Il discorso di Powell sui tassi di interesse
Durante un intervento alla Stanford University, il presidente della Banca Centrale Americana ha precisato che il quadro economico e quello relativo all'inflazione non sono materialmente cambiati molto.Non si può dire ancora se il recente aumento dell'inflazione sia solo un fatto temporaneo (che giustificherebbe un taglio dei tassi di interesse) oppure no (in tal caso servirà pazienza prima di fare manovre accomodanti di politica monetaria). In effetti gli indicatori di inversione trend lasciano ancora una forte incertezza.
La banca non si dà fretta
Il presidente della FED ha ribadito che tutte le decisioni riguardanti i tassi di interesse verranno prese in base ai dati che arriveranno, riunione dopo riunione. La banca centrale non ha fretta di dover intervenire, e vuole maggiori prove del rallentamento dei prezzi (verso l’obiettivo del 2%) prima di ridurre i tassi di interesse, tenuto anche conto della forza che sta dimostrando l'economia a stelle e strisce.
Tuttavia, Powell conferma che lo scenario è indirizzato comunque verso manovre più accomodanti: "la maggior parte dei membri della Fed ritiene probabilmente appropriato un taglio dei tassi a un certo punto quest'anno".
Nessuna influenza elettorale
Powell ha inoltre difeso l'indipendenza della banca centrale rispetto alla politica. A breve ci saranno le elezioni presidenziali, ma il presidente della FED ha rimarcato che "verranno prese le decisioni di politica monetaria senza considerazioni politiche di breve termine".
La reazione del mercato
I tentativi di smorzare le aspettative sui tagli al costo del denaro non sembrano avere grande impatto sul mercato. Gli investitori continuano a ritenere probabile un taglio dei tassi di interesse a giugno. Per questo motivo l'indice del dollaro si mantiene sui livelli più deboli da oltre una settimana (e al di sopra della media mobile 200 periodi EMA200), in attesa dell'ultimo rapporto mensile sull'occupazione negli Stati Uniti.
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