martedì 30 maggio 2023

Turismo, 15 milioni di italiani in viaggio per il 2 giugno

Si avvicina il ponte del 2 giugno (la festa della Repubblica spingerà) e per il turismo sarà un appuntamento importante. Si metteranno infatti in viaggio oltre 15 milioni di italiani, quasi tutti con destinazione all'interno del Paese.

Le mete del turismo del 2 giugno

Le previsioni su questo imminente appuntamento sono state fatte da Federalberghi con il supporto di ACS Marketing Solutions. Dalla loro indagine emerge un quadro analitico e dettagliato del movimento di turismo per il prossimo fine settimana "allungato".

Il 94% degli italiani in viaggio rimarrà nel paese, indirizzandosi prevalentemente verso le località balneari. Sceglierà questa soluzione il 41,8% dei viaggiatori, mentre il 26,2% andrà alle città d'arte. Solo il 12,7% sceglierà la montagna.
Una quota ancora più ridotta approfitterà del punto per recarsi in una località lacuale (4,5%) oppure una località termale e del benessere (2,6%).
Chi invece deciderà di varcare il confine, lo farà principalmente per visitare una grande capitale europea (80,5%), o in misura minore una località marina (7,3%).

Le spese

Per concedersi questi giorni di svago fuori porta, la spesa media si aggirerà sui 450 euro. Sono inclusi nel calcolo viaggio, alloggio, ristorazione e divertimenti. C'è però una forte differenza tra chi sceglierà di rimanere in Italia (425 euro) e chi invece andrà all'estero (917 euro).

Più della metà del budget verrà assorbito dai pasti (29,7%) e dall'alloggio (28%), mentre la parte restante è destinata al viaggio (19,2%) e allo shopping (9%). La permanenza media si attesterà sulle 3,1 notti e ciò determinerà un giro d'affari per il turismo pari a circa 6,88 miliardi di euro.
Il fatto che la maggior parte dei vacanzieri rimarrà all'interno del Paese, fa sì che il 75% del totale utilizzerà la propria macchina per recarsi presso il luogo della vacanza.

Chi resta a casa

E' interessante notare che gli individui intervistati che hanno deciso di non andare in vacanza, in larga parte (45,3%) lo farà a causa di motivi economici. Il 18,4% per motivi familiari e un altro 10,6% per motivi di salute.

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mercoledì 24 maggio 2023

Inflazione shock, l'Argentina introduce la banconota da 2000 pesos

Uno dei drammi dell'Argentina, che si avvicina a grandi passi verso le elezioni presidenziali, è il livello dell'inflazione che ha superato il 108,8%, anche a causa di una valuta nazionale che si deprezza sempre di più.
Per questo motivo il governo ha lanciato una nuova banconota dal valore record di 2000 pesos.

La nuova banconota anti-inflazione

Finora il taglio più grande delle banconote in circolazione era stato di mille pesos, peraltro lanciata appena sei anni fa.
Per capire quanto l'inflazione abbia eroso il potere di acquisto degli argentini, bisogna pensare che la banconota da 1000 pesos all'epoca valeva 55,5 dollari, mentre quella da 2000 pesos che verrà introdotta ha un valore ufficiale di 8,59 dollari americani.

Se però ci riferiamo al rapporto di cambio non ufficiale, usato come riferimento quotidiano, 2000 pesos valgono soltanto 4,08 dollari americani. La nuova banconota serve quindi a malapena per comprarsi un panino e una bibita in un fast food.

Annotazione: il cambio dollaro-peso può essere negoziato su molti broker stp ecn (differenze).

Introduzione anticipata

Il nuovo biglietto mira a risolvere il problema sempre più serio della circolazione, dello stoccaggio e del costo del trasporto di banconote, che hanno un valore sempre più irrisorio. 

La nuova banconota verrà distribuita gradualmente, secondo il programma della banca centrale Argentina, che inizialmente doveva introdurla nel secondo semestre. Tuttavia l'accelerazione della svalutazione del peso, ha reso indispensabile la sua introduzione anticipata. Il cambio USD-ARS negli ultimi tre mesi è salito del 50%, secondo i dati Pocket Option Italia.

