, che è la prima destinazione dei veicoli prodotti dal paese del grande Dragone.
Dopo che Mosca ha deciso di invadere l'Ucraina, paesi come Germania e Stati Uniti hanno bloccato il commercio con Mosca. In questo vuoto si è tuffata la Cina.

Nel corso del 2023 le vendite cinesi sul mercato dell'auto russo sono cresciute del 58%. Se il primo paese che esportava veicoli a Mosca era la Germania (seguita dal Giappone) nell'ultimo anno la Cina ha piazzato il sorpasso e consolidato il proprio dominio sul mercato.
Le vendite cinesi nel mercato dell'auto russo erano appena al 10% del 2021, oggi sono arrivate al 70%. Il valore economico dell'export è cresciuto di cinque volte arrivando a 5,6 miliardi di dollari.

Il settore elettrico

Se le auto a benzina hanno trascinato l'export della Cina, nel settore delle auto elettriche Pechino continua ad avanzare. La cinese BYD ha soffiato lo scettro a Tesla come più grande produttore al mondo, superando 500.000 veicoli venduti nel quarto trimestre del 2023. La corsa di BYD si sta espandendo anche in Europa, perché prezzi più bassi e tempi di consegna più rapidi sono fattori che allettano il mercato di tutto il mondo.

Stesso discorso per Aiways, produttore cinese specializzato in veicoli dotati di intelligenza artificiale. E’ stato il primo a lanciare un suv elettrico in Europa e ad aprire una filiale a Monaco di Baviera, dove si trova il più importante mercato europeo dell’auto.

giovedì 4 aprile 2024

Tassi di interesse, Powell getta acqua sul fuoco degli entusiasmi

Anche se la prospettiva dei tassi di interesse a giugno resta sempre la più probabile, la Federal Reserve per bocca del suo presidente fà di tutto per non creare aspettative nel mercato, rimarcando che l'inflazione è ancora lì ed è elevata.

Il discorso di Powell sui tassi di interesse

Durante un intervento alla Stanford University, il presidente della Banca Centrale Americana ha precisato che il quadro economico e quello relativo all'inflazione non sono materialmente cambiati molto. 

Non si può dire ancora se il recente aumento dell'inflazione sia solo un fatto temporaneo (che giustificherebbe un taglio dei tassi di interesse) oppure no (in tal caso servirà pazienza prima di fare manovre accomodanti di politica monetaria). In effetti gli indicatori di inversione trend lasciano ancora una forte incertezza.

La banca non si dà fretta

Il presidente della FED ha ribadito che tutte le decisioni riguardanti i tassi di interesse verranno prese in base ai dati che arriveranno, riunione dopo riunione. La banca centrale non ha fretta di dover intervenire, e vuole maggiori prove del rallentamento dei prezzi (verso l’obiettivo del 2%) prima di ridurre i tassi di interesse, tenuto anche conto della forza che sta dimostrando l'economia a stelle e strisce.

Tuttavia, Powell conferma che lo scenario è indirizzato comunque verso manovre più accomodanti: "la maggior parte dei membri della Fed ritiene probabilmente appropriato un taglio dei tassi a un certo punto quest'anno".

Nessuna influenza elettorale

Powell ha inoltre difeso l'indipendenza della banca centrale rispetto alla politica. A breve ci saranno le elezioni presidenziali, ma il presidente della FED ha rimarcato che "verranno prese le decisioni di politica monetaria senza considerazioni politiche di breve termine".

La reazione del mercato

I tentativi di smorzare le aspettative sui tagli al costo del denaro non sembrano avere grande impatto sul mercato. Gli investitori continuano a ritenere probabile un taglio dei tassi di interesse a giugno. Per questo motivo l'indice del dollaro si mantiene sui livelli più deboli da oltre una settimana (e al di sopra della media mobile 200 periodi EMA200), in attesa dell'ultimo rapporto mensile sull'occupazione negli Stati Uniti.

martedì 2 aprile 2024

Insider Trading, finisce nei guai l'amministratore delgato dell'Ajax

Non bastasse una stagione calcistica già molto complicata, per l'Ajax di Amsterdam adesso scattano anche problemi in ambito finanziario. Il consiglio di sorveglianza ha infatti deciso di sospendere l'amministratore delegato Alex Kroes per via di un fondato sospetto di Insider Trading.

Dove nascono le accuse di Insider Trading

Bisogna premettere che quando parliamo di Ajax, oltre a parlare di uno dei club più famosi e vincenti al mondo, parliamo anche di una società che è quotata alla borsa di Amsterdam. Quindi è soggetta a regole ferree, a tutela del mercato dei capitali. Ed è proprio per questo motivo che è nato questo spiacevole episodio.

Ci sarebbero infatti forti indizi che l'amministratore delegato Alex Kroes, appena una settimana prima di essere nominato nel suo nuovo ruolo - a inizio agosto scorso - avrebbe effettuato un acquisto di 17.000 titoli azionari del club. Questo comportamento integra una fattispecie di Insider Trading, che è un reato. Da qui la decisione del club, che ha chiesto una consulenza legale esterna, di procedere alla sospensione del suo amministratore delegato.

Il club si dissocia

"C'è grande dispiacere per quello che è accaduto in seno al nostro club - ha pubblicato in una nota ufficiale il club olandese - dal momento che le azioni poste in essere da Alex Kroes non sono in linea con ciò che sostiene l'Ajax. Una violazione simile non può essere tollerata da una società che è quotata in borsa, ancora di più se tali azioni sono poste in essere dall'amministratore delegato. Per questo la posizione del signor Kroes non è più sostenibile".

Cosa accade adesso

In via temporanea i membri stessi del consiglio di sorveglianza assumeranno i compiti e le responsabilità dell'amministratore delegato, finché un'assemblea generale - che verrà convocata a breve termine - non prenderà la decisione di licenziare formalmente Alex Kroes, dopo aver sentito le azionisti come prescrive lo statuto.

Kroes, che è ceo dell’Ajax dopo aver sostituto Edwin van der Sar, ha affidato a Linkedin la sua risposta alla scelta del club, sostenendo di «non accettare la decisione del Consiglio di sorveglianza».

giovedì 28 marzo 2024

Recessione, adesso i timori del Regno Unito sono realtà

Era ormai dato per scontato che il Regno Unito sarebbe finito in recessione nell'ultimo trimestre del 2023. I dati che sono stati resi noti dall'ufficio di statistica giovedì hanno confermato questa convinzione.

Appunto il dato che certifica la recessione

Nell'ultimo trimestre del 2023, l'economia britannica si è contratta dello 0,3%. Dal momento che c'era stata una contrazione anche nel trimestre precedente, ufficialmente il paese è entrato in recessione tecnica. Inoltre su base annua la frenata dell'economia britannica è stata dello 0,2%.

