lunedì 30 giugno 2025

Prezzi in rialzo anche nei b&b, dal 2020 una crescita del 30%

Una soluzione gradita a una grande fetta di turisti che vengono nel nostro paese è il pernottamento nei bed and breakfast. Si tratta di soluzioni meno formali rispetto agli hotel, ma anche più economiche (o almeno così dovrebbe essere). Nonostante l'offerta sia cresciuta nel corso degli ultimi anni, anche i prezzi dei b&b hanno marciato in rialzo. E pure di parecchio.

La corsa dei prezzi

La fotografia della situazione arriva da uno studio dell'Osservatorio B&B Cashless di SamUp, che ha elaborato i dati forniti da Istat, Altroconsumo e Ministero dello Sviluppo Economico

Si scopre così che i prezzi medi per una notte in b&b sono cresciuti del 30% dal 2020. Va detto però che la forbice di convenienza rispetto agli hotel si è addirittura ampliata, visto che gli alberghi costano in media il 39% in più rispetto a 5 anni fa.

La classifica delle città più care

Dove si trovano i prezzi dei b&b più cari e quelli più economici? La classifica delle città italiane più care vede al primo posto Venezia, dove un pernottamento in un bed and breakfast costa in media 169,5 euro. Ad una distanza tutto sommato notevole c'è Milano, seconda in classifica con 147,9€. Sul gradino più basso del Podio c'è Firenze, dove i prezzi di una notte in bimbi sono mediamente di 137,3.

Rovesciando la classifica, la palma della città più economica spetta a Sassari, dove il prezzo di un pernottamento in bed and breakfast si aggira attorno ai 70€, meno della metà rispetto a Venezia.
Va segnalato il caso particolare di Napoli, che è l'unica grande città dove i prezzi negli ultimi cinque anni sono addirittura calati, sia pure di poco (-2,3%).

Boom boom dei pagamenti contactless

L'indagine mette in evidenza anche un altro aspetto interessante, ossia l'evoluzione verso il contactless dei pagamenti. Le transazioni digitali infatti continuano a segnare incrementi notevoli. Basta pensare che nel secondo trimestre del 2025, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, il Tap to pay è cresciuto del 103%.

martedì 24 giugno 2025

Mercati emergenti, ci sono grandi opportunità in giro

Nel corso di questo 2025 stiamo assistendo ad un forte interesse degli investitori istituzionali verso il debito locale dei mercati emergenti. La spiegazione sta nei rendimenti che assicurano in alcuni casi oltre il 10%, ben al di là di gran parte degli altri strumenti a reddito fisso (tanto nei paesi sviluppati ma anche in altri paesi emergenti).

Prospettive forti per il debito dei mercati emergenti

Secondo alcuni analisti la situazione potrebbe addirittura diventare più interessante nei prossimi mesi. Le prospettive a medio termine infatti fanno ritenere che il rendimento del debito dei mercati emergenti potrebbe giungere ad un rendimento complessivo annuo attorno al 15%.
Ma perché accade tutto questo?

Il ruolo delle valute

Un elemento fondamentale che potrebbe sostenere questa dinamica crescente è l'andamento del dollaro americano. Il biglietto verde ha perso quota In questa prima metà del 2025. Il Dollar Index Infatti è sceso sotto quota 100 e continua a manifestare segnali di debolezza, visto che l'oscillatore stocastico continua a essere più vicino all'ipervenduto. 

Se questa tendenza dovesse continuare, ne verrebbero favorite le valute dei mercati emergenti, in special modo quelle con rendimenti elevati. Basta pensare alla Real brasiliano, alla Lira turca e alla Sterlina egiziana.

Il ruolo degli accordi commerciali per i paesi asiatici

Un altro aspetto importante a sostegno del debito dei mercati emergenti riguarda le politiche commerciali. Le condizioni macroeconomiche di paesi emergenti sono resilienti ed hanno una vulnerabilità esterna molto contenuta. Per questo continueranno a trarre beneficio dagli accordi commerciali, e ciò crea un ambiente fertile sia per le loro valute che per le obbligazioni locali. In molti casi potreste trovare questi asset anche sulle migliori piattaforme trading gratis.

