lunedì 31 maggio 2021

Crescita economica, gli USA si avvicinano al picco e questo inquieta i mercati

Dopo la Cina, gli Stati Uniti sono il Paese che ha messo più benzina nel motore della crescita economica. Tuttavia, molti analisti ritengono che la ripresa dall’emergenza sanitaria adesso abbia raggiunto dei ritmi troppo elevati. In sostanza siamo al picco, sia per quanto riguarda la crescita che per quanto riguarda gli utili societari.

Quanto corre la crescita economica

Se consideriamo la sola Cina, possiamo finanche dire di aver già superato il picco, dato che la lotta al Covid è in una fase più avanzata rispetto al resto del mondo.
Nell’Area Euro, invece, ci sono ancora molti margini di crescita economica, dal momento che il settore dei servizi ha appena iniziato a riprendersi, mentre il manifatturiero lo ha fatto per primo.

Siamo vicini al picco?

Se guardiamo alle previsioni per il 2021, le stime sono state riviste al rialzo del 4% da inizio anno, arrivando al 6,5% attuale. La maggior parte delle aziende quotate a Wall Strett ha evidenziato ottime trimestrali per il periodo gennaio-marzo. Il punto è che l'avvicinarsi al picco di crescita economica potrebbe creare qualche scossone. Dal punto di vista dei mercati, questo significa possibili pause nel trend al rialzo (e chi sa come fare trading sul forex, sa che questo incide anche sul valutario).

Nota operativa: uno dei modi più interessanti per agire sui mercati, è seguire una spread trading strategia forex.

Dati macro rivelatori

Una fotografia chiara di come sta procedendo la crescita economica ce la daranno i dati di giugno. Per gli Stati Uniti saranno fondamentali i report sul lavoro e quelli sull’inflazione, che di recente ha messo sull'allerta i mercati.
L'inflazione sarà importante anche per l’Eurozona, dove potrebbe arrivare a livelli prossimi o addirittura superiori al target della Bce, il 2%.

In linea di massima la contemporanea azione di stimoli fiscali e di politiche monetarie accomodanti, alimentano la fiducia nella crescita economica robusta per il 2021. Ma un eccesso in tal senso non solo va previsto, ma pure messo in conto quando si agisce sui mercati finanziari. Il picco potrebbe rendere l'ambiente più vulnerabile a eventuali correzioni, dato che i mercati scontano un significativo “boom” in uscita dalla pandemia.

giovedì 27 maggio 2021

Soldi freschi per la nuova Alitalia, arriva il via libera dalla Ue a 700 milioni di euro

Sono in arrivo soldi freschi per Alitalia, che potrebbe così avere un poco di ossigeno. Roma ha infatti trovato l'intesa con la Commissione europea sui parametri che servono a garantire la discontinuità economica tra ITA (la nuova compagnia) e Alitalia stessa. 

Un piano che servirà a sbloccare la partenza della newco, mentre la Commissione stessa porta avanti la sua indagine sul sostegno che è stato concesso in passato ad Alitalia per evitarne il fallimento.

Dall'Europa un fiume di soldi freschi

Nell'ambito dell'intesa, è prevista anche una erogazione di fondi liquidi da 700 milioni di euro.
Bruxelles verserà i soldi nella nuova società, e dopo questi primi 700 milioni di euro ne seguiranno altri ancora. Infatti è previsto il pagamento di altre due tranche di aiuti: 400 milioni nel 2022 e 250 milioni nel 2023. Grazie a questi fondi, sarà possibile garantire l’operatività per la stagione estiva, l'ultima di Alitalia.
Si spera invece che le newco ITA possa essere operativa il prima possibile, ragionevolmente verso settembre.

Il decollo di ITA è questione di mesi

Ma il cammino per arrivare al decollo di ITA richiede altri passaggi tecnici e non solo.
Nei prossimi giorni si dovrà discutere della questione marchio, tema che ha creato turbolenze tra Roma e Bruxelles. C'è fiducia però riguardo al fatto che la nuova compagnia ITA potrà partecipare alla gara per il marchio di Alitalia.
Sul tavolo delle trattative, però, ci sono anche altri fattori in ballo. A partire dal taglio a aeromobili e personale. Si parla di tagli significativi del personale e flotta ridotta di oltre la metà.