Per il Regno Unito si tratta della prima recessione dalla metà del 2020, quando l'economia stava facendo i conti con il terribile impatto della pandemia da Covid-19.

I problemi dell'economia Britannica

Il colpo più duro alla crescita economica del Regno Unito l'ha inferto il commercio. Le esportazioni in particolar modo sono crollate del 7,6%, pesando in modo notevole sull'economia del Regno (mentre le importazioni sono diminuite dell’1,5%, segnando il quarto trimestre consecutivo di calo). Quest'ultima ha però patito anche l'elevata inflazione e i costi di finanziamento record.

Annotazione: sugli asset del Regno Unito si possono negoziare in alcuni casi anche le opzioni vanilla.

Nessuna implicazione per la Bank of England

Che il Regno Unito sarebbe andato in recessione era ormai dato per scontato, ragion per cui questa situazione non cambierà l'approccio della Bank of England in politica monetaria.
Settimana scorsa l'istituto ha lasciato i tassi di interesse invariati, ma due membri che in precedenza si erano comportati da "falco" hanno assunto un tono diverso. Tuttavia i commenti di alcuni membri del board fanno pensare che in seno alla Bank of England non ci sia l'intenzione di tagliare i tassi a breve termine.

Le conseguenze sulla sterlina

La recessione britannica non ha avuto grandi conseguenze sulla sterlina, che comunque continua a vivere un periodo fiacco rispetto al Dollaro. Il rapporto di cambio GBPUSD rimane verso quota 1,26, ossia sui livelli minimi da metà febbraio, e si avvicina alla fascia inferiore delle Bollinger bands.
Intanto il rendimento dei titoli di Stato britannici a 10 anni si riavvicina di nuovo al 4%, dopo aver toccato i livelli più bassi in quasi due settimane.

martedì 26 marzo 2024

Industria del turismo, si prevede un periodo d'oro tra aprile e inizio maggio

Il periodo di tempo che abbraccia la Pasqua, la festività del 25 aprile e il primo maggio dovrebbe dare una grande spinta all'industria del turismo italiano, che si prevede vivrà un periodo a gonfie vele.

L'analisi che dà ottimismo all'industria del turismo

Secondo le stime effettuate dall'osservatorio Astoi Confindustria viaggi, ovvero l'associazione che raggruppa la categoria dei Tour Operator, dovrebbe esserci una crescita del fatturato pari a circa l'8% rispetto allo scorso anno, grazie alla forte domanda per il periodo Pasquale e per i ponti del 25 aprile e del Primo Maggio.

Le prenotazioni per questi periodi sono infatti andate a gonfie vele e quasi la totalità delle destinazioni coinvolte nell'indagine ha evidenziato un trend positivo.

Turismo generale e organizzato

Un aspetto interessante è la crescita maggiore che ha avuto il turismo organizzato rispetto a quello generale, segno che l'attività dei tour operator ha riconquistato la fiducia dei consumatori (in termini di affidabilità e garanzia).

La maggior parte dei viaggi è con la formula all-inclusive, che rappresenta la scelta migliore soprattutto per le famiglie e per le destinazioni a medio e lungo raggio, dove il rischio di incappare in problemi logistici e organizzativi è più elevato.

Ci si muove presto

Bisogna sottolineare la tendenza crescente nell'industria del turismo alla pratica dell'advance booking, ossia la prenotazione con largo anticipo. I viaggi durante il periodo Pasquale infatti nel 35% dei casi sono stati prenotati con oltre 90 giorni di anticipo rispetto alla data di partenza. Tutto questo fa ben sperare anche per il periodo estivo, che potrebbe consolidare la forte ripresa dell'industria del turismo.

Le destinazioni preferite e la spesa media

Tra gli italiani aumentano le destinazioni di viaggio verso l'estero: spiccano i paesi scandinavi, l'Irlanda e il Portogallo. Il conflitto in corso ha scoraggiato i viaggi verso il Medio Oriente e zone limitrofe. Resistono alcuni evergreen come Canarie e Capo Verde. Sono in ripresa anche viaggi verso la Cina.
Riguardo alla spesa media, si prevede una forbice tra i 1.150 per i viaggi generalisti e i 3.500 euro a persona per i viaggi fatti su misura. Da segnalare anche il rincaro dei servizi più contenuto rispetto agli anni scorsi, soltanto il 5% per lo più legato alla componente dei voli.

martedì 19 marzo 2024

Mercato azionario europeo in crescita alla vigilia del meeting FED

Le borse del vecchio continente si avvicinano con passo svelto al meeting della Federal Reserve, in calendario per mercoledì. A dare il buonumore al mercato azionario è il miglioramento delle fiducia nell’economia tedesca. Intanto c'è stata la svolta da falco della banca del Giappone, che procede alla prima stretta dopo 17 anni.

Il bilancio del mercato azionario

Alla fine di questa seduta, il mercato azionario europeo si è mosso in positivo, sia pure con bilanci disomogenei. Milano ha chiuso con un progresso dello 0,95% sull'indice Ftse Mib, che chiude a 34.262 punti. Sulla stessa linea, in rialzo il FTSE Italia All-Share, che aumenta rispetto alla vigilia arrivando a 36.415 punti. In frazionale progresso il FTSE Italia Mid Cap (+0,25%) e anche il FTSE Italia Star (+0,47%).

Le altre principali Borse d'Europa chiudono con rialzi variabili. Molto bene Madrid +1,02%, Amsterdam +0,81%. Mediamente tonica Parigi +0,65%, mentre sono stati più cauti gli investitori a Londra +0,22% e sull'indice Ger 40 di Francoforte +0,27%.

I numeri di Milano

Riguardo ai singoli titoli, brilla soprattutto Iveco, +3,1% dopo alcune sedute fiacche. Corre Bper (+3,03%) dopo il rating assegnatole da S&P, ma in generale hanno marciato bene tutti i titoli bancari: Banco Bpm, +2,41%, Banca Mediolanum +2,24%, Mps +1,22%, Unicredit +2,11%, Intesa +1,46%.
Male invece il bilancio di Stm, -2,9% dopo lo stacco cedola.

Gli altri mercati

Sul fronte valutario, il dollaro si rialza alla vigilia della riunione della FED. Il cambio EURUSD resta in area 1,085, rimanendo rispetto alla media mobile di convergenza divergenza. Perde decisamente quota lo Yen dopo il meeting della BoJ che ha posto fine all'era dei tassi di interesse negativi.
Tra le materie prime, il petrolio Brent supera gli 87 dollari al barile in seguito agli attacchi dei droni ucraini contro le raffinerie russe e ai tagli alle forniture annunciati dall’Iraq per compensare la mancata riduzione della produzione nei mesi scorsi.

domenica 17 marzo 2024

Risparmio, nel 2023 è stato un anno d'oro per il Private Banking

Il settore del private banking italiano continua a dimostrare una grande vivacità. Lo dimostrano i dati relativi allo scorso anno, che sono stati presentati dall'ufficio studi dell'Associazione italiana privacy Banking. Il risparmio che gli investitori hanno deciso di affidare ai consulenti ha raggiunto infatti i 1100 miliardi di euro, segnando una crescita del 4,7%  rispetto all'anno precedente.

