domenica 17 marzo 2024

Risparmio, nel 2023 è stato un anno d'oro per il Private Banking

Il settore del private banking italiano continua a dimostrare una grande vivacità. Lo dimostrano i dati relativi allo scorso anno, che sono stati presentati dall'ufficio studi dell'Associazione italiana privacy Banking. Il risparmio che gli investitori hanno deciso di affidare ai consulenti ha raggiunto infatti i 1100 miliardi di euro, segnando una crescita del 4,7%  rispetto all'anno precedente.

I numeri del risparmio

Nel corso del 2023, gli operatori di Private Banking sono riusciti a realizzare una raccolta retta complessiva di circa 37 miliardi di euro. Si tratta di una crescita di quasi 9 miliardi rispetto al periodo precedente. 

Questo dato conferma che i piccoli investitori italiani hanno fiducia nell'affidare il proprio risparmio ai consulenti professionisti, che si confermano capaci di orientare verso scelte consapevoli i loro clienti, garantendo il bilanciamento degli obiettivi di breve medio e lungo termine.

Il risultato raggiunto nel corso del 2023 è ancora più importante se si tiene conto che le previsioni erano invece abbastanza fosche, visto lo scenario economico generale che faceva immaginare una minore quota di risparmio che i clienti avrebbero indirizzato verso i servizi di consulenza finanziaria.

Le performance

Per quanto riguarda le categorie di impiego delle masse in gestione, nel 2023 si evidenzia soprattutto l'ottima performance nel comparto azionario, specialmente nell'ultimo spicchio dell'anno, quando i listini azionari di tutto il mondo hanno marciato a vele spiegate. Tuttavia anche il comparto obbligazionario è andato bene, grazie alle rivalutazioni innescate dalla prospettiva di un abbassamento dei tassi di interesse nei prossimi mesi.

Il grosso degli investimenti si è indirizzato nel comparto amministrato, dove c'è stata una crescita del 37,9% su base annua. Titoli di stato e obbligazioni l'hanno fatta da padroni, con incrementi del 68%, mentre il comparto azionario ha avuto un aumento del 17%. Più contenuto è stato invece la crescita dei fondi di investimento e delle gestioni patrimoniali.

martedì 12 marzo 2024

Valute digitali, il Bitcoin continua a volare oltre i 70mila

Settimana scorsa il prezzo di Bitcoin era riuscito a salire per la prima volta oltre la soglia dei 70mila dollari. Dopo una breve correzione per le prese di profitto, la più famosa delle valute digitali è tornata nuovamente oltre quella soglia psicologica, spingendosi anche oltre la quota 72mila.

Il vento che soffia su Bitcoin e le valute digitali

Sono tre i fattori che stanno incidendo maggiormente su questo slancio. Il primo è la crescita delle aspettative di tagli dei tassi da parte delle banche centrali. Infatti i tassi di interesse più bassi riducono il rendimento degli investimenti nel reddito fisso, e quindi alimentano l'appeal verso gli asset più rischiosi, come le valute digitali.

L’ultimo rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti ha rafforzato l’idea che i tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve potrebbero arrivare già a giugno.

L'halving e il fattore ETF

Il secondo fattore è l'avvicinarsi dell'evento di halving (verso metà aprile), che nelle occasioni precedenti è stato seguito da un forte balzo di prezzo. Si ritiene che i trader stavolta si siano mossi in anticipo, assumendo posizioni rialziste prima che l'evento avvenga.

E poi c'è il fattore ETF Spot Bitcoin. Dopo un periodo fiacco che ha fatto seguito all'approvazione della SEC di questi nuovi strumenti, la loro diffusione ha cominciato a galoppare, alimentando l'interesse verso Bitcoin (e di riflesso verso tutte le altre valute digitali).
Il prezzo di Bitcoin è salito anche sui 72mila dollari, infrangendo il flag pattern bandiera, ed è difficile immaginare dove possa arrivare.

Tutto il settore ringrazia

La crescita del Bitcoin sta agendo da leva anche sulle altre valute digitali. Adesso che il BTC ha raggiunto i massimi storici, i trader stanno rivolgendo la loro attenzione alle criptovalute più piccole, ipotizzando che potrebbero essere le prossime a raggiungere i massimi storici.

NB. Se siete appassionati della strategia martingala trading, fate molta attenzione se decidete di applicarla alle valute digitali.

Ether, la seconda criptovaluta più grande in termini di valore di mercato, ha superato i 4.000 dollari per la prima volta da dicembre 2021, spinta dal crescente ottimismo secondo cui sarà la prossima criptovaluta a ricevere l'approvazione da parte della Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti per gli exchange-traded fund.

giovedì 7 marzo 2024

Investimenti nelle tecnologie green in crescita nel 2023

Lo scorso anno c'è stata una forte crescita degli investimenti per la transizione energetica. Infatti sono stati spesi circa 1800 miliardi di dollari per le tecnologie a zero o basso impatto climatico.

Da dove arrivano gli investimenti

A darci un'immagine della situazione è un outlook fornito da IMPact. Il ruolo cruciale l'ha svolto la Cina, che da sola ha investito il 38% del totale, poco più di 620 miliardi. Insieme all'Europa (che ha investito circa 310 miliardi) e agli Stati Uniti (anch'essi oltre i 300 miliardi spesi), questo trio rappresenta i due terzi degli investimenti totali nelle tecnologie green.

Si stima che in Europa gli investimenti pianificati dalle aziende impianti produttivi cresceranno dal 5% al 27% nel prossimo biennio.

Prezzi e competitività

Grazie agli investimenti e all'avanzamento della tecnologia, c'è stato un calo dei prezzi che favorisce la crescita della competitività economica delle tecnologie pulite. Tuttavia all'orizzonte c'è il rischio di subire la forte competizione con l'industria cinese, che sta esercitando un grosso ostacolo nella pressione al ribasso sui costi.

Tutto questo apre ad un bivio per le autorità politiche europee, perché se da un lato l'importazione dei prodotti clean tech dalla Cina accelera il percorso di transizione energetica dell'Europa, dall'altra favorisce sempre di più la penetrazione cinese nel nostro settore industriale.

Il caso dell'industria automobilistica

L'esempio più eclatante di questo conflitto tra Occidente e Cina è dato dal mercato delle auto elettriche. I veicoli alimentati a batteria made in China si stanno diffondendo nel mercato automobilistico europeo. Se nel 2019 non arrivavano neanche al 1% del totale, nel 2023 la quota di veicoli cinesi elettrici in Europa è salita al 8,4%. A tal proposito, basta ricordare la nuova fabbrica BYD che nasce in Ungheria per produrre veicoli elettrici cinesi in territorio europeo.

Una recente stima ha sottolineato che gli investimenti di Pechino in Europa hanno raggiunto già il nuovo record oltre 28 miliardi di dollari, che peraltro sono una cifra sottostimata visto che alcuni investimenti mancano di riscontri dettagliati.