martedì 5 giugno 2018

Criptovalute e il rischio delle manipolazioni di mercato

Al di là del dibattito sulla loro validità dal punto di vista finanziario, le criptovalute alimentano altri tipi di discorsi legati soprattutto alla loro sicurezza. Il Dipartimento di giustizia americano ha dovuto aprire tantissimi casi di frode in qualche modo legati all'utilizzo di questo controverso asset. Eppure le valute virtuali si basano su sistemi che teoricamente dovrebbero proteggere in misura maggiore rispetto al solito le transazioni. E invece spesso sono strumenti per perpetrare dei crimini finanziari.

Molti di coloro che vogliono sapere come funziona trading con i bitcoin, in Italia, dovrebbero conoscere i pericoli di chi si avventura da neofita in questo mondo. O almeno conoscere i casi più eclatanti di frode ad esso legati, dal momento che finiscono per incidere sul valore di mercato di questo asset.

Le manipolazioni del mercato delle criptovalute

Secondo il Dipartimento di Giustizia americano, molti problemi sorgono per il fatto che le criptovalute non vengono viste dai possessori come mezzo di pagamento - quindi come alternativa alle monete tradizionali - ma come strumento speculativo. Analogamente alle azioni o obbligazioni, si tratta il Bitcoin sperando che produca valore. Per cui si prendono, si guardano i grafici, si fanno le analisi di prezzo, si vede se ci sonno piercing line pattern trading, come si dispongono le bande di Bollinger. Rifletteteci, con l'euro non facciamo lo stesso. Lo teniamo in tasca e quando serve lo usiamo per pagare. Se Bitcoin fosse una valuta dovremmo fare lo stesso.

Proprio questa view speculativa sulle monete virtuali fa sì che vengano alimentate le frodi. Come la manipolazione di mercato detta "spoofing”, in cui gli investitori fanno gli ordini ma poi li annullano prima che l’affare sia finalizzato. Questo fa sembrare che ci sia più richiesta di valuta virtuale di quanta non ce ne sia in realtà, aumentandone il valore. Cosa fattibile visto che i più grandi 1.000 conti in Bitcoin detengono il 40% di tutti quelli esistenti e quasi il 20% è detenuto in soli 100 conti. Tenuto poi conto che molti di questi soggetti si conoscono, è ancora più facile mettere in atto delle azioni coordinate per aumentare o diminuire i prezzi artificiosamente.

Un altro tipo di frode è la “wash trading”. In pratica un soggetto compra o vende a se stesso al solo scopo di far pensare che ci sia più attività sul mercato di quanta ce ne sia in realtà, aumentando artificialmente la domanda e il valore.

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