I numeri del risparmio

Nel corso del 2023, gli operatori di Private Banking sono riusciti a realizzare una raccolta retta complessiva di circa 37 miliardi di euro. Si tratta di una crescita di quasi 9 miliardi rispetto al periodo precedente. 

Questo dato conferma che i piccoli investitori italiani hanno fiducia nell'affidare il proprio risparmio ai consulenti professionisti, che si confermano capaci di orientare verso scelte consapevoli i loro clienti, garantendo il bilanciamento degli obiettivi di breve medio e lungo termine.

Il risultato raggiunto nel corso del 2023 è ancora più importante se si tiene conto che le previsioni erano invece abbastanza fosche, visto lo scenario economico generale che faceva immaginare una minore quota di risparmio che i clienti avrebbero indirizzato verso i servizi di consulenza finanziaria.

Le performance

Per quanto riguarda le categorie di impiego delle masse in gestione, nel 2023 si evidenzia soprattutto l'ottima performance nel comparto azionario, specialmente nell'ultimo spicchio dell'anno, quando i listini azionari di tutto il mondo hanno marciato a vele spiegate. Tuttavia anche il comparto obbligazionario è andato bene, grazie alle rivalutazioni innescate dalla prospettiva di un abbassamento dei tassi di interesse nei prossimi mesi.

Il grosso degli investimenti si è indirizzato nel comparto amministrato, dove c'è stata una crescita del 37,9% su base annua. Titoli di stato e obbligazioni l'hanno fatta da padroni, con incrementi del 68%, mentre il comparto azionario ha avuto un aumento del 17%. Più contenuto è stato invece la crescita dei fondi di investimento e delle gestioni patrimoniali.

martedì 12 marzo 2024

Valute digitali, il Bitcoin continua a volare oltre i 70mila

Settimana scorsa il prezzo di Bitcoin era riuscito a salire per la prima volta oltre la soglia dei 70mila dollari. Dopo una breve correzione per le prese di profitto, la più famosa delle valute digitali è tornata nuovamente oltre quella soglia psicologica, spingendosi anche oltre la quota 72mila.

Il vento che soffia su Bitcoin e le valute digitali

Sono tre i fattori che stanno incidendo maggiormente su questo slancio. Il primo è la crescita delle aspettative di tagli dei tassi da parte delle banche centrali. Infatti i tassi di interesse più bassi riducono il rendimento degli investimenti nel reddito fisso, e quindi alimentano l'appeal verso gli asset più rischiosi, come le valute digitali.

L’ultimo rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti ha rafforzato l’idea che i tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve potrebbero arrivare già a giugno.

L'halving e il fattore ETF

Il secondo fattore è l'avvicinarsi dell'evento di halving (verso metà aprile), che nelle occasioni precedenti è stato seguito da un forte balzo di prezzo. Si ritiene che i trader stavolta si siano mossi in anticipo, assumendo posizioni rialziste prima che l'evento avvenga.

E poi c'è il fattore ETF Spot Bitcoin. Dopo un periodo fiacco che ha fatto seguito all'approvazione della SEC di questi nuovi strumenti, la loro diffusione ha cominciato a galoppare, alimentando l'interesse verso Bitcoin (e di riflesso verso tutte le altre valute digitali).
Il prezzo di Bitcoin è salito anche sui 72mila dollari, infrangendo il flag pattern bandiera, ed è difficile immaginare dove possa arrivare.

Tutto il settore ringrazia

La crescita del Bitcoin sta agendo da leva anche sulle altre valute digitali. Adesso che il BTC ha raggiunto i massimi storici, i trader stanno rivolgendo la loro attenzione alle criptovalute più piccole, ipotizzando che potrebbero essere le prossime a raggiungere i massimi storici.

NB. Se siete appassionati della strategia martingala trading, fate molta attenzione se decidete di applicarla alle valute digitali.

Ether, la seconda criptovaluta più grande in termini di valore di mercato, ha superato i 4.000 dollari per la prima volta da dicembre 2021, spinta dal crescente ottimismo secondo cui sarà la prossima criptovaluta a ricevere l'approvazione da parte della Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti per gli exchange-traded fund.

giovedì 7 marzo 2024

Investimenti nelle tecnologie green in crescita nel 2023

Lo scorso anno c'è stata una forte crescita degli investimenti per la transizione energetica. Infatti sono stati spesi circa 1800 miliardi di dollari per le tecnologie a zero o basso impatto climatico.

Da dove arrivano gli investimenti

A darci un'immagine della situazione è un outlook fornito da IMPact. Il ruolo cruciale l'ha svolto la Cina, che da sola ha investito il 38% del totale, poco più di 620 miliardi. Insieme all'Europa (che ha investito circa 310 miliardi) e agli Stati Uniti (anch'essi oltre i 300 miliardi spesi), questo trio rappresenta i due terzi degli investimenti totali nelle tecnologie green.

Si stima che in Europa gli investimenti pianificati dalle aziende impianti produttivi cresceranno dal 5% al 27% nel prossimo biennio.

Prezzi e competitività

Grazie agli investimenti e all'avanzamento della tecnologia, c'è stato un calo dei prezzi che favorisce la crescita della competitività economica delle tecnologie pulite. Tuttavia all'orizzonte c'è il rischio di subire la forte competizione con l'industria cinese, che sta esercitando un grosso ostacolo nella pressione al ribasso sui costi.

Tutto questo apre ad un bivio per le autorità politiche europee, perché se da un lato l'importazione dei prodotti clean tech dalla Cina accelera il percorso di transizione energetica dell'Europa, dall'altra favorisce sempre di più la penetrazione cinese nel nostro settore industriale.

Il caso dell'industria automobilistica

L'esempio più eclatante di questo conflitto tra Occidente e Cina è dato dal mercato delle auto elettriche. I veicoli alimentati a batteria made in China si stanno diffondendo nel mercato automobilistico europeo. Se nel 2019 non arrivavano neanche al 1% del totale, nel 2023 la quota di veicoli cinesi elettrici in Europa è salita al 8,4%. A tal proposito, basta ricordare la nuova fabbrica BYD che nasce in Ungheria per produrre veicoli elettrici cinesi in territorio europeo.

