venerdì 13 dicembre 2019

Sterlina, che boom dopo la vittoria elettorale di Boris Johnson

Le elezioni in Gran Bretagna sanciscono la netta vittoria dei Conservatori di Boris Johnson, e danno slancio alla sterlina. Nel trionfo dei Tories infatti si vede la risoluzione all'empasse che ha bloccato il Paese negli ultimi tre anni, nella ricerca di un accordo di divorzio dalla UE.

Voto in Gran Bretagna e sterlina

La linea politica di Boris Johnson s'è dimostrata quindi vincente. Ha voluto fortemente le elezioni per rafforzare il consenso al suo accordo con Bruxelles, e alla fine ha avuto ragione. I conservatori ottengono la netta maggioranza dei seggi in Parlamento (oltre 360), rendendo così scontata l'approvazione dell'intesa raggiunta con Bruxelles su Brexit. Vanno malissimo le cose ai laburisti di Jeremy Corbyn, che di seggi ne hanno circa 200, perdendone un quinto. Flop anche per i liberaldemocratici, la cui leader Jo Swinson addirittura perde il suo di seggio. Bene invece gli indipendentisti scozzesi, che avanzano verso una cinquantina di seggi alla Camera di Comuni.

Fine delle incertezze

I mercati, come detto, hanno fatto festa dopo il voto. Dopo 3 anni e mezzo di incertezze, finalmente la Brexit potrà vivere il capitolo conclusivo. Non sorprende quindi che la marcia della sterlina sui mercati valutari sia stata imperiosa. Sui broker con spread bassi forex si può vedere che la valuta britannica è salita sui massimi da maggio 2018 contro il dollaro USD. Ha inoltre raggiunto il massimo di 3 anni e mezzo contro l'euro, tornando sui livelli che si erano visti poco dopo il Referendum di giugno 2016.

Prospettive future

Secondo molti analisti inoltre la Sterlina crescerà ancora, anche se la maggior parte della dinamica è avvenuta quando ieri sera è stato rilasciato il primo exit poll (qui invece ci sono le previsioni cambio euro franco svizzero). L'effettiva separazione dalla UE avverrà quindi nei termini fissati al 31 gennaio 2020. Poi servirà un accordo commerciale, ma questo spaventa molto meno il governo Johnson, vista la maggioranza di cui gode ora in Parlamento.

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