Crisi senza fine

L’Argentina si trova in una crisi economica gravissima. L’alta inflazione impoverisce la popolazione e rende sempre più oneroso il debito pubblico espresso in dollari.

Con una serie di interventi il paese prova a evitare il tracollo. La Banca centrale ha annunciato un aumento dei tassi di interesse di 600 punti base, portandoli dal 91 al 97%, dopo il precedente rialzo di 10 punti percentuali autorizzato a fine aprile 2023. La misura sarà accompagnata da un importante intervento sul mercato dei tassi di cambio.

lunedì 22 maggio 2023

Prezzi degli alberghi più cari del 18%, le vacanze estive saranno salate

Soggiornare in una struttura ricettiva sarà più costoso la prossima estate. I prezzi praticati da hotel, pensioni, bed & breakfast e strutture ricettive di altro genere saranno infatti più gonfi, visti gli aumenti praticati nell'ultimo periodo.

L'indagine sui prezzi per le vacanze

Assoutenti ha realizzato uno studio basato sui dati forniti da Istat, mettendo a confronto i listini che verranno praticati nelle varie città italiane dalle strutture ricettive.

Emerge allora che c'è stato un aumento medio del 15% rispetto allo scorso anno. Per alberghi e motel la crescita arriva addirittura al 18%, mentre villaggi vacanza a campeggi si fermano all'11%. Gli aumenti percorrono trasversalmente tutti i tipi di strutture.

Forse può interessare: turismo e eco-mobilità, colonnine di ricarica sempre più richieste nelle strutture ricettive.

La geografia dei prezzi

Come per tutti i fenomeni analoghi, bisogna però differenziare le tariffe che vengono praticate ai clienti in base alle zone geografiche.
I rincari maggiori si sono verificati nelle città d'arte, dove nell'ultimo periodo c'è stato un boom dei visitatori. Non stupisce allora di vedere Firenze in cima alla lista degli incarichi. Addirittura nel capoluogo toscano le strutture ricettive hanno aumentato i prezzi del 43% rispetto allo scorso anno.
Dietro Firenze c'è Milano, dove i prezzi delle strutture ricettive sono cresciuti del 38%. Sul gradino più basso del podio c'è la sorprendente Campobasso, dove i prezzi sono lievitati quasi del 29%.

Anche il mare costa caro

Una dinamica ascendente analoga si vede anche nelle località balneari. In Sardegna ad esempio siamo su aumenti di prezzo nell'ordine del 20% nella zona di Olbia-Tempio, mentre si vede un aumento di poco inferiore in Puglia ed Emilia Romagna.

In tutto il territorio nazionale, soltanto in tre province italiane i prezzi sono addirittura scesi rispetto allo scorso anno. Si tratta di Caltanissetta (-5,8%), Viterbo (-5,3%) e Trapani (-4,1%).

martedì 16 maggio 2023

Inflazione al galoppo, l'Argentina corre ai ripari alzando i tassi

La situazione economica dell'Argentina continua ad essere molto complicata. Una spia d'allarme evidente in tal senso viene fornita dall'inflazione, che questa settimana ha registrato un balzo contro ogni previsione al 108,8%, il livello più alto dal 1991.

La lotta contro l'inflazione

La corsa dei prezzi è una minaccia costante di collasso finanziario per l'economia del Paese sudamericano.

Per questo motivo il ministro dell'economia Sergio Massa ha annunciato una serie di misure, a cominciare da un aumento del tasso di interesse. Anzi, per essere precisi bisognerebbe parlare di ulteriore aumento, visto che appena due settimane fa il costo del denaro era stato portato dall'81% al 91%. Adesso arriverà al 97%, spingendo così l'Argentina al secondo posto in classifica per i tasti di interesse più alti al mondo. Peggio c'è soltanto lo Zimbabwe (150%), mentre al terzo posto c'è il Venezuela (57,57%). Inoltre gli indicatori di trend following dicono che aumenterà ancora. 

