martedì 27 settembre 2022

Investitori ancora nervosi, le borse europee vanno in discesa

Fanno ancora marcia indietro le borse del Vecchio Continente, che vengono frenate dai timori degli investitori sulla probabile recessione e dalla ripresa del prezzo del gas, che dopo alcuni giorni di calo è risalito a causa dei danni ai gasdotti Nord Stream, probabilmente dovuti a sabotaggio.

La giornata degli investitori

A Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha chiuso la sessione in deciso ribasso: -1,16% a 20.961 punti, risultando la peggiore dei maggiori listini europei. Si è mosso invece la rialzo il FTSE Italia All-Share, che avanza a 23.019 punti. 

Nel resto d'Europa gli investitori hanno venduto. Il DAX di Francoforte (vedi qui il Ger 40 cos'è) ha chiuso con -0,72%, Parigi perde lo 0,27%, Londra -0,52%. Scende anche Wall Street.

I dati di Piazza Affari

Alla fine della sessione di Milano, risulta un controvalore di titoli scambiati dagli investitori pari a 1,88 miliardi di euro, in ribasso (-11,67%), rispetto ai precedenti 2,13 miliardi. Scendono anche i volumi scambiati, da 0,61 miliardi di azioni a 0,58 miliardi.

I singoli titoli

Per quanto riguarda le singole azioni, a brillare sono state Amplifon (+3,86%) e Saipem (+3,82%, grazie a nuovi contratti in Costa d'Avorio) e Telecom Italia (+3,41%, in attesa dell'offerta di Cdp per la rete).  Bene anche Nexi (+2,69%) sull'onda del nuovo piano.
Malissimo le utilities, penalizzate dai timori di carenza di gas. Il più venduto dagli investitori è Terna, -5,49%. Male anche Enel, -5,40%, ed Hera, -5,31%.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario non c'è stato grande movimento. L'euro era salito nei confronti del dollaro, ma poi è tornato a scendere sotto 0,96. Molti hanno utilizzato indicatori scalping forex. Ancora debole la sterlina, che ieri è piombata su nuovi minimi di sempre nei confronti del biglietto verde.. Sale infine il prezzo del petrolio.
Sensibile peggioramento dello spread, che raggiunge quota +250 punti base, aumentando di 13 punti base, mentre il BTP con scadenza 10 anni riporta un rendimento del 4,74%.

lunedì 26 settembre 2022

Tariffe energia, si viaggia verso nuovi rincari dal primo ottobre

Per milioni di famiglie, i prossimi mesi diventeranno una durissima sfida contro il caro vita. A cominciare dal rincaro delle tariffe per l'energia, visto che i prezzi delle bollette di luce e gas sono destinati ancora a salire.

L'adeguamento delle tariffe

Ormai è imminente la revisione dei conti da parte di ARERA. A fine mese l'autorità per l'energia annuncerà l'adeguamento per le bollette, e si prevedono nuovi rincari per luce e gas. Partirà inoltre il nuovo metodo per calcolare le tariffe del gas che diventerà da trimestrale a mensile e cambierà il mercato di riferimento. Ipotesi osteggiata da molte sigle dei consumatori a partire da Assoutenti e Codacons.

Il peso dei rincari

Gli ulteriori aumenti delle tariffe energetiche si aggiungeranno a quelli già presenti in bolletta da diversi mesi. Rincari che hanno messo in ginocchio moltissime piccole e medie imprese, schiacciate da costi divenuti insostenibili.
Non va meglio alle famiglie. Secondo Assoutenti ognuna pagherà ben 1.231 euro in più rispetto al 2020. Questo solo per le bollette di luce e gas, e senza includere l'ormai prossimo aumento di ARERA.

La spesa per l'energia è cresciuta complessivamente del +92,7% nel biennio 2021-2022. L'aumento dei prezzi sta costringendo più di 6 italiani su 10 a ridurre i consumi di energia elettrica. Ma non solo. Il 57% ha dovuto ridurre quelli relativi allo shopping, il 56% i consumi di gas e il 54% le spese per attività culturali e di svago. Una tendenza destinata a proseguire.
Le misure contro il caro energia che finora sono state adottate si sono rivelate purtroppo insufficienti a fronteggiare una situazione che appare in peggioramento.

