A partire dallo scoppio della pandemia, per le aziende di ogni settore è cominciato un periodo ricco di problematiche. In molti casi tali complessità sono state aggravate dallo scoppio della guerra in Ucraina.
Alla fine tutti questi problemi presentano un conto salato, visto che il 10% delle aziende europee versa in uno stato di crisi.
La fotografia Europea delle aziende
A tracciare il quadro della situazione è un report della società di consulenza Alvarez e Marsal, dopo aver studiato oltre 4000 del Vecchio Continente. Emerge che un'impresa su dieci si trova in grande difficoltà, al punto di necessitare di un turnaround. Rispetto all'anno scorso la situazione si è aggravata di circa mezzo punto percentuale. Se prendiamo in esame con la situazione italiana le cose vanno ancora peggio. Qui da noi questo rapporto sale ad 1 impresa su 8.
Le prospettive peraltro non sono delle migliori, visto che si preannuncia un ulteriore deterioramento a causa dell'indebolimento delle performance, soprattutto per quelle aziende che sono gravate di un altro grado di indebitamento.
Peraltro sta progressivamente finendo l'epoca delle misure di sostegno varate dai governi, e questo significa che le aziende verranno lasciate da sole con le loro difficoltà.
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I settori più colpiti
La tenuta finanziaria delle aziende preoccupa soprattutto in alcuni settori. Quello dei consumi, della sanità e dell'Industria manifatturiera hanno infatti registrato i maggiori aumenti di sofferenze tra il 2021 e il 2022.
Nel settore dei beni di consumo, in particolare, si avverte soprattutto la riduzione della spesa da parte dei consumatori a causa della crisi, nonché l'aumento dei costi operativi. Qui l'aumento delle sofferenze ha toccato livelli del 72% anno su anno.
I segnali più incoraggianti arrivano dalle aziende che operano nel settore viaggi, ospitalità e tempo libero dove le sofferenze sono andate in diminuzione. Qui è evidente l'effetto positivo della ripresa dei viaggi dopo le riaperture post pandemia da Covid.
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