Tassi di interesse e Peso argentino

Oltre a contrastare l'inflazione galoppante, la stretta vigorosa di politica monetaria serve anche a sostenere la valuta Nazionale. Il peso Argentino ormai è in declino verticale, ed anche se il suo valore ufficiale rispetto al Dollaro è di 230.6400, dieci volte di più rispetto al 2018. In questi casi non c'è trailing step che tenga.

La mossa è anche in funzione delle elezioni di ottobre, in vista delle quali si vuole evitare una forte valutazione della valuta nazionale. L'obiettivo è quello di arrivare all'appuntamento elettorale con la nave ancora a galla, lasciando questo gravissimo problema come scomoda eredità a Chi prenderà in mano il timone del paese.

Lo spettro della crisi

L'Argentina si sta avviando lungo un pericoloso crinale, rischiando di sprofondare in una crisi feroce come quella del 1989. Per questo motivo il governo sta intervenendo anche sul mercato dei cambi, sta cercando di anticipare i prestiti concordati con il Fondo Monetario Internazionale e inoltre il commercio internazionale con la Cina (secondo partner dopo il Brasile) verrà regolato sempre di più in Yuan anziché in dollari.

giovedì 11 maggio 2023

Industria agroalimentare, il falso costa all'Italia 120 miliardi

Una delle nostre eccellenze è l'industria agroalimentare, che è anche uno dei settori più vivaci del periodo post-Covid. In due anni la produzione è cresciuta del 10% rispetto alla sostanziale stabilità dell'industria italiana nel suo complesso.

Crescita e spine nell'industria agroalimentare

Non è stato solo un “rimbalzo” dopo le difficoltà della pandemia, perché il trend positivo sul piano del fatturato, delle esportazioni e delle ricadute occupazionali è continuato anche nel corso del 2022.
Ma dove c'è tanto di buono, si annida sempre anche il marcio, che in questo caso è il "falso made in Italy"

L'industria agoralimentare italiana deve infatti fare i conti con un giro di affari parallelo e truffaldino che vale 120 miliardi di euro, secondo Coldiretti. Con una crescita record del 70% nell’ultimo decennio. I pirati dell'agroalimentare rubano parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette per realizzare il tarocco italiano.
Il Parmigiano Reggiano è il nostro prodotto col primato del più imitato nel mondo. I vari parmesan, parmesao e regianito hanno ormai superato le vendite dell’originale.

Fenomeno boom in USA e Russia

Il fenomeno del falso è cresciuto soprattutto in due Paesi, Russia e Usa, dove c'è questa insolita "alleanza" contro il made in Italy. Sono infatti i due paesi dove le produzioni tricolore taroccate sono cresciute e di più.
Un dato lascia basiti: negli USA le imitazioni dei formaggi italiani sono arrivate a superare 2,7 miliardi di chili, più di quanto si vendano formaggi americani come Cheddar e Colby.
In Russia invece si stanno moltiplicando le fabbriche specializzate nella produzione di imitazione dei formaggi e salumi italiani. Una vera e propria industria del tarocco.

Un danno economico e occupazionale

Se si riuscisse ad arginare la portata di questo fenomeno, l'industria agroalimentare potrebbe dare un contributo enorme alle esportazioni e alla crescita del Paese, e creare fino a 300.000 posti di lavoro in più nel nostro Paese.

lunedì 8 maggio 2023

Investitori, ecco gli appuntamenti clou di questa settimana

Settimana scorsa i mercati finanziari hanno avuto occhi quasi esclusivamente per la Fed e la BCE, che si sono riunite in meeting. Questa settimana gli investitori guarderanno soprattutto ai dati sull'inflazione americana, per comprendere le prossime mosse dell'Istituto a stelle e strisce.

Il dato più atteso dagli investitori

Mercoledì il Bureau of Statistic rilascerà il dato sull'inflazione relativo al mese di aprile. Gli economisti si aspettano un leggero aumento del tasso principale, dopo quello del mese precedente. Chiaramente l'esito di questo report inciderà sulla prospettiva che la Federal Reserve possa mettere in pausa il programma di aumento dei tassi il mese prossimo.