Le proteste in vista

Di fronte all'imminente nuovo rincaro delle tariffe, le associazioni dei consumatori preparano iniziative di protesta in tutta Italia, coinvolgendo anche i sindacati e il mondo dell'agricoltura, dell'industria, dell'artigianato e del commercio.
A metà ottobre ci sarà una grande assemblea pubblica delle organizzazioni degli utenti, aperta a tutte le forze sociali, per valutare le modalità delle iniziative da attuare sul territorio e un pacchetto di misure da presentare al nuovo Governo.

lunedì 19 settembre 2022

Investitori cauti prima del meeting della Federal Reserve

Le Borse europee cominciano la settimana in modo fiacco, perché gli investitori aspettano di conoscere le decisioni del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve.
Visto il dato recente sull'inflazione, che non è scesa quanto era previsto dagli analisti, quasi tutti si aspettano una stretta di 75 punti base da parte della banca centrale Usa.

Il bilancio della giornata per gli investitori

Intanto, gli investitori si muovono blandamente sul mercato. Alla fine della giornata, Piazza Affari segna un guadagno di 0,14% a 22.140 punti. Vendite diffuse sul FTSE Italia All-Share, che chiude la giornata a 24.021 punti.

Andamento a tinte miste sulle altre piazze del vecchio continente. L'indice DAX40 di Francoforte aumento dello 0,49%, mentre Parigi perde lo 0,26%. Sulla parità Madrid (+0,08%) con l'Ibex a 7.990 punti. Chiusa Londra per i funerali della Regina Elisabetta.

I dati di Milano

Sul listino milanese, gli investitori hanno scambiato un controvalore pari a 3,36 miliardi di euro, con un incremento di ben 1.405,6 milioni di euro rispetto alla seduta di venerdì. I volumi scambiati sono passati da 0,58 miliardi di azioni della seduta precedente agli odierni 1,22 miliardi di azioni.

Riguardo i singoli titoli negoziati a Milano, il migliore è stato CNH Industrial (+2,93%), che ha avviato la prima tranche da 50 milioni di dollari nell'ambito del buyback da 300 milioni annunciato il 29 luglio scorso.
Corre anche Telecom Italia (+2,62%), che si rialza dopo la settimana shock appena passata.
Bene anche Amplifon (+2,19%) e Iveco (+1,99%).
Il calo del petrolio pesa sulla performance di Saipem, che ha chiuso a -5,60%. Giornata negativa anche per ENI, -1,92%, in seguito allo stacco del dividendo.

Nota Bene: su tutti i titoli si può sfruttare anche l'heikin ashi metodo candele.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario, stabile l'Euro / Dollaro USA, che continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 1,001. L'oro è sostanzialmente stabile su 1.671,9 dollari l'oncia, confermando quel che si vede sulla tabella correlazione valute Forex, ossia la correlazione inversa tra biglietto verde e gold. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) continua la seduta poco sotto la parità con una variazione negativa dello 0,25%

giovedì 15 settembre 2022

Multe, il conto salato per Google in Europa cresce. Più di 8 miliardi in un decennio

Ancora una volta l'Unione Europea ha usato il pugno duro nei confronti di Alphabet, la controllata di Google. Il numero di multe che i Tribunali Ue hanno inflitto al colosso tech, si fa fatica a contarle negli ultimi anni.

Una nuova aggiunta alla lista delle multe

L'ultima sanzione è fresca, fresca. Mercoledì infatti è stata data ragione alla Commissione Ue, che aveva stabilito una sanzione da 4,34 miliardi di euro nel 2018 (per fatti risalenti al 2015) a causa dell'abuso di posizione dominante. Google in sostanza aveva imposto restrizioni illegali ai produttori di dispositivi mobili Android e agli operatori di reti mobili. 

La multa alla fine è stata fissata in 4,125 miliardi di euro, stabilendo un nuovo record per l'autorità europea della concorrenza.
Per adesso Google non ha ancora fatto sapere se intende impugnare la sentenza presso la Corte di Giustizia Europea.

Altre cause all'orizzonte

Nel frattempo le multe inflitte alla compagnia di Mountain View potrebbero aumentare. Infatti presso l'autorità di regolamentazione di Bruxelles, ci sono altre indagini che hanno per oggetto Amazon, Apple, e Meta.
Val la pena ricordare che proprio quest'anno l'UE ha conferito maggiori poteri alle autorità di regolamentazione, dopo aver varato leggi più stringenti riguardo la concorrenza e la moderazione dei contenuti Internet.

