giovedì 9 maggio 2024

Tassi di interesse, la Bank of England si fa più dovish

Al termine della riunione che si è svolta oggi, il Monetary Policy Committee (MPC) della Bank of England ha deciso di confermare il livello dei tassi di interesse al 5,25%, ossia il valore più alto dal 2018.
Anche se il mercato si aspettava questo esito, è rimasto colpito dall'andamento delle votazioni.

La divisione nel MPC sui tassi di interesse

La Bank of England ha comunicato che due membri (sui 9 totali) hanno votato per ridurre il tasso di interesse dello 0,25% (nel meeting precedente era stato soltanto uno). Questo vuol dire che all'interno del comitato di politica monetaria si fa sempre più strada l'ipotesi di cominciare a sforbiciare il costo del denaro, per stimolare la crescita economica.
Proprio questo questo motivo i mercati e gli analisti delle piattaforme online gratis adesso prezzano il primo taglio dei tassi a giugno, anche se resta forte anche l'ipotesi di agosto.

Anche dal governatore Bailey giungono parole dovish: “probabilmente dovremo tagliare i tassi bancari nei prossimi trimestri e rendere la politica monetaria meno restrittiva, forse più di quanto attualmente scontato nei tassi di mercato”.
Tuttavia, la BoE ha confermato che seguirà un approccio basato sull'evoluzione dei dati macroeconomici.

La reazione de mercato

Questo scenario ha finito per indebolire la sterlina, che ha perso quota sul mercato valutario. Dopo la riunione della Bank of England, il cambio GBPUSD è infatti sceso sotto 1,25, avvicinandosi ad una delle fan del ventaglio di Gann.
Al tempo stesso, il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni è sceso ai minimi su un mese, al di sotto del 4,15%.

Previsioni su crescita e inflazione

Per quanto riguarda le previsioni economiche, la BoE prevede che ci sarà una crescita dello 0,4% nel primo trimestre del 2024 e dello 0,2% nel secondo trimestre. Riguardo all'inflazione, si prevede che tornerà vicino all’obiettivo del 2% nel breve termine, anche se persistono rischi per le prospettive a breve termine derivanti da fattori geopolitici, sebbene gli sviluppi in Medio Oriente abbiano avuto finora un impatto limitato sui prezzi del petrolio. Nell'ultimo report, l'inflazione CPI su dodici mesi è scesa al 3,2% a marzo dal 3,4% di febbraio.

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