L'Italia è uno dei Paesi con le riserve auree maggiori al mondo. Ne abbiamo 2.452 tonnellate, meno soltanto di Stati Uniti (8.133 tonnellate) e Germania (3.352 tonnellate). Quell'oro però sta diventando il terreno di scontro tra la Banca centrale europea e il nostro Governo, che nella legge di Bilancio ha inserito una formula che proprio non va giù all'istituto europeo.
La frase che non piace alla banca centrale europeo
La proposta del senatore e capogruppo di FdI Lucio Malan, nella sua versione originaria recitava che "le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato, in nome del popolo italiano". L'emendamento è stato poi riformulato in "le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono al popolo italiano".
Anche se la BCE continua a dire di non capire la "concreta finalità della proposta", in realtà sa benissimo dove vuole andare a parare: il Governo vuole riportare l’oro sotto il controllo diretto dello stato (e quindi del Governo stesso).
Per farne cosa? Di sicuro non per finanziare deficit o nuove spese pubbliche, perché ciò è espressamente vietato dalle norme UE. Ma potrebbe venderlo o darlo in garanzia, potrebbe metterlo al servizio della politica fiscale.
L'architettura europea
Dobbiamo fare un passo indietro, a quando venne creata l'Eurozona. L'entrata nell’euro infatti comporta da parte del Paese membro la cessione della sovranità monetaria all’Unione Europea. Da quel momento, lo Stato ha accettato che la Banca d’Italia facesse parte di un sistema di banche centrali (SEBC) coordinato dalla BCE. Uno degli articoli del Trattato UE (il 127) obbliga gli stati membri a consultare la BCE in caso di interventi in materie che la riguardano, tra cui appunto l’oro.
In sostanza: l’oro detenuto da Bankitalia fa parte delle riserve ufficiali dell’Eurosistema, e quindi lo Stato non può disporne unilateralmente.
Evitare un precedente pericoloso
Adesso si capisce perché il tema della proprietà e del controllo delle riserve auree della Banca d’Italia è una questione delicata. Tocca un aspetto importantissimo del rapporto tra sovranità nazionale e architettura europea.
Se all'Italia venisse riconosciuto questo "diritto" sulle riserve auree, la BCE teme che questo precedente pericoloso possa cominciare a sgretolare l'assetto istituzionale che regola i rapporti tra Stati membri, banche centrali nazionali e Unione Europea.

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