Sulla testa di Google pendono inoltre altre due possibili imminenti multe, in Olanda e in Inghilterra. In questo caso il nodo della questione è la pubblicità online. Cosa ancora più rilevante è l'importo: potenzialmente si potrebbe arrivare a un risarcimento danni da 25 miliardi.

La lista delle multe

Come detto, il conto delle multe inflitte a Google è bello lungo. In Italia le prime sanzioni sono scattate nel 2014, a causa dei veicoli di Street View. Secondo le Authority italiane i veicoli di Google percorrevano le strade italiane senza essere perfettamente riconoscibili e non consentendo, in tal modo, alle persone presenti nei luoghi percorsi dalle "Google Cars" di decidere se sottrarsi o meno alla "cattura" delle immagini. 

In seguito sono arrivate multe anche per Adsense e Google Shopping, nonché per abuso di posizione dominante. Il conto finora è arrivato a superare gli 8 miliardi di euro.

lunedì 12 settembre 2022

Mercati finanziari, fari puntati sul dato inflazione USA

Dopo il rimbalzo messo a segno prima dello scorso weekend, i mercati finanziari proveranno a recuperare terreno anche nei prossimi giorni. L'attenzione degli operatori sarà rivolta ancora all'inflazione (soprattutto quella USA), alle mosse degli istituti centrali e alla tensione sul fronte del gas.

Dove andrà l'attenzione dei mercati finanziari

L'evento macroeconomico clou sarà senza dubbio il dato sui prezzi al consumo degli Stati Uniti, in uscita martedì 13 settembre. L'inflazione negli Stati Uniti è la vera bussola delle mosse della Federal Reserve, che si riunirà in meeting il 21-22 settembre, e che comincerà a catalizzare l'attenzione dei mercati finanziari già da metà di questa settimana.

L'inflazione USA

Secondo gli analisti l'inflazione a stelle e strisce potrebbe rallentare, a differenza di quella europea dove c'è il maggior gravame della corsa dei prezzi energetici. Tuttavia, nonostante qualche spiraglio di calo, l'inflazione è destinata a rimanere alta nei prossimi mesi, probabilmente fino alla fine di quest'anno.
Ma se dovesse esserci un dato meno pesante del previsto, la FED potrebbe anche allentare la stretta, tenuto conto che ogni aumento dei tassi è una picconata alla crescita economica.

La FED e il dollaro

I mercati finanziari hanno da tempo prezzato una stretta di 75 pb da parte della FED, ma questa convinzione si sta allentando, tanto che il Dollar Index è sceso dai massimi ventennali e adesso è sotto quota 108, dopo aver disegnato un triangolo forex ascendente discendente.

NB. Se intendete negoziare il Dollar Index, cercate comunque degli spread bassi forex, perché così minimizzate i costi.

In Europa

L'inflazione sarà al centro dell'interesse dei mercati finanziari anche nella Eurozona. Dopo il dato record della stima flash di Eurostat (+9,1%), il timore dei mercati finanziari è che il picco ancora non sia stato raggiunto. Del resto la crisi energetica potrebbe diventare via via più pesante con l'approssimarsi dei mesi invernali.
Ci si aspettavano novità importanti dal vertice straordinario i ministri Ue dell'Energia, che però non hanno raggiunto un accordo sul "price cap".
Intanto il prezzo del gas continua a orbitare attorno ai 200 al MWh.

Occhio anche all'agenda politica, con l'atteso incontro di persona tra il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin, in programma il 15 al 16 settembre.

mercoledì 7 settembre 2022

Finanziamenti, quasi un italiano su due ne ha uno in corso

Quasi la metà dei cittadini italiani sta facendo ricorso alle rate. E per loro l'importo medio da sborsare per ripagare i finanziamenti è pari ogni mese a circa 305 euro.
E' quanto emerge da una indagine di Mister Credit.

I dati sui finanziamenti privati

Il numero di cittadini che ha in corso dei finanziamento è pari a 22,5 milioni, pari al 46% degli italiani. Si tratta di un numero maggiore rispetto a quello dello scorso anno. L'incremento negli ultimi 12 mesi è stato di 1,6 milioni (+7,6% sul 2021). Per quanto riguarda la rata mensile, i 305 euro di media attuali sono il 4,5% in meno rispetto a un anno fa.

