Questo lunedì comincia ufficialmente l'embargo europeo sui prodotti petroliferi raffinati russi. Una novità che rischia di mettere nuovamente il turbo ai prezzi della benzina, e di conseguenza all'inflazione generale.
Cosa succederà ai prezzi della benzina?
L'embargo che comincia oggi fa seguito al divieto di importare il greggio russo che cominciò ad inizio dicembre, in conseguenza dell'invasione russa in Ucraina.Questo provvedimento rischia in special modo di bloccare il diesel russo, che vale la pena ricordare che rappresenta il 50% di fabbisogno dell'intera Unione Europea. Inevitabilmente i prezzi della benzina crescerebbero. E parliamo non solo dei carburante che alimenta milioni di auto, ma anche di quello che alimenta i trasporti via nave.
Il prezzo del gasolio in alcune aree di servizio italiane è già tornato oltre 2,5 euro per litro.
Chiaramente la preoccupazione non riguarda solo la crescita consequenziale dei prezzi della benzina, ma anche le manovre speculative che come sempre ci sono in questi casi.
La contromossa della UE
L'Unione Europea da tempo sta muovendosi per far fronte all'emergenza. Gli stock di gasolio sono stati riempiti tramite flussi che sono giunti al massimo nell'ultimo anno. Allo stesso tempo l'Europa sta diversificando le forniture, rivolgendosi in special modo a Medio Oriente ed Asia. In primo luogo le richieste sono indirizzate in Cina. Si tratta di nuove rotte del carburante che non solo saranno volte a fronteggiare l'emergenza contingente, ma ridisegneranno anche il futuro.
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Timore non immediato
La vera paura non è tanto rivolta ai tempi brevi, quanto al medio lungo periodo. Ad un certo punto le scorte che ha fatto l'Unione Europea potrebbero cominciare a scarseggiare. Questo inevitabilmente spingerebbe verso l'alto i prezzi della benzina.
Inoltre le nuove rotte delle forniture sono più lunghe di quelle precedenti, e questo spingerà verso l'alto i costi di trasporto e di conseguenza il prezzo alla pompa.
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