Il piano delle due cordate sul lavoro
Il piano della cordata Am Investco prevede infatti un massimo di 5.800 unità da tagliare entro il 2023 (la maggior parte a Taranto), anno entro cui dovrà essere completato il piano ambientale. AcciaItalia - l'altra cordata - prevede invece di ridurre l'organico da 14.200 dipendenti a 7.800 nel 2018 con un numero massimo di esuberi pari a 6.400 unità (l'organico dovrebbe poi risalire a 10.800 nel 2014).Queste proposte sono state definite "inaccettabili" dai sindacati, tanto che i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm si sono detti contrari a queste proposte così come sono state formulate.
Nessun rilancio
Una cosa da sottolineare è che non sarà possibile fare rilanci di offerta. La procedura di vendita infatti coinvolge così tanti aspetti, ivi compreso il piano ambientale e il piano industriale, che diventa incompatibile l'ipotesi di rilancio con i tempi avrebbe stretti entro i quali completare la procedura. Per quanto riguarda il piano di ripresa produttiva, entrambi le cordate puntano forte sui settori automotive, costruzioni, mezzi pesanti e packaging. La questione Ilva continuerà ad essere delicatissima.La cosa positiva è che - bene o male - una soluzione è stata trovata. Il che era tutt'altro che scontato. Il fatto che comporti grossissimi tagli non deve neppure stupire, dal momento che negli ultimi 4 anni l’Ilva ha fatto ricorso per tre esercizi ai contratti di solidarietà e per un esercizio alla cassintegrazione. tutto ciò ha coinvolto quasi 4000 dipendenti. Significa che un terzo degli operai e dei tecnici è stato considerato non funzionale al perimetro occupazionale e produttivo già da anni a questa parte.
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