Una recente stima ha sottolineato che gli investimenti di Pechino in Europa hanno raggiunto già il nuovo record oltre 28 miliardi di dollari, che peraltro sono una cifra sottostimata visto che alcuni investimenti mancano di riscontri dettagliati.

domenica 3 marzo 2024

Prezzi del petrolio di nuovo in salita verso quota 100 dollari

Durante l'ultima settimana, i prezzi del petrolio sono aumentati di oltre il 4%, recuperando dalla perdita del 2,4% della settimana precedente. I futures del greggio sono saliti al massimo in quattro mesi, spinti soprattutto dalle speculazioni secondo cui l’OPEC+ estenderà i tagli all’offerta e dalle persistenti tensioni in Medio Oriente.

I driver recenti del prezzo del petrolio

Tutti gli occhi sono puntati sull’imminente incontro dell’OPEC+ di marzo, in cui i produttori probabilmente si atterranno a limiti di produzione volontari almeno fino alla riunione ministeriale di giugno, per contribuire a stabilizzare il mercato. 

Attualmente i prezzi del petrolio si aggirano oltre gli 80 dollari al barile (negoziabili anche con lo strumento delle opzioni vanilla), prezzo ritenuto di equilibrio dal cartello dei produttori.

I timori geopolitici

Anche l’incertezza che circonda i colloqui di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, così come gli attacchi Houthi in corso contro le navi del Mar Rosso, hanno aggiunto un premio di rischio ai prezzi del petrolio. Il timore principale dei mercati riguarda la possibilità che la guerra in Medioriente si allarghi a macchia d'olio, e possa danneggiare le infrastrutture petrolifere dell'Opec.

Attualmente c'è stato un impatto minimo e gli unici accadimenti che hanno impattato il greggio sono gli attacchi Houthi alle petroliere in transito nel Mar Rosso, ma la situazione potrebbe ancora peggiorare e condizionare le forniture di Iraq, Iran, Libia, Nigeria e Venezuela.
Poi c'è la "questione russa" e la possibilità di un attacco dell'Ucraina con droni alle infrastrutture petrolifere russe.

NB. Se vi interessa il trading sul petrolio, potreste adottare anche strategie di breakout pullback trading.

Fattori attenuanti e previsioni

Tuttavia, lo slancio al rialzo è stato mitigato dal rapporto dell'EIA, che ha mostrato un aumento maggiore del previsto delle scorte di greggio statunitensi, salite di 4,199 milioni di barili la scorsa settimana a causa di un rallentamento nella lavorazione delle raffinerie.

Citigoup non esclude la possibilità di una impennata delle quotazioni, che porterebbe il suo valore a 100 dollari al barile. La probabilità - sottolinea la banca d'affari - ha a che fare con le tensioni geopolitiche in Medioriente ed altrove e con le conseguenti politiche dell'Opec+.

mercoledì 28 febbraio 2024

Mercato azionario, continuano ad aumentare i buyback (e le polemiche)

Storicamente una delle caratteristiche del mercato azionario statunitense, che lo distingueva rispetto a tutti gli altri, è stato il largo ricorso alle operazioni di buyback (ossia la procedura di riacquisto di azioni proprie sul mercato). Le norme divario rispetto agli altri paesi si sta però riducendo, dal momento che questo genere di operazioni si sta diffondendo sempre di più anche al di fuori degli States.

Buyback in crescita su ogni mercato azionario

La pratica del riacquisto di azioni proprie è cresciuta notevolmente tra le grandi aziende tedesche, francesi, britanniche e anche italiane (per dire l'ultima, Stellantis ha appena dato il via prima tranche buyback da 1 miliardo). 

Ma pure al di fuori dell'Europa le cose non stanno andando diversamente, visto che ad esempio anche il mercato azionario giapponese è sempre più interessato da questo fenomeno.

I numeri del fenomeno

Se guardiamo gli Stati Uniti, alcune stime ritengono che almeno il 38% delle grandi aziende statunitensi ha effettuato un riacquisto di almeno l'1% delle proprie azioni nel corso del 2023. Il fenomeno segna un leggero calo rispetto all'anno precedente, quando però raggiunse dimensioni record.

Nel resto del mondo spicca il ricorso al buyback da parte delle aziende britanniche, che sono arrivate ad eguagliare i numeri di quelle americane.
Anche in Francia e Germania il ricorso al riacquisto di azioni proprie continua a crescere anno dopo anno. Più indietro invece si trovano i mercati emergenti, ciò è giustificabile con la minore liquidità presente, da poter investire in questo tipo di operazioni.

Le polemiche

Va detto che le operazioni di buyback sul mercato azionario sono accompagnate anche da grosse polemiche. Acquistare le proprie azioni dai propri azionisti è un modo per remunerarli per la loro fiducia, restituendogli la liquidità in eccesso. Sono inoltre anche più efficienti dal punto di vista fiscale, dal momento che le plusvalenze (capital gain) vengono tassate di solito in base ad un'aliquota inferiore rispetto a quelle da reddito.

Tuttavia queste operazioni si prestano anche a delle manipolazioni a beneficio della dirigenza aziendale, in special modo quando la remunerazione di questi si lega alla crescita dell'utile per azione (diminuendo il numero di titoli in circolazione automaticamente cresce la quota di utile per azione).. Per questo ad esempio negli Stati Uniti è stata introdotta una tassa sui buyback.

giovedì 22 febbraio 2024

Tassi di interesse, la Turchia resta ferma al 45%

Il meeting di politica monetaria della banca centrale di Turchia si è concluso con la decisione di confermare il livello dei tassi di interesse al 45%, per la prima volta dal mese di maggio scorso. Si tratta di una decisione prevista dal mercato, che segna una pausa nel ciclo molto aggressivo di inasprimento monetario che fin qui ha portato ad un incremento del costo del denaro del 36,5%.

L'avvertimento della Banca sui tassi di interesse

Nonostante il costo del denaro sia stato confermato, la Banca Centrale di Turchia ha adottato una retorica più aggressiva. Il governatore Fatih Karahan,  che ha sostituito Hafize Gaye Erkan dopo le sue brusche dimissioni lo scorso 2 febbraio, ha infatti chiarito che in caso di peggioramento delle prospettive inflazionistiche, l'istituto centrale tornerà ad inasprire la propria politica monetaria.

La nomina del nuovo governatore è stata accolta positivamente dagli investitori, che prevedono il proseguimento o addirittura il rafforzamento delle politiche ortodosse.

Annotazione: sulla Lira turca potreste trovare la possibilità di negoziare i rapporti di cambio grazie af alcuni broker opzioni binarie Italia.

Come va l'inflazione in Turchia

L'ultimo dato relativo alla crescita dei prezzi al consumo ha superato le aspettative del mercato. Nel mese di gennaio l'inflazione ha raggiunto il 64,86%, livello più alto da novembre 2022 (superando le previsioni del 64,52%), anche per via dell'aumento del salario minimo decisa dal governo e da aggiustamenti fiscali da parte del governo.

