domenica 7 settembre 2025

Costi della vacanza, per gli italiani la voce più grossa è il cibo

Quest'anno per assicurarsi una vacanza più piacevole possibile, gli italiani hanno deciso di spalancare il portafoglio soprattutto per il cibo. Tra i vari costi sostenuti, infatti, quello per i generi alimentari è il più elevato di tutti. 

Cara vacanza, quanto mi costi

L'analisi delle vacanze degli italiani è stata fatta da Coldiretti/Ixè, che anzitutto evidenzia come i 38 milioni di italiani che si sono concessi almeno un giorno di vacanza, hanno sostenuto costi complessivi per 24,6 miliardi di euro.
Questa cifra conferma come il settore del turismo resta una dei cardini della nostra economia.

Spesa media pro capite

Altri numeri interessanti vengono evidenziate nel report. I costi medi sostenuti da ogni persona sono 648 euro, anche se ci sono forti differenze tra le diverse fasce di reddito e tipologie di viaggiatori. Un terzo ha speso meno di 500 euro, la maggior parte (47%) si colloca nella fascia tra 500 e 1.000 euro, mentre il 17% ha speso tra 1.000 e 2.000 euro. Appena il 3% ha superato questa cifra.

Tuttavia l'indagine di Coldiretti/Ixè mette anche in evidenza che c'è stato un cambiamento significativo nelle abitudini di spesa dei viaggiatori. Infatti i costi maggiori vengono sostenuti per il cibo più che per gli alloggi. Hanno assorbito circa un terzo della spesa complessiva.
Si tratta di un dato sorprendente, che segnala un cambio culturale evidente della società italiana contemporanea, dove l’esperienza gastronomica è considerata sempre di più una parte integrante della vacanza.

Durata delle vacanze

Un altro aspetto interessante riguarda la durata delle vacanze, che per un terzo dei viaggiatori è stata breve, ossia tra i 4 giorni e una settimana. Un quarto del totale invece ha potuto concedersi tra una e due settimane di vacanza, mentre il 13% si è concesso appena tre giorni.

Questi dati sono significativi se confrontati con quelli di 10 anni fa: oggi la durata media complessiva delle ferie si è attestata a 9,7 giorni, mentre all'epoca era superiore agli 11 giorni. È evidente che l'inflazione e il costo della vita si fanno sentire, così come le difficoltà crescenti a conciliare ferie lunghe con il lavoro. Ma è frutto anche di fattori culturali, come la la crescente popolarità dei “micro-viaggi” e delle vacanze spezzate durante l’anno.

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