Se il numero di finanziati è cresciuto mentre l'importo è sceso, è perché sono cambiati gli oggetti acquistati con i finanziamenti.
Se fino a qualche tempo fa la facevano da padroni le auto, i cellulari e i grandi elettrodomestici, adesso sta crescendo il numero di pagamenti a rate anche per soggiorni in hotel, pacchetti vacanza, vestiti, libri di scuola.

Rischio sulla qualità del credito

Sebbene il tasso di default sia rimasto stabile all’1,1%, sui livelli più bassi degli ultimi quattro anni, la crescita dell'inflazione e del caro vita induce qualche timore. Il debito domestico potrebbe andare fuori controllo. Ciò suggerisce la necessità di mantenere un’elevata attenzione sulla qualità del credito.
Tuttavia, i dati sui finanziamenti della prima metà dell'anno evidenziano un trend calante. Questo vale sia per l’importo della rata mensile che per l’esposizione residua. Questo è frutto anche della maggiore tendenza a comprare a rate anche beni di piccolo importo.

I dati geografici

A livello geografico, la regione che ha la percentuale maggiore di popolazione con almeno un rapporto di credito attivo è la Valle d’Aosta. Siamo infatti al 56%. Seguono Toscana (con il 51,2%) e Lazio (con il 50,4%). Invece la regione dove i finanziamenti sono minori è il Trentino-Alto Adige, con appena il 26,4% della popolazione che ha un prestito in corso.
Pochi i finanziamenti in Basilicata (36,8%) e Campania (39,8%).

giovedì 1 settembre 2022

Prezzo del petrolio, anche il mese di settembre comincia con una discesa

Dopo aver chiuso il mese terzo mese consecutivo in calo, il prezzo del petrolio comincia fiacco anche settembre.
Sull'andamento dell'oro nero incidono una serie differente di fattori dal lato dell'offerta e della domanda.

I driver del prezzo del petrolio

Il fattore più importante che sta agendo sul prezzo dell'oro nero è la recessione. I timori di una marcia indietro prolungata dell'economia globale, fanno temere per il futuro della domanda di petrolio. I recenti dati sulla manifattura cinese non fanno che acuire questa preoccupazione.
Si tratta di un chiaro fattore ribassista per il prezzo del petrolio, a causa dell'indebolimento della richiesta.

NB. Se volete negoziare il petrolio, scegliete sempre Consob broker autorizzati e siti trading regolamentati.

Fattori ribassisti

Ad accelerare questa preoccupazione è l'atteggiamento delle principali banche centrali, che stanno virando verso un atteggiamento molto aggressivo riguardo ai tassi di interesse, per combattere l'aumento dell'inflazione. Ma tutto questo finirà per penalizzare la crescita economica e avvicinare la recessione.

Nel frattempo, i dati ufficiali pubblicati mercoledì hanno mostrato che le scorte di greggio statunitensi sono diminuite di oltre 3 milioni. Tuttavia, lo stesso rapporto ha rivelato che la produzione petrolifera statunitense è salita a 11,82 milioni di barili al giorno a giugno, il più alto da aprile 2020.

Un altro fattore ribassista per il prezzo del petrolio è il possibile accordo con l'Iran sul nucleare. Secondo Josep Borrell, capo della politica estera dell'UE, un accordo è a portata di mano, tanto da poter essere concluso 'nei prossimi giorni'. Un accordo porterebbe alla riduzione delle sanzioni contro l'Iran, che potrebbe immettere sul mercato il suo petrolio.

L'andamento dei prezzi

Giovedì i futures sul greggio Brent sono rimasti al di sotto di $ 96 al barile, dopo una discesa di circa il 20% negli ultimi tre mesi. I futures sul greggio WTI sono invece al di sotto di $ 90 al barile, con la Kaufman Kama indicator che evidenzia un forte quadro di debolezza.

L'OPEC+

Ad arginare la caduta del prezzo del petrolio sono le voci dall'Arabia Saudita, che potrebbe spingere l'OPEC+ a tagliare l'offerta nel meeting di settimana prossima. Questa mossa coinciderebbe proprio con un aumento dell'offerta dall'Iran, se dovesse concludere un accordo nucleare con l'Occidente.