Il mercato delle mele e l'agricoltura
Anche se il nostro paese rimane comunque un gigante europeo nel mercato delle mele, visto che siamo secondi soltanto alla Polonia, la stagione della raccolta si è aperta con un dato che preoccupa gli esperti di agricoltura. C'è stato infatti un calo produttivo medio del 3% rispetto all'anno scorso. Complessivamente la produzione è stata pari a 2,25 miliardi di chili. Sembra un calo irrisorio, ma in realtà è molto importante e soprattutto è frutto di una forte disomogeneità a livello regionale.
I dati per territorio
Alcune aree manifestano grandi difficoltà, mentre poche altre stanno vivendo una fase di rimbalzo positivo. Questo è un aspetto importante secondo gli esperti di agricoltura. I dati diffusi da Coldiretti evidenziano che il Trentino ha aperto questa stagione di raccolta come una crescita del 5%, male invece il Veneto dove il raccolto è crollato dell'11%.
Un calo più contenuto c'è stato anche in Alto Adige, 3%, mentre l'Emilia Romagna segna -6%. La situazione più complessa però è quella del Piemonte, dove la flessione produttiva raggiunge il 15%, il dato peggiore a livello nazionale. Al lato opposto della classifica c'è invece la Lombardia, dove la raccolta delle mele segna più 35%.
La spiegazione
Il motivo dietro questo andamento così vario ed eterogeneo è sostanzialmente climatico. La forte variabilità degli eventi atmosferici, e soprattutto l'impatto di quelli più estremi si fanno sentire sulla produzione della nostra agricoltura, generando anche situazioni estremamente variabili - come abbiamo appena visto - da regione a regione.
Un discorso analogo riguarda anche la varietà delle singole mele. Quelle Golden, che sono una varietà più diffusa nel nostro paese, hanno registrato un aumento del 3%. Una delle varietà tradizionali come la Red Delicious ha raggiunto invece il minimo storico (-21%). Gli aspetti dell'Agricoltura sottolineano poi il forte calo delle mele biologiche, che sono scesi al 7% rispetto al raccolto totale.
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