L'impatto delle politiche monetarie

Un altro importante driver che sostiene il debito locale dei mercati emergenti è l'approccio di politica monetaria delle banche centrali. Il calo delle inflazione consentirà un approccio più accomodante. Ma nonostante ci saranno delle riduzioni al costo del denaro, i tassi reali continueranno ad essere molto elevati. Inoltre la flessione dei rendimenti dei titoli di Stato americani (Treasuries) dovrebbe fornire un ulteriore impulso positivo.

giovedì 19 giugno 2025

Economia sommersa, i paesi più colpiti sono Cina, Stati Uniti e India

Uno dei fenomeni di cui si sente parlare spesso anche in Italia è il lavoro in nero, ossia quello che sfugge alla disciplina contrattuale e alla tassazione. L'economia sommersa però non è un fenomeno prettamente italiano, anzi è diffusa in modo pressoché globale e affligge soprattutto i paesi emergenti, dove addirittura ci sono interi settori economici che ne sono caratterizzati.

I numeri sull'economia sommersa

Secondo alcune stime, a livello globale l'economia sommersa vale circa 12.500 miliardi di dollari. I paesi dove il ricorso al lavoro nero è più diffuso sono Cina, Stati Uniti e India. In questi paesi ci sono i mercati neri più grandi al mondo, con un panorama di attività che sfugge al controllo della legge assai ampio e radicato.

Per giungere a questa particolare classifica, dove l'Italia si colloca al dodicesimo posto, gli analisti di Ernst & Young hanno elaborato un modello che sfrutta oltre 70 variabili che servono a stimare il peso dell'economia sommersa in 131 paesi che rappresentano la quasi totalità dell'intero prodotto interno lordo globale.

Tra questi strumenti c'è la richiesta di contante ed in particolare di moneta liquida, che rappresenta il mezzo di pagamento tipico negli ambiti non tracciabili. Più intensivo l'uso di contante in banconote di grosso taglio, più è probabile che si annidino transazioni che sfuggono all'occhio del fisco.

La Cina regina del sommerso

Come abbiamo detto, il paese dove l'economia sommersa e più radicata è la Cina, con un valore stimato di 3600 miliardi di dollari. Una cifra che corrisponde a un quinto del PIL nazionale. Il numero di lavoratori in nero è stimato in circa 200 milioni. Il lavoro sommerso in Cina riguarda soprattutto servizi a bassa specializzazione come autisti, tate e meccanici di strada.

Gli altri due paesi sul podio

L'economia sommersa è essere diffusa anche negli Stati Uniti, dove è pari a 1400 miliardi di dollari, ossia il 5% del PIL. Al terzo posto invece c'è l'India dove il valore dell'economia sommersa è di circa 930 miliardi di dollari, ma qui rappresenta addirittura il 26% del PIL.
La posizione dell'Italia nella classifica è la dodicesima. Qui da noi il sommerso vale 180 miliardi di dollari, come evidenziato anche dal rapporto ISTAT sul lavoro, che equivale al 7,8% del PIL. Le attività illegali sfiorano i 20 miliardi. 

lunedì 16 giugno 2025

Mercati finanziari, le tensioni in Medioriente e la FED al centro dell'attenzione

Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente hanno fatto di nuovo irruzione sui mercati finanziari, creando un clima di forte nervosismo. La questione rimarrà al centro dell'attenzione anche nei prossimi giorni, a seguito dell'attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani. Si teme un allargamento del conflitto nella regione.

I principali eventi sui mercati finanziari

Oltre alle tensioni in Medioriente, i mercati finanziari seguiranno anche i progressi nei negoziati commerciali tra gli Stati Uniti e altri Paesi del mondo.

Ma gli USA saranno al centro dell'interesse degli investitori soprattutto per la riunione della Fed. Si prevede che la banca centrale lascerà invariato il tasso sui fondi federali, ma gli investitori seguiranno attentamente le proiezioni economiche e il dot plot per capire se lo scenario in corso potrà incidere sulle mosse future dell'istituto americano. Tutto questo potrebbe incidere sull'andamento del dollaro, dopo che l'Index DXY negli ultimi giorni si è stabilizzato oltre quota 98, disegnando una candela doji sul grafico settimanale.