Del resto, se l'obiettivo è quello di restituire al Paese un vettore nazionale aereo che sia efficiente dal punto di vista operativo ma anche in grado di essere economicamente autonomo, qualche sacrificio era necessario. Non era più possibile andare avanti con una compagnia che divorava soldi pubblici ogni giorno (ecco quanto è costata Alitalia in 47 anni).
Il perimetro di ITA sarà quindi più contenuto rispetto ad Alitalia in termini di rotte, flotta e attività collegate. Sarà quindi una piccola compagnia rispetto alla vecchia Alitalia.

lunedì 24 maggio 2021

Prezzi delle materie prime, anche lo stagno vola ed è sui massimi di 10 anni

Negli ultimi tempi, quasi tutti i prezzi delle materie prime sono andati al rialzo. Non fa eccezione lo stagno, le cui quotazioni sono salite in modo inesorabile nell’ultimo anno, e soprattutto nell'ultimo semestre. Non solo per questioni legate all'andamento della domanda e dell'offerta, ma anche per via dell'azione degli speculatori.

Lo stagno come gli altri prezzi delle materie prime

stagnoPartiamo dai dati, ricorrendo a quelli miglior broker di trading online sui prezzi delle materie prime. Settimana scorsa, lo stagno negoziabile sul London Metal Exchange (LME) ha toccato 30.650 dollari per tonnellata. Si tratta della quotazione più elevata mai raggiunta negli ultimi 10 anni.
Bisogna peraltro sottolineare che il prezzo cash è ancora più elevato, visto che si trova a circa 2.000 dollari in più.

Nota operativa: una delle cose più interessanti da conoscere quando si specula sui prezzi delle materie, è l'evening star pattern trading.

Dove viene utilizzato...

Ma cos'è che spinge la domanda di stagno?
Tutti conoscono cos'è, ma si limitano a identificarlo con il metallo utilizzato per le scatolette di alimenti, o per le saldature.
Nel primo caso la convinzione non è proprio corretta, visto che ormai da molti anni la banda stagnata è stata sostituita da resine. Per questo motivo, la domanda di stagno per rivestimenti di scatolette è praticamente irrisoria.

Ha invece pienamente ragione di ritiene che lo stagno sia elemento chiave per le saldature. Ed è proprio questo ambito di applicazione che ha spinto il prezzo. 
Infatti la fortissima crescita dell’industria elettronica e, in particolare, dei semiconduttori, ha fatto schizzare anche la domanda di stagno. E per questo motivo la sua quotazione si è mossa in forte rialzo, come accaduto a molti prezzi delle materie prime.
Tale settore assorbe circa la metà di tutto lo stagno consumato a livello globale. La domanda di questo metallo nel 2019 è stata di 359.000 tonnellate.

Offerta carente

Bisogna aggiungere poi che dal lato dell'offerta, la situazione è carente. Le scorte ormai sono bassissime. Appena 1.235 tonnellate nei magazzini LME.
Riguardo all'offerta, va rimarcato che in questo settore non operano multinazionali minerarie. La produzione infatti è prevalentemente realizzata da poche aziende, in buona parte anche nel settore minerario artigianale.
Tenuto conto di questo, il deficit di offerta potrebbe ancora crescere, e i prezzi salire.

venerdì 21 maggio 2021

Mercato petrolifero, giorni pesanti per chi ha puntato sull'oro nero

Si va chiudendo una settimana pesante per il mercato petrolifero. Le quotazioni di Brent e WTI sono infatti scivolate rispettivamente a 65 e 62 dollari al barile, dopo alcune sedute in ribasso. Entrambi i benchmark sono scesi di quasi il 5% durante questa settimana, mettendosi sulla buona strada per registrare la più grande perdita settimanale da marzo. Inoltre sono vicini ai minimi di 3 settimane.

Cosa sta muovendo il mercato petrolifero

Ci sono spinte che agiscono in diverse direzioni sul prezzo.
Da un lato infatti c'è la ripresa economica globale, che contribuisce a dare ottimismo al mercato petrolifero per via della ripresa della domanda di carburante. Infatti i programmi di vaccinazione in Europa e negli Stati Uniti consentirebbero a più persone di viaggiare.

Questo fattore del resto ha consentito al mercato petrolifero di crescere di quasi il 30% quest'anno, dopo essere tornato ai livelli pre-pandemici a metà marzo, sulle aspettative che la domanda di carburante sarebbe rimbalzata bruscamente con il lancio dei vaccini COVID-19 e la riapertura di più economie.
Appena pochi giorni fa, il Brent ha superato per la prima volta quota 70 dollari al barile da metà marzo, come si constata sulle migliori piattaforme di trading.

Annotazione: se invece di negoziare commodities preferite le azioni, potreste trovare utile scoprire come fare scalping sul dax.

