La situazione economica dell'Argentina continua ad essere molto complicata. Una spia d'allarme evidente in tal senso viene fornita dall'inflazione, che questa settimana ha registrato un balzo contro ogni previsione al 108,8%, il livello più alto dal 1991.
La lotta contro l'inflazione
La corsa dei prezzi è una minaccia costante di collasso finanziario per l'economia del Paese sudamericano. Per questo motivo il ministro dell'economia Sergio Massa ha annunciato una serie di misure, a cominciare da un aumento del tasso di interesse. Anzi, per essere precisi bisognerebbe parlare di ulteriore aumento, visto che appena due settimane fa il costo del denaro era stato portato dall'81% al 91%. Adesso arriverà al 97%, spingendo così l'Argentina al secondo posto in classifica per i tasti di interesse più alti al mondo. Peggio c'è soltanto lo Zimbabwe (150%), mentre al terzo posto c'è il Venezuela (57,57%). Inoltre gli indicatori di trend following dicono che aumenterà ancora.
Tassi di interesse e Peso argentino
Oltre a contrastare l'inflazione galoppante, la stretta vigorosa di politica monetaria serve anche a sostenere la valuta Nazionale. Il peso Argentino ormai è in declino verticale, ed anche se il suo valore ufficiale rispetto al Dollaro è di 230.6400, dieci volte di più rispetto al 2018. In questi casi non c'è trailing step che tenga.
Lo spettro della crisi
L'Argentina si sta avviando lungo un pericoloso crinale, rischiando di sprofondare in una crisi feroce come quella del 1989. Per questo motivo il governo sta intervenendo anche sul mercato dei cambi, sta cercando di anticipare i prestiti concordati con il Fondo Monetario Internazionale e inoltre il commercio internazionale con la Cina (secondo partner dopo il Brasile) verrà regolato sempre di più in Yuan anziché in dollari.
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