Nel frattempo, l’inflazione core è arrivata al 70,48% a gennaio, in leggero calo rispetto al 70,64% del periodo precedente. Le proiezioni della banca centrale vedono una discesa dei prezzi al 40% entro fine anno.

La reazione del mercato

Dopo la decisione della Banca Centrale di Turchia sui tassi di interesse, la Lira turca ha continuato a svalutarsi rispetto al Dollaro, toccando il livello minimo storico a quota oltre quota 31,2. L'indicatore ROC trading (rate of change) evidenzia ancora debolezza della Lira. Sulla linea pesa anche graduale lentamente dei controlli sui capitali che nei mesi scorsi era servito a proteggere la valuta da ulteriori scivolamenti.
Nel frattempo il rendimento dei titoli di Stato decennali Turchi rimane sotto al 25%.

martedì 20 febbraio 2024

Banche, continua la desertificazione di filiali nei comuni italiani

Il trend decrescente del numero di filiali sparse sul territorio italiano continua, tanto che ci sono migliaia di comuni che ormai sono rimasti senza banche. Con inevitabili conseguenze per i cittadini e le piccole e medie imprese, soprattutto artigiane.

Come cambia il rapporto tra territorio e banche

Stiamo viaggiando sempre più in una direzione nella quale le banche sono prevalentemente virtuali e molto meno fisiche. Ma questo penalizza In primo luogo i piccoli comuni, dove per ragioni di costo diventa sempre meno conveniente avere un presidio territoriale. 

Nel solo anno 2023 sono state chiuse 823 filiali, che sommate alle 677 dell'anno precedente, portano il totale di chiusure in un biennio a oltre 1.500 sportelli. A livello geografico significa più o meno che un quarto del nostro territorio è stato abbandonato dalle banche.

Un danno per comuni e persone

Il numero di comuni che non ha più una presenza bancaria nel suo territorio è salito 3.300. Questo vuol dire che oltre 4,3 milioni di persone non possono accedere ai servizi bancari nel luogo di residenza.

Sotto questo aspetto la maglia nera va a tre regioni: Marche, Abruzzo e Lombardia, dove c'è stata la flessione maggiore. Peraltro la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente, visto che sei milioni di persone vivono in comuni dove c'è soltanto uno sportello bancario. I prossimi a rimanere senza una filiale saranno quindi loro.

Inutile dire che l'assenza di banche sul territorio crea un danno enorme soprattutto alle persone più fragili, in primo luogo gli anziani, le cui competenze digitali sono comprensibilmente povere. Ma per lo stesso motivo, un danno analogo ce l'hanno anche le persone con un basso livello di istruzione.

La controtendenza statunitense

Va evidenziato che una dinamica di segno opposto si sta registrando negli Stati Uniti. Colossi del settore bancario come Jp Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filiali sparse sul territorio, e programmano di continuare a farlo anche nei prossimi anni.
Questo dimostra quanto sia importante la presenza sul territorio delle banche, sia ai loro bilanci ma anche alla società stessa.

mercoledì 14 febbraio 2024

Valute digitali, il momento è positivo (e Bitcoin fa da traino)

Sembra essere tornato il vento favorevole nel settore delle valute digitali, dopo mesi in cui i momenti difficili erano stati superiori rispetto agli sprint. Questo nuovo slancio di ottimismo sta coinvolgendo tutte le crypto, a cominciare da Bitcoin.

Cosa accade alle valute digitali

Nelle ultime due settimane ha ripreso a marciare forte soprattutto il Bitcoin. La valuta digitale più famosa del panorama è nuovamente in orbita 50.000 dollari, come non accadeva dalla fine di dicembre del 2021. Anche se il dato sull'inflazione degli Stati Uniti ha provocato un passo indietro, il quadro per Bitcoin sembra rimanere ancora molto incoraggiante, tanto che i segnali forex gratis in tempo reale continuano a puntare sulla crypto.

La corsa di Bitcoin ha avuto un effetto positivo sull'intero mercato. Settimana scorsa tra le prime venti valute digitali per capitalizzazione, soltanto una non è riuscita a chiudere il bilancio in positivo. Nella Top 10 invece c'è stato un susseguirsi di segni positivi.

L'effetto tardivo degli ETF spot

Il settore delle valute digitali, ed in special modo proprio il Bitcoin, è sostenuto anzitutto dall'effetto tardivo dell'approvazione degli ETF spot, che ci hanno messo qualche settimana per smuovere le acque e cominciare a catalizzare l'interesse degli investitori istituzionali. 

Molti avevano creduto che l'approvazione degli ETF spot avrebbe immediatamente avuto un effetto traino sul prezzo del Bitcoin. In realtà nel primo periodo è accaduto che i capitali degli investitori si sono spostati dai prodotti futuri futures a quelli sugli Spot, senza cambiare granché la sostanza delle cose.

NB. Chi investe nelle valute digitali può farlo seguendo anche una strategia swing trading forex.

Appetito al rischio

In secondo luogo c'è il ritorno dell'appetito a rischio verso asset più speculativi, alimentato dalla prospettiva che ben presto le banche centrali cominceranno a ridurre i tassi di interesse. Il costo del denaro più basso infatti rende meno attraenti gli investimenti sul reddito fisso, mentre aumenta l'appeal per i prodotti più speculativi, come appunto le valute digitali.

L'halving

Infine il Bitcoin inizia a risentire dell'effetto Halving, l'importante è appuntamento che cadrà nel mese di maggio. Consiste nel dimezzamento della quantità versata ai miners, cosa che da un lato raziona la quantità di Bitcoin in circolazione (facendo salire il prezzo) e dall'altro lato mette anche al riparo l'investimento dall'inflazione.

giovedì 8 febbraio 2024

Tasse, la lotta all'evasione porta allo Stato 24,7 miliardi di euro nel 2023

Uno dei problemi più gravi del sistema economico italiano è la forte evasione fiscale. Una montagna di tasse non pagate, che se fosse recuperata integralmente potrebbe davvero consentire investimenti importanti soprattutto nel settore dei servizi pubblici.

La lotta contro chi non paga le tasse

La buona notizia per lo Stato italiano è che il 2023 è stato un anno record per la lotta all'evasione. Infatti l'attività svolta da Agenzia delle Entrate ed Agenzia delle Entrate-Riscossione ha consentito di recuperare 24,7 miliardi di euro. Mai prima d'ora era stata recuperata una cifra simile da chi evade le tasse.

Rispetto all'anno precedente sono stati recuperati 4,5 miliardi in più, ossia il 22%. Inoltre se sommiamo anche i 6,7 miliardi recuperati per gli altri enti, il totale complessivo arriva a 31 miliardi. Siamo quasi all'importo di una legge di bilancio.