L'offerta

Ma sul fronte dell'offerta c'è il fattore Iran a pesare. Diversi funzionari hanno affermato che l'Iran e le potenze mondiali hanno compiuto progressi nei colloqui per rilanciare un accordo nucleare del 2015. Questi negoziati entreranno nella quinta fase all'inizio della prossima settimana, e un successo potrebbe comportare la revoca delle sanzioni contro Teheran. di conseguenza arriverebbe una nuovo fiume di output sul mercato petrolifero.

Inoltre c'è una nuova incognita sulla domanda di petrolio. L'ultima ondata di casi di virus in India, grande consumatore di petrolio. Secondo gli ultimi dati, quasi due terzi delle persone testate hanno mostrato l'esposizione al virus.
Nel frattempo, il rapporto settimanale dell'EIA ha mostrato che le scorte di greggio statunitensi sono aumentate la scorsa settimana di più in due mesi, anche se a un ritmo più morbido del previsto.

lunedì 17 maggio 2021

Lavoro, per i giovani è ancora un grave problema trovarlo (e farsi pagare il giusto)

La situazione dei giovani italiani, in relazione al problema del lavoro, è decisamente complicata. A evidenziarlo è uno studio di Eures, il portale europeo per la mobilità del lavoro.

I giovani e il lavoro

Eures ha effettuato una indagine su un campione di 960 giovani nella fascia d'età 18-35 anni, facendo così una fotografia della situazione.
Ebbene, la maggior parte dei giovani non ha un lavoro oppure ne ha uno precario, con uno stipendio che non consente loro di rendersi autonomi. Tantomeno di formare una propria famiglia. E per questo vivono ancora a casa con i genitori. Lo dice la metà dei giovani (5 su 10), mentre l'altra metà (56,3%) è riuscita a crearsi un suo nuovo nucleo familiare.

Il futuro crea ansia

L'indagine inoltre esplora anche la forte preoccupazione di questa generazione, che è delusa ed altresì preoccupata per il suo futuro. In special modo, il timore è che un domani non sarà in grado di ottenere un assegno pensionistico.

Forse può interessare: perché per i giovani è difficile trovare lavoro.

I dati su contratti e stipendio

Venendo ai dati messi in risalto dall'indagine, si evidenza che nel quinquennio successivo al termine del proprio ciclo di studi, i giovani tra 18 e 35 anni hanno lavorato in media per tre anni e mezzo. Neppure 3 su 10 di essi ha un lavoro stabile. Il 26% ha rapporti di lavoro a termine, un altro 23,7% è del tutto disoccupato, mentre il 13,1% è studente-lavoratore.

Anche quelli che un lavoro sono riusciti ad ottenerlo, nella maggioranza dei casi (54,65%) lo ha svolto senza un regolare contratto. Il 61,5% pur di entrare o rimanere nel mondo del lavoro, ha accettato di essere sottopagato. "Sfortunato" è poi quel 37,5% che dichiara di aver ricevuto pagamenti inferiori. Mai però sfortunato come quel 32,5%, che addirittura non è proprio stato pagato.

E lo stipendio? altra nota dolente. La maggior parte dei giovani ha anche uno stipendio inferiore ai 10 mila euro annui. Oltre il 20% non riesce ad arrivare nemmeno a 5 mila euro. Solo il 7,4% dei giovani supera i 20mila euro.

mercoledì 12 maggio 2021

Valuta digitale, adesso Ethereum attira più investitori di Bitcoin

Se nei primi tre messi dell'anno Bitcoin era stata la valuta digitale più attenzionata dai mercati, nelle ultime settimane lo scettro se l'è preso di prepotenza Ethereum. Il secondo asset digitale più capitalizzato del mercato (fondato nel 2013 dal programmatore russo-canadese Vitalik Buterin), ha cominciato una crescita parabolica a fine marzo e non s'è più fermato.

La corsa della valuta digitale

La settimana scorsa, Ethereum rompeva per la prima volta la quota dei 3.000 dollari. E adesso, a pochi giorni di distanza e dopo una piccola pausa, ha buttato giù anche la soglia dei 4mila ed ha messo su un altro 50%, volando quasi a 4400. Da inizio anno, Ethereum ha guadagnato oltre il 450% (quattro volte più di Bitcoin). Una gioia per chi ha negoziato opzioni binarie 60 secondi.
La sua capitalizzazione ha così superato quella della banca numero uno negli Stati Uniti, JP Morgan, che ha un valore di mercato di $488 miliardi.