Dai macro in uscita in Europa

In Europa, si prevede un leggero miglioramento della fiducia dei consumatori nell'Eurozona, mentre i dati finali dell'indice dei prezzi al consumo (IPC) confermeranno probabilmente il rallentamento dell'inflazione annua all'1,9%. Nel frattempo l'euro ha continuato a guadagnare terreno sul mercato valutario, e potrebbe fare breakout dal triangolo forex ascendente oltre la soglia di 1,15.

Le altre riunioni di politica monetaria

Il calendario fittissimo prevede anche altre riunioni di politica monetaria. Oltre alla Federal Reserve, si riuniranno anche la Banca Popolare Cinese, la Banca del Giappone e la Banca d'Inghilterra. Tutti dovrebbero mantenere invariati i tassi di interesse.

Sono attese anche decisioni da parte delle banche centrali di Svizzera, Svezia, Norvegia, Turchia, Brasile, Indonesia, Filippine e Taiwan. In particolare, si prevede che la Banca Nazionale Svizzera taglierà i tassi di interesse di 25 punti base, con crescenti speculazioni su un taglio più profondo che potrebbe reintrodurre tassi negativi.

Il vertice G7

Altro evento di grande interesse per i mercati finanziari è il vertice del G7 in Canada, dove i leader delle maggiori economie mondiali si incontreranno per discutere delle principali sfide globali. Mai come in questa circostanza, gli interventi dei vari leader saranno attentamente seguiti dagli investitori.

mercoledì 11 giugno 2025

Imprese, in Italia una crescita del 16% in questo millennio

L'Italia è stata sempre una nazione a forte vocazione imprenditoriale, e adesso ci sono alcuni numeri che confermano questa rinnovata tendenza. Durante questo millennio infatti in Italia il numero di imprese è cresciuto del 16%.

Alcuni dati sulle imprese

Questi dati sono il frutto di una ricerca condotta da Verum Partners, un gruppo che offre consulenze e servizi alle PMI e alle startup. 

In questi ultimi 25 anni si è passati da circa 3,7 milioni di imprenditori che c'erano nel 2001 ai quasi cinque milioni di quest'anno. La media è di 21 imprenditori ogni mille lavoratori, in crescita rispetto ai 19 di inizio secolo. Questo numero colloca così l'Italia in cima all'Europa per tasso di imprenditorialità.

Voglia di fare nonostante gli ostacoli

La vocazione a fare impresa da parte dei cittadini italiani purtroppo si scontra quotidianamente con grandi difficoltà, che si manifestano già in fase embrionale, per via dei permessi e delle autorizzazioni che sono richieste alle imprese per riuscire a sorgere.

Il nostro ecosistema fatica a sostenere lo spirito imprenditoriale del Paese, lo dimostra il fatto che l'Italia è soltanto al 58esimo posto mondiale nella classifica "Doing Business", che misura la facilità di avviare una propria attività. Siamo tra i peggiori al mondo.

Essere imprenditore comporta sacrifici

Fare impresa in Italia comporta enormi sacrifici, anzitutto in termini di tempo. La ricerca evidenzia infatti che la media di ore di lavoro dell'imprenditore italiano è di 41 a settimana, ossia circa 5 ore in più rispetto a quella dei suoi lavoratori. Inoltre moltissimi imprenditori non riescono a concedersi più di una settimana all'anno di vacanza (ma non rinunciano quasi mai al pranzo, che viene visto come un'occasione per sviluppare contatti di affari).

Indietro nelle imprese innovative

Un dato che non fa piacere riguarda le startup innovative. Siamo decisamente indietro rispetto ai principali paesi europei. Da noi ce ne sono 234 ogni milione di abitanti, mentre la Gran Bretagna arriva a 406 e la Germania 386. Per non parlare poi dell'Estonia, dove addirittura il numero arriva a 865.

giovedì 5 giugno 2025

Tasso di interesse, nessun cambiamento dalla Bank of Canada

Non sono giunte sorprese dalla riunione di politica monetaria della Bank of Canada. Il comitato dell'istituto nordamericano ha deciso infatti di lasciare invariato il livello del tasso di interesse al 2,75%, così come si aspettavano i mercati finanziari.

Perché confermare il tasso di interesse

La decisione di non modificare il livello del tasso di interesse nasce dal clima di grande incertezza, tanto sul fronte nazionale che su quello internazionale. 

