Svolta storica per il mercato del petrolio
I Paesi produttori non-OPEC hanno concordato una diminuzione della produzione di circa 558 mila barili al giorno, mentre alla fine di novembre i paesi del OPEC avevano deciso di tagliare la produzione di circa 1,2 milioni di barili al giorno. La riduzione totale che si dovrebbe raggiungere, quindi ammonterà a circa il 2% della fornitura globale. Si tratterebbe del primo taglio concreto dal 2008.Intanto, proprio queste notizie dal fronte del petrolio, hanno galvanizzato i mercati. La quotazione dell'oro nero è schizzata verso l'alto. Il Light Crude segna un incremento del 5,22% a 54,2 dollari al barile, mentre il Brent quota 56,84 dollari con un rialzo di oltre 4 punti percentuali. Secondo Goldman Sachs, questo accordo stretto tra i maggiori produttori mondiali di petrolio potrebbe valere 6 dollari al barile. Tuttavia, viene anche precisato che questa quota si raggiungerà soltanto se verrà pienamente rispettato.
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“Nonostante il taglio sia inferiore a quanto preannunciato, l’accordo è nondimeno degno di nota perché rimuove l’incertezza sulla potenziale partecipazione dei produttori non OPEC al piano dell’OPEC”, spiega Goldman. Gli analisti inoltre fanno notare che ci sarà comunque che a mano a mano che il prezzo salirà, e la quotazione del WTI sarà più vicina a 55 dollari al barile, molti produttori soprattutto negli Stati Uniti, saranno incentivati a incrementare la loro produzione.
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