Annotazione: un modo interessante per condurre un'analisi tecnica sulle valute digitali è sfruttare l'indicatore relative vigor index RVI.

Cosa guida la corsa di Ethereum

Diversi fattori stanno spingendo Ethereum. A livello tendenziale sono le promesse dell’upgrade ad Ethereum 2.0, ma soprattutto lo sviluppo sempre più forte dei Nft (non-fungible token) e della finanza decentralizzata (DeFi) ad aver dato un grosso impulso alla seconda valuta digitale del mercato.
Ma negli ultimi giorni una grossa spinta è arrivata anche dalla Banca europea per gli investimenti (Bei), che ha lanciato sul network un bond digitale da oltre 100 milioni di dollari basato sulla blockchain di Ethereum.

Quote di mercato

Tutti fattori che hanno aumentato l'appeal di Ethereum, che ha rosicchiato "quote di mercato" alla valuta digitale più famosa, ovvero Bitcoin. A inizio anno infatti Bitcoin valeva il 69,71% della capitalizzazione complessiva delle criptovalute, Ethereum il 12,83%. Oggi Bitcoin è scivolto al 44,38%, Ethereum è cresciuto al 18,46%.

Al di là dei numeri che possono generare entusiasmo, va pure sottolineato l'insieme dei rischi che il mondo delle valute digitali comporta. Alcuni osservatori di mercato pensano che siamo davanti a una grande "bolla delle criptovalute", e ammoniscono sul fatto che che un piccolo gruppo di utenti, possiedono porzioni significative di Bitcoin ed Ether e hanno il potenziale per spostare i prezzi a loro capriccio.

lunedì 10 maggio 2021

Commercio online, fatturato in calo per colpa del turismo. Ma per il resto è boom

Il 2020 è l'anno in cui il commercio su internet ha vissuto un'accelerazione formidabile. E' chiaro che a incidere è stata la pandemia, che ha portato alla diffusione dell’online tra la popolazione. A dicembre 2020 internet ha raggiunto il 74,7% di utenza: 3,2 milioni di nuovi utenti, in crescita del 4,7% rispetto all’anno precedente.
Per le aziende questo significa una crescita del potenziale bacino per le vendite online.

I numeri del commercio online

Non stupisce quindi che ci sia stato un incremento del 50% di aziende che si dedicano al commercio online. Oltre 2 milioni di persone hanno acquistato online per la prima volta lo scorso anno. Tutte queste persone non torneranno più indietro.
Anche se il commercio online già navigava con il vento in poppa prima della pandemia, senza dubbio la crisi sanitaria e i lockdown hanno dato una spinta ulteriore a questa crescita.
Eppure non tutti i segmenti ne hanno beneficiato, e questo ha portato ad alcuni risultati sorprendenti.

Fatturato in lieve calo, ecco perché

A fare una fotografia del settore ci ha pensato il report E-commerce Italia 2021, presentato durante un evento in streaming al quale hanno partecipato oltre 1.500 persone tra imprenditori, manager e professionisti. Questo report si basa sull'analisi del commercio online del 2020, che in Italia ha raggiunto un fatturato di 48 miliardi di euro.
Si potrebbe pensare ad un aumento rispetto al 2019, vista la pandemia. E invece il fatturato è sceso del 1% rispetto al 2019.

Tracollo del turismo

Ma perché questo dato così diverso dalle aspettative? La spiegazione si racchiude in due parole: turismo, spettacolo.
In questi due segmenti di mercato, che erano trainanti dell'e-commerce prima della pandemia, il fatturato ha avuto un calo nel primo caso del 58%, nel secondo del 9% (forse può interessare: crisi tursimo da Covid, serviranno ani per riprendersi).
Il calo di questi settori ha finito per bilanciare gli aumenti registrati nel settore Tempo Libero, che rappresenta il 48% del fatturato. Sono cresciuti tantissimo il gioco online, l’hobbistica, lo sport e i Centri Commerciali (+36%). Ma anche Assicurazioni (+6%), Alimentare (+63%), Elettronica (+12%), Moda (+12%).

mercoledì 5 maggio 2021

Mercati finanziari preoccupati dalla situazione Covid che si vive in India

I mercati finanziari stanno guardando con molta attenzione a quello che succede in India. Il Paese asiatico infatti è alle prese con una fortissima ondata di casi di COVID-19. Le infezioni giornaliere sono aumentate di 382.315 mercoledì, mentre le vittime sono aumentate al record di 3.780 nelle ultime 24 ore.