Potrebbe risentirne anche il dollaro, che settimana scorsa è rimasto a galla verso quota 102, dopo che la Fed ha effettuato il decimo aumento dei tassi di interesse. Il cambio EURUSD intanto dà segnali interessanti sfruttando la media mobile di convergenza divergenza.

Una lettura dell'inflazione più debole del previsto rafforzerebbe però le aspettative che la FED possa cominciare a tagliare i tassi già nella seconda metà dell'anno.
Nel frattempo i dati sull'occupazione resi noti venerdì scorso hanno rincuorato gli investitori sui pericoli di recessione dell'economia americana.

La Bank of England

In settimana un altro appuntamento importante per gli investitori sarà quello con il meeting della Bank of England. L'istituto centrale britannico si prevede che alzerà il costo del denaro di 25 punti base, per continuare la battaglia contro l'inflazione.
L'ultima lettura sulla crescita dei prezzi è stata di 10,1%, nettamente superiore rispetto a quella della zona euro e degli Stati Uniti.
Il mix di un'alta inflazione e un mercato del lavoro ingessato alimentano tra gli investitori le prospettive di ulteriore aumenti dei tassi quest'anno. Se così fosse la sterlina potrebbe guadagnare terreno rispetto al Dollaro e all'Euro.

Suggerimento: se vi interessa negoziare la sterlina, potete sfruttare le ichimoku cloud (spiegazione qui).

Focus sul petrolio

Un altro tema caldo per i mercati è quello del petrolio. Nonostante il rimbalzo di venerdì scorso, il mercato ha vissuto una terza settimana di calo consecutivo, legato alle preoccupazioni riguardanti le prospettive sulla domanda.

mercoledì 3 maggio 2023

Lavoro, migliora l'occupazione in Italia ma resta forte il divario Nord-Sud

L'ultimo rapporto Istat sul lavoro in Italia ha messo in evidenza dei dati a tinte miste. L'occupazione ha raggiunto livelli prossimi ai massimi di sempre, ma è altrettanto vero che il divario tra il nord e il sud rimane ancora ampio.

I dati sul lavoro

Complessivamente, su tutto il territorio nazionale la media di persone occupate raggiunge il 64,8% (calcolata sulle persone occupate tra i 20 e i 64 anni).

Tuttavia mentre al Nord la media risulta più elevata di quella nazionale, con un'occupazione che supera di poco il 73%, nelle regioni meridionali la media risulta invece decisamente inferiore a quella nazionale e supera di poco il 50%.
Le regioni del Centro invece si collocano nel mezzo, con una media sostanzialmente analoga a quella dell'intero paese.

Analisi regionale

I numeri migliori riguardo al lavoro sono quelli dell'Emilia Romagna, dove l'occupazione sfiora il 75%. Sul podio si collocano anche Lombardia e Friuli Venezia Giulia, con una percentuale di occupati superiore al 73%.

Se nel Centro le percentuali oscillano tra 66,5% (Lazio) e 73,7% (Toscana), scendendo verso il Meridione i dati invece calano sensibilmente.
Basilicata e Puglia si trovano di poco oltre il 50%, percentuale che non viene invece raggiunta né da Campania, né da Calabria. Il dato peggiore in assoluto risulta però quello della Sicilia, dove il tasso occupazionale si ferma al 46,2%.
Forse può interessare: in Sicilia oltre un milione di Neet, giovani che senza lavoro che neppure lo cercano.

Analisi provinciale

A livello provinciale, si distingue la Provincia autonoma di Bolzano, seguita dalla Provincia autonoma di Trento e la Valle D’Aosta entrambe con 74,9% dei lavoratori tra i 20 e i 64 anni occupati.

Disparità di genere

La differenza tra l'andamento del mercato del Lavoro tra Nord e Sud viene riflesso anche nella disparità di genere. Nel Settentrione e al Centro infatti la media occupazionale femminile è leggermente inferiore rispetto a quella maschile. Invece nel Sud l'occupazione femminile è praticamente ovunque molto inferiore al 50%, lavorano in media meno di due donne su cinque.