Giornata amara per chi sperava di ricevere una sorpresa positiva dal report sull'inflazione negli Stati Uniti. I prezzi non solo non rallentano, ma addirittura stanno accelerando oltre le aspettative e questo potrebbe avere forti implicazioni sulle mosse della Federal Reserve.
Gli ultimi dati sull'inflazione
In base ai dati pubblicati mercoledì, a gennaio il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è cresciuto fino al 3%, andando oltre le aspettative di mercato che erano del 2,9% (ossia lo stesso dato di dicembre).Il tasso di inflazione su base mensile è cresciuto dello 0,5%, dallo 0,4% del mese precedente. La crescita è stata decisamente superiore alle attese che erano dello 0,3%. La corsa dei prezzi su base mensile è stata la più veloce registrata dall'agosto del 2023.
Ma non finisce qui perché anche l'altra misura dell'inflazione, il tasso core - ossia depurato delle componenti più volati di come cibo e l'energia - ha registrato un rialzo inaspettato fino al 3,3% (ben oltre l'intervallo obiettivo della Federal Reserve) rispetto alle previsioni del 3,1%. Su base mensile il tasso core è cresciuto dello 0,4%, anche in questo caso oltre le aspettative.
Cosa comporta tutto questo
I segnali di un'inflazione così persistente danno ragione alla Federal Reserve, che continua a predicare prudenza e assumere un atteggiamento cauto rispetto ai tagli dei tassi di interesse. Lo stesso presidente Powell, ieri in audizione al Congresso, ha chiarito che la Federal Reserve non ha alcuna fretta di abbassare il costo del denaro.
Di diverso avviso invece il presidente Trump, che tramite il social network Thruth ha ribadito l'idea dche la banca centrale dovrebbe tagliare i tassi, parallelamente all'adozione di tariffe commerciali da parte degli Stati Uniti.
Annotazione: quando si negoziane le valute si fa trading sui mercati otc, ossia non centralizzati.
Il mercato
Dopo il report sull'inflazione, il mercato ha fatto slittare le aspettative del prossimo taglio al costo del denaro a dicembre 2025, mentre in precedenza erano per settembre. Tutto questo ha spinto il dollaro sul mercato valutario, dove l'indice del biglietto verde torna a guadagnare terreno portandosi verso 108.5, livello più alto di oltre una settimana (Se ti interessano le opzioni vanilla, broker con cui negoziare li puoi trovare in questo articolo).
Salgono anche i rendimenti dei titoli di Stato 10 anni, che toccano il 4,65%, dopo che avevano raggiunto il minimo di quasi due mesi lo scorso 5 febbraio.
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