La RBI e i mercati finanziari sono preoccupati

Per sostenere l'economia, che subirà un fortissimo contraccolpo dalla crisi sanitaria, la Reserve Bank of India ha annunciato una serie di misure per aiutare le banche a sostenere le infrastrutture sanitarie e i piccoli mutuatari colpiti dalla crisi.

Borsa indiana e Rupia

ripia rbi indiaQueste novità hanno avuto subito un impatto sui mercati finanziari locali e internazionali. Infatti il rendimento dei titoli di Stato dell'India a 10 anni è sceso al minimo di 11 settimane del 5,988%, dopo che la Reserve Bank of India ha annunciato le sue nuove misure.
Nel frattempo la BSE SENSEX è salita di 250 punti o dello 0,5% a 48.495 scambi iniziali.

Invece la rupia indiana ha toccato un massimo di un mese di 73,7 contro il biglietto verde, prima di tagliare alcuni guadagni per scambiare intorno a 74 per USD. E' chiaro che la situazione è molto difficile per chi opera sulla Rupia con una strategia forex intraday trading. Nei giorni scorsi sui mercati finanziari, la valuta indiana aveva toccato un minimo di nove mesi di 75,6 contro l'USD, per via delle preoccupazioni per l'impatto della pandemia sulla ripresa economica Indiana. ci adotta

Annotazione: è possibile negoziare la valuta indiana soltanto sui broker opzioni binarie no Esma.

Dati macro

I dati macro intanto evidenziano che l'attività dei servizi in India (IHS Markit India Services PMI) è aumentata al ritmo più basso in tre mesi ad aprile (e al di sotto delle aspettative di mercato), nonostante sia aumentata per i sette mesi consecutivi. 
Invece il PMI composito in India è sceso a 55,4 punti, segnando la lettura più bassa dallo scorso dicembre. Aumenti più deboli sono stati registrati nei settori manifatturiero e dei servizi. Nel frattempo, i nuovi ordini aggregati sono aumentati al ritmo più lento dallo scorso dicembre.
Allo stesso tempo, l'occupazione è ulteriormente diminuita, segnando una sequenza di 14 mesi di calo.

lunedì 3 maggio 2021

Consumi, il drastico calo da Covid manda al tappeto il terziario dopo 25 anni

E' pesantissimo il bilancio del Covid sul settore terziario italiano. La pandemia ha drasticamente fatto crollare i consumi degli italiani, con forti ripercussioni sia sul fatturato delle aziende, sia sul mercato del lavoro.

Covid, terziario e consumi

Secondo un report di Confcommercio, ben 130 miliardi in meno nel corso del 2020. Il rapporto dell'Ufficio studi evidenzia la prima grande crisi del terziario di mercato, che dopo 25 anni di crescita ininterrotta, ha subito una battuta d'arresto.
Il profondo calo dei consumi si è peraltro concentrato in pochi settori. Infatti l'83% (ossia 107 miliardi) coinvolge soltanto abbigliamento e calzature, trasporti, ricreazione, spettacoli e cultura e alberghi e pubblici esercizi.

La cosa altrettanto grave è che il terziario aveva dato sempre un maggior contributo al Pil italiano e alla nostra occupazione. Il Covid ha inevitabilmente arrestato questo processo, rimettendo in discussione il ruolo del terziano rispetto a manifattura e agricoltura.

Settori più colpiti

I maggiori cali si registrano nella filiera turistica (-40,1% per i servizi di alloggio e ristorazione), che ovviamente hanno risentito più di tutti gli effetti dei lockdown sui consumi.
Ma un calo pesantissimo ha riguardato anche le attività artistiche, di intrattenimento e divertimento (-27%). Forte, ma più contenuto, il calo avvertito nel settore dei trasporti (-17,1%).
Nel commercio le cose sono andate un po' meglio, soprattutto per la tenuta del dettaglio alimentare. Alla fine le perdite sono state del -7,3%.

Forse interessa: turismo in crisi da Covid, per la ripresa ci vorranno anni.

Le ripercussioni sul lavoro

Questo crollo ha avuto conseguenze anche sul mercato del lavoro. Infatti il numero di addetti è sceso di 1,5 milioni di unità, rispetto al totale complessivo di lavoratori persi pari a 2,5 milioni.
Anche in questo caso, la pesantezza della situazione è resa ancora più evidente dall'apporto che il settore dei servizi aveva dato alla nostra economia nel recente passato. Infatti tra il 1995 e il 2019, aveva generato quasi 3 milioni di nuovi posti di lavoro.