Il ruolo crescente dell'IA

L'utilizzo delle nuove tecnologie sta già aiutando nella lotta all'evasione, perché consentono metodologie e tecniche di analisi dei dati dalle straordinarie potenzialità. La loro applicazione in campo fiscale crescerà ulteriormente in futuro, consentendo interventi più efficaci, sia pure nel rispetto della privacy.

I dati analitici

Della somma recuperata dallo Stato italiano, 19,6 miliardi sono frutto delle ordinarie attività di controllo svolte dal Fisco. Nello specifico: 11,6 miliardi sono frutto di versamenti diretti, 4,2 da promozione della compliance e 3,8 da cartelle di pagamento affidate ad Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Altri 5,1 miliardi sono invece frutto di misure straordinarie, come ad esempio la rottamazione delle cartelle, la definizione delle liti pendenti e la Pax fiscale.

Prendere, ma anche dare

Se da un lato è migliorato il bilancio della lotta contro chi evade le tasse, dall'altro lato è cresciuto anche l'importo complessivo dei rimborsi fiscali ai contribuenti. Nel 2023 hanno superato i 22,4 miliardi di euro (+12%). Di questi, 19,5 miliardi sono andati al settore produttivo e 2,9 miliardi alle famiglie.

lunedì 5 febbraio 2024

Investitori, trimestrali e dati macro sono in focus questa settimana

Dopo i meeting di Federal Reserve e BCE, e dopo gli ultimi dati su lavoro e inflazione, si prospetta adesso una settimana più tranquilla per i mercati finanziari, almeno sul fronte della politica monetaria.
L'attenzione degli investitori sarà così indirizzata prevalentemente alle numerose trimestrali che verranno pubblicate nei prossimi giorni.

Cosa guarderanno gli investitori

Anche se saranno le pubblicazioni societarie l'evento più interessante della settimana, in ogni caso continuerà ad esserci un faro acceso sulle mosse delle banche centrali. Nei prossimi giorni diversi policy makers rilasceranno dichiarazioni che serviranno a farsi un'idea sulle prossime mosse della Fed.

Le possibilità che la Banca Centrale Americana possa alzare tagliare i tassi di interesse a marzo sono praticamente evaporate. Questo ha spinto il Dollar Index verso quota 104, e seguendo una supertrend indicatore strategy sembra vedere ancora margini al rialzo.

Ciò non di meno, gli investitori guarderanno ad alcuni dati economici come l'indagine ISM Services PMI, dalla quale ci si aspetta una ulteriore accelerazione della crescita.

Banche centrali ed Eurozona

Anche se i più importanti istituti centrali hanno preso le loro decisioni nelle ultime due settimane, gli investitori conosceranno le nuove decisioni della Bank of Australia e degli istituti di India, Thailandia e Polonia.

Il dato più importante in arrivo dal vecchio continente sarà quello relativo alle vendite al dettaglio, per le quali si prevede il secondo mese consecutivo di calo. Report importanti su commercio estero, ordinativi di fabbrica e attività industriale ed inflazione arriveranno dalla Germania. La locomotiva d'Europa da tempo è in difficoltà e questo potrebbe incidere sulla quotazioni dell'euro, che è sceso di nuovo sotto 108 rispetto al Dollaro.

NB. Per negoziare l'euro si può seguire anche una parabolic sar strategia Forex, ma prima imparatela bene.

La stagione delle trimestrali

Per gli investitori sarà una settimana intensa riguardo agli utili societari, perché diversi Big scendono in campo. Tutti gli occhi negli Stati Uniti saranno puntati sui principali rapporti sugli utili aziendali, compresi quelli di McDonald's, Caterpillar, Eli Lilly, Amgen, Walt Disney, Uber, S&P Global, Philip Morris e Conoco Phillips.

mercoledì 31 gennaio 2024

Esportazioni, la crisi nel Mar Rosso presenta un conto salato all'Italia

La tensione sul fronte medio orientale sta avendo delle ripercussioni sull'intero mondo del commercio, e di conseguenza anche sulle esportazioni italiane. Il conto è salatissimo perché, secondo i calcoli fatti da Confartigianato, ogni giorno di crisi ci costa circa 95 milioni di euro.

I danni alle nostre esportazioni

Da novembre del 2023 la guerra tra Israele e Hamas, che ha coinvolto poi altri attori sulla scena internazionale, ha creato un danno alle nostre esportazioni per quasi 9 miliardi di euro, dovuto al calo di traffico di navi mercantili che realizzano l'interscambio commerciale dell’Italia con Asia, Oceania, paesi del Golfo Persico e del Sud-est dell’Africa.

Gran parte delle navi infatti ha dovuto evitare le rotte principali, perché rischiavano l'aggressione da parte dei ribelli Houthi, e questo ha provocato gravi ritardi o mancate consegne di materie prime, con forti ripercussioni sulle esportazioni. Secondo alcuni calcoli, a dicembre il volume dei container spediti attraverso il Mar Rosso si è ridotto del 66% rispetto alla media 2017 e 2019.

Le regioni Italiane più colpite

Anche se il problema ha colpito in maniera trasversale tutto lo stivale, ci sono alcune regioni che hanno subito un danno maggiore alle proprie esportazioni.

Il costo più alto lo ha dovuto patire la Lombardia, che ha il valore più alto di prodotti trasportati via mare tramite il Mar Rosso, quasi 13 miliardi di euro. L'Emilia Romagna supera di poco i 9 miliardi, il Veneto 5 miliardi, cifra alla quale si avvicina anche la Toscana. Seguono Piemonte con 4,2 miliardi e Friuli-Venezia Giulia con 2 miliardi.

Un problema che si aggiunge ai problemi

Bisogna sottolineare che le imprese già si trovano in una situazione difficile, a causa della stretta monetaria in corso e alla riattivazione delle regole europee di bilancio. Le più esposte sono soprattutto le micro e piccole imprese italiane, le cui esportazioni manifatturiere verso i paesi extra UE sono il doppio di quelle tedesche, e sono pari al quasi al 33% del totale europeo per un valore di circa 11 miliardi.

giovedì 25 gennaio 2024

Acquisto di ITA airways, Bruxelles prende ancora tempo

Slittano i tempi per l'acquisto di una quota di minoranza di ITA Airways da parte di Lufthansa. La Commissione Europea ha passato il dossier alla "fase 2", perché ritiene necessario un supplemento di indagine. Ha infatti espresso delle preoccupazioni riguardo l'impatto che tale operazione avrà sulla concorrenza. Per questo ha avviato una indagine antitrust.

I nuovi tempi che chiudere l'acquisto

Per analizzare queste perplessità, la Commissione avrà 90 giorni lavorativi per prendere una decisione. Fatti due calcoli, la decisione finale sull’acquisto di Lufthansa del 41% di Ita Airways (attraverso un aumento di capitale da 325 milioni di euro) sarà presa entro il 6 giugno.

