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mercoledì 16 marzo 2022

Prezzi in volo, così la guerra mette in ginocchio l'agricoltura

Lo scoppio del conflitto in Ucraina ha provocato delle ripercussioni enormi su tutta l'economia globale. Se il danno più evidente è quello riguardante la corsa dei prezzi di petrolio e di risorse energetiche, l'invasione russa ha portato emergenze anche su altri livelli. In special modo in ambito alimentare.

La corsa dei prezzi alimentari

I prezzi di grano, mais e perfino dei fertilizzanti sono schizzati verso l'alto, a causa di un mix di fattori che includono anche le sanzioni occidentali, il blocco delle esportazioni e la mancata semina del "granaio d'Europa".
La situazione è così seria che molti osservatori cominciano già a parlare di crisi alimentare imminente.

Il grano

Per quanto riguarda i prezzi del grano, le ripercussioni della guerra si comprendono subito pensando ad un dato importante: Russia e Ucraina producono insieme un quarto dell'intero grano mondiale. La Russia è il primo esportatore al mondo, l'Ucraina è al quinto posto. Senza il loro grano, la fornitura diminuisce e si generano pressioni rialziste sui prezzi.
I due paesi coinvolti nella guerra hanno vietato le esportazioni, per evitare di farsi del male da soli mandando in crisi il mercato interno.

Nota: quando studiate la situazione tecnica del prezzo del grano, valutate la comparsa di candela inverted hammer trading.

Il mais e i fertilizzanti

Un discorso analogo riguarda anche il mercato del mais. I prezzi volano perché l'Ucraina fornisce all'Europa più della metà del mais che importa. Peraltro il mais è destinato a diventare mangime per animali, e la sua scarsità incide sugli allevamenti di bestiame (e quindi su carne, latte e derivati). Studiando il prezzo del mais con l'Ichimoku Kinko Hyo, si vede che sono uscite dalle nuvole kumo.

Al tempo stesso la Russia rifornisce del 30% i fertilizzanti che l'Europa importa. Quindi l'agricoltura ne risente anche per questo.

Il problema delle aree agricole

Se questi problemi valgono a spiegare il balzo attuale dei prezzi, c'è poi un altro motivo di grande preoccupazione all'orizzonte.
A causa della guerra, quasi un terzo delle aree agricole in Ucraina non verranno seminate. Quindi non produrranno raccolto quest'anno Ciò significa che gli effetti del conflitto le sentiremo almeno fino all'anno prossimo.

I più colpiti peraltro sono i paesi più poveri visto che quasi 50 paesi africani importano almeno un terzo del loro grano proprio da Ucraina e Russia. In alcuni casi si arriva a superare il 50%. Congo, Burkina Faso, Somalia e Sudan si riforniscono tutti nel "granaio d'Europa". Non c'è dubbio quindi che la sicurezza alimentare sia in pericolo. E di fronte a questa situazione in Europa qualcuno ha già iniziato a mettere in discussione il Green Deal.

martedì 8 gennaio 2019

Banca del Canada, quale sarà la prossima mossa?

Mercoledì ci sarà il primo meeting del 2019 della Banca del Canada. Alla vigilia di questo evento, il dollaro canadese mostra una forte volatilità, legata soprattutto al rafforzamento del mercato petrolifero.

Le previsioni sul meeting della Banca del Canada

Le previsioni riguardo al prossimo meeting della BoC sono eterogenee. Secondo molti analisti l'istituto canadese potrebbe scuotere i mercati, perché il regolatore innalzerà il tasso di interesse al 2% (spinto anche dagli ottimi dati sul lavoro usciti venerdì scorso). Anche per questo si sono viste molte posizioni "short" sulla coppia Usd-Cad, che ha perso il 2,6% ed è scesa a 1,327 (per i dati abbiamo usati la piattaforma Plus500 web trader, guida qui).

Tuttavia non tutti sono d'accordo con questa previsione. C'è infatti chi ritiene che la banca centrale potrebbe assumere una posizione attendista a gennaio, migliorando nel contempo le sue previsioni sulla dinamica dei principali indicatori economici. Uno degli elementi cruciali da tenere in considerazione è il mercato del petrolio. Malgrado la crescita delle quotazioni di "oro nero", il barile di petrolio è ancora a livelli bassi. La tendenza attuale è associata all'indebolimento della valuta statunitense, ma questo da solo non basta a cancellare i grossi problemi del mercato petrolifero (in primis la sovrabbondanza di produzione). Per questo motivo la Banca del Canada potrebbe rimanere ferma e aspettare l'evoluzione del mercato petrolifero, visto che il prossimo meeting si terrà il 6 marzo.

Consiglio: non focalizzatevi solo sui soliti strumenti di trading. Provate ad esempio la Forex Ichimoku Kinko Hyo strategia.

Gli elementi che inducono alla prudenza

Inoltre, gli scettici ricordano che gli ultimi dati sulla crescita dell'inflazione canadese sono stati piuttosto deboli. E il regolatore prenderà in considerazione anche questo fattore quando prenderà la prossima decisione. Non va neppure dimenticato il ruolo dei prezzi delle materie prime, il cui indicatore è un anticipatore della pressione dei prezzi nel paese ed è notevolmente diminuito (tanto da aggiornare il minimo annuale). Non bisogna poi dimenticare il rallentamento della crescita del PIL canadese.

Pertanto, la Banca del Canada ha tutte le ragioni per prendersi un periodo di riflessione, rinviando la questione dell'aumento dei tassi fino a primavera. Ricordiamo infine che nella sua ultima riunione, è vero che la Banca del Canada ha affermato che il tasso è ancora al di sotto del livello neutrale (cioè il range del 2,5% -3,5%), ma ha pure annunciato che gli ulteriori passi saranno "graduali".