Tuttavia le motivazioni di questo crollo (ben oltre il livello atteso dagli analisti, che erano 2,5 milioni di barili) è stato innescato dai livelli storici raggiunti dalla raffinazione e dalle esportazioni. La produzione USA infatti nell’ultima settimana è aumentata a 9,34 milioni di barili al giorno. L'iniziale movimento al rialzo delle quotazioni del greggio, ha così lasciato il posto ad un nuovo calo. Un andamento così ondivago da rappresentare una ghiotta occasione per i trader binari a breve scadenza (qui c'è l'elenco dei broker opzioni binarie autorizzati Consob).
L'effetto Trump sul mercato petrolifero
Il grosso scossone al mercato è giunto però qualche ora dopo, quando Trump ha affermato che gli USA intendono uscire dagli accordi sul clima. Questa mossa è stata vista come potenziale causa di un possibile notevole aumento della produzione negli Stati Uniti. Senza considerare che anche altri paesi potrebbero seguire l’esempio degli Usa, con inevitabili grosse conseguenze sul mercato petrolifero. Tutto ciò rischia di annullare gli effetti dei tagli attuati dall’Opec per ridurre l’eccesso di offerta e stabilizzare i prezzi.Attualmente il Wti luglio cede l'1,7% a 47,54 dollari al barile, il Brent agosto l'1,9% a 49,65 dollari al barile (suggeriamo di osservare il grafico con l'indicatore MACD trading). Stabile l'euro/dollaro a 1,1218, sostanzialmente allineato alle posizioni di ieri sera alla chiusura dei mercati europei.
Gli efetti si stanno vedendo anche sulla Borsa Italiana: sottotono i petroliferi con Eni (-0,4%), Tenaris (invariata) e Saipem (+0,9%): il greggio è in netta flessione dai massimi di ieri pomeriggio.
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