Se da un lato è vero che l'inflazione ha continuato a mostrare segnali di discesa, tanto che quella complessiva è giunta al di sotto dell'obiettivo del 2%, è altrettanto vero che l'inflazione core - ossia quella depurata degli elementi più volatili - rimane ancora molto elevata, suggerendo così di non procedere ad ulteriori tagli al tasso di interesse.

Il problema dei dazi

Ma c'è un altro fattore che più di tutti preoccupa le autorità monetarie canadesi: la battaglia tariffaria con i vicini di casa statunitensi. La scelta a sorpresa di Trump di raddoppiare le tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio ha creato uno shock sui mercati, con il Canada che sarebbe uno dei paesi più colpiti. Tuttavia, i negoziati da Ottawa e Washington hanno ridato un poco di ottimismo e mitigato i timori riguardo i possibili effetti di questa ulteriore mossa di Trump.

NB. Le notizie sui dazi hanno creato molta volatilità sul mercato valutario, generando un terreno fertile per chi adotta strategie forex scalping 1-5 minuti.

L'economia regge

Nel frattempo alcuni dati macroeconomici hanno confermato la resilienza dell'economia canadese. Il PIL del primo trimestre e le vendite al dettaglio hanno rincuorato i mercati. Nel frattempo l'aumento dei prezzi del petrolio, uno dei prodotti maggiormente esportati dal Canada, ha ulteriormente rafforzato le entrate finanziarie del paese.

Il dollaro avanza

In questo scenario complessivo continua a marciare forte il dollaro canadese, che ha raggiunto il livello più alto degli ultimi otto mesi rispetto al collega americano. Il cambio USDCAD è sceso infatti sotto 1,37, come non accadeva dalla fine del 2024. Inoltre sta formando un diamante Diamond pattern. Negli ultimi cinque mesi la valuta canadese si è apprezzata quasi del 6%, rispetto a quella a stelle e strisce.

martedì 3 giugno 2025

Commercio online, continua il trend crescente in Italia

Continuano ad essere imponenti i numeri del commercio online in Italia, come dimostra il fatto che il valore degli acquisti online è salito a 40,1 miliardi di euro nel corso di questi primi mesi del 2025. Ciò segna una crescita del 6% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

La corsa del commercio online

Secondo una recente indagine dell'osservatorio E-commerce B2C Netcomm, questa tendenza rimane costantemente in rialzo, anche se rispetto al ritmo osservato negli anni scorsi la crescita del commercio online risulta più tenue. 

Accanto a un aumento in termini numerici si accompagna anche un cambiamento di strategia. Il commercio online oggi non è più soltanto un canale di vendita, ma è diventato anche uno strumento con cui i brand realizzano connessioni sempre più strette con i consumatori, ai quali vengono offerte esperienze sempre più personalizzate e interattive.

L'andamento per settore

L'aumento degli affari tramite internet ha coinvolto tutti i settori in maniera trasversale. Tuttavia ciò è avvenuto in maniera non omogenea, perché in alcuni ambiti la crescita è stata più forte che in altri. 

Sotto questo aspetto brilla soprattutto il settore Food&Grocery, dove l'incremento del commercio online è stato del 7%, con un valore di 4,9 miliardi di euro. In tale settore spicca soprattutto il segmento Food Delivery, dove l'aumento rispetto ai primi mesi del 2025 è stato dell'8%, e oggi vale il 46% del commercio online alimentare. Il segmento dell'enogastronomia si distingue invece per il suo forte impatto sull'export, dove c'è stata una crescita del 3% rispetto all'anno precedente.

Gli altri settori che brillano nell'e-commerce

Un altro settore che si è particolarmente distinto nell'ultimo anno è quello Beauty and Pharma, che ha realizzato una crescita del 7%, raggiungendo 3,1 miliardi di euro di affari. Forte progresso anche per il settore dell'arredamento e Homeleving, con una crescita del 6% a quota 4,7 miliardi di euro. 

Risultati ragguardevoli nel commercio online vanno sottolineati anche per il settore dell'abbigliamento, in crescita del 5% rispetto al 2024, nell’informatica ed elettronica di consumo e anche nel settore auto e ricambi.