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lunedì 25 novembre 2019

Lavoro e tecnologia, boom di richieste per gli sviluppatori di smartphone App

Nel vasto panorama del lavoro, una figura che comincia ad essere sempre più richiesta è lo sviluppatore. Parliamo di coloro che si occupano del confezionamento delle App per smartphone, ormai una necessità per tutti i tipi di aziende.

Il lavoro di sviluppatore sempre più richiesto

Le nuove tecnologie hanno portato alla crescita di una nuova filiera, definita "smartphone economy", che dal punto di vista occupazionale è assai vivace e si focalizza - come detto - sul ruolo degli sviluppatori. Per questo motivo non c'è da stupirsi se sono sempre più numerosi i corsi per formare candidati adeguati alle proposte di lavoro delle centinaia di aziende che vogliono sbarcare su Android e iOS. Del resto non esiste ancora un percorso formativo che sia idoneo a dare tutte le competenze tecniche di programmazione in linguaggio Java e produzione database SQL, analisi e design di modelli UML e appunto soluzioni per mobile.

Se è vero che lo sviluppatore di solito ha un background di competenze informatiche e tecniche, maturato durante gli studi universitari, non basta questo a farne uno sviluppatore mobile. Per questo è sempre preferibile preferibile un’esperienza in agenzie specializzate o la frequenza di corsi ad hoc. Anche perché il mercato delle App per molte imprese è una miniera d'oro.

Creazione e costo di una App

La smartphone economy si è estesa a diversi settori industriali, e non è più confinata ai "telefonini". Orologi, navigatori, fotocamere, registratori, torce e apparecchi musicali, sono tutti sempre più interconnessi, e richiedono pertanto un approccio nuovo e diverso.

Il percorso di creazione di un APP è un lavoro articolato in 4 fasi. Si comincia dalla raccolta delle esigenze del cliente e studio fattibilità; si prosegue con la creazione di mockups (bozze grafiche di ciascuna schermata prevista nell’app); si va avanti con la gestione contenuti e lo sviluppo; si confeziona una demo per procedere al test/debugging; infine si pubblica l'applicazione sullo store. Il costo di una singola app puà partire da un minimo di 500 euro fino ad arrivare a diverse decine di migliaia di euro toccando i massimi con le realizzazioni di giochi.

martedì 8 maggio 2018

Pagamenti elettronici, in Italia cresce la diffusione. Ma il Sud resta indietro

Il pagamento elettronico comincia ad entrare nella routine degli italiani, che spesso lo scelgono anche per piccole spese. Lo conferma un recente studio, secondo il quale nei negozi fisici la spesa viene fatta il 75% delle volte utilizzando pagamenti elettronici. E quasi la metà delle volte la cifra spesa non supera neppure i 5 euro. Il tanto atteso cambiamento culturale sta arrivando? Forse, perché tra coloro che arriverebbero a farsi scansionare l'impronta per autorizzare i pagamenti (o addirittura farsi innestare un chip sotto pelle) e quelli che invece dal contante non vogliono proprio staccarsi, c'è un panorama molto vario ed eterogeneo.

La diffusione dei pagamenti elettronici

Intanto lo studio dell'Osservatorio di Findomestic, realizzato con Doxa, evidenzia una spaccatura a livello di sesso tra le preferenze degli italiani. Le donne sono più portate all'utilizzo del bancomat (41,5% contro 35%) mentre la carta di credito è la forma di pagamento elettronico preferita dai maschietti: 30% contro il 22% delle donne. Complessivamente rimane però il bancomat la forma preferita, visto che viene utilizzata nel 38% dei casi. Seguono carte di credito (26%) e prepagate (11%).

Altri dati interessanti si rilevano dallo strumento usato per pagare. Tra i sistemi di pagamento più innovativi, la preferenza va all'app della propria banca (precisamente il 44% delle donne e il 29% degli uomini), mentre tra i servizi più noti Postemobile (23,5%) batte di poco Apple Pay (23,3%).
Altri aspetti interessanti si rilevano su base geografica. Il bancomat è la forma preferita di pagamento nel Nord-Est: 44%, contro il 29% di Sud e Isole. Proprio il Meridione sembra essere più indietro nella evoluzione culturale dei pagamenti. Se infatti un italiano su quattro preferisce ancora i contanti, al Sud questa percentuale sale al 31% (così come nelle Isole). Cosa sorprendente, sono proprio i giovani tra i 18 e i 24 anni (52,3%) ad acquistare ancora in modo regolare con le banconote. Per circa la metà di loro il motivo è legato alla sensazione di tenere maggiormente sotto controllo le spese.