Secondo Bruxelles gli impegni che Lufthansa si è assunti lo scorso 8 gennaio per ridurre le preoccupazioni emerse in prima battuta non sono sufficienti. L’obiettivo della Commissione europea è prevenire le concentrazioni che potrebbero seriamente ostacolare la concorrenza, visto che Ita Airways entrerà in un network con Austrian, Brussels Airline, Eurowings e Swiss. Si teme che la riduzione della concorrenza si concretizzi rapidamente in un aumento dei prezzi.

NB. Il titolo azionario di Deutsche Lufthansa può esser negoziato su tutti i broker che offrono le azioni dell'indice Ger 40.

Concorrenza a corto e lungo raggio

La prima preoccupazione riguarda alcune destinazioni a corto e medio raggio, principalmente i collegamenti tra l’Italia e i paesi dell’Europa centrale, dove la concorrenza è rappresentata soprattutto da vettori low cost che In molti casi operano ad aeroporti più remoti.

Ma Bruxelles esprime preoccupazione anche per alcune rotte a lungo raggio, specialmente verso il Nord America. Dopo l'operazione di acquisto da parte di Lufthansa, di fatto si ridurrebbe la concorrenza da parte di United Airlines e Air Canada, già partner del colosso tedesco.

Sul mercato

Intanto mentre da ITA Airways mostrano comunque grande ottimismo sull'esito della vicenda, il titolo Deutsche Lufthansa sta riprendendo quota, dopo aver fatto breakout dal triangolo trading simmetrico. Il prezzo del titolo si sta riavvicinando alla soglia degli 8 euro, proprio in giorni caldissimi sul fronte dei trasporti in Germania a causa di un maxi sciopero che durerà fino al prossimo weekend.

martedì 23 gennaio 2024

Patrimonio netto cresce la distanza tra i ricchi e i poveri d'Italia

L'ultimo rapporto di Oxfam sulle disuguaglianze nel nostro paese ha evidenziato che la forbice tra i ricchi e i poveri è aumentata ulteriormente. Infatti, tra il 2021 e il 2022, il patrimonio netto dei ricchi è cresciuto, mentre quello dei poveri si è ulteriormente assottigliato.

Le indagini sul patrimonio netto

In Italia l'allargamento della forbice tra ricchi e poveri è testimoniato da numeri eclatanti. Alla fine del 2021, il 10% delle persone più ricche aveva un patrimonio netto oltre sei volte superiore alla metà più povera della popolazione, ed era altresì titolare di circa il 23% dell'intera ricchezza nazionale.

Il divario però si è ulteriormente ampliato, tanto che la loro ricchezza è diventata 84 volte superiore a quella detenuta dal 20% più povero della nostra popolazione.Forse può interessare: la classifica dei più ricchi d'Italia nel 2023.

Aumentano poco i ricchi e molto i poveri

Alla fine del mese di novembre il numero dei miliardari nel nostro paese è cresciuto di 27 unità, con un patrimonio netto che è cresciuto complessivamente - in termini reali - di quasi 70 miliardi di dollari. Nel frattempo però è cresciuto anche il numero delle persone che vivono sotto la soglia della povertà. Addirittura un totale di 5,6 milioni di individui versano in condizioni di povertà assoluta, ossia non hanno le risorse sufficienti ad acquistare un paniere di beni e servizi essenziali per vivere in condizioni dignitose.

Questo incremento è stato causato dalla forte impennata dell'inflazione. Peraltro gli indicatori segnalano un peggioramento anche in tempi più recenti, a causa del rallentamento dell'economia italiana avvenuto nel 2023, nonché per la fine di alcune misure di sostegno alle fasce più deboli della popolazione. Bisogna sottolineare che questo scenario allunga il trend ventennale di aumento della povertà nel nostro Paese.

L'Italia va male come distribuzione dei redditi

Bisogna peraltro evidenziare che il nostro paese si trova agli ultimi posti della classifica europea per quanto riguarda l'equità della distribuzione dei redditi. Sotto questo aspetto, siamo in ventunesima posizione sui 27 Paesi membri dell’Unione europea.

martedì 16 gennaio 2024

Investitori guardinghi, le Borse europee chiudono fiacche

E' stata un'altra giornata debole per i listini del vecchio continente. Gli investitori hanno assunto una posizione di attesa, sia per i timori che il conflitto in Medioriente possa allargarsi, sia perché si attendono novità dal fronte delle banche centrali.
Intanto domani ci sarà l'intervento della presidente della BCE, Christine Lagarde, al Forum di Davos, mentre l'ufficio statistico europeo rilascerà il dato definitivo sull'inflazione.

Il bilancio della giornata per gli investitori

Dopo una seduta senza grandi scosse, la Borsa di Milano ha chiuso con +0,03% sull'Indice Ftse Mib, che si ferma a quota 30.337 punti. Sulla stessa linea s'è mosso il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 32.441 punti.

Nel resto del continente andamento debole. Il CAC40 di Parigi segna -0,18%, il FTSE100 di Londra -0,48%, scende anche il DAX di Francoforte -0,3%. La peggiore è Madrid -0,83%, mentre Amsterdam segna -0,12%.

Annotazione: uno dei modi più interessanti per l'analisi tecnica degli indici di borsa è il ventaglio di Gann fan.

I numeri di Milano

A Piazza Affari gli investitori hanno scambiato un controvalore pari a 2,11 miliardi di euro, con un incremento del 24% rispetto a ieri. I volumi scambiati sono saliti a 0,52 miliardi di azioni.
Circa i singoli titoli, gli investitori hanno premiato Mediobanca (+2,40%), grazie alla nascita ufficiale di Premier, società specializzata nella gestione di grandi patrimoni.  Positivo il bilancio anche per Ferrari (+1,85%), Saipem (+1,73%) e Generali Assicurazioni (+1,31%), che ha sfruttato la promozione di Citi a “buy”.
Giornata fiacca invece per Amplifon, -3,11%, la peggiore del listino.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario perde quota l'euro. Il cambio EURUSD scende sotto 1,09 sui minimi di un mese, come si vede sui broker opzioni binarie Italia. Va in retromarcia anche l'oro, che scivola a 2.034,5 dollari l'oncia. Sono ripartite anche le vendite sul petrolio.
Sul mercato secondario dei titoli di Stato, lo spread tra Btp e Bund decennali sale a 161 punti base e continuano a salire anche i tassi. Il titolo italiano è al 3,82% e quello tedesco al 2,21%.

lunedì 15 gennaio 2024

Imprese, continua a cresce il numero di stranieri che ne avviano una: +10% in più in 5 anni

Il numero di cittadini stranieri che decide di avviare un'attività di impresa in Italia continua a crescere. Nel 2023 infatti le aziende italiane intraprese da stranieri sono diventate 657 mila. Si tratta di un buon 10% in più rispetto a quante ce n'erano un lustro fa.

