Anche se il ciclo di allentamento è stato messo in pausa, i tagli effettuati dalla BCE nelle riunioni precedenti stanno facendo sentire ancora i loro effetti sul tasso di interesse dei mutui. Quello variabile infatti adesso è diventato molto più conveniente rispetto a quello fisso.
Il divario fisso-variabile del tasso di interesse
La fotografia della situazione è stata fatta dall’Osservatorio MutuiOnline, che evidenzia come il divario tra tasso di interesse fisso e variabile si è fatto più marcato.
Il TAN medio per un mutuo a tasso variabile è sceso a 2,67%, mentre quello fisso si trova oltre mezzo punto percentuale più sopra, a 3,24%. Ciò significa che contrarre un mutuo a tasso variabile è ora molto più interessante, ribaltando la situazione che c'era fino a pochi mesi fa.
Prospettive ancora migliori per il futuro
La Banca Centrale Europea (BCE) ha cominciato il suo ciclo di allentamento monetario nel giugno dello scorso anno, e da allora ha tagliato il costo del denaro del 2%. Adesso che gli Euribor si sono stabilizzati attorno al 2%, il mutuo a tasso di interesse variabile dovrebbe rimanere conveniente ancora per un po' di tempo. Peraltro c'è la possibilità che questa forbice di convenienza si allarghi ancora, qualora fosse deciso un altro taglio al costo del denaro a dicembre.
Per il tasso fisso invece lo scenario è incerto, perché il suo andamento si lega alle turbolenze geopolitiche e agli scossoni dei mercati. Sceglierlo quindi significa incorporare questo rischio nel costo del proprio mutuo.
Il risparmio per i consumatori
Tradotto in soldoni, quanto costa un tasso di un tipo e dell'altro? Se consideriamo un mutuo di 140mila euro a 20 anni, la rata mensile a tasso variabile è scesa a 753 euro, contro gli 827 euro di inizio anno. Un muto a tasso fisso dello stesso importo e durata, comporta invece una rata mensile di 793 euro. Ciò significa che, in questo momento, chi sceglie il fisso pagherebbe 39 euro in più al mese rispetto al variabile, un extra che, sull’arco dei 20 anni, ammonterebbe a circa 9.500 euro.
Ma gli italiani preferiscono ancora la stabilità
Eppure gli ultimi dati raccontano che gli italiani continuano a scegliere il tasso fisso, confermando una preferenza storica per la stabilità della rata. Va detto però che l’interesse per il mutuo a tasso variabile è quasi raddoppiato, arrivando quasi al 5%, quota massima dall’inizio del 2023. Significa che gli italiani cominciano ad aprirsi a soluzioni più flessibili e potenzialmente vantaggiose.
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