Una delle nostre eccellenze è l'industria agroalimentare, che è anche uno dei settori più vivaci del periodo post-Covid. In due anni la produzione è cresciuta del 10% rispetto alla sostanziale stabilità dell'industria italiana nel suo complesso.
Crescita e spine nell'industria agroalimentare
Non è stato solo un “rimbalzo” dopo le difficoltà della pandemia, perché il trend positivo sul piano del fatturato, delle esportazioni e delle ricadute occupazionali è continuato anche nel corso del 2022.Ma dove c'è tanto di buono, si annida sempre anche il marcio, che in questo caso è il "falso made in Italy".
L'industria agoralimentare italiana deve infatti fare i conti con un giro di affari parallelo e truffaldino che vale 120 miliardi di euro, secondo Coldiretti. Con una crescita record del 70% nell’ultimo decennio. I pirati dell'agroalimentare rubano parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette per realizzare il tarocco italiano.
Il Parmigiano Reggiano è il nostro prodotto col primato del più imitato nel mondo. I vari parmesan, parmesao e regianito hanno ormai superato le vendite dell’originale.
Fenomeno boom in USA e Russia
Il fenomeno del falso è cresciuto soprattutto in due Paesi, Russia e Usa, dove c'è questa insolita "alleanza" contro il made in Italy. Sono infatti i due paesi dove le produzioni tricolore taroccate sono cresciute e di più.
Un dato lascia basiti: negli USA le imitazioni dei formaggi italiani sono arrivate a superare 2,7 miliardi di chili, più di quanto si vendano formaggi americani come Cheddar e Colby.
In Russia invece si stanno moltiplicando le fabbriche specializzate nella produzione di imitazione dei formaggi e salumi italiani. Una vera e propria industria del tarocco.
Un danno economico e occupazionale
Se si riuscisse ad arginare la portata di questo fenomeno, l'industria agroalimentare potrebbe dare un contributo enorme alle esportazioni e alla crescita del Paese, e creare fino a 300.000 posti di lavoro in più nel nostro Paese.
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