Gli stranieri e le imprese

Si tratta in parte di un effetto di sostituzione, nel senso che nello stesso lasso di tempo, il numero idi imprese avviate da italiani sono diminuite del 3%

Ma questo confermarsi come Paese multietnico è una cosa positiva, perché lo straniero che fa impresa si integra di più e meglio, e questo spinge anche la voglia di fare famiglia e quindi il tasso di natalità. E inoltre se la concorrenza è leale, fa soltanto bene al tessuto delle imprese.

Settori preferiti

Riguardo alla tipologia di imprese straniere, la maggior parte sono nel settori delle costruzioni e dei servizi che insieme rappresentano il 44% del totale (ed hanno segna un incremento del 3% annuo). Ma viaggia forte anche l’agricoltura (+5%). In controtendenza si muove il settore del commercio (-0,7%), anche se a livello numerico è sempre quello più rappresentativo, visto che ci sono oltre 261mila imprese straniere.

Provenienza e concentrazione

Il tris di Paesi da cui arriva la maggior parte degli imprenditori stranieri è Marocco, Romania e Cina. Seguono Albania, Bangladesh e Pakistan (19%) e quindi da Egitto, Nigeria e Senegal (11%).
C'è peraltro una interessante predilezione per i vari settori, a seconda dei Paesi di provenienza del cittadino straniero. I marocchini prediligono il commercio, i romeni le costruzioni e i cinesi la manifattura e l'intrattenimento.

A livello territoriale, il maggior numero di aziende a conduzione straniera si trova nel Nord Ovest, soprattutto in Lombardia (il 31% del totale). Una folta presenza c'è anche a Prato, in Toscana, dove c'è la maggiore concentrazione (pari al 33% del totale, con un'altissima presenza di cinesi), seguita da Trieste (20%) e Firenze (18%). Al contrario, in fondo alla classifica c'è Barletta-Andria-Trani con il 2,5%.

martedì 9 gennaio 2024

Inflazione il dato in Svizzera sorprende in negativo

Uno dei dati macroeconomici che rimane all'attenzione degli investitori è l'inflazione, perché è la bussola delle prossime mosse delle banche centrali. Nella giornata di lunedì è stata la volta della Svizzera, che ha fornito i dati sui prezzi al consumo del mese di dicembre.

Il dato svizzero sulla inflazione

Nel mese di dicembre il tasso annuo di inflazione è salito all’1,7%, rispetto all’1,4% del mese precedente. La crescita dei prezzi al consumo è stata superiore anche rispetto a quanto avevano previsto gli analisti, 1,5%. 

Le principali pressioni al rialzo sono arrivate dai prezzi delle bevande alcoliche e del tabacco (1% contro 0,4% a novembre), dell'edilizia abitativa e dell'energia (3,3% contro 3,2%), dell'abbigliamento e delle calzature (1,8% contro 1,7%) e di un rimbalzo dei beni e dei servizi per la casa. costi (0,5% vs -0,2%). Anche l’inflazione alimentare è salita al 3,3%.

Su base mensile l'inflazione è rimasta pressoché invariata rispetto a novembre, mentre il tasso di inflazione di base ossia quello depurato dalle componenti più volatili e cresciuto all'1,7% rispetto al precedente 1,4%.

NB. Se volete negoziare il franco svizzero, potete farlo anche sui broker opzioni binarie Italia.

Cosa ci dicono questi dati

Il report della Svizzera sull'inflazione evidenzia quindi una nuova fiammata dei prezzi, anche se rimaniamo comunque nell'ambito delle previsioni di base formulate dalla banca nazionale elvetica. Ad ogni modo, di fronte ad una recrudescenza dell'inflazione, sembra difficile che la banca nazionale Svizzera possa cominciare a tagliare i tassi di interesse nelle prossime riunioni.

Proprio per questo motivo sul mercato valutario il franco svizzero è rimasto tonico rispetto al Dollaro statunitense. Il cambio USDCHF si aggira attorno alla quota di 0,85, rimanendo relativamente vicino al massimo di 12 anni di 0,83 toccato il 29 dicembre. Chi segue una ichimoku cloud strategia troverà interessante la posizione del prezzo rispetto alla "kumo".
Va sottolineato che nell'ultimo bimestre il franco svizzero si è decisamente apprezzato rispetto alla valuta statunitense avendo guadagnato circa il 15%.

giovedì 4 gennaio 2024

Commercio, scatta in tutta Italia o quasi l'ora dei saldi invernali

Ha cominciato la Valle d'Aosta, ma venerdì toccherà praticamente a tutto il resto dell'Italia: stiamo parlando dei saldi invernali, un appuntamento sempre molto importante per il mondo del commercio e per i consumatori.

Il primo evento clou dell'anno per il commercio

Secondo un sondaggio condotto da Ipsos per conto di Confesercenti, ben 4 consumatori su 10 hanno già pianificato di sfruttare il periodo dei saldi per fare uno o più acquisti. 

Un altro 56% invece si è dichiarato disponibile a procedere ad un acquisto nel caso in cui i negozi del commercio al dettaglio gli presenteranno un'offerta interessante. Si tratta di una percentuale in crescita rispetto agli anni scorsi, a conferma che c'è una maggiore attenzione rispetto ai propri consumi, a causa dell'onda lunga dell'inflazione che fa sentire il suo peso nelle tasche.

Tutto ciò significa che l'acquisto in saldi è meno impulsivo che in passato ed è invece più ragionato.

La spesa media e le preferenze di acquisto

Per sfruttare le vendite di fine stagione invernali, il budget medio previsto da chi intende acquistare è di 267 euro. Tuttavia un terzo degli intervistati ha in previsione una spesa che non supererà i 150 euro. 

In base alle intenzioni degli intervistati emerge che i capi più cercati saranno le calzature, seguite da maglioni e felpe. Tutte e tre superano il 50%. La classifica dei desideri degli italiani per i saldi invernali 2024 prosegue con l'intimo (34%), gonne e/o pantaloni (33%), magliette, canottiere e top (29%), camicie e camicette (27%).
Ancora una volta i negozi del commercio fisico saranno privilegiati rispetto agli acquisti on-line: 83% contro 51%.

Gli effetti del clima

Va detto che quest'anno il mondo del commercio si trova a dover fare i conti anche con il clima. Le temperature eccezionalmente miti che sono state registrate nei mesi di ottobre novembre e dicembre hanno praticamente ridotto della metà le vendite di capi invernali. In alcuni casi questi prodotti giungeranno sugli scaffali a prezzo di saldo senza essere mai stati messi a prezzo pieno.